ebook img

Le piante. Testo greco a fronte PDF

736 Pages·2012·35.799 MB·Italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview Le piante. Testo greco a fronte

Quest'opera è stata realizzata in collaborazione con il Centre for Science, Philosophy and Language Research della Fondazione "Amone - Bellavite Pellegrini" · [ARISTOTELE] LE PTANTE Testo greco a fronte lntroduzione, traduzione, note e apparati di Maria F emanda F errini rRa, BOMPTANT ~ TESTI A FRONTE TSBN 978-88-452-7154-0 © 2012 Bompiani/RCS Libri S.p.A. Via Angelo Rizzoli 8 -20132 Milano T edizione Testi a fronte ottobre 2012 A mia madre e a Cheti lNrn.ODUZIONE IL LIBRO SULLE PIANTE «NEL PRATO SEMPRE FIORENTE DELLA FILOSOFIA ARISTOTELICA» l\nò opoos Alles ist Blatt* I testi In alcuni codici, che contengono la retroversione greca del trattato sulle Piante (non conservato nell'originale), il testo è preceduto da un prologo, in cui l'autore, anoni mo, ripercorre brevemente e parzialmente la complessa tradizione dell'opera, in uno stile ornato, .ricco di metafo re tratte dal mondo vegetale, a cominciare dalla tradizio nale metafora del prato :fiorito. L'originale greco è perduto, e .il trattato che leggiamo in greco, edito per la prima volta nei Geoponica (1539), e incluso, a partire dallo stesso anno (nella seconda edizio ne di Basilea, la cosiddetta Isingriniana), in tutte le edi zioni del Corpus Aristotelicum1, è la traduzione greca di una traduzione latina, condotta a sua volta su una tradu zione araba di una traduzione siriaca (di autore non noto, e perduta, eccetto alcuni frammenti). Si distinguono cinque traduzioni (siriaca, araba, ebrai ca, latina, greca), su cui si basa la nostra conoscenza del *Omero, Iliade 22, 126; Johann Wolfgang Goethe, WA Il 7, p. 282 (vd. le note 273 e 282). 8 MARIA FERNANDA FERRINI trattato, e due principali ramificazioni della tradizione in Oriente e in Occidente. La singolarità della tradizione di questa opera nella storia dell'aristotelismo è messa in evi denza nell'introduzione all'edizione del 1989 (divenuta ora di riferimento per i testi del De plantis), curata da H.J. Drossaart Lulofs (editore delle versioni orientali) ·e E.L.J. Poortman (editore della ve~ione latina e greca): anche al tre opere del C. A. sono state ovviamente tradotte in lingue orientali, ma ciò che contraddistingue la storia del trattato sulle Piante è la sua retroversione in greco2• Il Medioevo latino attribuisce quasi unanimemen te il trattato ad Aristotele3. In Oriente si ha invece una diversificazione di posizioni; in alcune fonti, il libro di Aristotele è presentato come rielaborazione di Nicola di Damasco4, un peripatetico vissut~ nel I secolo a. C., co nosciuto soprattutto per la sua esposizione della filosofi.a del Maestro5• Come per altri trattati cosiddetti minori del C. A.6, il problema dell'attribuzione ad Aristotele si im pone con maggiore evidenza nel Rinascimento7• Aristotele fa talora riferimento nelle sue opere a un'in dagine e a un trattato sulle piante8, ricordato anche in al cuni cataloghi antichi come composto di due libri9• Esso potrebbe essere andato perduto (così farebbe suppore la notizia data da Alessandro di Afrodisia, in cui si fa cen no alla pragmateia di Teofrasto sulle Piante, e si aggiunge che quella di Aristotele .s ullo stesso argomento non era più in circolazione10), oppure non essere stato mai scritto, ma solo ideato; sia il testo di Aristotele, ammesso che lo abbia effettivamente scritto, sia il testo di Nicola di Da masco sono in ogni caso andati perduti. Paul Moraux si è chiesto in un primo momento se il nepì <jnrnnv elencato da Diogene Laerzio tra le opere di Aristotele sia proprio il suo scritto o quello di Nicola di Damasco, e ha proposto un confronto con il caso dei INTRODUZIONE 9 Problemi appartenenti al CA..11 Successivamente si è mo strato più cauto