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L'arte maya PDF

50 Pages·2012·8.872 MB·Italian
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L’ARTE MAYA Antonio Aimi e Raphael Tunesi SOMMARIO 4 Una straordinaria civiltà dell’antica Mesoamerica 8 Il Preclassico (2000 a.C. - 300 d.C.) 12 Il Classico (300 - 900 d.C.) 23 ■ I maestri e le scuole della pittura vascolare 40 Il Postclassico (900 - 1542) 50 Bibliografia Nella pagina a fianco: In copertina: Qui sopra: Aj Nojol, maschera funeraria Chit O’ Took’ Vaso di Princeton (400-500 d.C.), Akan Xook, (attorno al 700 d.C.), probabilmente Vaso delle Undici particolare; della città di Rio Azul. Divinità Princeton, (750-775 d.C.). University Art Museum. Una straordinaria civiLtà deLL’antica mesoamerica Che cos’è l’arte maya «È legittimo parlare di arte maya?». In parte la domanda sconta gli stessi pregiudizi “politically correct“ della domanda più gene- rale: «È legittimo parlare di arte precolombiana?». Naturalmente non ci sembra valga la pena entrare in complessi dibattiti teorici sull’arte “altra” e riprendere le brevi e non sistematiche osserva- zioni elaborate da chi scrive in passato. Il fatto che alcuni artisti maya abbiano firmato le loro opere e che le ricerche archeologiche mostrino che alcuni re maya, più o meno come avveniva nelle corti rinascimentali, gestivano certi reperti come strumento di affermazione politica proprio in virtù delle loro valenze estetiche e del prestigio degli artisti che li avevano realizzati ci conferma che, invece di interrogarsi sull’esistenza dell’arte maya, è forse il caso di entrare nel merito e di cominciare a spiegarla. Tuttavia, come antropologi, siamo ben consapevoli che per capire l’arte maya c’è da superare un abisso culturale ben più ampio di quello che ci separa dagli artisti della nostra tradizione. Anzi sappiamo, riprendendo la celeberrima frase di Octavio Paz, spesso citata a sproposito, che «ciò che proviamo davanti a un bassorilievo di Palenque non è quello che provava un maya» (Paz, 1988: 45). Certo lo sappiamo bene. Così come sappiamo bene che non guarderemo mai il David di Michelangelo con gli occhi della commissione coeva incaricata della sua collocazione, né, peraltro, Les demoiselles d’Avignon con gli occhi di Picasso. Una cosa, però, ci sembra indispensabile per capire l’arte maya e per capire le culture “altre” in generale: cercare di superare la AVVERTENZA «barriera del significato» (Aimi, 2011). Naturalmente la cosa non – La conversione delle è affatto semplice nel caso di culture archeologiche scomparse date dei calendari maya da centinaia o migliaia di anni. Nel caso dei Maya, però, c’è un nel calendario giuliano/ gregoriano è stata fatta vantaggio straordinario: la decifrazione della loro scrittura, una con i seguenti criteri: per delle più grandi rivoluzioni che abbia mai caratterizzato il mondo le date del Conto Lungo è stata usata la correlazione dell’antropologia. 584283; per gli anni prece- denti l’1 d.C. si sono seguiti i criteri storiografici, che L’Area Maya e la periodizzazione ignorano l’anno zero, e non quelli astronomici che lo considerano. L’Area Maya è una delle subaree della Mesoamerica. A nord com- – Per i termini maya e la prende la penisola dello Yucatan, a ovest arriva quasi alla linea traduzione dei glifi sono state utilizzate le conven- nord-sud dell’istmo di Tehuantepec, a est arriva alla valle del rio zioni alfabetiche dell’Acca- Ulua e ai territori che si estendono per qualche decina di chilometri demia maya del Guatema- la, anche se i toponimi e a oriente dell’attuale linea di confine tra Guatemala, Honduras ed altri termini entrati nell’uso El Salvador. A sud è