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L’Alchimista Delle Stelle Vol.2: Il Nemico PDF

2003·0.29 MB·italian
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Urania 1473 (Copertina di Pierluigi Longo) a cura di Giuseppe Lippi Direttore Responsabile: Stefano Magagnoli Direttore editoriale: Sandrone Dazieri Coordinamento: Fabiola Riboni Collaborazione redazionale: Marzio Biancolino Segreteria di Redazione: Lorenza Giacobbi Periodico quattordicinale n.1473 - 27 agosto 2003 Peter F. Hamilton L’ALCHIMISTA DELLE STELLE Volume 2 IL NEMICO Grazie ai rapporti giunti da Lalonde, la Confederazione si è finalmente resa conto della minaccia, ma incontra difficoltà a fermare la rivolta dei posseduti. Il "virus di energia" sembra inarrestabile ed è giunto a impadro- nirsi di pianeti ad alta tecnologia. Particolarmente minacciosa è l’Organiz- zazione che cerca di giungere a una convivenza con gli uomini normali e che si è procurata una vasta flotta stellare, ma altri posseduti proseguono nel loro originale progetto di isolarsi dall’universo. E già i primi pianeti cominciano a sparire... In appendice: L’Autore: PETER F. HAMILTON di Giuseppe Lippi Peter F. Hamilton L’ALCHIMISTA DELLE STELLE Vol. 2 IL NEMICO The Neutronium Alchemist Part 1: Consolidation (1997 - Trad. di Vittorio Curtoni) Personaggi principali NAVI Lady Macbeth Joshua Calvert Capitano Melvyn Ducharme Specialista di sistemi di fusione Ashly Hanson Pilota Sarha Mitcham Specialista di sistemi Dahybi Yadev Specialista dei nodi d’energia Beaulieu Cosmonik Oenone Syrinx Capitano Ruben Specialista di sistemi di fusione Oxley Pilota Cacus Specialista di sistemi di sostentamento vita Edwin Specialista di sistemi di toroide Serina Specialista di sistemi di toroide Tyla Addetta al carico Villeneuve’s Revenge André Duchamp Capitano Desmond Lafoe Specialista di sistemi di fusione Madeleine Collum Specialista dei nodi d’energia Erick Thakrar Specialista di sistemi/agente in incognito del CNIS (servizi segreti della marina della Confederazione) Udat Meyer Capitano Cherri Barnes Addetta al carico Far Realm Layia Capitano Furay Pilota Endron Specialista di sistemi Tilia Specialista dei nodi d’energia Arikara Meredith Saldana Ammiraglio di divisione Grese Squadron Ufficiale dei servizi segreti Rhoecus Voidhawk Ufficiale di collegamento Kroeber Comandante Beezling Kyle Prager Capitano Peter Adul Fisico del gruppo dell’Alchimista HABITAT Tranquillity Ione Saldana Signore delle Rovine Dr Alkad Mzu Inventrice dell’Alchimista Parker Higgens Direttore del progetto Laymil Oski Katsura Direttore della divisione Elettronica del progetto Laymil Kempster Getchell Astronomo del progetto Laymil Monica Foulkes Agente dell’ESA (servizi segreti di Kulu) Lady Tessa Caposezione dell’ESA Samuel Agente dei servizi segreti edenisti Pauline Webb Agente del CNIS Padre Horst Elwes Prete e profugo Jay Hilton Profugo Kelly Tirrel Giornalista Lieria Kiint Haile Giovane Kiint Valisk Rubra Personalità dell’habitat Dariat Possessore di Horgan Kiera Salter Possessore di Marie Skibbow Stanyon Membro del Consiglio Rocio Condra Possessore del nerofalco Mindori Bonney Lewin Cacciatore Tolton Fuggitivo Tatiana Fuggitiva ASTEROIDI Trafalgar Samuel Aleksandrovich Primo ammiraglio, marina della Confederazione Lalwani Capo del CNIS Maynard Khanna Ufficiale dello staff del Primo ammiraglio Motela Kolhammer Comandante della Prima flotta Dr Gilmore Direttore divisione Ricerca del CNIS Jacqueline Couteur Possessore Tenente Murphy Hewlett Marine della Confederazione Koblat Jed Hinton Notturno Beth Notturna Gari Hinton Sorella di Jed Navar Sorellastra di Jed Ayacucho Ikela Proprietario della T’Opingtu e capo partigiano Voi Figlia di Ikela PIANETI Norfolk Quinn Dexter Messia della setta del Portatore di Luce Lawrence Dillin Discepolo Louise Kavanagh Fuggitiva Genéviève Kavanagh Fuggitiva