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La Vita Agra PDF

183 Pages·2016·0.73 MB·Italian
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Judith Stacy La vita agra The Blushing Bride © 2000 Dorothy Howell I Grandi Romanzi Storici n. 364 del 4/10/2002 1 California, 1886 Era troppo tardi per scappare? Amanda Pierce lanciò un'occhiata al carro merci dall'altra parte della strada e, per un momento, prese in considerazione l'idea di tornarsene a San Francisco. Alle lenzuola pulite. Ai gentiluomini beneducati. A casa. Fece un respiro profondo e si guardò allo specchio incrinato dell'atrio dell'albergo. Abito blu scuro con cappellino intonato, stivaletti di capretto. Sembrava davvero fuori posto, in quella rumorosa cittadina di Beaumont ai piedi delle montagne della Sierra Nevada. A San Francisco le era sembrata una buona idea, ma una volta arrivata lì... Amanda si sforzò di raddrizzare le spalle e di stare più dritta. Certo, non aveva viaggiato molto e non conosceva il mondo. Ma aveva ventiquattro anni e possedeva abbastanza buonsenso per portare a termine quel difficile viaggio senza andare incontro al pericolo. Più sicura di sé, uscì sul marciapiede facendo attenzione a evitare i minatori e i taglialegna che passavano, gente trasandata e dalla barba incolta. Tornò a guardare il carro della Kruger Brothers' Lumber and Milling Company dall'altra parte della strada. La ragione per cui era arrivata a Beaumont e aveva passato due giorni nell'albergo ad aspettare il suo arrivo. Bene, era arrivato. Amanda alzò ancora un poco il mento. Poteva farcela. O meglio, doveva farcela. Quel pensiero l'aiutò ad attraversare la strada, schivando i cavalli e i grossi carri che la percorrevano. «Scusi, signore!» chiamò l'uomo che lo guidava, dopo che ebbe raggiunto sana e salva il marciapiede. L'uomo, di spalle, continuò a controllare le operazioni di carico del Judith Stacy 1 2000 - La vita agra carro. Un omone dai capelli grigi e spettinati, notò Amanda, che indossava calzoni di pelle macchiati dal tempo e uno sformato cappellaccio. «Signore? Mi scusi...» insistette lei, avvicinandosi. L'uomo si voltò a metà. «Ehi, signora, parlate con me?» Visto da vicino, il volto dell'uomo sembrava di vecchio cuoio, la pelle indurita e conciata dagli elementi. Almeno, pensò, la parte che non era coperta dalla barba arruffata. «Siete il signor Harper?» gli domandò. «Il signor Samuel Harper?» Lo vide stringere gli occhi. «Chi è che lo vuole sapere?» «Sono Amanda Pierce» gli rispose, stringendo più forte la sua borsetta. «Di San Francisco.» «Sì, sono io» le confermò, dandosi una sistemata ai calzoni. «È che nessuno mi chiama più Samuel dall'ultima volta che sono stato in chiesa. Da molto, molto tempo. Da tanto tempo che non me lo ricordo più. Io sono Shady, qui.» «Signor Harper, sto cercando...» «Chiamatemi Shady.» Amanda cercò di sorridere. «Sì, certo, Shady. Come vi stavo dicendo, ho bisogno di essere portata alla Kruger Brothers' Lumber and Milling Company e mi è stato detto che voi potreste farlo.» L'uomo la squadrò da capo a piedi. «Voi volete andare su all'accampamento?» «Sì» annuì Amanda. «Su, sulla montagna?» «Be', sì.» «E volete che vi ci porti io?» «Mi è stato detto che non esiste altro modo di trasporto affidabile.» Amanda prese una busta un po' stropicciata dalla borsa. «Il signor Kruger mi assicura che siete una persona onesta. Mi