ebook img

L'arte di non amareggiarsi la vita: Le chiavi del cambiamento psicologico attraverso la Terapia Cognitiva PDF

2013·1.22 MB·italian
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview L'arte di non amareggiarsi la vita: Le chiavi del cambiamento psicologico attraverso la Terapia Cognitiva

Presentazione Spesso ciò che ci fa star male non sono gli avvenimenti esterni, ma il nostro modo di interpretare e giudicare quello che ci succede. Dietro ogni emozione troppo negativa c’è un pensiero catastrofista che porta a drammatizzare e a considerare brutte e terribili anche cose che si potrebbero affrontare con serenità: soffriamo di «terribilite». I pensieri negativi sono spesso frutto di credenze irrazionali, prima fra tutte quella che per essere felici «abbiamo bisogno» di soddisfare una serie di requisiti: avere un partner, un lavoro, una casa di proprietà, una vita comoda, godere di buona salute… Siamo esigenti con noi stessi, con gli altri e con la vita: soffriamo di «necessitite». Ricorrendo ad aneddoti ricavati dalla propria storia personale e dall’esperienza di terapeuta, Rafael Santandreu ci mostra come, con l’aiuto della psicologia cognitiva, si può imparare a contrastare la «necessitite» e la «terribilite», smettere di angosciarsi e raggiungere una soddisfacente stabilità emotiva. Rafael Santandreu, catalano, psicoterapeuta e docente universitario, è un’autorità internazionale in materia di Terapia Cognitiva. Ha studiato e lavorato per diversi anni nel Centro di Terapia Strategica di Arezzo, a fianco di Giorgio Nardone. Oltre che nell’attività terapeutica, è impegnato nella formazione di medici e psicologi e nella divulgazione del suo metodo. 2 3 Indice Prologo Prima parte - Le basi 1. Cambiare è possibile 2. Pensa bene e ti sentirai meglio 3. Basta drammatizzare! 4. Preferenze, anziché esigenze 5. La top ten delle credenze irrazionali 6. Ostacoli che rendono difficile la terapia Seconda parte - Il metodo 7. La pratica del dibattito 8. Visualizzazioni razionali 9. Riflessione esistenziale 10. Modellamento Terza parte - Applicazioni pratiche 11. Perdere la paura della solitudine 12. Superare la paura del ridicolo 13. Migliorare le relazioni (anche quelle di coppia) 14. Arginare le bufere (infondere tranquillità agli altri) 15. Influire sul nostro ambiente 16. Evitare lo stress sul lavoro 17. Tollerare maggiormente le frustrazioni 18. Disfarsi degli obblighi 19. Smetterla di preoccuparsi: la salute 20. Imparare a immaginare un futuro felice 21. Dire basta a tutte le paure 22. Guadagnare autostima 23. Ultime istruzioni 4 Antonio Vallardi Editore s.u.r.l. Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.vallardi.it Per essere informato sulle novità del Gruppo editoriale Mauri Spagnol visita: www.illibraio.it www.infinitestorie.it Titolo originale: El arte de no amargarse la vida Questo ebook è stato creato in esclusiva per TNTVillage, se ti piace compralo! Mykon 5 Dedicato a mia madre, María Del Valle, donna eccezionale e mia prima maestra di felicità. 6 Prologo Dopo oltre vent’anni di esperienza professionale come medico di famiglia, durante i quali tra la gente è progressivamente diminuita la percezione di equilibrio emotivo e aumentata la prescrizione di farmaci psicoattivi, con incerti benefici e controversa efficacia, ho avuto l’opportunità di conoscere Rafael Santandreu. Senza ombra di dubbio, il suo percorso professionale, la sua attività di insegnamento e i suoi contributi innovativi in materia lo hanno reso un punto di riferimento imprescindibile per i medici che operano nel campo della salute mentale. Il suo approccio terapeutico, pur discendendo in parte da Albert Ellis, il padre della Autoterapia razionale emotiva1, si sofferma sull’esplorazione di tutte quelle idee, convenzioni e credenze irrazionali acquisite nel corso della vita che sono causa di sofferenza e frustrazione e possono a loro volta sfociare in disagio emotivo e disturbi psichici quali ansia e depressione. Nel corso del libro, arricchito da numerosi esempi di casi reali vissuti dallo stesso autore, viene sviluppata la tesi secondo cui la nostra percezione della realtà sarebbe paradossalmente soggetta alla maniera in cui noi stessi decidiamo di reagire in una determinata situazione, e di conseguenza ai pensieri, alle emozioni e ai comportamenti che intendiamo adottare. La peculiarità di Santandreu consiste nell’offrire la chiave per ricominciare senza necessariamente andare a scavare nel passato dell’individuo, per riuscire a cambiare, accettare gli altri, diventare persone migliori e, in definitiva, ottenere una sensazione predominante di felicità. Come ci tiene a precisare lo stesso autore, la vita non è facile ed è piena di sfide e circostanze avverse che vanno risolte. La lettura di questo libro ci incoraggia non solo a riflettere ma anche a passare all’azione, seppur con qualche sacrificio, e nel contempo ci prepara a una vita futura piena e gratificante. Mi auguro che il lettore possa provare il mio stesso entusiasmo leggendo questo libro, nella cui essenza si trovano a mio avviso le basi di una nuova era per il trattamento dei disturbi emotivi e di adattamento. Dottor Manuel Borrell Muñoz Specialista in Medicina familiare e comunitaria Premio all’Eccellenza professionale del Collegio dei Medici di Barcellona 2009 7 Prima parte - Le basi 8 1. Cambiare è