ebook img

La visione PDF

13 Pages·2013·0.3 MB·Italian
by  
Save to my drive
Quick download
Download
Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.

Preview La visione

Capitolo 1 altri animali: il linguaggio espressivo, ico- nico, grafico ed artistico (e non solo quel- La visione lo parlato). Ai tempi dei Greci (scuola pitagorica) si riteneva che lo stimolo per la visione non procedesse dagli oggetti verso l’occhio ma al contrario che l’oc- chio emanasse raggi che andavano verso gli oggetti, testandone la forma e il colore. Un’altra curiosa teoria sulla visione venne formulata da Leucippo di Mileto (V secolo a.C.) il quale supponeva che dagli oggetti si staccassero delle sottili “scorze” che si 1.1 cenni introduttivi dirigevano verso l’occhio conservando la forma dell’oggetto ma rimpicciolendosi Un’immagine può affascinare, incanta- progressivamente così da penetrare nella re, turbare o stordire. Ben nota è la sin- pupilla dell’occhio e formare la visione drome di Stendhal: alcuni turisti restano dell’oggetto. turbati e provano malessere, fino ad ave- Il dibattito su quale fosse la parte ana- re proprie crisi emozionali davanti ad tomica capace di rispondere alla luce un’opera d’arte. Indubbiamente vedere è interessò a lungo senza trovare risposte. di per sé un’esperienza intensa: ma come Nel 1543 Vesalio riconobbe che que- è spiegato questo processo straordinario? sta funzione è da attribuirsi alla retina. Nell’antichità sono state formulate alcu- Il paragone con la camera oscura chiarì ne ipotesi ingegnose: Plinio nel suo testo poi che le immagini formate sul fondo Naturalis Historia sosteneva che l’organo dell’occhio sono capovolte rispetto agli della vista non è l’occhio ma la mente e in oggetti ma restava difficile comprendere un certo senso non si sbagliava; infatti il perché vediamo gli oggetti diritti. processo visivo è il risultato di una serie Anche scienziati ed artisti hanno for- di eventi che si verificano nel nostro cer- nito una propria teoria sulla visione: pen- vello e in cui giocano un ruolo essenziale siamo a Leonardo da Vinci che disegnò sia il genotipo che il fenotipo. Il genotipo uno schema della formazione delle im- è il nostro patrimonio genetico, il fenoti- magini nell’occhio e ipotizzò che l’imma- po è la manifestazione di questo ultimo gine fosse invertita due volte all’interno nell’ambiente. La nostra vista è influenza- dell’occhio. Keplero elaborò la teoria, in ta da una serie di circostanze in cui sono seguito perfezionata da Cartesio, di come coinvolti il nostro stato d’animo, la nostra si formano le immagini nell’occhio: egli precedente cultura e la conoscenza della ritenne erroneamente che le informazio- realtà. Solo l’Uomo utilizza la vista come ni visive venissero processate nel cervel- senso principale per conoscere la realtà, gli lo dalla ghiandola pineale, anziché dalla altri animali utilizzano prevalentemente corteccia cerebrale. altri sensi quali l’olfatto e l’udito. L’Uomo La percezione visiva ha da sempre af- ha sviluppato una capacità simbolica più fascinato fisici, matematici e filosofi, ba- evoluta rispetto alla maggior parte degli sta citare gli empiristi inglesi del Seicento I - La visione | 13 e del Settecento quali Locke e Barkeley Attualmente conosciamo accurata- che consideravano la percezione visiva mente il processo attraverso il quale gli come una sintesi additiva delle singole stimoli luminosi generano segnali nervo- percezioni elementari. si nella retina e come questi segnali ven- Oggi sappiamo che la visione di un gono trasmessi nelle vie visive fino alla oggetto o di un’immagine implica com- corteccia cerebrale. Varie teorie della per- plessi processi che coinvolgono la cor- cezione sono state formulate per spiegare teccia visiva cerebrale e gli organi della le proprietà della visione, fra le quali il co- vista. Nell’ambiente cambiano frequen- struttivismo e la teoria della Gestalt sono temente le condizioni di luminosità e fra le più accreditate. Nel primo decennio di conseguenza anche le condizioni di del Novecento in Germania nacque la illuminazione delle immagini proiettate cosiddetta “psicologia della Gestalt” che sulla retina. La nostra percezione degli studiò principalmente i meccanismi per oggetti tuttavia non cambia. La capacità cui il nostro sistema visivo è vittima delle umana di conservare le proporzioni di illusioni ottiche e delle figure geometri- una sagoma o di un oggetto e dei colori camente impossibili. Gli psicologi tede- – anche se sottoposti a diversa luminosi- schi Wertheimer, Koffka e Kohler inau- tà e intensità – ci rende l’idea di quanto