La morte di un professore di liceo con l'hobby dell'enigmistica. Il corpo di un vecchio trovato adagiato sulla poltrona di casa mentre cade la neve. La foto in bianco e nero di una recinzione, un confine che divide l'Italia e la Svizzera nei tempi di guerra. A chi conosce già le avventure del maresciallo dei carabinieri Pietro Binda bastano questi pochi dati per ricordare le trame, semplici e forti, che Piero Colaprico e Pietro Valpreda hanno studiato per raccontare come si svolge un'indagine. E a chi non conosce ancora i loro gialli non vogliamo guastare la sorpresa dicendo un po' troppo. "Quattro gocce d'acqua piovana" parla di come la verità, anche quando è semplice, sa nascondersi bene. "La nevicata dell'85" comincia in un cimitero e prosegue con interrogatori in bar e trattorie. "La primavera dei maimorti" si svolge, per la prima metà, dentro il carcere di San Vittore, e non è per niente facile investigare in un luogo chiuso. In questo volume sono finalmente riunite le tre inchieste di Binda, con in più un testo inedito di Piero Colaprico che svela il "dietro le quinte" della scrittura a quattro mani e ricorda, con qualche aneddoto, la vitalità e la simpatia di Valpreda. I due "papà" di Binda con i loro romanzi hanno regalato ai lettori un bellissimo ritratto della Milano dei giorni passati, con le depressioni e le debolezze, ma anche la forza e la vitalità di una metropoli capace di guardare avanti, per cambiare se stessa e il resto del paese.