ha dato istruzioni di aspettare nell'albergo il vostro arrivo e poi di venire con voi all'accampamento dei taglialegna.» «Sì, ogni tanto faccio su e giù dalle montagne.» Shady si carezzò la barba lunga e incolta. «Vi ha mandato a chiamare Jason Kruger?» «Proprio così. Mi sta attendendo.» «Aspetta voi?» Amanda trattenne il fiato per un momento. «Sì, signor Harper, io...» «Shady.» Judith Stacy 2 2000 - La vita agra «Shady.» Amanda si schiarì la voce e tese la busta. «E' tutto qui, nelle sue istruzioni.» «E siete sicura che sia Jason Kruger che vi manda a chiamare?» le chiese ancora. «Perché ce ne sono due di loro, sapete. C'è Jason e c'è Ethan. Sono fratelli.» Amanda strinse le labbra e indicò l'insegna della Kruger Brothers' Lumber and Milling Company dipinta sul carro a grosse lettere rosse. «Sì, so che sono fratelli.» «Ora, Jason è il maggiore. Ma non di molto, a quanto ho sentito dire» proseguì Shady. «E' lui che manda avanti le cose, su in montagna.» «Lo so, signor...» cominciò, prima di correggersi. «Lo so, Shady. Ho degli affari da concludere col signor Kruger. Mi ha scritto e mi ha chiesto di venire qui.» «Affari, eh?» Shady si strinse nelle spalle e tornò a voltarsi verso il carro. «Be', per me va bene, direi. Parto di qui abbastanza in fretta. Voglio arrivare all'accampamento prima che faccia buio.» «Vado a prendere le mie cose all'albergo» gli rispose Amanda. Shady tornò a voltarsi verso di lei un'altra volta. «Se siete sicura di voler incontrare Jason Kruger.» Amanda sentì lo stomaco stringersi in un nodo, sotto lo sguardo del vecchio, e fu tentata, molto tentata di tornare a casa. «Sì, sono sicura» assentì. Aveva fatto troppa strada per cambiare idea. «Ora che c'è?» Jason Kruger tolse i piedi dalla scrivania e si mise a sedere ritto. Aveva appena finito di cenare e non gradiva le intrusioni dei suoi uomini nell'ufficio a fine giornata. In quella stanza spartana dalle pareti di rozze assi, arredata con qualche scrivania, qualche mobile e una stufa panciuta in un angolo, Jason, alla fine di una dura giornata di lavoro, voleva starsene tranquillo e non avere di nuovo a che fare con quell'uomo. «Che c'è, Duncan?» chiese ancora. «Sputa l'osso.» L'uomo magro in piedi sulla porta si tolse il cappello e cominciò a tormentarlo. «Be', capo, mi dispiace tornare a seccarvi, ma...» iniziò, agitato. «Be', la mia Gladys ha qualche problema con quella Polly Minton e così, questa Judith Stacy 3 2000 - La vita agra volta, io...» Jason imprecò e s'alzò in piedi. «Ti avevo detto che non dovevi portare tua moglie qui, no?» «Be', sì, ma...» «Niente donne all'accampamento. Questa è la mia regola. Te lo avevo detto.» «Sì, signore, e vi ringrazio d'aver fatto un'eccezione per mia moglie e tutto quanto, ma...» «Guai.» Jason imprecò di nuovo. «Le donne non portano che guai. Questo non è il loro posto. Un accampamento di taglialegna non è fatto per loro.» Duncan riprese a tormentare il cappello che stringeva in mano. «Sì, capo, lo so e sono in debito con voi, ma...» «Ti ho detto, quando l'hai portata qui, che saresti stato responsabile per lei» ribatté Jason. «Non voglio saperne. Tu hai dei problemi, tu te li risolvi.» «Sì, signore, so che me lo avete detto, ma...» Duncan s'avvicinò alla scrivania. «La mia Gladys e Polly Minton stanno litigando davvero di brutto. Ho cercato di mettere pace, giuro che l'ho fatto, ma Polly s'è messa in testa