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Le lettere di Gilio de Amoruso, mercante marchigiano del primo Quattrocento: Edizione, commento linguistico e glossario PDF

224 Pages·1991·6.996 MB·Italian
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BEIHEFTE ZUR ZEITSCHRIFT FÜR ROMANISCHE PHILOLOGIE BEGRÜNDET VON GUSTAV GRÖBER FORTGEFÜHRT VON WALTHER VON WARTBURG UND KURT BALDINGER HERAUSGEGEBEN VON MAX PFISTER Band 237 Le lettere di Gilio de Amoruso, mercante marchigiano del primo Quattrocento Edizione, commento linguistico e glossario a cura di ANDREA BOCCHI MAX NIEMEYER VERLAG TÜBINGEN 1991 Questa ricerca è stata effettuata nell'ambito di un progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche diretto dal Prof. A. Stussi sui volgari dell'Italia medievale. Die Deutsche Bibliothek - CIP-Einheitsaufnahme Bocchi, Andrea: Le lettere di Gilio de Amoroso, mercante marchigiano del primo Quattrocento / ed., commento linguistico e glossario a cura di Andrea Bocchi. - Tübingen : Niemeyer, 1991 (Beihefte zur Zeitschrift für Romanische Philologie ; Bd. 237) NE: Gilio <de Amoruso>: Le lettere di Gilio de Amoroso, mercante marchigiano del primo Quattrocento; Zeitschrift für Romanische Philologie / Beihefte ISBN 3-484-52237-2 ISSN 0084-5396 © Max Niemeyer Verlag GmbH & Co. KG, Tübingen 1991 Das Werk einschließlich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwer- tung außerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des Verlages unzulässig und strafbar. Das gilt insbesondere für Vervielfältigungen, Übersetzungen, Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen Systemen. Printed in Germany. Druck: Weihert-Druck GmbH, Darmstadt Einband: Heinrich Koch, Tübingen Indice I. Introduzione 1 Criteri di edizione 22 Π. Le lettere di Gilio di Amoroso 25 ΠΙ. Commento linguistico 54 m. 1 Grafia (§§ 1-11) 1. Grafia per le occlusive velari 54 2. g(i)ci 55 3 Grafia per le affricate palatali 56 4. Grafia per le affricate dentali 57 5. Nasali preconsonantiche 57 6. Grafia per le nasali e laterali palatalizzate 58 7. y 59 8. Sibilanti 59 9. Doppie e scempie 60 10. Raddoppiamento fonosintattico 61 11. Grafie latineggiami 62 III. 2 Vocalismo (§§ 12-25) 12. ç ed ç toniche 63 13. ç ed ç toniche 67 14. AU tonico 68 15. Vocali toniche in iato 68 16. Diverse alterazioni delle toniche 69 17. Vocali protoniche e intertoniche 70 18. Vocali protoniche nei prefissi e in sintassi di frase 72 19. Vocali postoniche 72 20. ar 1er in posizione atona 73 21. Dittonghi (-)au-, -io- atoni 74 22. Vocali protoniche in iato 74 23. Casi di armonia vocalica? 74 24. Distinzione tra o ed u in posizione finale 75 25. Vocalismo atono finale: altre vocali 77 III. 3 Consonantismo (§§ 26 - 47) 26. Occlusive labiali in posizione iniziale e interna 79 27. Nesso labiovelare ; 79 ν 28. W- 80 29. Sonorizzazione delle sorde intervocaliche 80 30. Sonore intervocaliche 83 31. I-, DI- 84 32. -ΒΙ-,-ΜΒΙ- 85 33. -Pf- 85 34. -TÎ-,-NTI-,-MPTI- 86 35. -Ci- ~ 86 36. -RI- 86 37. -NI- 87 38. -LÌ- 87 39. Sorti di L iniziale, intervocalico, preconsonantico 87 40. Nessi di consonante + L iniziali e interni 88 41. Nasali:-GN-e-NG- 89 42. Fricative 90 43. Sibilanti 91 44. -X- 92 45. Consonanti scempie e geminate 92 46. -ND- > -nn-, -MB- > -mm- (-LD- > -//-) 94 47. Assimilazione regressiva su r (e n) 94 III. 4 Fenomeni generali (§§ 48 - 52) 48. Aferesi, sincope 95 49. Epentesi consonantica 96 50. Apocope 96 51. Prostesi ed epitesi 97 52. Metatesi 98 III. 5 Morfologia (§§ 53 - 81) 53. Articolo 99 54. Preposizioni articolate 100 55. Pronomi personali: forme toniche 102 56. Pronomi personali: forme atone 102 57. Pronomi e aggettivi dimostrativi 105 58. Pronomi e aggettivi interrogativi 105 59. Pronomi relativi 106 60. Pronomi e aggettivi indefiniti 107 61. Pronomi e aggettivi possessivi 107 62. Genere dei sostantivi 110 63. Metaplasmi di declinazione Ili 64. Formazione del plurale dei maschili 112 65. Plurali neutri in -a 112 66. Formazione del plurale dei femminili 112 67. Tracce della declinazione latina? 