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"Le città invisibili" di Italo Calvino e la molteplicità conoscitiva PDF

272 Pages·2002·13.21 MB·Italian
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‘Le città invisibili' di Italo Calvino e la molteplicità conoscitiva Franca Alborini, Romeo Crapiz, Mirka De Marchi CONTIENE CD-ROM ‘Le città invisibili’ di Itafo Calvino e la molteplicità conoscitiva La presente pubblicazione è stata realizzata con il sostegno e il contributo di A Liceo scientifico ‘Niccolò Copernico’ di Udine Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone L'editore ringrazia la Arnoldo Mondadori Editore Spa per aver autorizzato la pubblicazione di alcuni testi di Italo Calvino contenuti nelle seguenti opere: CALVINO I., Romanzi e racconti, a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto © 1991, 1992, 1994 by Palomar srl e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano © 2002 by the Estate of Italo Calvino e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano CAIVINO LI, Saggi, a cura di Mario Barenghi © 1995 by Palomar srl e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano © 2002 by the Estate of Italo Calvino e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano CALVINO LI, Le città invisibili, Milano, Mondadori © 1993 by Palomar srl e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano © 2002 by the Estate of Italo Calvino e Arnoldo Mondadori Editore spa, Milano È vietata la riproduzione anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata, compresa la fotocopia. L'editore ringrazia Pedro Cano per aver concesso la pubblicazione delle opere esposte in occasione della mostra Le città invisibili, Firenze, 8 ottobre-22 novembre 2005: Ottavia, p. 10; Ersilia, p. 18; Bauci, p. 76; Tecla, p. 152; Tamara, p. 188; Zora, p. 204. L'editore rimane a disposizione degli aventi diritto per le fonti iconografiche non individuate. © FORUM 2005 Editrice Universitaria Udinese Srl Via Palladio, 8 — 33100 Udine Tel. 0432 26001 / Fax 0432 296756 www.forumeditrice.it ISBN 88-8420-289-2 ‘Le città invisibili’ di Italo Calvino e la molteplicità conoscitiva Franca Alborini, Romeo Crapiz, Mirka De Marchi FORUM Si ringraziano: Adriano Ceschia, Savina Deotto, Furio Honsell, Claudio Mirolo, Paolo Moro, Gianni Rainone, Stefano Rizzardi, Giuseppina Trifiletti e tutti gli studenti coinvolti nel progetto. Un ringraziamento particolare a: Esther Singer Calvino, che con cortese disponibilità ha concesso l’utilizzo dei testi calviniani. Pedro Cano, la cui generosità ci ha consentito di illuminare con la forza visiva delle immagini la ricchezza di spunti suggeriti da Le città invisibili. Mario Barenghi, che comprendendo lo spirito del nostro lavoro ci ha aiutato a perseverare nella ricerca e nella sperimentazione. Otello Quaino, preside del Liceo scientifico ‘Niccolò Copernico’ di Udine, che ha creduto fin dall’inizio alla validità di questo progetto, sostenendo come sempre quanti vogliono ‘fare scuola’ in modo innovativo. INDICE Prefazione pag. di Mario Barenghi Introduzione 11 » UNITÀ A A CAVALLO TRA LETTERATURA E INFORMATICA 17 La combinatoria ne Le città invisibili 23 La struttura del libro e la sua rappresentazione geometrico-numerica nelle interpretazioni dei critici 41 Schemi e algoritmi: confronti e approfondimenti 63 Le città invisibili e l'informatica Fa UNITÀ B CALVINO SCRITTORE TRA INTUIZIONE E SPERIMENTAZIONE (9 Calvino e le ‘sue’ città 83 Riflessioni sul ruolo dello scrittore e sulla funzione della letteratura 109 Gli interessi culturali degli anni del soggiorno parigino EL Le proposte di letteratura potenziale dell’OuLiPo e le ‘applicazioni’ di Calvino 151 » UNITÀ C OLTRE IL GIOCO COMBINATORIO: UNA DISCUSSIONE SULLA CITTÀ MODERNA 151 La città: continuità di un ‘simbolo’ 157 Dai progetti utopici degli urbanisti alle città immaginarie di Calvino 167 6 Indice UNITÀ D MÉNAGEÀ TROIS: FILOSOFIA, LETTERATURA, SCIENZA 187 Percepire, rappresentare, comunicare IO Linguaggi e segni. Verificazione e falsificazione 197 UNITÀ E VERSO LA MACCHINA NARRANTE 203 Cibernetica e fantasmi: un saggio critico fondamentale 209 Il fascino del computer 221 Calvino e la letteratura digitale 245 Conclusioni 251 Bibliografia 251 Indice degli Allegati 261 Indice delle opere di Italo Calvino 263 Indice dei nomi 265 PREFAZIONE — Le città invisibili sono il libro più affascinante e inesauribile di Calvino, e anche il più singolare. Scrittore di racconti o di racconti lunghi, piuttosto che di ro- manzi veri e propri, Calvino non si propone mai di mettere tutto se stesso in un’opera sola; e questo non tanto perché sia solito lavorare su più tavoli con- temporaneamente, cosa pur vera, ma perché ognuno di quei tavoli rappresen- ta un progetto diverso quanto a strategia compositiva, ideazione, stile. Così, mentre scrive sullo stravolgimento urbanistico della Riviera ligure (La specula- zione edilizia), concepisce