L'ANIMA IN ORIGENE E LA QUESTIONE DELLA METENSOMATOSI Platone, nel Timeo, cosl narra la creazione dell'anima edel. l'uomo 1. 11 Demiurgo attinge al favoloso cratere ·e ne ripartisce il misto eontenuto in un numero determinato di anime, ehe di· stribuisce ognuna in un astro, dando a ciascuna come un veicolo (~X:t)[La ). Poi insegna loro la natura deI Tutto e notifica le (leggi fataH' (v6[Lo~ o~ Ei[Lap[LEvo~): la prima nascita delle anime nel mondo sara uguale per tutte (YEvEen~ 7tpw't'1) ..• [L(a 7taenv), af finche nessuna venga a trovarsi in stato di minorazione per causa deI Demiurgo. La natura umana sara doppia, divisa nei due sessi, l'uno piu vigoroso e J'altro meno, e quando le anime per causa della necessita (E~ &v&yx1)~) saranno poste nei corpi, ai quali parti diverse possono aggiungersi e sottrarsi, nelle anime stesse si faranno sentire violente impressioni e passioni: l'amore, fatto di piacere e sofferenza, il timore, la collera, e i loro contrarii, e la speranza ehe facilmente svia (EU7tap&ywyo~) 2. Se gli uomini do mineranno queste affezioni, vivranno nella giustizia, altrimenti sa ranno ingiusti. 'Colui ehe avra ben vissuto tornera nell'astro di sua provenienza; chi invece male, cambiera forma, prendendo, in una seconda nascita, la natura di una donna (E~~ yuva~xo~ cpucr~v EV 't'~ aEU't'Ep~ YEVEcrE~ [LE't'aßaAo'i:) 3. Se persistera nella malizia, si tra sformera, a seguito della maniera deI suo peccare, in una na tura animale corrispondente al suo vizio. Solo quando avra domi nato con la ragione tutta la massa venutasi ad aggiungere al suo essere, massa fatta di fuoco, acqua, aria e terra, tumultuosa ed ir ragionevole, solo allora l'anlma tornera al suo stato prima e mi gliore. Ed egli, il Demiurgo e Dio, dettü loro tutte queste leggi per rimanere innocente (&va('t'~o~) della malizia (0 della disgrazia, xaxLa) futura di ognuno, poi semina le anime, le une sulla terra, altre sulla luna e in ciascuno degli organi deI tempo. Affidü quin· 1 Tim. 41 D 55., cfr. 69 C 55. (trad. A. Rivaud, Pari5 1925). 2 Tim. 69 D. 3 Tim. 42. B-Ce 90 E. E cfr. nota 6, in fine. 34 u. BIAN'CHI di agli c:dei giovani', sue creature, di plasmare i corpi mortali -e di aggiungervi quanto ancora mancava di anima unlana, e di gover nare al meglio questo essere mortale, perehe non fosse a se me desimo causa di male. e Questo deI Timeo un tmito di creazione', ma esso e anche un tmito di situazione'4. Immaginosamente fondato su una serie cronologica di atti deI Demiurgo, esso descrive la condizione uma na, le sue tensioni e i suoi dinalnismi. E' mito e, insieme, ironia. Difficilmente si prenderanno aHa lettera particolari ehe meglio si addicono all'antropologia trasformistica e avventurosa di un pen siero seJlvaggio come quello di Empedocle, 0 degli orfici e pitago rici antichi. DifIicilmente riterremo il significato lettera'le di una seconda incorporazione 'dell'anima in corpi femminili, dopo la pri ma ehe e stata uguale per tutti (dunque maschile); e quanto alle incorporazioni in animali, il filosofo stesso ce ne da la chiave quan do allude ai rispettivi vizi umani ehe tale fantastica incorpora zionecomanderanno5. Non, beninteso, chequesti mitici colori siano pura invenzione. Ce ne accerta i1 precedente di Empedocle, stato un tempo «un 4 Utilizzo qui una nota espressione di P. Ricoeur. 