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le ragioni culturali del “dipingeremoderno”. paesaggio, ritratto e allegoria a venezia negli anni di PDF

398 Pages·2014·3.32 MB·English
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DEI BENI CULTURALI: ARCHEOLOGIA, STORIA DELL’ARTE, DEL CINEMA E DELLA MUSICA SCUOLA DI DOTTORATO IN STORIA E CRITICA DEI BENI ARTISTICI, MUSICALI E DELLO SPETTACOLO XXVI CICLO LE RAGIONI CULTURALI DEL “DIPINGEREMODERNO”. PAESAGGIO, RITRATTO E ALLEGORIA A VENEZIA NEGLI ANNI DI GIORGIONE DIRETTORE DELLA SCUOLA: CH. MA PROF.SSA VITTORIA ROMANI SUPERVISORI: CH.MO PROF. ALESSANDRO BALLARIN CH.MA PROF.SSA VITTORIA ROMANI DOTTORANDA: SARAH FERRARI (MATR. 1018205) 1 2 3 4 SOMMARIO INTRODUZIONE p. 9 PARTE PRIMA: IL QUADRO DI RIFERIMENTO L’UMANESIMO VENEZIANO NEL DIBATTITO SUL RINASCIMENTO p. 15 p. 11  PARTE SECONDA: IL DIPINGERE MODERNO AL TRAPASSO DI SECOLO LA SCOPERTA DEL PAESAGGIO: DALLA CIVILTÀ PROSPETTICA AL SENTIMENTO PER LA NATURA p . 4 1 GIORGIONE E LA LETTERATURA PASTORALE: HFTGGGGGGGH ALCUNE RIFLESSIONI SULLA RAFFIGURAZIONE FSDRFSHERTSTHD F f f f f f f DEL PAESAGGIO PRIMA DELLA PALA DI CASTELFRANCO p . 7 5 LA VENEZIA “BUCOLICA” DI FINE QUATTROCENTO p . 101 L’APPRODO IN ARCADIA: I CASI DI TIZIANO E GIULIO CAMPAGNOLA p. 125  LA RITRATTISTICA GIORGIONESCA E LE «INQUIETUDINI» DEL PATRIZIATO: INCLINAZIONI CORTIGIANE, STILNOVISTE f f f d s f s f E NEOPLATONICHE A VENEZIA NEI PRIMI ANNI DEL CINQUECENTO p.157 5 PER LA COMMITTENZA DEL DFSJGGGGGHGHGGGERSETRDTD RITRATTO DI FRANCESCO MARIA DELLA ROVERE p.199 IL “BROCARDO” NEOPLATONICO DI BUDAPEST p. 213  SEGUENDO IL FIL ROUGE DELL’ALLEGORIA: FGDSFHDTDRTDRTUTJYJFT UNA LETTURA DEI TRE FILOSOFI DI VIENNA p. 229  APPENDICE: PROBLEMI DI CRONOLOGIA LA DATAZIONE DELLA PALA DI CASTELFRANCO:: DRHTDJYJDTD6RJY ALCUNE PRECISAZIONI SU TUZIO COSTANZO E SULLA DXHETJDXTHN Gdrtd STORIA DELLA CHIESA “VECCHIA” DI SAN LIBERALE p . 2 6 7 UNA COMMITTENZA BEMBO NELLA GIOVINEZZA DI TIZIANO p. 287  TAVOLE BIBLIOGRAFIA 6 ABSTRACT Il lavoro consiste in un’analisi approfondita del rinnovamento culturale e artistico che interessa Venezia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Particolare attenzione è stata data ad alcune istanze culturali che si ritiene possano aver svolto un ruolo significativo in relazione alle novità dell’arte di Giorgione: la penetrazione della filosofia neoplatonica dentro e fuori le aule universitarie, l’importanza del dibattito intorno alla questione dell’immortalità dell’anima (la rinascita di Avicenna quale interprete della filosofia aristotelica), l’avvento di una nuova filologia promossa da Ermolao Barbaro, la fortuna della letteratura pastorale (Teocrito e l’Arcadia di Sannazaro) e il successo della lingua volgare (gli Asolani di Bembo). La tesi non intende, pertanto, perseguire uno studio monografico su Giorgione, ma proporre una lettura delle sue opere fondata su un dialogo serrato con il vivace clima intellettuale dell’epoca.  This research project aims to gain an in-depth analysis of Venetian Humanism giving evidence to facts, institutions and individual characters playing a significant role in relation to the development of new iconographies in Venetian painting. Particular attention has been given to Neoplatonic philosophy (the debate on the immortality of the soul); the new philology introduced by Ermolao Barbaro; the fortune of pastoral poetry (Theocritus and Sannazaro); the vernacular language (Bembo’s Asolani). Specific investigation into the art of Bellini, Giorgione and the young Titian has been undertaken, with particular attention to the representation of landscape, portrait and allegory. 7 8 INTRODUZIONE Il 29 maggio 1978, aprendo i lavori del Convegno internazionale di studio per il quinto centenario della nascita d Giorgione, André Chastel, incaricato della prolusione, presentava «l’enfant de Castelfranco Veneto» come uno dei più singolari ed appassionanti misteri della storia della pittura: per una volta, teneva a precisare, l’utilizzo di parole così altisonanti non era dovuto al tentativo di catturare l’attenzione del pubblico attraverso l’enfasi retorica, quanto piuttosto alla ferma convinzione che, allo stato attuale delle conoscenze, risultasse «à peu près impossible» tracciare un ritratto soddisfacente del pittore, ricostruire in modo sufficientemente chiaro e preciso il suo percorso artistico, giungere, privi di ostacoli, ad un corpus accettabile di