115 68. Declinazione degli aggettivi 116 69. Avverbi e preposizioni 116 70. Numerali 118 71. Modificazioni del tema verbale 119 72. Distinzione di terza e di sesta persona 120 73. Schema delle desinenze verbali 121 VI 74. Indicativo 123 i) Presente 123 ii) Imperfetto 124 iii) Perfetto debole 124 iv) Perfetto forte 124 ν) Futuro 125 75. Congiuntivo 126 i) Congiuntivo presente 126 ii) Congiuntivo imperfetto 127 76. Condizionale 128 77. Imperativo 129 78. Participio passato 130 79. Gerundio 131 80. Tempi composti 131 81. 'Avere' ed 'essere' 132 III. 6 Note di sintassi (§§ 82 - 90) 82. Legge di Tobler e Mussafia 134 83. Ordine dei pronomi atoni 135 84. Ausiliari 136 85. Perifrasi verbali 136 86. Accordo del participio passato 136 87. Coordinazione del participio passato con verbo di modo finito 138 88. Congiunzioni 139 89. Periodo ipotetico 144 91. Ripresa 147 IV. Glossario 148 Antroponimi 185 Toponimi 189 Bibliografia 191 Appendice 212 VII I. Introduzione Nel bilancio dell'ultimo decennio di studi comparso nella «Rivista italiana di dialettologia» (η. XI, 1987) spicca la mancanza di un capitolo dedicato alle Marche. Lacuna, quale che ne sia la causa occasionale, significativa dell'atten- zione insufficiente che viene dedicata alla dialettologia marchigiana. Dalla esauriente ricognizione bibliografica fornita da Giancarlo Breschi1 risulta che, mentre si dispone ampiamente di sintesi e sistemazioni più o meno provvisorie2, il settore delle edizioni di testi, e particolarmente di testi documentari3, segna il passo, vivendo di rendita su pochi studi condotti a termine in anni non recenti e rendendo la situazione marchigiana desolata non solo nei confronti della Toscana, per cui si dispone ormai di una documentazione affidabile per ogni centro linguisticamente significativo, ma anche del Meridione, che sta recuperando il tradizionale ritardo anche nel settore dei testi 'pratici'. L'esempio della vicina Umbria dovrebbe dimostrare quanto soddisfacente possa essere il confronto di testi antichi di passabile genuinità con la situazione attuale: sembra 1 Cfr Breschi [1980a, 1980b, 1986]. 2 Generalmente oneste, ma disperatamente povere di dati; spicca per il valore non meramente riassuntivo della trattazione il quadro tracciato da Vignuzzi [1988], 3 Dopo i lavori promossi dalla Società Filologica Romana agli inizi del secolo (tra cui sono importanti i lavori di Zdekauer e Sella [1910] e Egidi [1903,1906], cui si deve ancora far ri- corso per alcuni documenti) e, poco più tardi, quelli di Crocioni [1911, 1914], la stasi è rimasta, per quanto riguarda i testi antichi delle Marche meridionali, quasi assoluta; a riaprire il discorso, in chiave completamente nuova e filologicamente ineccepibile, sarà Baldelli con i contributi raccolti poi nella silloge del 1971 (ristampata con aggiunte nel 1983). L'attività di Baldelli non ebbe gli effetti che si sarebbero potuti sperare, e si procede oggi con un'attività editoriale di basso profilo, cui fanno eccezione i testi di carattere mercantile e cancelleresco editi da Stussi [1968,1982,1989] e lo spoglio, monumentale e isolato insieme, effettuato da Vignuzzi [1974-75] sullo Statuto ascolano; altre iniziative, pur lodevoli, non vanno oltre la riedizione di materiale già noto o filologicamente non sicurissimo: un capitolo particolarmente carente & la localizzazione dei documenti, stesi o dettati da funzionari provenienti da varie parti delle Marche, cosicché una soddisfacente partizione dialettale dell'antico territorio marchigiano meridionale, non essendo sorretta da un numero significativo di testimonianze, è allo stato attuale delle ricerche impossibile. Non sfuggono a queste riserve i contributi di Almanza [1974,1980], Mastrangelo Latini [1980], Reiss [1982], che si limita ad una riedizione dei testi più arcaici; la raccolta approntata da Angeletti [1970] è stata sostituita solo parzialmente da quella, provvista di un minimo commento linguistico, di Di Nono [1980]. Resta poi da segnalare l'interessante lettera edita da Marinoni [1983], 1 invece che sui limiti amministrativi odierni venga meno