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L’audience. Storia e teoria PDF

176 Pages·2014·0.961 MB·Italian
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Cinque capitoli per esplorare i principali modelli di audience, tema oggi cruciale delle politiche culturali dei media. Dalle protoaudience degli anni Trenta – che restituiscono l’immagine di un fruitore di media passivo e inconsapevole – all’affermarsi di un’idea di audience ’ostile’, poco collaborativa, che prelude alla definizione dei modelli di audience resistente degli anni Settanta; dall’immagine dell’audience come soggetto attivo della comunicazione, propria del dibattito degli anni Ottanta e in parte Novanta, fino ai modelli di audience performativa, responsabile e creativa che caratterizzano la riflessione e le ricerche degli ultimi anni. Libri del Tempo Laterza 474 Fanchi.indd 1 27/11/13 11:33 Fanchi.indd 2 27/11/13 11:33 Mariagrazia Fanchi L’audience Storia e teorie Editori Laterza Fanchi.indd 3 27/11/13 11:33 © 2014, Gius. Laterza & Figli www.laterza.it Prima edizione gennaio 2014 Edizione 1 2 3 4 5 6 Anno 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari Questo libro è stampato su carta amica delle foreste Stampato da Martano editrice srl - Lecce (Italy) per conto della Gius. Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-581-0869-7 È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura. Fanchi.indd 4 27/11/13 11:33 Introduzione Per un’archeologia degli studi sull’audience Decidere da dove partire è sempre un’operazione complessa. Lo è di più se il viaggio che ci si appresta a compiere attraversa un territorio che si distende lungo ambiti disciplinari diversi, ciascuno con proprie coordinate e mappe. Per questa ragione e con l’intento di restituire, fin dall’attacco, la complessità e l’articolazione del- le riflessioni che si sviluppano intorno all’audience, fisseremo tre inizi, che provano a rispondere ad altrettante domande: che cos’è l’audience?, ovvero che cosa intendiamo quando parliamo di au- dience, qual è il portato euristico di questa nozione e quali i suoi limiti, rispetto ad altri termini (user, per esempio); che cosa sono gli studi sull’audience?, qual è il perimetro delle ricerche che dobbia- mo prendere in esame e quale l’arco temporale pertinente; come si possono ricostruire gli studi sull’audience?, quali sono le prospettive e quali le logiche impiegate per organizzare il dibattito e quali ap- procci possono essere oggi più produttivi. 1. “Divide et impera”: tassonomie e riflessioni sulla nozione di audience Per chi voglia esaminare il fenomeno delle audience esiste un pri- mo e sicuro punto di partenza: domandarsi che cosa si intende per audience. L’analisi terminologica ed epistemologica della nozione rap- presenta una base comune a molta parte della riflessione teorica su questo argomento – e sui media in generale – che si sviluppa fra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta del secolo scorso. V Fanchi.indd 5 27/11/13 11:33 Entrati nella fase matura o di “normalizzazione” dei saperi, gli audience studies sviluppano una serie di pratiche autoriflessive, volte a valutare la tenuta delle categorie e dei quadri teorici ela- borati. L’analisi lessicografica costituisce la prima e la principale fra queste pratiche; il suo obiettivo è di precisare il significato dei termini impiegati nel dibattito, a partire dalla nozione di au- dience, che viene definita in se stessa e in relazione a una serie di altri vocaboli: pubblico (public), spettatore (spectator), fruitore (viewer), consumatore (consumer), utente (user) e così via. Riper- correre questo segmento di riflessione è utile non solo perché consente di introdurre alcuni primi principi d’ordine negli studi sull’audience, che possono orientare nell’esplorazione di questo campo di ricerca, ma anche perché esso dà conto delle differenti angolature da cui la questione dell’audience è stata affrontata nei vari contesti disciplinari e culturali1. 1.1. Mercato vs./vel pubblico Il dibattito intorno alla nozione di audience si struttura intorno a due principali questioni: quali sono le forme e le manifestazioni dell’audience – e qual è, quindi, il campo di pertinenza degli studi omonimi – e quali sono le implicazioni disciplinari e, più in gene- rale, culturali dell’impiego di tale nozione. L’operazione di tassonomizzazione dell’audience prende le mosse da una prima fondamentale distinzione: quella fra audien- ce stricto sensu e audience come pubblico (Ellis, 1983; McQuail, 1987; Ang, 1991; McQuail, 1997; Gillespie, 2005). Nel primo caso si pensa ai fruitori come a consumatori di prodotti: sia dei program- mi e dei contenuti mediali, sia dei “prodotti che sono pubblicizzati attraverso quei programmi” (McQuail, 1987: 267-268); l’audience, inoltre, è considerata alla stregua di un prodotto essa stessa, da misurare, classificare e vendere agli investitori pubblicitari (Ang, 1 Si pensi, per portare l’esempio più eclatante, al distinguo fra pubblico (pu- blic) e audience (audience), fondamentale nel dibattito angloamericano e nordeu- ropeo e quasi del tutto assente in quello italiano; indizio, ad un tempo, del diverso grado di sviluppo della riflessione sull’audience