e porta a termine in pochi mesi un’opera di caratte- re fantastico come il Barone rampante; quando si tuffa nel mondo dei paladini di Carlomagno (Il cavaliere inesistente) si sta prendendo una pausa nella lunga e tormentata gestazione della Giornata d’uno scrutatore; e le sofisticate astra- zioni intellettuali di Pa/orzar sono coeve al disegno d’un libro sui cinque sensi, che purtroppo rimarrà incompiuto (Sotto i/ sole giaguaro). Ma Le città invisibili fanno eccezione. Nelle Città invisibili troviamo una sorta di compendio o di atlante dell'immaginario calviniano: un repertorio di temi, immagini, situazioni, imperativi e interrogativi che variamente popolano l’opera dello scrittore, archiviati qui nella forma di un catalogo di emblemi — ivi includendo sia le cinquantacinque descrizioni dei luoghi visitati da Marco Po- lo, sia i dialoghi-cornice tra il viaggiatore veneziano e Kublai Kan. Ecco allora l’evocazione del favoloso Oriente intrecciarsi ad aggiornate riflessioni semiolo- giche; ecco antiche e nuove #77passes esistenziali oggettivate in un’atmosfera fia- besca; ecco l'immaginazione avventurosa insieme all’intuizione sociologica, le sottili reminescenze del mito classico accanto agli incubi assillanti delle utopie negative: e ancora il Medio Evo e la modernità, i bazar e gli scacchi, Venezia e il deserto, Borges e il Milione, le Mille e una notte e il Corso di linguistica gene- rale di Saussure. L’archetipo della città offre a Calvino il destro di ripensare e ripercorrere tutta una serie di problemi, antinomie, schemi mentali e -sugge- stioni visive, che, invece di dipanarsi in racconto disteso, si fissano nella forma di un quadro d’ambiente o d’una geometria, di un elenco di oggetti o di un no- 8 Mario Barenghi do di percezioni e stati d’animo, ad un tempo evidenti e sfuggenti, memorabi- li ed elusivi. Alcune città s'imprimono immediatamente nella memoria; altre, nonostan- te l’icasticità dei dettagli — o forse proprio per questo — lasciano nella mente del lettore una traccia confusa o ambigua. In entrambi i casi, una lettura sola diffi- cilmente basta. Nessun libro di Calvino come le Città invisibili si presta al ruo- lo di Livre de chevet: la pregnanza delle immagini, l'accuratezza dei dettagli, la finezza delle riflessioni, la densità della scrittura invitano all’indugio meditati- vo, al ritorno sulle pagine già percorse, all’assaporamento protratto. Ma, oltre a questo, è la struttura medesima del libro a suggerire una molteplicità di ap- procci. Già dall’indice emergono tre possibili direzioni di lettura. La prima è l’ordinaria successione numerica delle pagine; la seconda, l’articolazione nelle undici rubriche (memoria, desiderio, segni, e così via), ciascuna delle quali de- finisce un ambito rappresentativo almeno parzialmente autonomo; la terza ri- guarda la numerazione da uno a cinque, replicata per ogni rubrica, a indicare un interno sviluppo, da un inizio a una fine. Atlante, come già s’accennava, e non itinerario univoco e lineare, Le città invisibili definiscono uno spazio te- stuale polisemico e pluriprospettico, che invita a un’esplorazione rivolta in più direzioni diverse. E non a caso si tratta di un’opera amata e citatissima non da appassionati di letteratura soltanto, ma anche da studiosi di architettura, di ur- banistica, di informatica. All’epoca della gestazione del libro, di ipertesto si cominciava appena a par- lare; ma Calvino ne era al corrente, tant'è che già da tempo si dedicava all’e- scogitazione di sofisticate macchine narrative (la prima edizione del Castello dei destini incrociati era uscita tre anni prima su «FMR»). Certo, non è facile asso- ciare l’idea (tradizionalissima e ‘letterata’ quant’altre mai) di livre de chevet al- le odierne sperimentazioni ipertestuali; del resto, la presente opera costituisce uno strumento didattico di analisi e di approfondimento, non un nuovo sup- porto di lettura. Ma non credo sia improprio ricordare in questa sede l’interes- se di Calvino per il ruolo del lettore nella cultura letteraria, nonché per i modi di leggere. Quello straordinario iper-romanzo che è Se una notte d'inverno un viaggiatore contiene fra l’altro anche un campionario di situazioni, atteggia- menti e disposizioni di lettura, a cominciare dalla postura fisica della persona che legge. A casa, in poltrona, a letto, all’aria aperta, in biblioteca, in tram; leg- gendo in silenzio, o ad alta voce, o trascrivendo, o ascoltando qualcuno che tra- duce all’impronta... Le possibilità sono numerose, variano da individuo a in- dividuo: un lettore professionale come il redattore della casa editrice, il dottor Cavedagna, rimpiange l’epoca lontana in cui, ragazzino di campagna, per leg- gere in pace si nascondeva dentro il pollaio. Calvino, per parte sua, ipotizza perfino che la posizione migliore per leggere sia a cavallo: singolare sintesi di

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