Luca Comar Possessore di Grant Kavanagh Marjorie Kavanagh Madre di Louise Mrs Charlsworth Governante delle sorelle Kavanagh Carmitha Zingara Titreano Possessore Celina Hewson Zia di Louise Roberto Hewson Cugino di Louise Ombey Ralph Hiltch Caposettore dell’ESA su Lalonde Cathal Fitzgerald Vice di Ralph Dean Folan Divisione G66 dell ESA Will Danza Divisione G66 dell’ESA Kirsten Saldana Principessa di Ombey Roche Skark Direttore dell’ESA Jannike Dermot Direttrice della polizia segreta planetaria Landon McCullock Capo della polizia Diana Tiernan Capo della divisione Tecnologia della polizia Farquar Ammiraglio della Regia marina Nelson Akroid Comandante delle Squadre Tattiche Armate Finnuala O’Meara Giornalista Hugh Rosler Tecnico della DataAxis Neville Latham Ispettore capo di Exnall Janne Palmer Comandante dei marine Annette Ekelund Possessore Gerald Skibbow Ex posseduto Dr Riley Dobbs Psicologo, esperto della Regia marina per il consulto di personalità Jansen Kovak Infermiere dell’Istituto medico della Regia marina Moyo Possessore Stephanie Ash Possessore Cochrane Possessore Rana Possessore Tina Sudol Possessore New California Jezzibella Sensoartista fantasista multimediatica Leroy Octavius Manager di Jezzibella Libby Esperta di tecnologie dermiche di Jezzibella Al Possessore di Brad Lovegrove Avram Harwood III Sindaco di San Angeles Emmet Mordden Vice dell’Organizzazione Silvano Richmann Vice dell’Organizzazione Mickey Pileggi Vice dell’Organizzazione Patricia Mangano Vice dell’Organizzazione Gus Remar Reporter Luigi Balsmao Comandante della flotta dell’Organizzazione Cameron Leung Possessore del nerofalco Zahan Kulu Alastair II Re Simon Blake, duca di Salion Presidente della commissione Lord Kelman Mountjoy Ministro degli Esteri ALTRI Confederazione Olton Haaker Presidente dell’Assemblea Jeeta Anwar Primo assistente del presidente Mae Ortlieb Assistente scientifico del presidente Cayeaux Ambasciatore edenista Sir Maurice Hall Ambasciatore del Regno di Kulu Edenisti Wing-Tsit Chong Fondatore dell’Edenismo Athene Madre di Syrinx Astor Ambasciatore presso il Regno di Kulu Sinon Padre di Syrinx Riassunto dei volumi precedenti Siamo nel 2600 e l’umanità ha colonizzato centinaia di pianeti, uniti sotto l’autorità della Confederazione. Sfruttando i wormhole (gallerie artificiali nello spazio), i viaggi tra le stelle richiedono pochi giorni. La Terra ha perso il predominio e le nuove potenze sono il regno industriale di Kulu, che è a capo degli Adamisti – i pianeti contrari alle modifiche di bioingegneria sull’uomo (“generia”) – e gli Edenisti, che hanno modificato il loro organismo per comunicare col pensiero (“affinità”) e sviluppato le biotecnologie (“bitek”) fino a costruire, da un lato, cellule nervose artificiali (nanoniche neurali), dall’altro i planetoidi senzienti in cui risiedono (habitat) e le navi interstellari in cui viaggiano (spaziofalchi e nerofalchi). Un habitat bitek particolare, non edenista, è Tranquillity – governato da Ione Saldana – che orbita attorno all’Anello di Rovine costituito dai resti dei Laymil, civiltà non umana distrutta da uno sconosciuto cataclisma. Nel momento in cui Ione sale al potere, l’intero habitat parla di Joshua Calvert, un giovane pilota spaziale che ha scoperto nell’Anello di Rovine un prezioso archivio elettronico dei Laymil. Ben diverso è Lalonde, mondo ancora nelle prime fasi della colonizzazione. Uno dei deportati sul pianeta è Quinn Dexter, che per ritornare sulla Terra organizza una rivolta di forzati. Sul pianeta è nascosto Laton, un “serpente” (edenista criminale). A causa di un accidentale contatto tra il nostro continuum e un altro universo in cui vigono leggi fisiche diverse, un’intelligenza di quell’universo si impadronisce di Dexter e inizia a richiamare altre personalità dal suo piano di esistenza per impossessarsi degli abitanti del