5 E' queste un topos ehe ha i1 suo luogo elassieo olleI famoso testo di Platane, Resp. X 620 A (Orfeo seeglie la reincarnazione in un eigno, a Tersite eassegnata quella in una seimmia ...). La eosa non riguarda solo il tema della m,etensomatosi, ma anehe quelle della protologia e dell'antro pologia (p. es., Orazio, Odi I, 16, vv. 13-16: tra le eomponenti de11'uomo ereato da Prometeo, ehe -egli assum-e da ogni parte, c'e anehe quella ehe eon siste nella vis di un insanus leo, apposta da lui al nostro stomaco. In Plat., Tim. 70 E, la parte inferiore dell'animae paragonata a una bestia bruta ehe oeeorre nutrire, a110 ,seopo di .tar eontinuare la speeie umana, cfr. 91 A). Lo stesso topos si ritrova nella dottrina basilidiana degli idiomata animali (di lupo, seimmia, leone, eapro) aggiunti all'anima {apud Clem. Al., Strom. e 11, 112, 1) e per i quali, nonostante Origene, Com. Rom. V, 1, non vi aleun nesso eon l'idea di una metensomatosis in animali e da animali; si tratta inveee di espressioni simboliche di istinti bestiali umani, eom'e osserva G. Quispel, L}homme gnostique} Eranos Jahrbuch 16 {1948) 128 (ehe pur ipotizza un rapporto eon l'idea di metensomatosis) ehe peraltro, osserviamo !e e aneora, non quella tramite animali). La eosa eonfermata da quanto Epi fanio, Panarion 24, 5, attribuisee a Basilide, ehe avrebbe detto «noi siamo gli uonüni» (noi, gli uomini spirituali), «tutti gJi altri non sono ehe pord e eani». (Quispel, op. eit., p. 116). Analoga interpretazione si pUD dare di posizioni come quelle valentiniane di eui apo Clem. Al., Strom. 11, 113, ehe analizzano l'umano eon rieorso al simbolo e all'immagine, eome osserva E. de Faye, Gnostiques et gnosticisme2} Paris 1925, p. 46 s. Lo studioso fran eese 'e invece propenso a attribuire a Basilide un'interpretazione letterale di questeessenze animali nell'uomo. Per il topos in Platone, v. anehe infra} nn. 14 e s,eg. Per Origene, infra} n. 16. Per la questione deI signifieato (spi rituale', infra) nn. 16 e 20. L'ANIMA IN ORIGENE 35 giovane e una ragazza, e un virgulto e un ueeello e uno squamoso pesee deI mare» (104 G. [117 D.], mentre «alla fine ci sono i veggentie i poeti e i n1ediei, e quelli ehe per gli uomini terre stri sono i eapi; donde germogliano gli esseri divini, primi di ran e go ... » (107 G. [146 D.]). Ma eon Platone da attendere sem pre un supplemento di senso. Quel supplemento ehe, eoneentran dosi nel platonismo sueeessivo sulle verita essenziali, sul discorso vero, e spogliandosi deI mito, Iasciava disponibili per utilizzazioni seeondarie le partieolarita e le stranezze di questo. Della ineorpo razione femminile Platone stesso antieipa i1 senso quando nel eita to teste deI Timeo ci diee ehe la natura umana sarebbe stata dop pia e ehe, dei due sessi, il piu vigoroso sarebbe stato quello ehe avrebbe rieevuto il norne di masehio; 0 dove, piu eItre, diee ehe eoloro i quali, stati «eodardi e vissuti nell'ingiustizia, seeondo ra gione probabile si mutarono in donna aHa seeonda generazione », allorche gli dei, formando gli organi sessuali, erearono un anima le vivente nell'uomo e uno nella donna 6: una tematica ehe avreb- 6 Cfr. Tim. 91 A, con 70 E (cit. al1a n. precedente) e 70 A. In 69 E ~ 70 A si afferma la divisione in due della specie mortale delI'anima, cioe in una parte Imigliore e una inferiore, eosl com·e nella casa «si separano l'ap partamento delle dünne e quelle degli uomini» (in una sorta di variatio Platone inverte qui l'ordine dei termini). Ma si tratta di una superiorita solo relativa deI maschile, che appartiene pur sempre alla parte mortale e dell'anima, dove impersona l'elemento passionale e irascibile, ehe anche quelle della concupiscenza attiva e aggressiva, com,e si vede dalla realistica menzione di Tim. 91 B, sui tfuriosi desiderii' dell'istinto generatore maschile, contrapposto caratteriologicamente a ,quello femminile, ehe si esprime come desiderio di far figli (e si veda anche 69 C-E, dove 1'anima, quella mortaIe, e earatterizzata da pathemata di cui prima e il piacere, seguito dane altre J passioni, tuttem·escolate aHa cäcreYJcr~c; &AOYOC; e al1'teros pronto a ogni ri schio'). Invece, sia nella tradizione platonico-pagana che in quel1a patristica, e come anche, a suo modo, in quella gnostica, l'elemento maschile