che Gladys le ha rubato qualcosa ed è tutto il giorno che vanno avanti così. Dovete aiutarmi, signor Kruger, dovete...» Jason, fumante, fissò l'ometto. Duncan era un buon lavoratore, agile e sicuro nel guidare la discesa dei grandi tronchi d'albero verso il bacino di raccolta. Era anche fedele. Il ricambio degli uomini, lì all'accampamento, era veloce. Ma Duncan era rimasto. L'unico problema che poteva aver causato era quello d'aver portato la moglie con sé. E ora lei era stata accusata di furto. Jason non intendeva tollerare furti all'accampamento. Aveva bisogno di ordine e disciplina fra i suoi uomini, impegnati ad abbattere le sequoie giganti, a portarle alla segheria e a mandarle sul mercato. Non poteva lasciare che un furto restasse impunito. Donna o no, doveva porvi fine. Sbuffò, allentando un po' la sua collera. «Va bene, Duncan, ci penserò io» disse. «Ve ne sono debitore, capo, davvero» fece l'uomo, avviandosi alla porta. «Corro a chiamare la mia Gladys. La signora Minton è qui anche lei, vado a prenderle tutte e due. Sono proprio qui fuori.» Judith Stacy 4 2000 - La vita agra «Donne.» Jason si massaggiò la nuca e si lasciò cadere di nuovo sulla sua sedia. Non era abbastanza dover affrontare i problemi creati dai suoi uomini. Risse, per la maggior parte del tempo. Qualche sparatoria ogni tanto. I dissapori fra uomini potevano essere sistemati facilmente. Ma le donne... Si lasciò sfuggire un'altra imprecazione. La porta dell'ufficio si aprì e Polly Minton e Gladys Duncan fecero il loro ingresso. Jason le conosceva entrambe. Conosceva chiunque, lì nell'accampamento e nella piccola città che vi si era creata intorno. Erano entrambe donne imponenti, e Gladys poteva guardarlo dritto negli occhi. Polly portava avanti la lavanderia e aveva sviluppato due belle braccia muscolose. Duncan si frappose tra le due donne e riprese a tormentare il suo cappello. «Ora, il signor Kruger, qui, sistemerà la cosa. Ora e una volta per tutte.» Gladys e Polly si guardarono in cagnesco, poi si voltarono a fissare Jason. «Bene» fece lui. «Raccontatemi un po' cos'è successo. Cominciate voi, signora Minton.» Polly Minton raddrizzò le spalle, godendosi il suo momento. «Ho fatto solo la buona vicina, un gesto cristiano» cominciò a dire. «Ho invitato Gladys a casa mia, qualche giorno fa, e ci siamo sedute a chiacchierare fino a quando mi sono messa a far da mangiare. Poi oggi sono passata da lei, sempre per la faccenda del buon vicinato, e lì, proprio davanti al mio naso, sul davanzale, eccola che l'ho vista.» Jason aggrottò la fronte. «Cosa?» «Lei me l'ha rubata!» proseguì Polly. «Io non ho fatto niente del genere!» gridò Gladys. «Rubato cosa?» chiese Jason. «Guardate qui. Vedete un po' voi. L'ho portata con me come prova.» Polly scostò lo strofinaccio che copriva il piccolo canestro che portava al braccio. Poi sollevò una torta mezzo mangiata. «Ci ho dato un morso mentre Gladys non stava guardando» dichiarò. «È la mia ricetta. È chiaro come il sole, Gladys Duncan mi ha rubato la ricetta della torta!» «Io non ho fatto niente del genere!» dichiarò Gladys. «La ricetta di una torta?» Jason s'alzò in piedi e si voltò verso Duncan. Judith Stacy 5 2000 - La vita agra «Tutto questo per una dannata ricetta di torta?» «È una ricetta della mia famiglia da generazioni!» ribatté Polly, costernata. «E' un tesoro.» «Sai che tesoro...» Gladys scosse la