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L'anima e il corpo-Parva Naturalia. Testo greco a fronte PDF

359 Pages·2002·12.998 MB·Italian
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Aristotele L'anima e il corpo Parva Naturalia La sensazione e i sensibili - La memoria e il richiamo alla memoria - Tl sonno e la veg/;a - l sogni - La divinazione nel sonno - La longevità e la brevità della vita - La giovinezza e la vecchiaia - La respirazione - La vita e la morte Testo greco a fronte Introduzione, traduzione e note di Andrea L. Carbone BOMPTANT TESTI AF RONTE TSBN 88-452-9207-X © 2002 R.C.S. Libri S.p.A., Milano I edizione Bompiani Testi a fronte ottobre 20Ò2 A Bit INTRODUZIONE Ciò che caratterizza il pensiero di Aristotele è la capa cità di dare conto della molteplicità delle differenze del suo oggetto di indagine e al tempo stesso di coglierne l'unità, senza che quelle siano appiattite da una riduzio ne e questa indebolita dalle discontinuità. Nei Parva Naturalia Arlstotele si interroga sull'unità e sulla -molteplicità del vivente, vale a dire sul rapporto che intercorre tra l'anima e il corpo e sul modo in cui secondo questo rapporto si svolgono tutte le attività della vita animale, da quelle più elementari, che attengo no all'accrescimento, 3.lla nutrizione e alla locomozione, a quelle più elevate, che riguardano l'esercizio della sen sazione, dell'immaginazione e - in parte - dell'intelletto. 1. La tradizione La cronologia relativa e la collocazione di questa rac colta di testi nel corpus aristotelicum sono state lunga mente discusse. Ciò che comporta problema non è la paternità delle singole opere, bensì l'unità della silloge e il rapporto che intercorre tra le teorie che vi sono espo ste e la parte restante della ricerca aristotelica in psico logia e biologia, vale a dire nell'ambito della fisica. Pare che il titolo latino risalga al XIII secolo, a Egidio Romano, allievo di Tommaso d'Aquinol, e alcuni commentatori ritengono che a questi si possa attribuire · senz'altro lo stesso intervento di costituzione della rac colta. Uno sguardo d'insieme sui commentari antichi, tuttavia, non fornisce prove decisive in favore della dis continuità. Alessandro di Afrodisia (II-III sec. d.C.) si limita al De sensu; Temistio (N sec.) si concentrii su trat- 8 INTRODUZIONE tati di argomento assai prossimo, quali De memoria, De somno, De insomniis e De divinatione; più tardi Michele di Efeso CXII sec.) ripercorre l'intera raccolta con l'e sclusione del De sensu; per contro Averroé CXII sec.) commenta De sensu, De memoria, De somno, De insom niis, De divinatione e De longitudine tralasciando l'ulti ma sezionez. Infine lo stesso Tommaso d'Aquino si dedi ca al De sensu e al De memoria. La semplice sovrapposi zione dei gruppi di testi analizzati restituisce dunque, per incastro, un disegno d'insieme. Per altro verso, le scelte differenti mostrano che l'argomento della raccolta considerata unitariamente si scandisce secondo una mol teplicità di nuclei tematici, che possono essere abborda ti da differenti prospettive. Occorre tenere presente che le opere in questione non sono trattazioni sistematiche destinate alla pubblicazione, bensì veri e propri appunti di lavoro, e che persino la più piccola unità di testo può rivelare un costante intervento di revisione e integrazione oltre che la risonanza di termi ni e questioni anche assai distanti. Bisogna dunque con formare a questa natura dei testi la nozione della conti nuità che ci si può aspettare di riscontrare in una raccolta simile, sia quanto ai singoli scritti sia quanto all'insieme. Per quel che concerne la collocazione nell'ambito della psicologia di Aristotele, la critica moderna si è basata per molto tempo sul presupposto che la conce zione dell'anima nei PN, o almeno in alcuni scritti, pre senti elementi sostanzialmente inconciliabili con la trat tazione svolta nel DA, e che pertanto la forma attuale della raccolta e il suo ordinamento sistematico non pos sano essere attribuiti ad Aristotele. In particolare, la principale contraddizione che viene riscontrata consiste nel fatto che la nozione dell'anima come forma del