simbolo di razionalita e quello femminile di sensibilita ·e passionalita. Si veda, rispet tivamente, Porfirio, Lettera aMarcella 33, e i Padri qui sotto menzionati (nn. 7-11), compreso l'Origene dell'esortazionead Ambrogio, i1 suo colla boratore alessandrino, e Taziana. (B. Junod, in H. Crouzel e A. Quacquarelli (edd.), Origeniana Secunda Roma 1980, p. 91 s. e, piu ampiamente, H. Crouzel, Virginite et mariaJge selon Origene Paris-;Bruges, 1963, pp.. 135 J 142). N,ell'una e nell'altra tradizione si raccomanda una tvirilita' della donna, e con la scomparsa di eio che femminile 0 effeminato in essa, sul piano, s'intende, delle qualial dell'anima. La st,essa tematica, con implicanze piu drastiche, si trova negli encratiti (l'anima tinfemminita dall'epithymiaJ sec. Giulio Cassiano, apo elem. Al., Strom. 111, 93, 3). Negli gnostici, il maJschile e 10 pneumatico. Dubbia l'esegesi, fra encratita e gnostica, dellogion 114 deI Vangelo di Tommaso. Interessante, infine, il modo com,e Gerolamo (Contra Rufinum 503) ha combinato 1'accusa a Origene di ammettere la metensomatosi eiltopos 36 u. BIANCHI be avuto ampio e letterale sviluppo nella linea origeniana, fino al Nisseno e oltre, 'eon il tema deHa (seeonda creazione', ehe sola pro duce e motiva la distinzione dei sessi7; oppure avrebbe conti nuato per altra via, da elemente d'Alessandria ad Origene8, ad Ambrogio9, e altri10, eon la trasposizione in una ontologia ed eto logia dei sessi: i1 maschile, fatto di razionalita prevalente (0 addi rittura, negli gnostiei ed eneratiti, fatto di perfezione e innoeen za), e il femminile, fatto di sensibilita e passione (e, negli gnostiei ed eneratiti, manifestazione di eaduta ontologiea) 11. Quanto alla reineorporazione in animali, il filosofo la vede eome positiva deformazione dell'umano; deformazione, ma non abolizione, una volta ehe egli preeisa ehe un essere eos1 deeaduto dell'inferiorita deI femminile, ricreando COS1 Ie condizioni della concezione platonica per cui solo Ia seconda (e peggiore) incarnazione delI'anima s.ara femminile (sopra, e nota 3): ut verendum nobis sit ne qui n;une viri sumus} postea naseamur in feminas} et quae hodie virgo} tune forte prostibulum sit. 7 U" Bianchi (ed.) La cdoppia ereazione} delfuomo negli Alessandrini} nei Cappadoei e neUa gnosi} Roma 1978, pp. 3 ss., 45 ss., 85 ss. 8 Cfr. sopra, n. 6. 9 Per Ambrogio di Milano, cfr. il contributo di L.F. Pizzolato, La coppia urnana in sant'Ambrogio, in R. Cantalamessa (ed.), Etiea sessuale e matrimonio nel eristianesimo delle origini} Milano 1976 [Studia Patristica Mediolanensia 6], pp. 180-211. 10 Per i singoli Padri, ,e anche per le tradizioni eterodoss.e, G. Sfameni Gasparro, Enkrateia e antropologia. Le motivazioni protologiche della con tinenza edella verginita nel cristianesimo dei primi secoli e nello gnostici smo, Ronla 1984 [Studia Ephemeridis «Augustinianum» 20]. Ancora per Ambrogio (in reiazione ad una fase deI pensiero agostiniano in argomento), i1 contributo della stessa alla Miscellanea Trape (Augustinianum 25 [1985] 133 e 164)., 11 U·. Bianchi (ed.), La tradizione delfenkrateia. Motivazioni ontolo giehe} Ro:ma 1985. Cfr. anche il volume di G. Sfameni Gasparro citato aHa nota precedente. Per quanto riguarda ·Origene, H. CrouzeI, Traite des prin eipes} vol. IV, Paris 1984 (SChr 269), p. 222 osserva, circa PAreh. IV 3, 12, ehe «Ies interpretations allegoriques d'Origene expriment souvent une su periorite du mascu1in sur Ie feminin ... 