testa. Jason puntò un dito accusatore in direzione di Duncan. «Dovrei licenziarti, per questo.» Duncan riprese a tormentare il suo cappello. «Ma signor Kruger, io...» «Me l'ha rubata quando le voltavo la schiena» disse Polly. «L'ha fatto perché è invidiosa della mia cucina.» Gladys si piantò le mani sugli ampi fianchi. «Sei tu, quella invidiosa. Gelosa perché a tutti piace il mio pollo arrosto.» Si voltò verso Jason. «Sta dando la caccia ai miei ingredienti segreti da quando ho messo piede qui.» Polly rimase a bocca aperta. «È una menzogna!» «No che non lo è! Sei tu, quella invidiosa!» Jason alzò le mani. «Calme, ora. Calmatevi.» «È la mia ricetta! Ho sentito i miei ingredienti speciali nel momento in cui l'ho messa in bocca! Assaggiatela voi stesso, signor Kruger. Vedrete.» Polly gli tese il piatto. «Il signor Kruger non ha nessuna voglia di mangiare la tua vecchia torta!» Gladys fece per prenderla, ma scontrò il piatto. La torta schizzò via e andò a finire con un tonfo sulla scrivania di Jason. Le mele gli si spiaccicarono sulle carte, sulla camicia e sui calzoni. Nella stanza calò il silenzio. Jason abbassò lo sguardo sul disastro. «Dov'è la mia pistola?» chiese a bassa voce. Polly piagnucolò. Gladys gemette. Duncan si fece strada fra le due donne. «Su, signor Kruger, pensate a cosa state dicendo. Non potete sparare davvero a queste donne.» «Non voglio sparare a loro.» Jason alzò lentamente il volto. «Voglio sparare a te.» Gladys scoppiò in lacrime. «Signor Kruger, non direte sul serio!» Duncan tormentò il cappello ancora più nervosamente. «Porta queste donne fuori di qui!» Jason gli indicò l'uscita. «Non voglio più vedere un'altra donna nel mio accampamento!» «Ma signor Kruger...» «Mai più donne! Mai più!» La porta dell'ufficio si aprì e Shady fece il suo ingresso. Judith Stacy 6 2000 - La vita agra «Cosa vuoi, Shady?» ringhiò Jason. L'uomo si guardò intorno. «Vi ho portato una cosa dalla città, signor Kruger.» Il suo volto s'illuminò. «Il mio pacchetto?» «No. Non c'era la posta, oggi.» Jason tornò ad aggrottare la fronte. «Allora lascialo fuori della porta.» «Non credo che si possa.» Shady fece un cenno. «Su, entrate.» Un delicato profumo precedette l'ingresso di una donna. La sua presenza fece tacere tutti. Jason s'irrigidì. Lei lo fissò. «Signor Kruger? Sono Amanda Pierce, di San Francisco.» Jason la fissò, scuro in volto. «Sì?» «Sono qui per la vostra richiesta.» «La mia richiesta?» «Sì, signor Kruger. La vostra richiesta di una moglie.» 2 «Una moglie!» gridò Jason. Amanda si guardò intorno e scoprì che tutti la stavano fissando. «Davvero, signor Kruger, non c'è bisogno di alzare la voce.» «Una moglie'?» Era stanca per il lungo viaggio e le doleva il capo per essere salita fin lì in un carro traballante che le aveva scosso tutte le ossa. Quel Kruger stava mettendo alla prova le sue buone maniere. «Sì, signor Kruger, una...» «E' la ricetta della mia torta?» chiese Polly. «E io, che dicono che sono una ladra?» aggiunse Gladys. Duncan riprese a tormentare il suo cappello. «Signor Kruger, dovete sistemare questa faccenda una volta per tutte.» «Ora statemi a sentire» disse Jason. «Io non...» «Scusate, signor Kruger.» Amanda gli si avvicinò e abbassò la voce. «Vi siete rovesciato un po' di torta sulla camicia.» Quelle parole rimasero sospese per un momento fra di loro. «Grazie» le disse alla fine. A denti stretti, come