delimitata dalle acque del Pacifico. (come Popol Vuh) sono ri- masti nella grafia general- Complessivamente ha una superficie di circa 370.000 chilometri mente adottata e senza ri- quadrati e presenta al suo interno diversi ecosistemi determinati correre al sistema spagnolo di accentazione, estraneo dalle precipitazioni, in genere zenitali, e dall’altezza. Grosso modo alle lingue maya. 4 al suo interno si divide tra una zona pianeggiante al nord e una montuosa al sud. La prima, a sua volta, si divide tra i Bassipiani settentrionali, una regione relativamente arida, e i Bassipiani me- ridionali, decisamente più umidi dove cresce la foresta pluviale. La seconda si divide tra la Costa del Pacifico, una fascia costiera larga tra i 40 e 100 chilometri che corre lungo l’oceano, caratte- rizzata da piogge abbondanti e dalla foresta pluviale, e la regione montuosa vera e propria con una serie di altipiani collocati tra i 1500 e i 2500 metri sul livello del mare. Nel contesto mesoamericano l’Area Maya, tenendo conto che la Costa del Pacifico presenta anche culture e popolazioni non maya, si caratterizza per la presenza: 1) di popolazioni che sembrano presentare una forte omogeneità genetica che le differenzia dal resto delle popolazioni mesoamericane; 2) di lingue della stessa famiglia, nate dalla divisione del protomaya cominciata tra il 2000 e il 1000 a.C. Alla vigilia della Conquista le lingue più diffuse erano lo yucateco nei Bassipiani settentrionali e il quiché e il cakchiquel nella regione degli altipiani, mentre al di fuori dell’Area Maya solo gli Huaxtechi della Costa del Golfo parlavano una lingua maya. I testi maya del Periodo Classico erano scritti in ch’olti classico, una lingua oggi estinta, che probabilmente serviva come lingua franca, ufficiale e colta, un po’ come il latino in età medievale. A parte i dati lingui- stici, ci si potrebbe chiedere quali tratti culturali distinguono l’Area Maya dalle altre subaree della Mesoamerica. La questione è com- plessa, anche perché nel corso di quasi tremilacinquecento anni di storia la cultura maya si è trasformata notevolmente. È probabile, per esempio, che se un abitante di una città del Classico si fosse trovato all’improvviso in uno dei centri del Postclassico, avrebbe pensato di essere capitato in un mondo in parte alieno e “barbaro”. Gli elementi salienti che, per certi versi, unificano le diverse città e le diverse fasi storiche maya a partire dalla metà del Preclassico tardo (300 a.C. - 300 d.C.) sono: un patrimonio mitico e religioso comune, un piccola parte del quale è raccolto nel Popol Vuh, un particolare sistema di scrittura logografica-fonetica, un corpus Foresta pluviale tropicale Foresta di montagna e foresta tropicale umida Prateria tropicale Foresta secca sempreverde 1 2 MART, Archivio del Novecento, Cartina della Mesoamerica e dell’Area Maya. A destra: 1 - L’Area Maya vera e propria le regioni ecologiche 2 - La Costa del Pacifico dell’Area Maya. 5 Un tempio di Tulum di testi e un tipo di calendario condiviso dalle culture epiolmeche in una tavola che si svilupparono tra la Costa del Golfo e la Costa del Pacifico di Frederick nell’attiale Guatemala tra il 300 a.C. e il 150 d.C.: il Conto Lungo Catherwood che si affiancò e, per certi versi, s’impose sugli altri calendari in (1799-1854). uso nel resto della Mesoamerica e nella stessa Area Maya. Assieme a John Lloyd Nell’Area Maya, come, più o meno, nel resto della Mesoamerica Stephens verso (tra alcune subaree ci sono rilevanti differenze cronologiche), il la metà dell’Ottocento lento passaggio dalla caccia e la raccolta all’agricoltura fu seguito Catherwood visitò dal Preclassico (2000 a.C. - 300 