11 ne s'agit pas de sexes· mais d'ames (Hom. Num. XI, 7)», ma riconosce ehe«l'allegorie elle-meme traduit une certaine rnysoginie». A nostro avviso c'e anche Ia motivazione ontologica e antropologica, risalente a Filone ,e al tema da lui sviluppato nel de opifieio mundi 15.3 ss. (ma cfr. 76!), dena decadenza cominciata eon il venire all'esi stenza del1a donna, dell}eros edel piacere, tema che si sviluppa anche nella dottrina della (doppia creazione' dell'uomo, comune a Filone, ad Origene, aiCappadoci ,etc. (v. sopra, n. 7). CiD non toglie che anche Filone inter.. preti allegoricamente i1 valore deI maschile e il disvalore deI femminile (de gig. I, 4: «un uomo ingiusto non genera, nell'anima, dei maschi»). Insomma, inOrigene ,e in Platone, in ognuno dei due a suo modo, c'e l'al Iegorico (e, se si vuole, il (mitologico', nel sense platonico); ma c'e anche Ia Ioro r:ispettiva e per qualehe importante aspetto analoga, antropologia e ontologia. Cfr. nn. 5, 16 e 20. L'ANIMA IN ORIGENE 37 allora potra tornare a forma umana - e qui i1 pensiero va al l'asino-Lueio di Apuleio - quando avra dominato con la ra gione la massa eorporea disordinata e irragionevole ehe la espe rienza subita gli ha aeeulTIulato addosso 12: eondizione evidente mente eui un animale, per giunta vizioso, mai saprebbe adem piere13. Dunque, e'e un'ovvia diffieolta ehe si oppone a una inter pretazione letterale di questo testo di Platone, in questo easo della metensomatosi animale, eome eonfermano altri due easi in cui Platone, e stavolta senza ironia, parIa di metensomatosi: la dove, nel Fedro 14, ci diee ehe infima forma della prima ineorporazione delI'anima, seeondo la legge di Adrasteia, sara nella persona di un tiranno - figura polare rispetto a quella deI filosofo - e la dove, nella Repubbli.ea, 11 ritorno sulla terra eon rinnovato desti e no vietato alle anime dei tiranni e di altri pessimi e ineurabili individui, ai quali soli un danteseo scenario d'Inferno impedisee di riemergere dalIe pene delI'Ade 15. Vero e ehe anehe in questi testi si parIa di metensomatosi in animali (nn. 14 e 15), nla di nuovo - i.n Resp. X, 620 A - in maniera fortemente ironiea. Con tutto questo, Platone, eon Pitagora, e passato come il banditore delIa metensomatosi in eorpi animali: una interpreta zione sommamente an-ironiea eui antichi - eompreso Origene _ 16 12 Tim. 42 C s., cfr. 42 E - 44 C. 13 Si veda l'argomentazione (citata piu oltre) di Gregorio di Nissa, fondata suUo schema (ridotto all'assurdo) di una eontinua e irreversibile devoluzione verso i1 peggio, etico e ontologico (v. piu avanti, e nota 18). 14 Phaedr. 248 E, dove pero si parIa anche di incorporazione in bestie, ma negandola per la prima incorporazione, come la si nega nel Timeo (sopra n. 3). In 248 ,CD e 249 B si teorizza il passaggio di un'anima umana nel l'esistenza di una bestia e, viceversa, i1 passaggio da bestia a uomo per chi e una volta ,era stato uomo. Ma questo passaggio all'umanita impossibile per un'anima ehe mai abbia avuto visione della verita (delle idee). 11 Robin (Platon ... Phedre, Paris 1961, p. 40 n. 2) parIa di una parte di tfantasia' in questo testo. Ma si tratta piuttosto di ironia (estremamente seria, d'al tronde; cfr. anche i1 testo della Repubblica di eui aHa nota seguente). 15 Resp. X 615 D - 616 B, cfr. 618 Ass. e 619 B. In 619 A si men ziona la tirannide, come pessima condizione deH'anima. In 620 A-C la fan tasia allegorica Ce ironica) di Platone si sbizzarrisce: Orfeo sceglie la vita di un eigno, non volendo ,esser generato da donna (doppia tematica, dun que, quella relativa agli animali ·tsimbolici' e quella anti-femminista), Tamiri quella di un usignolo; un cigno passa (f1.E:-rCXß&AAOV-rCX ) alla scelta di una vita umana; si parIa di incorporazioni in leone, in aquila, in scimmia (per Tersite) 0 in una donna industriosa. 16 Vero eehe traccia di ironia resta in Origene (cfr. sopra, n. 11). Si osservi ehe i1 testo contenuto nella Lettera a Mena, di Giustiniano (E. Schwartz, Acta Concilior. Oecumenicor. 