Al tempo dei "Condannati di Messina" (Urania n. 601) vedemmo partire dalla Terra una singolare astronave-prigione con a bordo migliaia di "indesiderabili". Ora sono passati cinquant'anni. Il gigantesco veicolo spaziale, la cui popolazione è più che raddoppiata, è in vista di Prossima Centauro. Ma dopo circa mille miliardi di chilometri nello spazio, come un'auto dopo centomila chilometri su strada, anche la più grossa e robusta delle astronavi comincia a dare dei fastidi. Ce la faranno i nostri esiliati ad arrivare su un pianeta abitabile? Il segnale d'allarme, l'incendio, i cinquanta morti con cui si apre il romanzo, permettono di dubitarne.