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L’armonia del mondo PDF

3087 Pages·2010·17.062 MB·Italian
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FRANCESCO ZORZI L’ARMONIA DEL MONDO A cura di Saverio Campanini Testo latino a fronte BOMPIANI IL PENSIERO OCCIDENTALE BOMPIANI IL PENSIERO OCCIDENTALE direttore GIOVANNI REALE segretari: Alberto Bellanti Vincenzo Cicero Diego Fusaro Giuseppe Girgenti Roberto Radice Quest’opera è stata realizzata in collaborazione con il Centre for Science, Philosophy and Language Research della Fondazione “Arnone – Bellavite Pellegrini”. FRANCESCO ZORZI L’ARMONIA DEL MONDO Testo latino a fronte Saggio introduttivo, traduzione, note e apparati di Saverio Campanini BOMPIANI IL PENSIERO OCCIDENTALE ISBN 978-88-58-76197-7 © 2010 R.C.S. Libri S.p.A., Milano I edizione digitale 2013 da I edizione Bompiani Il Pensiero Occidentale novembre 2010 SAGGIO INTRODUTTIVO di Saverio Campanini P REMESSA1 Nel settembre del 1525 apparve a Venezia, per i tipi latini, greci ed ebraici di Bernardino Vitali, un’opera dal titolo ambizioso: De harmo- nia mundi totius cantica tria del francescano veneto Francesco Zorzi. Essa costituisce uno dei vertici di una lunga vicenda speculativa avvia- ta a Firenze nella seconda metà del secolo XV intorno alle grandi fi- gure intellettuali di Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola. Ermetismo e qabbalah cristiana sono i poli ai quali Zorzi si orientò per costruire il suo audace progetto di concordanza universale del sapere e dell’esistente sulla base della musica, intesa come grammatica di tut- ti i livelli del reale. Alla prima versione italiana che presentiamo qui si accompagna un commento essenziale volto soprattutto a rintracciare le fonti alle quali l’autore ha attinto con straordinaria abbondanza. L’introduzione che segue si propone di suggerire una possibile chiave di lettura dell’opera, sulla base di una ricerca pluriennale condotta da chi scrive, che permetta di intendere il senso di un libro che non finisce di impressionare per i suoi evidenti insuccessi e i suoi influssi segreti. Nelle pagine che seguono si offre un breve profilo biografico dell’autore nel corso del quale si accennerà alle altre sue opere edite e inedite. Un capitolo a parte è dedicato al pellegrinaggio in Palesti- na, compiuto da Zorzi nell’ultimo decennio del Quattrocento, poiché tale esperienza non solo segna durevolmente il rapporto tra l’autore e il testo biblico ma permette di scorgere un tratto inconfondibile del suo peculiare equilibrio tra auctoritas ed experimentum. La struttura compositiva del De harmonia mundi, che forma parte integrante del messaggio esoterico che l’autore si propose, forma l’oggetto di una breve disamina. Abbiamo quindi ritenuto opportuno presentare un saggio esemplare dell’opera, tentando di scomporlo nei suoi elementi costitutivi al fine di mostrare come Zorzi ha orchestrato la propria strategia argomentativa e quale significato debba essere attribuito alle fonti così eterogenee che egli pone a fondamento del proprio discor- so. L’elemento di maggiore rilievo che può essere desunto da questa analisi è, a mio parere, la centralità della speculazione mistica ebraica, VIII SAVERIO CAMPANINI autentico culmine esoterico di questo ingente edificio enciclopedico. Si rivela allora urgente presentare l’opera di Francesco Zorzi nel qua- dro storico e ideale di quel fenomeno in larga parte ancora inesplorato che ha ricevuto il nome di qabbalah cristiana. L’originalità di un’opera che non nasconde l’intento di raccogliere il maggior numero di fonti sui temi più disparati può essere apprezzata soltanto se si chiarisce il rapporto tra accumulo e selezione nell’uso che Zorzi fa delle voci del passato e del lascito delle tradizioni più remote. Per questa ragione, dopo aver tratteggiato le coordinate essenziali del movimento di idee tardo-umanistiche che costituiscono l’humus sul quale crebbe la spe- culazione filosofica e mistica del De harmonia mundi, la restante parte dell’introduzione è dedicata all’esame delle fonti che rappresentano la base o, se si vuole, il materiale grezzo con il quale l’edificio zorziano è costruito. Un interesse particolare è stato riservato alle fonti ebrai- che, il territorio nel quale Zorzi poteva contare sul minor numero di predecessori. Questo spiega in parte la prudenza con cui egli rivela le arcane dottrine dei cabbalisti, ben lontano dalle preoccupazioni didascaliche di un Reuchlin o dagli intenti polemici di un Galatino. Un lavoro di ricostruzione della posizione ideologica di Zorzi nei con- fronti degli ebrei e della tradizione ebraica e delle condizioni concrete di accesso alle lingue e ai testi che costituiscono parte integrante di tale tradizione rappresenta una premessa indispensabile per studiare il suo approccio a materiali ritenuti antichissimi ma del tutto o in gran parte inauditi per la cultura del suo tempo. Le fonti ebraiche, sulla scorta del programma zorziano, sono state suddivise in tre categorie: bibliche, post-bibliche non mistiche e cab- balistiche. Con oltre cinquanta tra autori cabbalistici e opere anoni- me menzionati, il De Harmonia mundi si presenta come uno dei più ricchi giacimenti di fonti mistiche rimasto sinora largamente inesplo- rato: si è perciò proceduto, laddove possibile, a identificare le fonti menzionate e a verificarne l’effettivo impiego nell’opera di Zorzi. In conclusione si fa un rapido cenno alla consistente fortuna di France- sco Zorzi e, in particolare, del De harmonia mundi, soprattutto tra filosofi di inclinazione mistica e poeti con profondi interessi teologici tra la fine del secolo XVI e il pieno sviluppo del Barocco. Chiudono il volume la bibliografia e cinque indici (delle locuzioni ebraiche, di quelle greche, un repertorio dei nomi, uno dei luoghi e un indice dei passi biblici). A nostro modo di vedere c’è un ulteriore motivo di interesse nell’opera di Zorzi, ed è ciò che ci ha spinto a tradurla: essa SAGGIO INTRODUTTIVO IX pone e risolve in modo originale la questione di come sia possibile rendere pertinente nel proprio universo concettuale e simbolico un testo o una tradizione elaborate in un contesto diverso. Nel suo caso si trattava dei testi della mistica ebraica, nel nostro il De harmonia mundi stesso si fa oggetto della ricerca che, necessariamente, diventa traduzione. In altre parole, crediamo che sia possibile comprendere l’opera di Zorzi soltanto mimandola, per coglierne la più intima es- senza, che consiste, a nostro avviso, proprio nel ‘tradurre’, traghetta- re, trasmettere oltre, ciò che già parla e non significa ancora.

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