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Le repliche della storia. Karl Marx tra la Rivoluzione Francese e la critica della politica PDF

280 Pages·1989·16.036 MB·Italian
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n ui ni Bruno Bongiovanni Le repliche della storia Karl Marx tra la Rivoluzione francese e la critica della politica P%a, TAv° (è Bollati Boringhieri ì RI adli a 1M9I? bai la sua oP CAC%I SST Ola ALA < - Emi e Prima edizione marzo 1989 © 1989 Bollati Boringhieri editore s.p.a., Torino, corso Vittorio Emanuele 86 I diritti di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati Stampato in Italia dalla Tecno Grafica di Grugliasco (To) CL 61-9039-I ISBN 88-339-0488-1 Copertina di Pierluigi Cerri Bruno Bongiovanni Le repliche della storia Karl Marx tra la Rivoluzione francese e la critica della politica Bollati Boringhieri ara scegli el per a ai sarti niteb acdiivv dè % ® 9 . - lei Di wi. = n LI a È, be "E ife ve 4 bo Palli = i? TY - n. j DN Ù as E [ea ù mi «de lu) die: oRlApaî T i °ed- n6a ] Indice Premessa . Anomalia e paradigma nella rivoluzione inglese II . Rivoluzione borghese o rivoluzione del politico? Note sul revisionismo storiografico 195, . Tra i giacobini e l'Impero 62 . La democrazia, ovvero l’enigma risolto 8I . Figure della mediazione: l’ebreo e il denaro 90 . Lo scenario internazionale: guerra e politica IOI . Le rivolte polacche tra Oriente e Occidente 133 . E possibile la rivoluzione in Russia? T7% 0YdAA0U 0U Appendice 1 Per la Polonia insorta I9I Appendice 2. La Turchia e la Russia 195 Note 2.50 Indice dei nomi 263 e I . a 5 vi: n GIA _ | i È - S . : Ù i x soli iovis aisi astiene 4 itacontif i # SM ciiiiog PaL,Ì sacizoloy epilogo! silent i Vaad | 33 ; +ETRUISUTI L'IN TA Da a Ma oh e è + * pre Mie) si rat Lan pato niznai Svolitol al iN Premessa La storia, intesa ovviamente come successione reale e sempre aperta al nuovo delle res gestae e non come irrigidita e paludata historia rerum gestarum, ha sempre assediato con tenacia implacabile e ine- sorabile quel sistema di pensiero e quel prontuario per l’azione che, dopo la morte di Marx, quando il culto onomastico ha preso vita e vigore, è stato definito «marxismo». Non solo nel secolo xx, tuttavia, le «dure repliche» della storia, di cui Hegel ci ha disegnato la bef- farda fenomenologia, hanno incessantemente incalzato il severo e su- perbo Grande Metodo, sottoponendolo, come tutti ormai sanno, a tor- sioni, acrobazie e a sempre più difficili salti mortali. L’opera stessa di Marx ha dovuto costantemente fare i conti con la storia, con lo snodarsi imprevisto e imprevedibile degli eventi, con l’intrascendibile empiria dei fatti che paiono talora confortare, ma più spesso deludere i tentativi di afferrarli con l’impervia fatica del con- cetto, di vederne gli attesi sviluppi semplificatori, di chiarirne î na- scosti significati. Caratteristiche evidenti e clamorose dell’apparente paradosso dello sterminato lascito marxiano sono così la frammenta- rietà e la incompiutezza. Come tutti i grandi e «classici» esploratori del geroglifico sociale, Marx ha cercato di domare e di addomesticare l’irriducibile e drammaticamente insidiosa eterogeneità del flusso degli eventi. Ha cercato soprattutto di astrarre dal mondo le categorie con- cettuali più adeguate e di prevedere, in nome dell’emancipazione so- ciale e umana, i ritmi del loro concreto e forse non incongruo tuffarsi nel tempo storico. Occorre senz'altro prendere atto, senza rimpianti, del fatto che l’attività letteraria di Marx, dal punto di vista dell’ambi- ziosissimo programma scientifico, è stata un colossale, geniale, insu- perato e fecondissimo fallimento. Le indisciplinate res gestae hanno saputo resistere ad ogni tentativo di determinarne l’enigmatico cam- mino e, come oggi ben sappiamo, hanno sempre risposto in modo ino- pinato e sorprendente agli sforzi normativi della teoria. Marx stesso 8 PREMESSA se n’è reso conto e ha continuamente spostato, come cercherò di far vedere in questo libro, i termini e gli orizzonti del suo inesausto inter- rogare gli eventi storici, correggendo instancabilmente, con prontezza e con coraggio intellettuale, le prospettive d’indagine e i programmi politici e sociali ad esse collegate. Se si legge Marx in ordine cronolo- gico, senza l’ausilio delle ordinate architetture extra-temporali sapien- temente preordinate dai teologi «marxisti», ci si accorge subito che si ha a che fare con un’opera profondamente e felicemente contraddit- toria, quasi «tragica» nel suo non accettare gli esiti appena conseguiti (ivi compresi quelli apparentemente inespugnabili del Manifesto e del primo libro del Capitale) e nel suo perenne spostarsi, animata dal ten- tativo di adeguare, giorno dopo giornò, articolo dopo articolo, parola dopo parola, il sempre inseguito ordine storico al dilagante disordine reale. L’ultimo Marx, significativamente assai meno studiato dell’en- tusiasta e brillantissimo «giovane Marx» (la trouvaille storiografica più efficace del «marxismo critico» del secolo xx), pare arrendersi da- vanti alla complessità del mondo e non porta a termine, nonostante le pressanti richieste di amici e discepoli, l’immenso progetto teorico della critica dell’economia politica. In realtà non si arrende: prende semplicemente atto della poliedricità della storia, della difficoltà di spiegarla con uno schema unilineare. Eppure, il confronto (e lo scontro) tra le cose e il tentativo di spie- garle, che disintegra l'arroganza monoteistica della teoria in una mi- riade di straordinari frammenti e la esilia in un’opera ricchissima pro- prio in virtà della sua incompiutezza, è, di per sé, un risultato ben più importante di ogni sistematico affresco teorico. L’incompiutezza frammentaria dell’opera di Marx — proprio ora che la pur tardiva e fortunatamente irreversibile «crisi del marxismo» ci ha finalmente tolto di mezzo l’ingombrante macigno che ci impediva di coglierne la na- tura — resta uno degli strumenti che meglio ci consentono, se non di spiegare appieno, quanto meno di capire la storia del secolo di Marx e quindi, in seconda battuta, anche quella del nostro. La storia, infatti, ci permette di chiarire l’opera di Marx almeno quanto l’opera di Marx ci permette di chiarire la storia. Questa reci- proca e non pacifica interferenza, questa insopprimibile interconnes- sione, questa biunivoca intertestualità, è appunto l’oggetto di questo libro. Per comprendere Marx — non sembri ovvio il sottolinearlo = è ormai indispensabile studiare gli eventi che lo ossessionarono e lo co- strinsero a praticare l’avventuroso nomadismo intellettuale che dob- biamo riconoscergli: per comprendere la storia del secolo x1x è altresì opportuno conoscere l’opera di chi l’ha braccata con insistenza an- siosa e con le armi della critica, di chi cioè della Kritik ha fatto - sono parole di Marx — non una passione del cervello, ma il cervello della passione.

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