d.C.), dal Classico (300 - 900) e gran parte dal Postclassico (900 - 1542), che si conclude con l’imposizio- delle città maya. ne del dominio spagnolo su gran parte dello Yucatan (nel resto I suoi disegni della Mesoamerica la data che tradizionalmente segna la fine del e i resoconti Postclassico è il 1521, l’anno della caduta di Tenochtitlan, la ca- di Stephens ebbero pitale dell’impero azteco). il merito di svelare Queste suddivisioni però sono alquanto insoddisfacenti, so- il fascino delle città prattutto per l’utilizzo di nomi che comportano indebiti giudizi sepolte dalla giungla. di valore e fuorvianti analogie col Vecchio mondo. Esiste poi il problema delle differenze tra un sito e l’altro e tra un archeologo e l’altro. Nel caso del Classico, noi, pur consapevoli che tutte le partizioni cronologiche sono sempre convenzionali, sottolineiamo con forza l’opportunità della scansione 300 - 900, perché essa coglie con no- Vaso per una bevanda al cacao, i cui resti sono stati recentemente individuati all’interno del vaso (450 d.C. circa); Proviene dalla Tomba 19 di Rio Azul. La forma del vaso di terracotta imita una zucca con un coperchio svitabile munito di un’ansa con un motivo a pelle di giaguaro. La base sulla quale posa il vaso sembrerebbe riprodurre un supporto ligneo tipico per questo genere di contenitori a forma di zucca. L’insieme fu recuperato, come si vede nella foto, in situ nella sua posizione originale. Il glifo del cacao tevole precisione uno dei fenomeni reali tipici di questo periodo e Qui sopra: è il primo sulla sinistra. solo di questo periodo: l’erezione di stele col Conto Lungo. Infatti Placca di Leida la prima data col Conto Lungo dei Bassipiani indica il giorno (320 d.C.); 8.12.14.8.15 (6 luglio 292 d.C.) (verso della Stele 29 di Tikal), Leida, mentre l’ultima segna il giorno 10.4.0.0.0 (13 gennaio 909 d.C.) Rijksmuseum (verso del Monumento 101 di Tonina). voor Volkenkunde. La Placca di Leida è uno splendido Cronologia maya pendente che 1542 Conquista spagnola rappresenta anche una miniatura delle 900 d.C - 1542 Postclassico stele che venivano erette nei centri 300 - 900 d.C. Classico cerimoniali maya. Dall’alto in basso, dopo 300 a.C- 300 d.C. Preclassico tardo il glifo introduttivo, compaiono 900 a.C. - 300 a.C. Preclassico medio le date 8.14.3.1.12 e 1 Eb 0 Yaxchin che 2000 - 900 a.C. Preclassico iniziale corrispondono al 14 settembre del 320 d.C. 7000 - 2000 a.C. Arcaico 30000 (?) - 7000 a.C. Paleoindiano 7 El Mirador, stati interpretati rilievo in stucco. in modi diversi La figura forma parte (si è anche pensato di un programma che rappresentino iconografico che i personaggi mitici mostra personaggi degli Eroi Gemelli), in una “posizione probabilmente di nuoto”. rinviano a Chahk, Per quanto siano il Dio della Pioggia. Il PreclassIco (2000 a.c. - 300 d.c.) Stele 11 Nel Preclassico per la prima volta le di Kaminaljuyu eccedenze della produzione agricola co- (200 a.C.-150 d.C.); minciarono a consentire una certa strati- Città del Guatemala, ficazione sociale e la nascita di città e di Museo Nacional un potere (è difficile capire se si trattò di de Arqueología “chiefdoms” o di Stati) che aveva l’autorità y Etnología. e il prestigio per far costruire centri ceri- moniali e grandi monumenti, che richie- La stele rappresenta devano il lavoro coordinato di migliaia di un sovrano persone. L’area nucleare di questo processo con maschera fu la Costa del Golfo, dove si svilupparono ornitomorfa i centri più importanti della cultura olme- che impugna un’ascia ca: San Lorenzo, La Venta, Tres Zapotes. e uno scettro (?). Fino a una decina d’anni fa si pensava Il personaggio che durante il Preclassico