riguardo all'esistenza di un trattato di Aristotele sulle piante: <<ll pinax degli scritti di Aristotele in Diogene Laerrio contiene sì un titolo liepì ·q nn:©v q' W, ma il valore di questa testimonianza è. assai dubbio. Mentre il contenuto originario di questa lista è preandro~ niceo e probabilmente anteriore al III sec. a.C.; qua e là ricorrono titoli di opere in~utentiche, inseriti successiva mente e senza rispettare la suddivione sistematica anco ra riconoscibile. Ora, l'indicazione 7repÌ <j>u't©v a' 13' si trova immediatamente prima dei titoli <j>ucnoyvroµovu(ÒV a' e imptKà 13', facenti riferimento a pseudepigrapha e aggiunti, con ogni probabilità, sotto una delle colonne originarie della lista. Non è perciò da escludere che essa possa rappresentare un'aggiunta successiva. Se altre fon ti menzionano un 1tEpÌ <j>m©v aristotelico senza dubitare della sua autenticità, va anche detto che lo fanno senza avere il testo in mano. Le poche citazioni dal m::pì <j>u't©v di Aristotele sono troppo brevi e troppo poco caratte ristiche per permettere un giudizio sull'autenticità.dello scritto da cui provengono. È perciò difficile stabilire se sia mai esistito un vero trattato di Aristotele sulle piante, che a certe condizioni Nicola fosse ancora in grado di consultare. Se si fa propria l'opinione di Zeller, che con la dovuta cautela è incline ad ammettere l'esistenza di uno scritto simile, sarà allora naturale chiedersi in che misura Nicola abbia inserito parti di questo scritto nella propria trattazione»12• Il di_agramma proposto nell'edizione di Drossaart Lu lofs e Poortman, relativo alla ramificazione della tradizio ne del trattato, si basa invece su.Il' assunto che lo scritto di Aristotele sulle Piante sia esistito: sebbene perduto presto, alcune tracce sarebbero individuabili nelle tradu zioni del trattato di Nicola, che appare con ogni evidenza 10 MARIA FERNANDA FERRINI «a confl.ation of instances borrowed from Aristotle's lost book, and from Theophrastus»13• L'attribuzione del trattato a Nicola di Damasco si è imposta con l'edizione della versione latina, curata da Ernst H.F. Meyer14, insigne studioso della botanica an tica. Resta aperto il problema riguardante il carattere dell'opera, la sua classificazione, e la sua con.figurazione come autonoma, o come parte del compendio della :filo sofi.a aristotelica, scritto da Nicola15• Luciana Repici riassume efficacemente i punti salienti della questione: «A Oriente [. .. ] l'autore dell'opera era identificato con il peripatetico Nicola di Damasco, nato verso il 64 e morto, in data imprecisata, dopo il 4 a.C., forse a Roma, noto in Occidente soprattutto o esclusiva mente come autore di un compendio di :filosofi.a aristo telica, ma tra gli arabi anche per i suoi interessi specifì camente rivolti alla :filosofi.a della natura, di cui anche il De plantis sarebbe una prova. La paternità aristotelica sa rebbe quindi esclusa e l'opera non sarebbe quella stessa a cui Aristotele allude nelle sue opere conservate, la qua- ~ le quindi potrebbe essere stata progettata ma mai scrit ta oppure essere andata perduta. Il De plantis in nostro possesso sarebbe allora un compendio di dottrine aristo teliche o un commento? Ma come si spiegherebbero in un commento o in un compendio le inserzioni di pro venienza teofrastea? Erano forse introdotte per fornire chiarimenti? O piuttosto per mostrare una continuità di sviluppi dottrinali in materia tra Aristotele e Teofrasto? E se d'altra parte il De plantis fosse stato originariamente pensato come uno scritto compilativo autonomo, in cui far confluire materiale aristotelico e materiale teofrasteo, intento dell'autore era rendere disponibile un patrimo nio dottrinale di scuola per un pubblico ristretto di allievi o per un pubblico più vasto?>>16•

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.