111, 1940, p. 211), con le sue atte~ nuazioni verbali Cs-e si puo dire cos1', -rrY..xcx ...) puo ben esser,e origeniano 38 U. BIANCHI e moderni hanno soggiaeiuto, pur fermamente e eon indignazio ne respingendola, eome nel easo dell'Alessandrino. Eppure gli antichi avevano in mann la possibilita di demi tizzare .i1 mito platonieo delle ~e1"(lßoA(lL (~e1"(lß&AACl) e ~e1"(lcpuo~(l~ sono i termini utilizzati nel Timeo per indieare le varie e sueees sive incorporazioni) 17: vediamo eosl ehe Gregorio di Nissa eri tiea nel de hominis 0pificio 18 la dottrina delle reineorporazioni attribuita all'autore deI de principiis e ritiene di eoglierne i1 para e dosso. 'Un'anima ehe mal si eomportata in una vita anteriore e superiote - egli osserva - tanto meno potra ben eomportarsi quando 'sia ineorporata in un mondo inferiore irto di materialita e tentazioni. E eosl, argomenta per assurdo i1 Nisseno, i1 proeesso delle sueeessive ineorporazioni non potra ehe svolgersi verso il basso, in un continuo peggiorare, fino all'animalita, e altre, fino alla estenuazione e seompa1}sa finale dell'anima e di eio ehe di essa e rimasto. Una niehilistiea strada senza ritorno, una fine deI mondo e -- ehe osserviamo noi - l'esatto contrario dell'intenzione deI mito platonieo, oltreehe, s'intende, della rieorrente proposta del l'Alessandrino, nonehe di Plotino suo eontemporaneo, eosi fidu ciosi tutti nel rimbalzare all'insu delI'anima eaduta. e Vero ehe anehe Origene demitizza Platone, quando vede nella metensomatosi - sia pur quella riservata all'ambito delle ereature ragionevoli - una diflieolta ehe, opposta a quella deI Nisseno, pur conduce aHa stessa critica conclusione. I differenti ritmi di una purifieazione tramite metensomatosi - dice Origene ed aver,e un signifieato simbolieo, nel senso di una specie di (bestializza zione' dell'anima,e non di un suo ingresso in aloga. Forse non basta pen sare ad una semplice allusione alla eaduta di un eorpo pesante 0 terrestre (un eorpo umano sin1ile a quello delle bestie, eome eon fondamento pensa il Crouzel, Theologie de fimage de Dieu chez Origene, Paris 1956, p. 204). Si tratterebbe piuttosto, come opportunamente aggiunge il Crouzel, di un senso (spirituale', di un simbolismo sfuggito a Rufino, ehe quindi avrebbe elin1inato il passo da lui ritenuto eompromettente. Qualeosa dunque di non molto dissimile dal simbolismo {quandoeffettivamente di questo si tratta) platonieo e anehe gnostieo nelle storie di ensomatosi animali 0 da animali: efr. sopra:. n. 5 e n. 11 e, infra, n. 20. 17 Tim. 42 B s. eit. (v. anehe Resp. 620 A eit. alla n. 13), eon 90 E: YUVtXtXC€ ; p.'€1'q€JUOV'1'O V€ '1'n 8e:u'1'ep~ y€vecr€~. 18 Al eap. 28, PG 44, 232 B-C, Gregorio eritica Empedocle e altri greei, circa la metensomatosi, ma parte proprio, e eriticament,e, dal PArch. di Origene, ehe non nomina. Su Origene e la metensomatosi (animale) v. G. Dorival, Origene a-t-il enseigne la transmigration des alnes dans les corps d'animaux? Apropos de PAreh. I, 8, 4, in Origel1iana Secunda} eil., pp. 11-32. Dorival menziona anehe, n1a non diseute, i testi di Panfilo in eui Origene eselude la trasmigrazione delle anime anehe in altri corpi umani. L'ANIMA IN ORIGENE 39 --19 mai potrebbero coincidere eon la fine deI ciclo cosmico, ehe verrebbe dunque protratto all'infinito, contraddicendo cos1 alla dot trina ecclesiastica de1la fine deI mondo; e se mai la difllcolta po tesse superarsi con l'ipotizzare un tempo vicino alla fine caratte rizzato dalla presenza di un numero ormai ridottissimo di purganti, piu facili a sincronizzarsi, anche questo contraddirebbe le Scrittu re, nelle quali i1 Signore si domanda Ise alla fine, al suo ritorno sulla terra, trovera ancora qualcuno ehe abbia fede. Certo, questo non esaurisce la problematica origeniana, almeno quella deI de principiis) ehe conosce visuali piu spaziose, .fatte di successivi evi, nei quali potra compiersi quanto di purificazione ancora non