i Maya avesse- è affiancato ro avuto un ruolo relativamente passivo, da due bracieri, limitandosi ad assimilare e a rielaborare, sotto la maschera in attesa della fioritura del Classico, i tratti si vede parte del volto. culturali della cultura olmeca o epiolmeca Le commessure attraverso contatti diretti o attraverso la delle labbra tirate mediazione di Izapa, una città della Costa verso il basso sono del Pacifico. il segno di una certa Recentemente, tuttavia, la scoperta che influenza olmeca. il popolamento dei Bassipiani meridionali è molto più antico di quanto si pensava e una serie di importantissimi ritrovamenti non solo tendono ad assegnare ai Maya un ruolo autonomo e di primo piano nell’e- laborazione dei tratti della loro cultura, ma cambiano radicalmente la visione del Preclassico. Oggi appare chiaro che il Preclassico tardo (300 a.C. - 300 d.C.) era caratterizzato da società stratificate con grandi centri (città-Stato?) come El Mirador, Nakbe, Cival, Tintal (Bassipiani meridionali), El Portón e Kaminaljuyu (altipiani), che presentavano impressio- nanti centri cerimoniali costellati da stele, 9 San Bartolo, sculture in pietra monumentali e piramidi Per ragioni che ancora non si conosco- Parete ovest che potevano superare i settanta metri no, verso il 150 d.C. la popolazione di El della piramide d’altezza. El Mirador, per esempio, era Mirador e dei centri vicini cominciò ad (100 a.C. circa), una città di 26 chilometri quadrati, con abbandonare la zona. Le ragioni di questo particolare. una popolazione di circa centomila abi- fenomeno che, su scala ridotta, anticipa il tanti e una costruzione, La Danta, che coi collasso del Classico non sono note, anche L’affresco mostra suoi 2.800.000 metri cubi di volume, va se è possibile che il fenomeno fosse inne- la più antica scena considerata tra le più grandi piramidi del scato o aggravato da ragioni ambientali di incoronazione mondo. Tuttavia, ciò che più stupisce in (periodi prolungati di siccità? eccessivo di un sovrano maya. questo nuovo quadro del Preclassico non sfruttamento del terreno?). Più o meno nel- Seduto su una struttura sono tanto questi dati quantitativi, quanto lo stesso periodo, Kaminaljuyu, la “capitale” di legno, il re attende il fatto che allora erano già presenti alcuni degli altipiani fu conquistata da popolazioni di ricevere il copricapo degli elementi distintivi del Classico: il forse di lingua quicheana, perdendo popo- regale da un sacerdote. sistema politico basato sulla monarchia lazione e importanza. Poco prima del 300 Tra i due si trova divinizzata, la scrittura, i modelli archi- d.C. nell’Area Maya cominciò a farsi sen- un testo con glifi tettonici ecc. E per quanto poco ancora tire la presenza di Teotihuacan, la grande arcaici, in gran parte si conosca dei temi più propriamente mi- metropoli del Messico centrale destinata non ancora leggibili. tico-religiosi, sembra che anch’essi siano a esercitare per circa tre secoli una forte Gli affreschi di San stati definiti in questo periodo. L’unica egemonia su tutta la Mesoamerica. Non si Bartolo rappresentano cosa significativa che, ancora, differenzia sa quale fosse il suo primo avamposto nella una preziosa finestra i due periodi è ormai solo la presenza di regione, sembra certo però che verso il 300 sulla religione del elementi architettonici (stele, architravi, d.C. dei guerrieri Teotihuacan, probabil- Preclassico che stupisce scalinate ecc.) con testi e date col Conto mente spalleggiati da ausiliari maya, die- per la sua “classicità”. Lungo usate per legittimare i lignaggi reali. dero il colpo di grazia a El Mirador in una 10

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