L’Austria era un paese ordinato è un volume di una più vasta serie di “maldobrìe” che Carpinteri e Faraguna hanno scritto in prosa, in versi, per la radio, per il teatro. Le “maldobrìe” devono essere considerate sia una linea tematica dell’opera di Carpinteri e Faraguna sia un “genere” che si identifica soprattutto negli episodi narrati dal pescivendolo sior Bortolo alla divagante siora Nina, sua interlocutrice (in realtà, quelli di sior Bortolo sono dei monologhi, interrotti ogni tanto da osservazioni che quasi sempre risultano fuori tema, frutto di malintesi). Il contesto di questi racconti-episodi è quello di un’Austria “paese ordinato” e del suo governo su un territorio che si estende da Trieste al Quarnero a Fiume alla Dalmazia, con una espansione che riguarda la Mitteleuropa dall’Austria e da Vienna fino ai Carpazi, da Lussino alla Galizia; e fino a luoghi anche lontani ed esotici che venivano raggiunti dalla marineria austro-ungarica. È un mondo reale, storico e - insieme e soprattutto - mitico, quello evocato da Carpinteri e Faraguna, in una lingua (“un dialetto giuliano, istriano, quarnerolo e dalmata che nessuno forse ha mai parlato ma in cui tutti si possono riconoscere”) articolata varia e colorita, reale e fantastica, in ogni caso originale. E anche le “maldobrìe” di questo libro si presentano come racconti pieni di verve e di trovate ingegnose, ben architettate, nei quali si mescolano e rivivono eventi della politica mondiale e della Monarchia e fatti di ogni giorno, cabine e tolde di navi, scompartimenti dell’Orient Express, interni della Hofburg e del castello di Miramare, fronti di guerra e case e strade delle isole del Quarnero, comandanti di nave nostromi e marinai della “bassa forza”, avvocati ammiragli arciduchi e guardiani di fari: tutti insieme nella logorroica narrativa di sior Bortolo, talvolta in apparenza sconclusionata, in realtà guidata da una logica del ricordo esercitata negli enigmatici labirinti della memoria.