sia stato con1piuto nel presente evo, mentre la natura corporea potra lTIutar,si di tutto in tutto (v. oltre). E ciü valga senza bisogno di disturbare l'altro placito origeniano, quello ehe esclude la possi bilita di una pura incorporeita finale per la creatura razionale: i1 motivo di tale impossibilitae ehe Dio solo e totalmente incor poreo, ma motivo e anche ehe i1 sempre possibile aprirsi di un nuovo ciclo dopo una generale apocatastasi implicherebbe qualcosa contro l'ecpnomia della creazione, eioe la ricreazione da parte di Dio della materia, necessaria per le nuove incorporazioni. La realta e ehe le afllnita tra i1 discor,so platonico e quello origeniano circa l'anima e le sue vicende vanno relativizzate ai ri spettivi quadri, ma poi vann(o disincagliate dalla troppo letterale fedelta a questi. * * 'k Fin qui per quanto riguarda i pericoli ermeneutici di una troppo consequenziale mitizzazione della vicenda dell'anima in Pla tone e Origene; una mitizzazione ehe non tiene conto dell'ironia platonica e sopravvaluta la sistematicita di Origene, scandalizzan.. dosi della versadlita ginnastica di lolli. Ma ora ci chiediamo: ci sono anche pericoli in una (demitiz zazione' di Platone e Origene per quanto riguarda la tematica del le vicende dell'anima edel suo assumere esistenze diverse e suc cessive? Possiamo ritenere quella di Platone e quella di Origene solo una immaginosa trasposizione dall'attualita drammatica delle vicende dell'anima in questo mondo alla miticita tragica delle suc cessive ensomatosi? In altre parole: sarebbe l'anima nel suo integro stato di vaüe; non il mitico cittadino di una fantastica repubblica in cielo ma 19 Cam.lvIt. XIII, 1 (GCS X, 1935, p. 175, 15) e Panfilo, Ap.Or. 10 (PG 17, 612 A-C). Darival, ap. eit., p. 29. 40 U. BIANCHI l'anima dell'uomo pio ed ascetieo ehe, in questa terra, vive una vita &a~wtL(X't'oc; e, per quanto puo, si assimila a Dio? e sarebbe I'anima, quella appesantita, in realta I'anima deI medioere ö del I'empio" 0 deI vizioso ehe, toccata il fondo, puo riseattarsi in que sta vita, senza ehe 'eio eseluda easi estremi - come quelli del tiranno in Platone, 0 deI diavolo in Origene? Questa operazione di demitizzazione (0, meglio, di (de-onto e Iogizzazione') stata tentata da aleuni moderni20. Origene aveva gia fatto qualeosa di simile quando aveva interpretato in senso etieo-allegorieo testi ehe potevano sembrare in favore dellame- 20 J. Laporte, in Kyriakon (Festsehr. Quasten), 1970, vol. I, pp. 322, 326 s., 332. Lo stesso il Laporte propone per Filone, utilizzando gli argo menti di ICh. Kannengiesser, in AA. VV., Philon dJAlexandrieJ Paris 1967, p. 293, cfr. p. 279 s. Analoghe tendenze interpretative, eon sfumature e, talora, diaeronizzazioni rispetto ai diversi periodi della vita di Origene, in R. Cadiou, La jeunesse dJOrigene) Paris 1935, p. 279 s. (v. infra); E. Corsini, Origene) Commento al Vangelo di Giovanni) Torino 1968, p. 18, efr. p. 13; A. Castagno Monaei, LJidea della preesistenza delle anim'e e fesegesi di Rm 9J 9-21J in Origeniana Secunda) eiL, pp. 69-78. e Una questione, ehe qui possiamo solo aeeennare, quella di una pos sibile utilizzazione della tematiea eosmologica eome simboliea di eventi spi rituali e interiori. Quispel, ap. eit., p. 125 pensa ehe «le mondeet l'histoire n'ont ete pour Basilide que des symboles pour designer un proeessus inte rieur», e eita una frase di J. Danie1ou, Platonisme et Theologie mystique) p. 167: .:<Toutes 1es expressions eosmologiques sont allegorisees ehez Gre goire (de Nysse). Elles sont lies symboles des etapes d'une aseension interieure, quiest profondement reelle ... A eet egard nous avons chez Gregoire 1a a meme interiorisation de la eonception du retour de l'ame travers les spheres eosmiques que ehez Plotin ou ehez Augustin». La stessa