Le menzogne della notte è un romanzo breve di Gesualdo Bufalino. È stato pubblicato nel 1988 dall'editore Bompiani, ed ha vinto il Premio Strega. Il romanzo è ambientato «in un'isola penitenziaria, probabilmente mediterranea e borbonica» (come scrive lo stesso Bufalino nelle Notizie in merito), in un non precisato anno dell'Ottocento. Il numero limitato di personaggi (quattro condannati a morte, più il governatore del carcere ed alcune "comparse"), l'unità di tempo e di luogo (una notte, una cella) danno al romanzo un carattere spiccatamente teatrale. Del resto, la teatralità è uno dei temi più rilevanti del libro. La lingua di Bufalino ha una lieve patina arcaizzante, in linea con l'ambientazione ottocentesca del romanzo. Del resto, diversi elementi del romanzo fanno pensare ad un letteratissimo divertissement, una parodia di alcuni moduli tipici della narrativa ottocentesca: il narratore "ingombrante" del primo capitolo, le trovate da romanzo d'appendice disseminate nei racconti dei personaggi (si pensi solo ai tòpoi del duello, del ballo in maschera, del trovatello sulle tracce dei genitori). Il romanzo ha la classica struttura delle narrazioni "a cornice" (come il Decameron o le Mille e una notte, per limitarci ai più noti), perché i quattro condannati a morte trascorrono la notte prima dell'esecuzione raccontando una storia ciascuno. Non raccontano però storie d'invenzione (almeno apparentemente), ma episodi significativi della loro vita. Tuttavia, la finzione s'insinua mano a mano nelle loro parole: l'ultimo personaggio a parlare, il Poeta, riconoscerà esplicitamente di aver mentito e - nella conclusione - il governatore smaschererà anche gli altri. La messa in discussione del confine tra verità e invenzione letteraria non è fine a se stessa: la posta in gioco è nientemeno che la vita dei personaggi. Il libro è stato tradotto in inglese (Night's Lies), in neerlandese (De leugens van de nacht) e in spagnolo (Las mentiras de la noche).
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