non la continuità geo- grafica dei fenomeni linguistici, che in Italia mediana conoscono altri, e non del tutto chiariti, confini, ma la lena dei ricercatori, quasi mancassero nelle Marche testi letterari meritevoli di una moderna edizione e fondi archivistici inesplorati4. Una anche rapida incursione nei maggiori e ancor più nei minori archivi delle Marche dimostra che non solo molti dei documenti editi meriterebbero una sod- disfacente sistemazione testuale, ma anche che è possibile arrivare a reperti notevoli per antichità e 'sincerità' linguistica5. Non appare dunque del tutto inutile l'edizione di testi che, per quanto scritti ben lontano dalle valli marchigiane, qualcosa possano pur dirci delle caratteristi- che degli antichi dialetti di quella regione, e in particolare della sezione di essa che appartiene all'Italia dialettologicamente mediana, cui vanno assegnate le let- tere di Gilio de Amoruso. Sulla base del commento linguistico esaustivo (almeno nelle intenzioni) dei tratti significativi6, si propone infatti, a § 3, una localizza- zione nell'area marchigiana meridionale. La provenienza dall'Archivio Datini di Prato, che altre testimonianze ha of- ferto dei volgari mediani, chiarisce subito la natura dei testi, documenti di un'attività mercantile tre- e quattrocentesca che, sotto la spinta dei centri propul- sori toscano, veneziano e genovese, si estese anche alle regioni tradizionalmente meno dinamiche; quali effetti provocasse sul piano linguistico e culturale questa espansione commerciale, è questione finora non troppo, e anzi non abbastanza discussa dagli stessi addetti ai lavori, specie se si consideri la piena consapevo- lezza della propria specificità culturale che caratterizza fin dagli inizi la produ- 4 È pur vero che il quadro offerto dagli archivi ascolani è tale «da mettere sgomento negli animi non troppo fermi e risoluti», secondo le parole di una commissione governativa inca- ricata nel secolo scorso di tracciarne un quadro sommario; a scorrere i lavori di Lodolini [1960, 1964-65] sugli archivi comunali marchigiani (dal primo dei quali si è tratta la cita- zione), si ha talvolta l'impressione di trovarsi di fronte ad un bollettino di guerra, tante sono le sventure che si sono abbattute sugli archivi della regione in tempo di pace non meno che in seguito ad eventi bellici. 5 L'indice dei testi documentari marchigiani, alla fine di questo volume (Bibliografìa, terza sezione), serve non solo in riferimento agli esempi citati nel commento linguistico, ma an- che come prima sistemazione del materiale (edito o inedito) di più facile reperibilità. 6 Si ritiene infatti che il commento linguistico costituisca uno strumento fondamentale nel- l'analisi di ogni testo anteriore (almeno) al Cinquecento, e assolutamente imprescindibile per testi elaborati fuor di Toscana. Proprio riguardo a testi non toscani, tuttavia, la prassi corren- te di analisi e di schedatura, elaborata originariamente sui più antichi documenti del fiorentino e delle varietà settentrionali studiate dai maestri della scuola storica, provoca nel corso dell'esame linguistico alcune incongnienze e fastidiose ripetizioni (in particolare nei settori relativi allo studio delle atone e dei nessi con la semivocale), in conseguenza della diversa evoluzione fonetica dei dialetti meridionali, della mancanza di un coerente modello di rappresentazione della sostanza fonetica desumibile da testi antichi, e del crescente interesse nei confronti dello studio degli usi grafici, che tende ad assorbire l'esame complessivo delle strutture formali del documento. Tuttavia, in mancanza di formalizzazioni adeguate alla complessità linguistica dei primi documenti dei volgari italiani (compito urgente della nostra filologia, se si vuole superare la prospettiva toscanocentrica originaria degli studi storico-linguistici), si è preferito conformarsi a consuetudini che, se non altro, hanno il vantaggio di permettere puntuali riscontri con gli studi incentrati su altre varietà. 2

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