cosa, osserva Quispe1 (p. 126), sarebbe valida per gli gnostici, e eita Sagnard, La gnOje valentinienne et le temoignage de St. IreneeJ Paris 1946, p. 591: per i valentiniani, «le point de depart est toujours fhomme ... Le eentre de gravite du systeme, c'est notre salut». Analoga, anehe se piu artieo1ata, la posizione di H. Jonas nella sua analisi dello gnosticismo edella <oggettiva zione' mitiea, e in ogni easo piu allegoriea ehe simboliea, di eventi inte riori (efr. Myth and MysticismJ in Philosophical Essays) Eng1ewood Cliffs 1974, p. 291 ss.; eDelimitation of the Gnostic Phenomenon) in U. Bianehi (ed.), Le origini delto gnosticismo) Leiden 1967 [1970], pp. 93 e 101). E, eosa molto interessante, Quispe1 eone1ude eon la stessa espressione usata da Cadiou (v., piu avanti) per deserivere una delle supposte fasi dell'evo1u J zione della teo10gia di Origene: l'espressione etats dame) ehe Cadiou eon trappone alla nozione, piu ontologiea, di etats de fame. «Les mytho1ogemes de Basilide, eone1ude Quispel, refletent eux aussi des etats d'ame du gno stique plutöt que des eoneeptions objeetives». Da parte nostra, pur ammettendo ehe 1a eosmo1ogia e 1a antropo1ogia degli serittori antichi fin qui menzionati possa talora prestarsi ad essere interpretata eome una grande <metafora' dell'esperienza spirituale, si deve tener fermo ehe esiste una dimensione onto1ogiea (anzi, diverse dimensioni ontologiehe) nelle relative dottrine e esperienze) dimentieare la qua1e signi- L'ANIMA IN ORIGENE 41 tensomatosl In corpi animali e Platone, seeondo noi, l'aveva 21, preeeduto in questo Vero e ehe appare diffieile traserivere 21bis. nel breve areo di una vita terrena tutta la speeulazione deI de principiis sulle praecedentes causae della praecedens vita Piu 22. faeile - ma andrebbe eontrollato sui testi - un tentativo di de mitizzazione dell'origeniano tmito deH'anima' ehe sia fondato sul l'ipotesi di una evoluzione deI pensiero dell'Alessandrino su que sto tema. Tale tentativo fu fatto dal Cadiou, in un artieolo del 193323. Uno studioso, il Cadiou - sia detto per ineiso -, al eui libro sn Origene giovane oceorrerebbe tornare per ripr:üporre il 24 problema della fondatezza 0 meno di distinguere dall'Origene eri stiano un altro Origene, pagano Ebbene, ilCadiou ipotizza nel 25. l'artie010 un evolvere deI pensiero edella espressivita teologiea origeniana e si ehiede eome l'Alessandrino, venti anni dopo, avreb be riseritto il de principiis. In questa ipotetiea retractatio quelli J ehe erano gli tstati dell'anima', les etats de lJaJne - eioe le sue alternative eondizioni di corporeita eterea 0 pesante -, sareb berb diventati - pensa il Cadiou - «stati d'anima », etats dJame biS, validi all'interno di un'uniea vita e delle eontradditto 25 rie esperienze ehe possono farsi in questa, con eventi di eaduta e riabilitazione. Con eio, un addio alla metensomatosi e piu in ge nerale alla trasmigrazione; ma anehe, dobbiamo pensare, un ad dio alla preesistenza delle anime, a Platane, e alla sua preoceu pazione di salvare con la preesistenza delle anime l'tinnoeenza' di Dio di fronte alle diversita delle eondizioni d'esistenza di queste. A mio avviso, tentativi di questo genere, fatti anehe a pro.. fiea ridurre arbitrariamente il loro pensiero. Tutti si sono ehiesti (ehi siamo', (donde veniamo' ,ete. e questo nel pieno di una problematiea teologica, filo sofiea ete. di pieno diritto. Cfr. anehe n. 5, n. 11 e n. 16. 21 lefr. l'artieolo, citato, di G. Dorival, particolarmente p. 25. 21bis V. sopra e n. 16. 22 Rispettivam,ente PArch. 