opere, rendere conto, in sostanza, dell’arte di questo maestro. Eppure, a dispetto dello scetticismo di cui avrebbe fornito a breve le ragioni, Chastel si chiedeva: que serait l’histoire de la peinture à Venise – et même dans l’occidente tout entier – sans «Giorgione et le giorgionisme» (pur reprendere le titre célèbre d’un ouvrage bien déapssé, de 1913), sans cet appel à la nature, à la couleur dense et la vibration du paysage, dont parlent tous les auteurs moderns. L’ecart entre les certitude et l’importance, ou, si l’on veut, entre l’explicite et l’intuition, est tel qu’on a pu parler, en abusant à peine du mot, d’un mythe de Giorgione. Chastel, Giorgione et la generation romantique, 1979, p. 7 L’uso della parola «mito» sarebbe diventato un leit motiv nella storia del pittore, una formula costante che la critica avrebbe di frequente, soprattutto in tempi recenti, sentito l’esigenza di declinare al contrario, alludendo ad una necessità di «demitizzazione». Giorgione rappresenta, forse, la più eclatante drammatizzazione del connubio sul quale è fondata la nostra disciplina, quello tra i dati storici e figurativi, che nella prospettiva di chi esercita la ricerca in questo campo dovrebbero avere pari dignità e valore. Il catalogo del maestro di Castelfranco, come è noto, risulta fortemente penalizzato in entrambi gli ambiti da una scarsità di informazioni a volte davvero sconfortante. Le recenti polemiche sorte intorno alla intricatissima vicenda del cognome o le frequenti apparizioni di teorie che annunciano l’ennesimo svelamento del 9 mistero sotteso alle opere del maestro, segnalano chiaramente quale direzione abbiano intrapreso gli studi giorgioneschi negli ultimi anni, aumentando, piuttosto che diminuendo il grado di problematicità della sua storia. Si è pertanto ritenuto opportuno proporre un progetto di ricerca che avesse come primo obiettivo l’analisi della pittura in relazione ad un contesto culturale che per Venezia, nel momento del trapasso di secolo, si presenta quanto mai ricco ed innovativo. La novità dell’arte giorgionesca non risiede, infatti, unicamente in ragioni di stile legate alle sperimentazioni tecniche del “dipingere moderno” di cui parla Vasari, ma consiste anche nella geniale invenzione di inediti soggetti, costruiti secondo scelte che sembra indispensabile ricondurre a precise istanze culturali. In tal senso si è deciso di declinare il tema attorno all’emergere di tre “generi” che in ambito veneziano, anche negli anni a seguire, riscuotono grande successo: paesaggio, ritratto e allegoria. La tesi non intende, dunque, perseguire uno studio monografico su Giorgione, ma vuole presentare un’analisi fondata su un dialogo serrato tra le opere e il vivace clima intellettuale dell’epoca. Si assiste infatti in questi anni al maturare di una serie di circostanze che mutano profondamente la temperie lagunare: la nascita di una nuova filologia, sancita dalla pubblicazione, nel 1493, delle Castigationes pliniane di Ermolao Barbaro ha importanti ripercussioni in campo letterario e filosofico; la necessità di una ricognizione diretta sui testi antichi originali, e non più su compendi, sunti, compilazioni e traduzioni, da un lato porta alla luce l’essenza autentica dei classici, intensificando l’interesse per il mondo antico, dall’altro segna un momento di importante rilettura dei testi aristotelici, ora affrontati a partire dagli originali greci del maestro e del suo interprete Alessandro di Afrodisia. Le conseguenze di questo nuovo approccio si misurano assai bene in diversi ambiti: anzitutto nello Studio patavino, dove si accendono, anche al di fuori delle aule universitarie, focosi dibattiti intorno all’immortalità dell’anima, tema assai importante in relazione alla scoperta della dimensione interiore dell’uomo; in secondo luogo, nel campo editoriale, come segnalano eloquentemente iniziative di Aldo Manuzio, promotore di una riedizione di classici della letteratura greca e latina, ma anche fondatore di un’Accademia filellenica intorno alla quale si raccolgono i più illustri intellettuali dell’epoca. 10

Description:
fuller sense than Ruskin realised, was the chief artistic creation of the nineteenth century: and without a peculiar way of rendering the grass, and the manner of placing the light on the architecture, which can di strumenti quali il Dictionarium (edito nel dicembre 1497) ed il Thesaurus (agosto.
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