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Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia. Un invito alla filosofia PDF

144 Pages·2018·1.293 MB·Italian
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Quality Paperbacks • 515 I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore Corso Vittorio Emanuele ii, 229 00186 Roma telefono 06 42 81 84 17 fax 06 42 74 79 31 Siamo su: www.carocci.it www.facebook.com/caroccieditore www.twitter.com/caroccieditore Vincenzo Fano Le lettere immaginarie di Democrito alla figlia Un invito alla filosofia Carocci editore Quality Paperbacks Ricordando mio fratello Giorgio 1a edizione, gennaio 2018 © copyright 2018 by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Edimill S.r.l., Bologna Finito di stampare nel gennaio 2018 da Digital Team, Fano (PU) isbn 978-88-430-9003-7 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. Indice Prefazione 9 1. Invigila te stessa 11 2. Qualcuno ci vede. Il Paradiso 14 3. Sorridi spesso. La felicità 18 4. Il mondo ci sarà ancora. La morte 21 5. Sperare senza credere 23 6. Cercare Dio 27 7. Il piacere innocuo di conoscere. La scienza 29 8. Un vissuto universale. La matematica 33 9. Materia che calcola. L’informatica 40 10. La realtà dell’invisibile. La fisica 45 11. Il sale si scioglie nell’acqua. La chimica 54 12. Siamo tutti vincitori. La biologia 59 13. Adesso alzo un braccio. La psicologia 63 14. Un bacio affettuoso. La sociologia 67 15. Quanto costa un rospo? L’economia 72 16. L’uomo delle probabilità 80 17. Conosci te stessa. Le illusioni 86 18. Non dati, ma risultati. La storia 91 19. Sono ingombrante e inutile. L’arte 97 20. Non sdottorare con ragionamenti bellissimi. La politica 103 21. La decisione di piantare un chiodo. La libertà 112 22. Non solo un filo d’erba. La possibilità 121 Opere di riferimento 125 Prefazione Passeggiando fra le rovine dell’antica Abdera, in uno splendido e soleg- giato tramonto estivo, sulle coste della Tracia, di fronte alla bella isola di Taso, pensavo a Democrito, che, forse, aveva calpestato alcune di quelle pietre. La solitudine intorno, l’azzurro del mare in lontananza, il mite cre- puscolo favorirono la mia immaginazione: tra questi sassi inondati dal rumore delle cicale, potrebbe essere conservata qualche cellula del gran- de pensatore. Che cosa succederebbe se Democrito tornasse a vivere? Che cosa pen- serebbe di questo nostro mondo ormai così diverso da quello in cui lui ha operato? Sarebbe un filosofo? E se lo fosse, che tipo di filosofia seguirebbe? Purtroppo sappiamo poco di Democrito, se non quello che ci hanno trasmesso i posteri e in particolare Aristotele che lo stimava molto. Cer- tamente il pensiero del filosofo di Abdera è stato un momento determi- nante nello sviluppo che in pochi decenni tra la metà del v e la metà del iv secolo avanti Cristo ha portato al costituirsi di quell’attività teorica che oggi chiamiamo “filosofia”, di cui l’esempio più grande e più maturo fu certamente Aristotele. Ma che cosa è questa “filosofia”, che sicuramente Parmenide, Zenone, Anassimandro e Democrito contribuirono a fondare? È un’attività prevalentemente teorica, che però ha conseguenze im- portanti sul nostro vissuto, che tutti noi un poco coltiviamo e alcuni in modo sistematico, i filosofi, appunto. È una pratica che cresce e si svi- luppa attorno alle scienze e alle arti, cioè a tutte le attività simboliche dell’uomo. Che mira soprattutto ad ampliare la nostra consapevolezza, nella convinzione che questo migliorerebbe anche la qualità della vita. È una ricerca che non si svolge solo nelle non più polverose biblioteche digitali, ma anche nel mondo del lavoro, nei luoghi della formazione, nelle piazze e nei posti dove incontriamo il disagio. 10 le lettere immaginarie di democrito alla figlia Ipotizziamo che il neoDemocrito sia seduto in corriera, che qualcuno gli chieda che cosa è la filosofia, e che glielo domandi una persona piena di curiosità, ma che non ha un’idea precisa di quale potrebbe essere la risposta del filosofo. Il neoDemocrito, ormai anziano e un po’ malandato decide allora di scrivere delle semplici lettere, nel suo stile, sempre un po’ ironico, per spiegare a sua figlia, che diventa così l’interprete di questa curiosità inte- ressata, che cosa si intenda per Filosofia. Immergiamoci allora in questo esperimento di storia della filosofia immaginaria. L’idea di questo libro nasce da una chiacchierata serale con Germana e Manuela a Barbaniga di Civezzano nel Trentino. Mi hanno aiutato nella stesura del testo Mario Alai, Adriano Angelucci, Gian Italo Bischi, Francesca Fano, Guido Fano, Gianluca Mori, Claudia Moro, Aniko Nagy, Eugenio Orsi, Paride Prussiani, Ferruccio Franco Repellini, Diana e Fulvia Sinigaglia, Emidio Spinelli. Pesaro, dicembre 2017

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