E D I T O R E B U L G A R I N I F I R E N Z E E. Bonifazi • R. Vittorini Laboratorio IL PORTOLANO 1 navigare nella storia Corso di storia con materiali per l’educazione alla convivenza civile E B F DITORE ULGARINI IRENZE Copyright ©2007 Prima edizione, febbraio 2007 Ristampe 1 2 3 4 5 6 7 2011 2010 2009 2008 2007 Finito di stampare per i tipi della tipolitografia Stiav s.r.l. in Firenze Editing Domenico Baldini Progetto grafico Arianna De Lapi Videoimpaginazione Gabriele Soleri Silvia Barucci UNI EN ISO 9001 Testo conforme Il Sistema Qualità Copertina alle norme e avvertenze della Casa Editrice tecniche previste Eleonora Moschitta Bulgarini S.p.A. dal D.M. 7-12-’99 n. 547 Arianna De Lapi è certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001: 2000 Editore Bulgarini Firenze Via Petrolini, 8/10 – 50137 Firenze Tel.(055) 61611 Fax.(055) 6161230 www.bulgarini.it [email protected] schede metodologiche prove d’ingresso SCHEDA 1 Storia, preistoria, periodizzazione La storia La parola storia deriva dal termine greco historìa, che significa indagine, ricerca. Chi si oc- cupa infatti di questa disciplina, lo storico appunto, raccoglie e studia le notizie che ri- guardano l’impegno dell’uomo in tutti i campi, in tutti i paesi, in tutti i tempi, per domi- nare le forze della natura, per migliorare le proprie condizioni di vita, per sentirsi sempre più libero nell’ambito della società e dello Stato. Più in particolare, attraverso attenti ri- scontri, lo storico stabilisce dove e quando un fatto è accaduto, spiega le cause che lo hanno determinato, descrive le condizioni che lo hanno favorito, indica le conseguenze che ne sono derivate. La preistoria Il campo d’indagine della storia risale indietro nel tempo, dai nostri giorni all’invenzione della scrittura. Fu allora che i fatti incominciarono a essere tramandati sia come testimo- nianza diretta di chi li aveva vissuti in prima persona, sia come trascrizione, più o meno fedele, di fatti raccontati o descritti da altri. Oltre questo limite ha inizio la preistoria, cioè quel lungo periodo compreso tra la com- parsa dell’uomo sulla Terra e la prima documentazione scritta, che apparve in Mesopota- mia circa 3.000 anni prima della nascita di Cristo. La periodizzazione Tenendo conto del materiale prevalentemente usato per fabbricare utensili e armi, la prei- storia viene divisa in tre periodi: • il Paleolitico (età della pietra antica), che ebbe inizio circa 2.500.000 anni fa con la comparsa dell’homo abilis; • il Mesolitico (età della pietra di mezzo), che ebbe inizio circa 14.000 anni fa, al termine dell’ultima grande glaciazione; • il Neolitico (età della pietra nuova), che ebbe inizio nel Vicino Oriente circa 10.000 an- ni fa, e in Europa almeno 3.000 anni più tardi. La storia, a sua volta, si divide, in quattro grandi periodi: • l’Antichità, dagli inizi del III millennio a.C. alla caduta dell’Impero romano d’Occi- dente (476 d.C.); • il Medioevo, dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente alla scoperta dell’America (1492); • l’Età moderna, dalla scoperta dell’America al Congresso di Vienna (1815); • l’Età contemporanea, dal Congresso di Vienna ai giorni nostri. 4 Schede metodologiche CONTROLLA SE HAI CAPITO 1 Tenendo conto di quanto si è detto, osserva attentamente le seguenti immagini che rappresentano alcuni ambienti di vita di epoche diverse. Sai dire a quale periodo sto- rico appartengono? a b ........................................................................................................ ....................................................................................................... c d ........................................................................................................ ...................................................................................................... 2 Cerca altre immagini per ognuno dei quattro periodi della storia. 5 SCHEDA 2 La datazione della preistoria Metodo stratigrafico L’inizio della storia si perde nella notte dei tempi. Le tracce della vita dei nostri primi an- tenati sono nascoste nelle grotte, sono sepolte negli strati di terreno depositatisi durante le lunghe ere geologiche. Nonostante ciò, la «data» dei resti delle loro ossa o di un oggetto costruito dalle loro mani può essere stabilita con una certa sicurezza calcolando, attraver- so particolari procedimenti, l’età degli strati in cui questi resti sono via via rinvenuti du- rante gli scavi. Si tratta in questo caso del cosiddetto metodo stratigrafico, fondato sul principio che un oggetto ritrovato in uno strato inferiore è più antico di un oggetto ritrova- to in uno strato superiore. Metodo del radiocarbonio Datazioni molto più precise si ottengono con il metodo del radiocarbonio. Le sostanze organi- che di cui sono composti i viventi (uomini, animali, piante), assorbono dall’atmosfera carbo- nio radioattivo. Quando un organismo muore, il carbonio cessa di accumularsi e incomincia a decomporsi. Dopo circa 5.730 anni la metà si è disintegrata, dopo 11.460 anni non ne resta che un quarto, e così via fino alla completa decomposizione, che si ha dopo circa 45.000 an- ni. Poiché il processo è costante, è facile stabilire, calcolando la quantità di radiocarbonio pre- sente nel reperto preso in esame, quanto tempo ha impiegato a disintegrarsi. Di conseguenza è possibile fissarne l’età con buona approssimazione. Metodo del potassio, dell’uranio e del quarzo I reperti ancora più antichi vengono datati, in modo analogo, ricorrendo ad altri metodi, quali quelli del potassio, dell’uranio e del quarzo. Con l’analisi del potassiosi ottengono da- tazioni molto più remote, ma meno sicure di quelle ricavabili dall’analisi del carbonio. Il metodo dell’uranio è usato invece per stabilire l’età delle rocce. La datazione al quarzo consiste nell’esame «ottico» del reperto, attraverso il quale è possibile stabilire in quale epoca un determinato luogo fu esposto per l’ultima volta alla luce del Sole. La datazione al quarzo permette di datare i reperti fino a 150.000 anni fa. 1 Sei l’archeologo che ha diretto questo scavo. Metti in ordine i reperti ritrovati dal più antico al più recente. ............................................................ ............................................................ 6 Schede metodologiche La datazione della storia Fatti, eventi, ordine cronologico I fatti e gli eventi storici, cioè gli accadimenti di grande importanza e ricchi di notevoli conseguenze, non si verificano tutti nello stesso momento: alcuni avvengono prima, altri dopo. Per evitare che restino confusi e dispersi, è necessario collocarli nel tempo esatto in cui si sono verificati e disporli in ordine cronologico, dal più lontano al più vicino a noi. Anno zero, secolo, millennio Per dare ordine attraverso la datazione alle vicende storiche, è necessario fissare un punto di partenza, l’anno zero. Tale anno indica un evento molto importante nella storia di un popolo: la prima olimpiade per i Greci, la fondazione di Roma per i Romani, la migrazione a Medina di Maometto per gli Arabi. L’anno zero, per noi cristiani, ma ormai quasi tutti i popoli della Terra, è rappresentato dalla nascita di Cristo. Se un fatto è accaduto prima della nascita di Cristo, si aggiungono alla data le lettere a.C. (avanti Cristo). Per i fatti accaduti dopo la nascita di Cristo, è sufficiente invece indicare la data, a meno che non si crei confusione con gli anni vicini all’anno zero. In questo caso alla data si aggiungono le lettere d.C. (dopo Cristo). Va ricordato infine che per indicare periodi di tempo molto lunghi gli storici usano il se- colo (100 anni) e il millennio (1.000 anni). Linea del tempo Per rappresentare le date in ordine cronologico si usa la linea del tempo. Nella linea gli anni sono disposti in due direzioni opposte, a partire dall’anno 0: a sinistra si trovano gli anni avanti Cristo, in ordine decrescente; a destra si trovano gli anni dopo Cristo, disposti in ordine crescente. CONTROLLA SE HAI CAPITO 1 Disponi correttamente sulla linea del tempo le date indicate nel riquadro. 2200 a.C. • 1900 • 900 • 1800 a.C. • 1300 • 300 a.C. • 1800 2500 2000 1500 1000 500 0 500 1000 1500 2000 7 SCHEDA 3 I documenti L’uomo ha lasciato testimonianze diverse della propria esistenza; queste testimonianze so- no chiamate documenti o fonti della storia. Queste testimonianze sono molteplici e vengono raggruppate tradizionalmente in tre categorie fondamentali: le fonti mute, le fon- ti orali, le fonti scritte. • Le fonti mute sono proprie soprattutto della preistoria. Anche coloro che vissero senza conoscere la scrittura hanno lasciato testimonianze materiali della propria vita: utensili, armi, suppellettili, arredi, dipinti, sculture, tombe, resti di abitazioni, tracce di cibo. Attra- verso tecniche e metodi assai avanzati, gli archeologi e gli storici riescono a far «parla- re» queste fonti mute, a «leggerle», a interpretarle e a ricavarne una serie di informazio- ni sul passato più lontano dell’umanità. • Le fonti orali sono costituite da canti, leggende, racconti, notizie, tramandate di genera- zione in generazione e poi riportate, in tempi successivi, nelle opere di narratori e poe- ti. Lo storico deve essere molto cauto di fronte a questa documentazione, deve chiarire le circostanze e i motivi per cui fu elaborata, deve metterla a confronto con altro mate- riale storico di diversa natura. È possibile, infatti, che la verità sia fraintesa da chi ascolta e perfino alterata da chi tramanda i fatti con lo scopo di guadagnarsi, per esem- pio, il favore di un personaggio potente o, più semplicemente, perché i suoi ricordi si sono