PREFAZIONE Riassumere la massoneria in «100 parole » è più che una sfida: si tratta di un lavoro a dir poco impossibile. Dedicandosi alla ricerca della parola perduta, la masso neria si dotò ben presto di un corpus filosofico conside revole e di una vasta letteratura che include migliaia di opere, spesso poco accessibili. Ciò nonostante, con il presente volume abbiamo vo luto rispondere alla domanda legittima di chiunque de sideri avere a disposizione un piccolo «<breviario laico», che agevoli la comprensione delle componenti fonda mentali di un'istituzione singolare e, in fin dei conti, poco conosciuta, prima di lanciarsi in un'avventura di tale portata. Dobbiamo comunque ammettere senza reticenze che ci siamo trovati a operare delle scelte, privilegiare alcuni temi, nomi o concetti (e di conseguenza a ometterne al tri). Ci siamo però sforzati, nel limite delle nostre capa cità, a offrire un'immagine il più simile possibile alla diversità reale del paesaggio storico, intellettuale e uma no della massoneria. Contraria per natura a ogni ap proccio riduttivo, la massoneria, sebbene sia spesso vittima di descrizioni semplicistiche - favorevoli oppu re ostili -, mostra in realtà di possedere dei volti molte plici, che all'apparenza possono risultare contraddittori. Tale caratteristica non deve sorprendere, ma rappresen ta senza dubbio una difficoltà per chiunque intenda af 5 Le 100 parole della Massoneria frontare l'argomento. Questo esercizio di sintesi, che consiste nel descriverla attraverso «<100 parole», con sente, in un certo senso, di superare l'ostacolo. Seguendo a volte una trattazione non prevedibile, oppure al contrario un percorso tracciato e continuo che favorisce i rimandi all'interno del testo, si scopriranno senza dubbio diversi aspetti dell'istituzione massonica alquanto contrastanti. Per essere precisi, l'idea centrale che noi vogliamo trasmettere è questa: nonostante tutto quello che si è detto riguardo alla massoneria - e ciò che si continuerà a dire, qualsiasi cosa accada -, essa non è un mondo in cui regna una verità unica e intangi bile, ma è piuttosto un universo di valori e di cultura dove ciascuno ha il compito di costruirsi da sé, contri buendo così a edificare la città umana. Per concludere, anziché proporre una lista puramen te alfabetica, il testo è stato diviso in sette parti temati che, di varia lunghezza, per offrire un approccio più analitico. All'interno dell'opera, l'asterisco situato a destra delle parole indica che il termine in oggetto costituisce una voce distinta. Per ritrovarla il lettore può consultare il glossario (p. 123). Capitolo I STORIA DELLA MASSONERIA 1 - Operativi e Speculativi Il mito fondatore: nel Medioevo, un po' in tutta Euro pa, alcuni muratori (apprendisti e membri di una corpo razione, talvolta divenuti maestri) operavano sui cantieri delle cattedrali in un tempo in cui l'Europa si rivestiva di un «bianco manto di chiese» (Raoul Glaber, XI secolo). Si tratta degli <<Operativi»>, massoni che edificavano dei templi materiali con le proprie mani e in questo modo rendevano gloria a Dio. Questi si riunivano di mattina e pomeriggio, per ristorarsi e riposarsi, e la sera per prepa rare il lavoro dell'indomani, riordinare gli utensili e istruire i più giovani, in una semplice baracca poggiante, nella maggior parte dei casi, sul lato settentrionale del cantiere: la «<loggia*». In seguito alla Riforma, nel corso degli anni i can tieri si fecero più rari, in particolare in Inghilterra e Scozia. Soprattutto in quest'ultimo paese, secondo un'ipotesi che ha prevalso a lungo, alcuni notabili locali furono ammessi nelle logge per sostenere i fondi d'aiu to. Con il passare del tempo, questi membri onorari sa rebbero divenuti maggioritari e tali gentleman masonsi avrebbero alla fine fatto sì che la massoneria da operati va diventasse speculativa. Gli «Speculativi» si sarebbe 7 Le 100 parole della Massoneria ro infatti preoccupati di costruire degli edifici intellet tuali e non più solo materiali. Essi furono i precursori dei massoni odierni. La storiografia recente ha reso giustizia alla storia della massoneria, sostituendo questa leggenda con uno sviluppo in realtà più complesso. È ben più probabile che i gentleman masons, i quali in genere non si rivede vano mai più nella loggia che li aveva ricevuti, abbiano finito per costituire la loro rete privata di <<massoni libe ri»> (free masons), da cui proviene di fatto la massoneria moderna. Allo stesso tempo, nel XVII secolo, periodo in cui la Gran Bretagna era nel pieno di incessanti con flitti politici e religiosi - e il solo fatto di esporre le pro prie opinioni poteva costare la vita -, le società discrete, se non segrete, erano numerose. Questi primi massoni speculativi, spesso appassionati di ermetismo* ma an che di scienza (come Ashmole* o Moray), avevano tut to l'interesse a esprimersi sotto il velo degli emblemi e delle allegorie, anche se le loro preoccupazioni non si concentravano più realmente nella costruzione di catte drali. Ma non importa: la metafora operativa della masso neria rimane la sua forza più grande. Il riferimento mi tico (e quindi sempre attuale) alla «edificazione del tempio ideale»> le fornisce la base del suo universo sim bolico e gli elementi del suo metodo. Speculativi o Operativi che siano, da sempre i massoni «glorificano il lavoro», di qualsiasi natura. 2- Compagnonaggio In questo caso si tratta di un malinteso. Il Compa gnonaggio è un'organizzazione che apparve verso il XV secolo un po' in tutta Europa e che costituì allª 8 1- Storia della massoneria una delle prime forme d'organizzazione dei muratori («<Compagni>>) per proteggersi dall'onnipotenza dei loro padroni («Maestri»). Le loro assemblee saranno del re sto spesso malviste da parte dei poteri pubblici e accu sate di fomentare rivolte. Sin dalle origini esso fu innanzitutto una scuola professionale senza pari, fonda ta sulla trasmissione del savoir-faire degli anziani ai più giovani, lungo un percorso che li portava a fare il «Tour de France»>. Dopo molte dispute - famosi sono, soprat tutto nel XIX secolo, i conflitti talvolta sanguinosi tra i vari <<Doveri» (le diverse famiglie del Compagnonag gio), l'istituzione ha trovato il suo equilibrio. Coniu gando l'eccellenza tecnica e una certa etica «dell'opera bella», essa costituisce ai giorni nostri una sorta di ari stocrazia dei mestieri della costruzione e di molte altre aree di attività. Ma il Compagnonaggio non s'identifica in modo puro e semplice con la massoneria operativa. Esso co stituì solo una delle forme d'organizzazione dei mura tori a partire da una certo periodo. Nel secolo XVII la massoneria speculativa, che indirettamente ha tratto le sue origini dagli Operativi in Gran Bretagna, non aveva alcuna relazione con il Compagnonaggio. Nel XVIII secolo in Francia i Compagni non erano nemmeno am messi nelle logge massoniche per colpa del loro statuto sociale. Nel corso del XIX secolo, sempre in Francia, l'evo luzione intellettuale dei massoni li portò a difendere delle posizioni più progressiste. La riscoperta del Com pagnonaggio diede allora a molti di essi, impegnati nella lotta sociale, la possibilità di una sorta di ritorno alle fonti operaie: a partire dal XV secolo i Compagni, in virtù di una nuova leggenda di fondazione, avrebbero così lottato per la Repubblica* e la laicità*. Si crearono dei contatti molto forti persino al momento della Comu