corpo organico inteso come una totalità, elaborata nel DA, sarebbe incompatibile con la collocazione del principio dell'anima stessa e delle facoltà in una sede corrispon- INTRODUZIONE 9 dente al cuore, individuata nei PN e nei testi biologici. Questa impostazione si ritrova nell'interpretazione di Zeller3, che ispira l'edizione curata da Rolfes4, il quale considera i PN in modo unitario, ma riduce l'intera psi cologia aristotelica all'idea dell'anima entelechia. Per converso, si fonda sulla presunzione di questa incompa tibilità anche il paradigma storico-evolutivo di Ja eger5, che Nuyens applica alla psicologia aristotelica distin guendo tre orientamenti successivi: uno dualista, prossi mo a Platone, che considera anima e corpo come con trapposti; uno di transizione, in cui questa contrapposi zione non è vista in termini negativi, bensì come rappor to strumentale; e infine uno maturo, "hylemorphiste"6. Tra le edizioni dei PN redatte secondo questo orienta mento, quella di Drossaart-Lulofs7 marca numerose dis continuità, smembrando la raccolta e i singoli testi8; quella di Ross9 colloca invece tutti i trattati nel periodo di transizione, considerandoli dunque anteriori al DA. Tra i critici delle vedute di Nuyens, Lefèvre10, che pure respinge le ragioni dell'inconciliabilità della visione "instrumentiste" e di quella "hylemorphiste", ancora colloca la sezione finale dei PN (De juventute, De vita e. De respiratione) in un periodo anteriore al DA a causa della localizzazione dell'anima nel cuore, mentre Block u oppone a Ross un'interpretazione, parimenti evolutiva, che considera i PN complessivamente posteriori al DA. Questa posizione è condivisa. da Kahn, che considera ·il DA come un'introduzione in primo luogo teorica e metodologica all'intero complesso della ricerca biologi ca di Aristotele, nella quale i PN trovano la loro colloca zione più appropriata12, e attribuisce ai richiami interni - che considera di paternità aristotelica - la funzione di stabilire una successione sistematica indipendente da e quella cronologica. Questa tesi viene ripresa sviluppa ta da Balme, in un vero e proprio "masterpiece" di metodo storiografico, che considera la redazione dei 10 INTRODUZIONE brani di apertura e degli inserti che contengono riclllami incrociati un portato dell'intervento redazionale dello stesso Aristotele, allorché le ricerche biologiche diven nero oggetto di insegnamento nel Liceo13. Tra le edizioni più recenti che si ispirano a questi orientamenti - come già in buona parte quelle di Siwek e di Laurenti14 - mette conto richiamare quelle di van der Ejik, Gallop, Morel, oltre che la monografia di King15, che delineano un'interpretazione unitaria della psicologia aristotelica e inquadrano i Parva Naturalia all'incrocio tra l'indagine biologica e quella più specifi camente psicologica. 2. Il filo conduttore: il principio e le affezioni comuni al!' anima e al corpo Quando Aristotele si riferisce all'insieme dei PN, li indica per solito come scritti sulle "affezioni comuni all'anima e al corpo"16. L'espressione ricorre ad esempio nell'incipit del De sensu, che disegna un quadro d'insie me dell'argomento della raccolta intera, dando un'idea della quantità e diversità dei temi che vi sono affrontati, ma individuando anche con estrema chiarezza il filo con duttore secondo il quale si determina l'unità di questa indagine: "poiché si è trattato dell'anima in sé e di ciascuna delle sue facoltà, parte per parte, occorre seguitare effettuando la ricerca riguardo agli animali e a tutto ciò che ha vita, su quali siano le loro attività,. proprie e quali quelle comuni. Assumiamo dunque quanto si è detto a proposito dell'anima e parliamo invece di ciò che resta, e in primo luogo di ciò che è primo. Sembra che le <affezioni> principali degli animali, ·siano esse comuni o proprie, siano comuni ali' anima e al corpo: àd esempio sensazione, memoria, impulso, brama, desiderio in generale e oltre a queste piacere e dolore. Queste, infatti, appartengono all'incirca a tutti gli animali. Oltre a queste, ve ne sono alcune comuni a tutto ciò che par-

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