Description:Con questo libro, che è stato definito come «l’introduzione ideale alla sua opera di storico», François Furet ricostruisce la storia e l’idea di rivoluzione attraverso due secoli di storia, dall’abbattimento dell’Ancien Régime nella Francia di fine Settecento alla crisi dei regimi comunisti che culminerà, non solo simbolicamente, nel crollo del muro di Berlino del 1989. Lo storico francese analizza infatti il rapporto tra la Rivoluzione francese del 1789 e la svolta giacobina del 1793, ma anche il rapporto tra il Terrore del 1793 e la vittoria dei bolscevichi nel 1917. Un legame, quest’ultimo, che spiega almeno in parte perché la deriva della Rivoluzione d’Ottobre verso il totalitarismo abbia richiesto tanto tempo per essere ammessa da parte di larghi settori della sinistra europea.
Tra i primi storici del Novecento a rompere con la prevalente interpretazione marxista, Furet ha avuto il merito di rileggere la Rivoluzione alla luce di un’analisi principalmente politica e culturale, sottolineandone il ruolo essenziale di autentico momento fondativo della modernità, ma mettendo in luce, nello stesso tempo, le debolezze della nuova società liberale e l’impossibilità di sciogliere il nodo gordiano che lega l’essenziale rivendicazione dei diritti dell’uomo e l’illusione di «un’astratta uguaglianza dell’umanità intera». È possibile dunque immaginare una rivoluzione senza il terrore? Perché non è stato possibile in Francia ripetere l’esempio costituzionale-monarchico della rivoluzione inglese? Quali sono le differenze principali tra gli eventi francesi e quelli della rivoluzione americana? E per quale motivo gli aspetti fondamentali di quel periodo sono stati colti con maggiore acutezza nel XVIII secolo che non nel XX? Con la lucidità e l’originale vis polemica che gli sono caratteristici, l’autore risponde a queste e molte altre domande ripercorrendo i grandi temi e i principali eventi della Rivoluzione e portando alla luce del suo sguardo disincantato i protagonisti di oltre duecento anni della storia di ieri e di oggi (coloro che la storia l’hanno fatta e quelli che l’hanno scritta): da Voltaire a Rousseau, da Danton a Robespierre, da Luigi XVI a Napoleone, da Blanc a Burke, da Constant a de Maistre, da Marx a Michelet, da Quinet a Guizot, da Tocqueville a Madame de Staël, da Mathiez a Soboul, da Lenin a Stalin; mostrando quanto la Rivoluzione francese rappresenti un avvenimento unico nel suo genere, ma anche un punto di riferimento fondamentale per comprendere la storia francese successiva così come quella d’Europa, dal XVIII secolo fino ai regimi totalitari del Novecento. Un libro che ha il pregio di legare idealmente i due grandi temi dell’opera di Furet, la Rivoluzione francese e quella russa, e di offrire, come è stato scritto, «un’interpretazione complessiva delle passioni rivoluzionarie».
Storico di fama internazionale, François Furet è stato, tra l’altro, direttore della prestigiosa École des hautes études di Parigi, professore all’Università di Chicago e fu letto all’Académie française poco prima della morte avvenuta nel 1997. È autore di numerosi saggi tra cui Critica della Rivoluzione francese (1980) e Il passato di un’illusione (1996).