affievoliti. • Le fonti scritte, cioè lapidi, materiale diplomatico e notarile, diari, libri, ebbero origine quando l’uomo imparò a scrivere e incominciò a incidere i primi segni su lastre di pie- tra, fogli di papiro, pergamene, monete, medaglie, tramandandoci così le prime infor- mazioni sicure. Le fonti storiche, inoltre, possono essere primarie o secondarie, intenzionali o non in- tenzionali. Le fonti primarie sono quelle direttamente collegate all’evento o all’epoca oggetto di studio (atti politici e diplomatici, documenti d’archivio, testimonianze orali dirette, ecc.). Le fonti secondarie sono quelle che appartengono a un’epoca successiva a quella in cui si verifica il fatto esaminato (opere storiografiche, testi letterari, canzoni, leggende, testimonianze orali indirette, ecc.). Le fonti intenzionali sono quelle appositamente prodotte per assicurare il ricordo di un determinato evento (lo scritto di un re, un condottiero, un legislatore, oppure un’opera mo- numentale voluta per tramandare la memoria di un fatto o di un personaggio importante). Le fonti non intenzionali sono tutte quelle di vario genere dalle quali si possono indiret- tamente ricavare notizie utili per la completezza dell’indagine storica. La molteplicità delle fonti permette allo studioso di stabilire date, ordinare fatti ed eventi, conoscere organizzazioni sociali, sistemi economici, ordinamenti politici, tradizioni, menta- lità, culture dei popoli del passato. 8 Schede metodologiche CONTROLLA SE HAI CAPITO 1 Osserva le immagini e scrivi nelle righe in basso che cosa sono e a quale catego- ria di fonti appartengono. L’esercizio è avviato. a b .............................................................................................. ............................................................................................. c d .............................................................................................. ............................................................................................. e f .............................................................................................. .............................................................................................. a .......................................................................... fonte ................................. b .......................................................................... fonte ................................. Prima pagina di un giornale scritta c .......................................................................... fonte.................................. d .......................................................................... fonte.................................. e .......................................................................... fonte.................................. f .......................................................................... fonte.................................. 9 SCHEDA 4 Leggere un documento visivo L’immagine qui riprodotta è un particolare dell’affresco di Ambrogio Lorenzetti intitolato «Gli effetti del buon governo in città e in campagna», realizzato nel 1337-1339 per il Palazzo Pubbli- co di Siena, l’edificio del Comune affacciato sulla piazza dove si svolge il Palio. Il dipinto è una fonte storica ricca di particolari, un documento visivo dal quale possiamo ricavare notizie sulle attività economiche e sulle figure sociali proprie di una città del tardo Medioevo. Vediamo ora come si deve procedere per «leggere» un’immagine come questa e ricavarne le informazioni che ci interessano. EFFETTIDELBUONGOVERNO La natura dell’immagine Prima di studiare il messaggio che l’immagine vuole trasmettere è necessario: • situarla nel tempo, cioè datarla e individuare il contesto storico in cui è stata realizzata; • decifrarne la natura, cioè se si tratta di pittura, scultura, caricatura, fotografia, ecc; • individuarne, se possibile, l’autore e l’eventuale committente. La lettura dell’immagine Nell’affresco è rappresentata una città medievale, riconoscibile per le possenti mura, le torri merlate, le strette contrade, le fitte costruzioni innalzate in modo casuale. In basso, a sinistra, alcuni nobili a cavallo, accompagnati da due servi, escono dalla città; al centro della scena, un’allegra brigata di giovani danza tenendosi per mano, testimonianza della concordia e della pacifica convivenza che regna all’interno delle mura; a destra è raffigurato un pastore con il suo piccolo gregge; al centro, in alto, un gruppo di muratori sta ultimando il tetto di un edificio; nelle numerose botteghe, affollate di clienti, sono esposte le merci prodotte dall’artigianato su cui si regge l’economia cittadina. Nella loggia più grande dell’edificio centrale vi è la scuola, con gli studenti che ascoltano le parole dell’insegnante. 10