pianeta. Dexter incontra Joshua e riesce a farsi portare sul pianeta Norfolk. I compagni di Dexter si impadroniscono di un crescente numero di coloni di Lalonde e anche di Laton, che però avverte gli Edenisti del “virus d’energia” alieno che s’impossessa delle persone. Su Norfolk, Joshua entra in affari con i Kavanagh, una delle più importanti famiglie del pianeta, ma dopo la sua partenza il pianeta cade in mano ai “posseduti” dal virus. I posseduti cercano di espandersi nel maggior numero di pianeti. Sull’habitat non edenista di Valisk riescono ad allearsi a Dariat, discendente di Rubra – il fondatore dell’habitat – e potenzialmente in grado di dominare tutti i suoi sistemi e la sua flotta. Sul pianeta Atlantis, i posseduti si impadroniscono di un’isola, ma Laton riesce a eliminare il pericolo e a darne un’ampia descrizione. Il governo di Lalonde arruola una squadra di navi per riportare l’ordine. La missione fallisce, ma della squadra fa parte Joshua Calvert, il quale salva gli edenisti del sistema e raccoglie nuovi dati sull’invasione, tra cui il più rilevante: gli invasori mentali sono le tsrutture mnemoniche degli uomini del passato, quelle che le religioni chiamano “anime dei morti”. Su Tranquillity, intanto, si scopre che il “virus” è il responsabile della distruzione dei Laymil, che lo chiamavano “crisi della realtà”. Approfittando di queste distrazioni, la dottoressa Alkad Mzu, uno scienziato che era prigioniero di Tranquillity, riesce a fuggire con l’intenzione di distruggere con l’arma da lei inventata il pianeta Omuta. Così termina la prima parte: i quattro volumi della “Crisi della realtà”. Nella seconda parte, L’alchimista delle stelle, abbiamo finora seguito gli avvenimenti di New California – dove i posseduti, guidati da un redivivo Al Capone, si impadroniscono del pianeta e cercano una collaborazione con i non posseduti – e di Ombey, dove uno dei reduci di Lalonde, Ralph Hiltch, riesce a bloccare l’invasione ma non a eliminarla. Su Norfolk, Louise Kavanagh, che ha avuto una relazione con Calvert, riesce a sfuggire ai posseduti che hanno invaso la sua isola. 1 L’asteroide di Culey fu una scelta quasi istintiva per André Duchamp. Situato nel sistema stellare di Dzamin Ude, alla sana distanza di sessanta anni luce da Lalonde, fungeva da comodo rifugio per certi tipi di navi in certe circostanze. Come per reazione all’origine etnica cinese e a tutto il groviglio di tradizioni autoritarie che comportava, l’asteroide era notoriamente lassista nel fare osservare i regolamenti della marina mercantile e nel controllo della legittimità dei manifesti di carico. Un atteggiamento che non aveva fatto male alla sua economia. Le astronavi attraccavano lì perché commerciare era facile, le multiplanetarie di astroingegneria accorrevano in massa per eseguire manutenzioni e riparazioni, e i pesci più grossi erano sempre seguiti da una pletora di servizi minori e compagnie finanziarie. La sottocommissione dell’Assemblea confederale che si occupava di contrabbando e pirateria poteva anche condannare di continuo il governo di Culey e le sue prassi, ma nulla cambiava. Di certo, nei quindici anni da che se ne serviva, André non aveva mai avuto problemi a vendere carichi o noleggiare la nave per viaggi di dubbia legittimità. L’asteroide era per lui come una seconda casa. Quella volta, però, quando la Villeneuve’s Revenge eseguì il balzo istantaneo verso la zona d’emersione prevista, lo spazioporto di Culey fu stranamente reticente nel concedere il permesso d’attracco. Negli ultimi tre giorni, il sistema aveva ricevuto prima rapporti sulla riapparizione di Laton, poi l’avvertimento da Trafalgar sulla possibilità di contaminazioni dal virus d’energia. In entrambi i casi, Lalonde veniva indicato come epicentro dei guai. “Ma ho a bordo un uomo gravemente ferito” protestò André quando la sua richiesta