per farle capire quanto lo urtasse quel suo commento benintenzionato. Poi lo vide voltarsi verso le altre donne. «Ora statemi a sentire. Non m'importa un fico secco di chi diavolo sia la ricetta, o cosa diavolo ci Judith Stacy 7 2000 - La vita agra mettiate nel vostro pollo arrosto, o chi abbia rubato la ricetta di chi. Tutte queste sono sciocchezze, e non voglio sentire un'altra parola a questo proposito.» Polly s'irrigidì. «Bene.» «Io non ho mai...» fece Gladys, col naso per aria. «Fuori di qui!» tuonò. «Tutti quanti. Tornate se e quando avrete un problema serio.» Duncan gemette. «Ma signor Kruger...» «Scusate, signor Kruger» cominciò a dire Amanda. «Se posso permettermi, quello che avete qui è un problema serio.» Per un momento Jason Kruger sembrò sul punto di buttarla fuori del suo ufficio insieme con gli altri, ma Amanda non si perse d'animo. Non poteva concederle tutta la sua attenzione finché il problema della ricetta rubata non fosse stato risolto. E poiché Kruger non intendeva prenderlo sul serio, lo avrebbe fatto lei. «Posso?» gli domandò. Kruger alzò le mani in segno di resa. «Fate come volete, signorina.» Amanda si voltò verso le due donne. «A quanto ho capito, una di voi due pensa che l'altra le abbia rubato la ricetta.» Polly indicò Gladys con un cenno del capo. «Proprio così. Lei mi ha rubato la mia ricetta della torta di mele.» «E lei sta cercando di rubarmi gli ingredienti del mio pollo arrosto.» «Una donna passa anni a perfezionare una ricetta» cominciò Amanda. «Certo non desidera che un'altra gliela prenda, così da poterla passare a chiunque. Mi state seguendo, signor Kruger?» «In ogni vostra singola parola» le rispose con uno sguardo di ghiaccio. «Bene» disse Amanda. «Da come la vedo, c'è un solo modo per mettere fine alla questione. Voi signore vi scambierete le ricette. Quella della torta di mele in cambio di quella del pollo arrosto. Le avrete solo voi due. Non potrete rivelare la ricetta dell'altra, perché l'altra potrebbe vendicarsi rivelando la vostra. Che cosa ve ne sembra?» Gladys e Polly si guardarono, e qualche momento dopo annuirono. Duncan scattò in avanti e le prese la mano. «Grazie, signorina, grazie davvero. Mi avete tolto proprio un gran peso dallo stomaco.» Scortò le due donne fuori dell'ufficio, poi tornò a far capolino. «Signor Kruger, questa signorina sarà una buona moglie. Una buona moglie davvero.» Judith Stacy 8 2000 - La vita agra La porta si chiuse e nella stanza calò un silenzio ancora più imbarazzato dell'agitata discussione che lo aveva preceduto. Kruger la fissò e Amanda si sentì irresistibilmente attratta dal suo sguardo. Era alto e bruno, e i suoi occhi verdi la turbavano. Passava i suoi giorni all'aperto, il sole gli aveva scurito il volto e disegnato rughe sottili attorno agli occhi. Lavorava anche duramente. La camicia azzurra nascondeva a malapena i muscoli possenti delle braccia. Le sue spalle erano dritte, il petto ampio, i fianchi stretti, il suo... Amanda strinse le labbra per trattenere un gridolino che avrebbe spezzato il silenzio della stanza. I loro sguardi s'incontrarono, e per un breve istante quello di Kruger le sembrò malizioso come il suo. A cosa aveva pensato, quando l'aveva fissata? Kruger aggrottò la fronte. «Volete dirmi cosa diavolo sta accadendo qui, signorina Pierce?» «Non volete invitare la signorina a sedersi?» intervenne Shady. Amanda s'era