possibile Scommettere forte! Una fredda mattina d’inverno del 1940, un giovane di nome Robert Capa ripose in valigia la sua piccola fotocamera compatta Leica, una montagna di rullini nuovi e qualche vestito. Nella tasca destra della giacca aveva un biglietto per una nave con rotta verso la seconda guerra mondiale. Oltre che uno dei primi fotografi di guerra della storia del giornalismo, Capa era anche un personaggio straordinario: bello, simpatico, gran bevitore, coraggioso e a tratti addirittura romantico, quel newyorchese nato a Praga adorava l’avventura. Il D-Day, centinaia di migliaia di giovanissimi americani si ammucchiavano sulle lance dirette alle spiagge della Normandia. Il terrore era ormai divenuto un compagno fedele, mentre tutt’attorno scoppiavano le bombe della difesa tedesca. In molti vomitavano la colazione all’interno di quelle gelide imbarcazioni, ma nessuno se ne lamentava. La loro mente non aveva il tempo di badare a simili inezie. In mezzo a quei ragazzi, Capa controllava in continuazione tutto tremante le sue macchine fotografiche, come se quel rito ripetuto potesse mettere a tacere il rumore assordante dei cannoni nemici. Ma all’improvviso, uno scossone fece traballare la lancia facendo capire che erano approdati sulla spiaggia. In quel momento non si sentiva altro che lo scoppio delle bombe, ma il sergente a capo del plotone gridò ancora più forte: «Fuori, veloci! Raggruppatevi a venti metri! Via!», e saltò in acqua, fucile in alto, correndo con il cuore all’impazzata. I ragazzi scesero inciampando nei loro stessi piedi, ma con lo sguardo fisso sulla schiena del superiore. La cosa peggiore era perdere il sergente, il loro unico punto di riferimento in quell’inferno. La confusione era immensa: plotoni che correvano ovunque, grida, esplosioni… Capa li seguiva e faceva come loro, si buttava a terra a venti metri e teneva lo sguardo fisso sulla nuca del sergente. Il baffuto «veterano» di 25 anni tornò a gridare: «Di nuovo, venti metri di corsa e raggruppatevi! Adesso! Via!», e come spinto da una molla si lanciò in cima alla duna. Dei venti ragazzi che Capa seguì quel mattino, ne sopravvissero solo due. Il fotografo ebbe appena il tempo di fare qualche istantanea di quei metri iniziali di battaglia, prima di essere costretto a tornare con una lancia su una delle navi alleate. Ebbene sì: quelle foto leggermente sfocate sono la prima testimonianza della liberazione d’Europa. Il giorno seguente, erano già sulla prima pagina dei rotocalchi inglesi e il mondo poteva tradurre in immagini la partita finale della guerra per la libertà del mondo. 9 Una volta tornato a Londra, Capa ebbe due giorni scarsi di permesso che impiegò al meglio con la sua nuova fidanzata britannica. Varie bottiglie di scotch più tardi, era già a bordo di un aereo da cui si sarebbe lanciato con il paracadute e la macchina fotografica stretta in pugno, per seguire le successive mosse dell’esercito americano in Europa. Che cosa c’entra la storia di Capa con un libro di psicologia, vi domanderete? Un’unica cosa: Capa sfruttò al massimo i suoi giorni, visse intensamente. Scommise forte, senza paura, e cavalcò il suo destino, la sua vita. Fu il miglior fotoreporter della storia, sposò Gerda Taro, si fidanzò con Ingrid Bergman e divenne un grande amico di Hemingway. Il suo spirito indomito lo portò a vivere una vita da film prima di morire nella guerra d’Indocina a 41 anni. Una mente in forma, una vita emozionante Capa per me è un maestro di vita, ma ce ne sono anche molti altri: l’esploratore britannico Ernest Shackleton, il musicista e scrittore francese Boris Vian, il fisico Stephen Hawking, il «supereroe» Christopher Reeve… Nel corso del libro ne citerò alcuni, perché sono tutte persone che rappresentano buoni modelli da seguire. Per lo psicologo cognitivo rappresentano il contrario di ciò che combattiamo, l’opposto del tirare avanti. Il punto è che il più grande nemico dello psicologo è quel disturbo che viene chiamato nevroticismo, ossia l’arte di amareggiarsi la vita attraverso la tortura mentale. La depressione, l’ansia e l’ossessione sono i nostri principali rivali, e quando ci lasciamo sopraffare perdiamo la facoltà di vivere appieno la vita. La vita è fatta per essere goduta: amare, imparare, scoprire, tutte esperienze che saremo in grado di assaporare solo una volta che avremo superato le nevrosi (o la paura, loro principale sintomo). Molto tempo fa ormai, un uomo di quarant’anni, Raúl, uno dei miei primi pazienti, venne a trovarmi perché soffriva di attacchi di panico. Arrivò in studio in taxi, accompagnato dalla madre. Raúl aveva il terrore che da un momento all’altro potesse coglierlo un attacco di panico, perciò metteva a stento il naso fuori di casa. A vent’anni gli avevano concesso la pensione minima permanente e da allora non era più uscito. Vent’anni di reclusione, e solo per paura! La paura più grande di Raúl era avere un attacco di panico in mezzo alla strada, lontano da casa o da un ospedale dove lo potessero soccorrere. Con il passare del tempo, tuttavia, le cose erano peggiorate e aveva sviluppato altre paure, come quella di ascoltare i notiziari in televisione, perché gli era già successo di cadere in preda al panico alla sola vista di scene di guerra. Per questo motivo non guardava neanche 10

See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.