di un’area d’attracco venne respinta per la terza volta. “Mi spiace, Duchamp” rispose il funzionario del porto. “Non abbiamo aree disponibili.” — C’è pochissimo movimento di traffico attorno al porto — osservò Madeleine Collum. Si era collegata ai sensori della nave e stava osservando l’asteroide. — E per la maggior parte si tratta di navette per pendolari e affini. Non ci sono astronavi. “Dichiaro un’emergenza di primo livello” trasmise Duchamp al funzionario. — Adesso devono accettarci — borbottò a Madeleine. Lei si limitò a grugnire. “Dichiarazione d’emergenza ricevuta, Villeneuve’s Revenge” rispose il porto. “Vi consigliamo di predisporre un vettore per l’asteroide Yaxi. Le loro strutture sono più adatte alla vostra situazione.” André fissò con occhi di fuoco la consolle di comunicazione. “Molto bene. Per favore, mi apra un canale col direttore Ri Drak.” Ri Drak era la sua ultima carta. Non avrebbe pensato di doverla giocare in una situazione del genere, quando era in ballo la vita di un uomo dell’equipaggio: gente come Ri Drak andava tenuta in serbo per il giorno in cui André stesso avesse rischiato l’osso del collo. “Salve, capitano” trasmise Ri Drak. “A quanto pare, abbiamo un problema.” “Non per me” ribatté André. “Nessun problema. Non come in passato, eh?” I due passarono a un programma di crittazione ad alto livello, il che irritò moltissimo Madeleine, che non poté seguire il resto della conversazione. La discussione richiese quasi quindici minuti. L’unico indizio furono i sorrisetti furbi sul viso di André, mescolati a cipigli indignati. “Benissimo, capitano” disse infine Ri Drak. “La Villeneuve’s Revenge è autorizzata ad attraccare, ma a vostro rischio, se doveste risultare contaminati. Allerterò le forze di sicurezza del vostro arrivo.” “Monsieur” concluse di malagrazia André. Madeleine non fece pressioni. Si collegò al computer di navigazione per ricevere gli schemi di sistema e assistere il capitano nella sequenza d’accensione della propulsione a fusione. Lo spazioporto in rotazione retrograda di Culey era una stella a sette punte; il suo stato malandato rifletteva l’atteggiamento dell’asteroide nei confronti dei regolamenti spaziali. Diverse zone erano immerse nel buio, dalla superficie mancavano coperture d’isolamento bianche, il che creava strane composizioni a mosaico; almeno tre tubature perdevano, emettendo gas grigiastri. Alla Villeneuve’s Revenge venne assegnata un’area d’attracco isolata, vicino a una delle punte. Almeno quella era perfettamente illuminata. I riflettori interni trasformavano il cratere dalle ripide pareti metalliche in un ricettacolo privo d’ombre. Rosse luci stroboscopiche brillarono all’unisono mentre la nave scendeva verso la culla. Una squadra armata della polizia portuale salì a bordo per prima. Gli uomini circondarono André e l’equipaggio, li tennero sul ponte di comando; intanto una squadra della dogana esaminò dall’alto al basso le capsule di supporto vita. Occorsero due ore per completare la ricerca e accertare che tutto fosse in ordine. — C’è stata una bella zuffa qui — disse il capitano della polizia dopo essere sceso dal portello alla sala del ponte di coperta, dove i posseduti si erano scatenati. Un disastro: mobili rotti e divelti, sezioni annerite di parete fuse in forme strane, macchie scure di sangue che cominciavano a squamarsi su diverse superfici. Nonostante i più robusti sforzi del circuito di stabilità ambientale, l’orribile puzzo di carne bruciata rifiutava di andarsene. Nove sacchi che contenevano cadaveri erano appesi alla scaletta con corde al silicio. Smossi dalle deboli colonne d’aria, il massimo che il disastrato, vibrante impianto di condizionamento riuscisse a produrre, dondolavano qualche centimetro al di sopra del pavimento, sbattevano l’uno contro l’altro e si

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