dimenticata della sua presenza. Jason Kruger sembrava occupare tutto lo spazio, respirare tutta l'aria. Shady prese una sedia dall'altra parte della stanza e la piazzò di fronte alla scrivania di Kruger. «Accomodatevi, signorina.» Amanda gli sorrise, grata, e si sistemò sulla sedia. Nelle ore che aveva passato sul carro merci insieme a Shady aveva avuto modo di conoscerlo un po' e aveva deciso che quell'uomo le piaceva. Brusco e distaccato all'esterno, Shady in realtà era una pasta d'uomo. «Grazie, Shady.» «Prego, dovere mio.» L'uomo fissò il suo capo. «La signorina Pierce ha fatto un viaggio duro e faticoso su per la montagna. Ed è qui solo perché voi l'avete mandata a chiamare.» Jason si sedette dietro la scrivania e si mise le mani nei capelli. «Non scendo da questa montagna da mesi, signorina Pierce» cominciò a dirle a bassa voce. «Non avrei potuto in alcun modo chiedervi di sposarmi.» «Ha una lettera» ribatté Shady. «Una lettera scritta da voi.» «È una richiesta, a dire la verità» precisò Amanda, prendendo la busta dalla borsa. «Vedete, signor Kruger, sono qui per l'agenzia matrimoniale Spose a Distanza.» Shady ridacchiò. «Be', che io sia dannato... Una sposa per posta!» Kruger s'appoggiò allo schienale. «State dicendo che vi avrei mandato a Judith Stacy 9 2000 - La vita agra chiamare io?» «È tutto qui, nella vostra lettera.» Scuro in volto, Kruger gliela prese di mano. La scorse in fretta, poi si voltò verso Shady. «Va' a chiamare Ethan.» «Subito, capo.» Shady si precipitò fuori della porta. Amanda fissò Kruger, intento a rileggere la sua lettera. Un lungo momento dopo, sollevò lo sguardo e la guardò dritto negli occhi. «Sembra che siate venuta qua per niente, signorina Pierce» osservò. «Io non ho mai scritto questa lettera.» Lo stomaco le si strinse in un nodo. Non aveva scritto quella lettera? Lei era andata fin lì per niente? Aveva sopportato le scomodità di quel lungo viaggio, speso i risparmi accumulati a fatica... Tutto per niente? Scosse la testa. «Non siete Jason Kruger? Questa non è la Kruger Brothers' Lumber and Milling Company?» «Sì. Ma ve lo ripeto, signorina Pierce, non ho scritto questa lettera. Né prima d'ora ho mai sentito parlare dell'agenzia matrimoniale Spose a Distanza.» «Ma...» Amanda s'accasciò sulla sua sedia. La porta s'aprì e un uomo fece il suo ingresso. Alto, bruno e con gli stessi capelli neri di Jason Kruger. Non poteva essere che suo fratello. Solo che lui stava sorridendo, tutto allegro. Si tolse il cappello e la salutò con un cenno del capo. «Piacere di conoscervi, signorina Pierce. Sono Ethan Kruger» si presentò. «Shady mi ha appena detto di avervi portata qui sulla nostra montagna.» «Il piacere è mio, signor Kruger.» Le sue buone maniere erano così radicate in lei da non venir meno neppure in momenti difficili come quello. Ethan si voltò verso il fratello. «Così ti sei deciso a cercarti una moglie, eh? Avrei dovuto lasciar fare le ordinazioni a te sin dall'inizio.» Jason, per niente divertito, s'alzò in piedi. «Io non ho ordinato nessuna moglie.» Ethan aggrottò la fronte e indicò la camicia del fratello. «Hai di nuovo mangiato coi porci al trogolo, eh?» Scuro in volto, Jason fissò la torta di mele ancora spiaccicata sul suo vestito e andò a lavarsi in un angolo, dove c'erano una brocca e un catino. Judith Stacy 10 2000 - La vita agra

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