11, 9, 6 eIl, 9, 7). Cfr. anehe 111, 3, 6 (anteriores corporeae nativitatis causae), cfr. 111, 9, 5 (priores ." causae "') quibus antequam in corpore nascel'entur animae aliquid culpae contraxerint in sensibus vel motibus suis ...). E eifre ibid. liberi ... arbitrii semper est anima} etiam cum in corpore hoc} etiam cum extra corpus est ... Inoltre, 111, 1, 22 (greeo e latino) (bis). Questi testi insistono sulla estraneit?l della Provvi denza divina e di Dio ereatore ad ogni ingiustizia (111, 3, 5; 11, 9, 5 e 6. Quest'ultimo testo esclude anehe il easo, e la dottrina di piu ereatori). 23 Le developpem~ent d}une Theologie. Pression et aspiration} ReeSR 23 (1933) 411-429. V. le eonsiderazioni diG. Dorival, art. eiL, p. 20. 24 La jeunesse d}Origene} eit. 25 Op. cit.} pp. 231-262. 25bis Per l'uso di questa espressione in problematica analoga, v. sopra, n. 20. 42 U. BIANCHI posito di Filone di Alessandria possono riuseire gravemente ri 26, duttivi. Origene e troppo sensibile al tema platonieo della innoeenza di Dio rispetto ai mali, e al eonnesso, anzi identieo tema della di sparita tra creature ragionevoli ehe non sia eausata da eolpa27. E questa disparita, pensa Origene, puo non essere livellabile nello spazio di una sola esi,stenza, ne, forse, in un solo eielo eosmieo 28. Altrettanto urgente - anzi equivalente - e per lui il tema della I>rovvidenza, ehe per tutta l'eta ellenistieo-romana segna il confine tra gli uomini religiosi, eristiani e pagani, ehe l'ammetto 110, e uOlnini atei ehe la negano29, oppure, eome gli stoiei, la frain tendano eon i1 fatalismo, ad eliminare il qua1e non basta 1a distin zione, stoiea, tra «eio ehe e determinato» (Ta xcx.6' eL(.lcx.p(.lV€ 1JV) e «eio ehe e neeessario» (Ta E~ &V&.YX1JC;), eioe tra eio ehe eo stringe e eio ehe e in una serie eausa1e in cui si inserisee un libero arbitrio (Ta ECP' ~(.lr;v) ehe e solo liberta di seguire il destino e di non esserne traseinati30. Quanta agli gnostiei, e intendialno i va lentiniani, essi artieo1ano in maniera prob1ematiea i1 divino, e sulla crisi di un divino inferiore, femminile e periferieo, Sophia31, moti- 26 V. sopra, n. 20. 27 Cfr. i1 nostro contributo Presupposti platonici e dualistici di Ori gene, de principiis} in Origeniana Secunda} eit., pp. 33-56,e U. Bianchi (ed.), Arche t' telos. L}antropologia di Origene e Gregorio di Nissa ..., Milano 1981 [Studia Patristica Mediolanensia 12], pp. 21-27, con i testi ivi discussi e comparati. Ai quali si aggiungano I, 2, 4, dove i1 cambiamento dei noes come struttura e motivazione tipica dell'antropologia e cosmologia orige~ e niane quello verso i1 basso, eonfermato da PAreh. 11, 2, 1: quam eausam aliam diei oportebit qua mundus extiterit ... quam aliam} ut diximus} cau sam putabimus tantam huius muitdi diversitatem ae varietatem motuum atque prolapsum eorum} qui ab illa initii unitate atque eoneordia} in qua a deo primitus procreati sunt} deeiderunt ... Risulta dunque ehe la varieta come e tale legata - almeno quella dei corpi e quella deI mondo - alla perdita di livello dei noes} e ehe quindi non solo diverso ma specifico e10 statuto ontologico della caduta rispetto a quello di un eventuale progresso di noes non caduti. 28 lefr. sopra, e, dello scrivente, Some Reflexions on the Ontologieal Implieations of Man}s Terrestrial Corporeity Aeeo~ding to Origen} in R.P.C. Hanson e H. Crouzel {edd.), Origeniana Tertia} Roma 1985, pp. 153-158. 29 PAreh. I, 3, 1. H. Koch, Pronoia und Paideusis} Berlin-Leipzig 1932, particolarm'ente p. 96 ss. (,Die Theodizee), con le ,relative implicanze, dualistiche {po es., contrapposizione tra i regimi della Pronoia edella Ananke) o meno. Se parliamo, in un ben determinato s,enso, di una cosmologia e an tropologia dualistica di Origene (cfr. sopra, n. 27), non ne parliamo certo nel s{~nso di una contrapposizione tra Dio e Ananke 0 di una dottrina di Dio edella materia increata. 30 Si vedano le considerazioni di J. I-Iani, in Plutarque! Oeuvres 1JZO rales} T. VIII 1980, De Fato, p. 6 ss. (La paternita plutarchea dell'opcl'a e controversa).