e del differente contesto mediale e culturale da cui essa origina e che, in un caso, prevede una chiara distinzione fra servizio pubblico e televisivo e media commerciali, nell’altro no. VI Fanchi.indd 6 27/11/13 11:33 1991; McQuail, 1987; McQuail, 1997; Livingstone, Lunt, 2012). Nel secondo caso, l’audience è intesa come pubblico, insieme di cittadini “che devono essere orientati, educati, informati, tanto quanto intrattenuti – in breve ‘serviti’ – presumibilmente per ren- derli capaci di assolvere al meglio i loro doveri democratici” (Ang, 1991: 75). Sia l’audience come mercato, sia l’audience come pub- blico sono oggetto di ulteriori classificazioni. Grossberg, Wartella e Whitney (1998) ce ne offrono un’efficace sintesi. Le audience in senso stretto sono “identificate” sulla base di quattro principali cri- teri: il tipo di prodotti preferiti e consumati (market type); il profilo socio-demografico (demographics); gli orientamenti culturali (taste culture) e gli stili di vita (life style clusters). L’analisi delle audience è funzionale a guidare le scelte editoriali delle emittenti e a indiriz- zare i loro investimenti pubblicitari; essa è dunque strumentale e sottomessa alle esigenze del mercato. Allo stesso modo, la nozione di pubblico è stata oggetto di un puntuale lavoro di analisi. Sempre Grossberg, Wartella e Whit- ney (1998) individuano quattro declinazioni dell’audience come “pubblico”: l’individuo, cioè colui che “rende pubblici” i propri giudizi – per esempio telefonando in redazione, inviando lettere ai giornali, partecipando alle trasmissioni televisive; l’aggregato, cioè un insieme di soggetti che condividono consumi e preferenze; il pubblico in senso stretto, ovvero comunità di fruitori, che cercano un rapporto dialettico e di confronto con i media e si organizzano in gruppi di pressione per esercitare un’influenza sulle loro scelte editoriali e politiche culturali; e infine i cittadini, cioè coloro che si rivolgono ai media per essere rappresentati o perché essi rap- presentino “correttamente” la realtà. Va detto che le classificazioni di audience più recentemente elaborate tendono a fondere le due aree semantiche dell’audience in senso stretto e dell’audience come pubblico, sottolineando la possibilità per un fruitore di essere, a un tempo, consumatore e cittadino. Sonia Livingstone e Peter Lunt (2012), ad esempio, considerano l’audience nella sua duplice accezione di “insieme di individui con preferenze e abitudini di consumo” e “aggregato da vendere agli investitori pubblicitari”, come una declinazione del concetto di pubblico. Il superamento della polarizzazione fra audience e pubblico permette di arricchire il quadro interpretativo della ricerca, evi- VII Fanchi.indd 7 27/11/13 11:33 denziando la necessità, per le ricerche di carattere amministrativo, di tenere sotto controllo le implicazioni culturali e politiche delle loro scelte; e l’esigenza, per le ricerche di carattere sociale, di consi- derare la sostenibilità economica dei progetti (Raboy et al., 2001)2. Questa operazione si accompagna a un allargamento del peri- metro della nozione di audience, che include programmaticamen- te fra le sue accezioni anche quelle elaborate nell’ambito delle teo- rie degli effetti forti o del dibattito di primo Novecento. Michele Sorice (2009: 217), per esempio, individua quattro idee correnti di audience: l’audience come massa manipolabile di individui più o meno attivi (che fa capo alle teorie della trasmissione e alla Scuo- la di Francoforte); l’audience come pubblico di cittadini coscienti dei loro diritti (propria delle teorie degli effetti limitati e degli Usi e Gratificazioni); l’audience come insieme di mercati con caratte- ristiche socio-demografiche (impiegata dalle istituzioni mediali e nelle ricerche amministrative) e l’audience come partner interat- tivo della comunicazione, capace di esercitare un controllo sui processi comunicativi, tipica delle teorie della ricezione. Questo allargamento ai modelli elaborati nell’ambito delle teorie degli effetti forti si ripercuote evidentemente sugli studi dell’audience, estendendo il loro campo di pertinenza e il nove- ro delle questioni con cui essi devono fare i conti (Livingstone, 1998a). 1.2. I limiti dell’audience La messa in evidenza della pluralità delle accezioni racchiuse nella nozione di audience e del loro carattere relativo, non esclusivo, né generalizzabile, corre in parallelo alla riflessione sulle potenzialità euristiche del concetto e sulla sua capacità di descrivere la varie- tà e la complessità delle audience “in carne e ossa”. Scrive John Ellis, all’inizio degli anni Ottanta: “l’‘audience’ è un concetto del tutto ideologico, che ha ben poco a che vedere con quello che 2 Marc Raboy, Bram Dov Abramson, Serge Proulx e Roxanne Welters (2001) invitano a considerare le diverse accezioni di audience come facce di una realtà, poliedrica, ma unica. Mantenere la separazione fra le diverse accezioni di audience significa depauperare il dibattito, relegando la riflessione sulle implicazioni politi- che della fruizione mediale alla sola nozione di audience come pubblico. VIII Fanchi.indd 8 27/11/13 11:33

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