gurarono le ricerche e gli studi in ambito sia straordinario il nostro sistema visivo. percettivo con un’ampia ricaduta in mol- Molto sinteticamente possiamo afferma- ti ambiti applicativi: psicologia, scienze re che la visione di un oggetto si determi- cognitive, design ed architettura. Il con- na dall’energia luminosa che si propaga cetto di base della teoria della Gestalt è nell’ambiente. Questa energia luminosa che l’atto percettivo crei attivamente la stimola le cellule della retina sensibili struttura complessa che noi percepiamo alla luce, i fotorecettori, producendo un a livello cosciente a partire dai particolari segnale elettrico. Questo segnale ne ge- di uno stimolo. Quindi, l’immagine che nera altri nelle cellule nervose che si suc- noi percepiamo è l’espressione del modo cedono lungo le vie neurali dall’occhio in cui le singole sensazioni sono organiz- al cervello, dando luogo a una cascata zate a livello cerebrale così da dar vita a di impulsi che giungono alla corteccia forme che vanno oltre la somma dei suoi cerebrale generando l’immagine visiva. elementi: «il tutto è più della somma del- Tali moderne conoscenze sono state rag- le singole parti». Possiamo riconoscere la giunte grazie agli studi di neuroimaging stessa immagine in condizioni visive di- che utilizzano apparecchiature come la verse (come le variazioni di luminosità) risonanza magnetica funzionale cere- dato che i rapporti fra le diverse compo- brale che scansiona in vivo (in maniera nenti dell’immagine rimangono costanti. non invasiva) le funzioni che sottendono Gli psicologi della Gestalt hanno creato alle specifiche regioni cerebrali, ed an- numerose illusioni e forme per spiegare che grazie agli studi di elettrofisiologia come il nostro sistema visivo sia talvolta cognitiva, neurochimica, ottica, istolo- in difficoltà nel percepire i giusti rapporti gia e neuroanatomia cerebrale che ana- che intercorrono fra gli oggetti. lizzano il cervello e i suoi meccanismi di Il nostro sistema visivo organizza i funzionamento. compiti percettivi seguendo alcune regole 14 | Percezione visiva e modelli che riportano alla struttura, alla forma, al che sono segnali di natura elettrica. Gli colore, alla distanza, al movimento de- assoni possono dare origine, lungo il loro gli oggetti presenti nel campo visivo. La percorso, a ramificazioni, ognuna delle nostra attenzione è attratta dalla sago- quali si porta al corpo cellulare di un al- ma e dai margini di un oggetto e siamo tro neurone o ad un suo dendrite o ad un in grado di riconoscere bene un oggetto organo effettore realizzando la trasmis- anche se lo vediamo in un disegno molto sione nervosa. semplice. Questo dimostra che il sistema Il sistema nervoso centrale (SNC) nervoso applica alle informazioni sen- comprende due classi di cellule fonda- soriali che riceve una serie di assunzio- mentali: i neuroni e le cellule gliali. La ni circa la struttura del mondo visivo. In funzione delle cellule gliali è di soste- questo campo la neurobiologia, le scienze gno, di isolamento e trofica rispetto ai cognitive, la psicologia sperimentale e la neuroni. Le cellule di Schwann di picco- neuropsicologia hanno svolto numerose le dimensioni sono presenti nel sistema ricerche per capire quali siano i meccani- nervoso centrale e svolgono la funzione smi coinvolti nella percezione di forme, di isolamento dell’assone con riferimen- colori e immagini e nei capitoli seguenti to alla sua attività elettrica. Esse infatti ci dedicheremo a spiegare le teorie e gli formano una struttura di rivestimento esperimenti che hanno portato a com- chiamata mielina o guaina mielinica che prendere alcuni di questi meccanismi. ha caratteristiche isolanti. Il rivestimento mielinico è interrotto in corrispondenza dei nodi di Ranvier presenti ad intervalli 1.2 anatomia del sistema visivo regolari lungo l’assone, dove si genera la depolarizzazione di membrana (mecca- Il sistema nervoso umano è composto da nismo chimico) responsabile della con- due parti: il sistema nervoso centrale e il duzione (saltatoria) dell’impulso nervo- sistema nervoso periferico. Questi due si- so. In questo modo, le cellule di Schwann stemi hanno funzioni diverse ma funzio- condizionano anche le caratteristiche nalmente connesse. della conduzione dell’impulso ed, in pri- Il sistema nervoso umano (SN) è for- mo luogo, la velocità. Il segnale elettrico mato da miliardi di cellule nervose: i neu- che si propaga lungo l’assone è chiamato roni. Il neurone è una cellula di forma va- potenziale d’azione, ha un’ampiezza di riabile e in esso si possono distinguere da 100 millivolt (mV) e una durata di circa 1 un punto di vista morfologico: il corpo ms. I potenziali d’azione si generano a li- cellulare, i dendriti, l’assone e le termi- vello del cono di emergenza del neurone nazioni presinaptiche. Il corpo cellulare e sono condotti lungo l’assone a velocità contiene il nucleo con il relativo materia- variabili fra 1 e 100 metri al secondo. I le genetico ed il reticolo endoplasmatico. potenziali d’azione sono segnali utilizzati Dal corpo cellulare originano due tipi per ricevere, analizzare e trasmettere le di prolungamenti: i dendriti e l’assone; informazioni. La trasmissione di un im- quest’ultimo è una formazione cilindri- pulso da un neurone ad un altro si realiz- ca. La funzione fondamentale degli asso- za in punti dove la membrana plasmatica ni è la trasmissione degli impulsi nervosi, di un assone si dispone parallelamente I - La visione | 15 ad una uguale superficie di membrana I meccanismi chimici ed elettrici im- plasmatica di un’altra cellula nervosa o di plicati nella trasmissione dei segnali un suo dendrite. Il complesso costituito nervosi sono anche alla base della fun- da due tratti di membrana plasmatici pa- zionalità delle vie ottiche. Le vie ottiche ralleli e separati da una fessura prende il originano nella retina e si distinguono nome di sinapsi. La cellula che trasmette in una via ottica visiva destinata alla cor- l’informazione è chiamata cellula presi- teccia occipitale per la ricezione e l’inter- naptica e le sue strutture di contatto ter- pretazione delle immagini, ed in una via minazioni pre-sinaptiche. La cellula che ottica riflessa destinata ai centri sotto- riceve l’informazione è detta postsinapti- corticali per i riflessi visivi. La via ottica ca. È a livello della sinapsi che il segnale visiva è composta da neuroni specializ- elettrico si trasforma in segnale chimico. zati presenti nella retina. Alcuni neuro- Un neurone può formare in media circa ni specializzati raggiungono il versante 1.000 connessioni sinaptiche e riceverne vitreo della retina e convergono nel polo anche molte di più. posteriore dell’occhio da dove uscendo Le sinapsi elettriche sono filogeneti- formano il nervo ottico (il punto di con- camente primitive e si ritrovano nei ver- vergenza dei neuriti gangliari costituisce tebrati come la lumaca marina Aplysia la papilla ottica, punto cieco della retina). o il calamaro gigante. Nei Mammiferi si Tramite i nervi ottici il successivo chia- trovano sinapsi chimiche che sono filo- sma ed i tratti ottici i neuriti gangliari geneticamente più evolute. La trasmis- (fibre ottiche) raggiungono i corpi ge- sione sinaptica nelle sinapsi elettriche è nicolati laterali. I neuriti di questi ultimi estremamente rapida poiché basata su formano due fasci, ossia le radiazioni ot- un flusso diretto di corrente dal neuro- tiche che terminano nella corteccia visiva ne presinaptico alla cellula postsinapti- situata al confine della scissura calcarina ca. Questo tipo di trasmissione riveste nella superficie mediale del lobo occipi- notevole importanza per certe risposte tale. Le vie ottiche riflesse sono costituite comportamentali di attacco e di fuga. da un numero maggiore di neuroni che La trasmissione sinaptica di natura seguono lo stesso percorso delle vie visive chimica è invece caratterizzata da una fino ai corpi genicolati, qui deviano poi più bassa velocità e da un minore esau- ai tubercoli quadrigemellari superiori (e rimento: ciò spiega la sua importanza alcuni ai nuclei pretettali) dove creano si- nelle risposte comportamentali fini e napsi con altri neuroni che si connettono complesse. I mediatori chimici della a loro volta con neuroni di vari nuclei del neurotrasmissione (acetilcolina, nora- tronco cerebrale da cui originano i bracci drenalina, serotonina, ecc.) sono chia- efferenti dei riflessi ottici quali i riflessi mati neurotrasmettitori e trasferiscono pupillari, il riflesso di accomodazione del il segnale dalla struttura presinaptica a cristallino e i movimenti a seguire degli quella post sinaptica secondo modalità occhi (Fig. 1.1). definite dal tipo di segnale – eccitatorio Nel nostro cervello esistono aree spe- o inibitorio – e dalla modulazione eser- cifiche con neuroni selettivi per forma e citata dai vari segnali afferenti ad uno colore. Queste aree differiscono per il tipo stesso neurone. di selettività che i neuroni manifestano 16 | Percezione visiva e modelli nei confronti delle diverse caratteristiche luce che proviene dalla regione tempo- degli stimoli. Il cervello corregge l’imma- rale di ogni campo visivo colpisce solo gine portandola a fuoco proprio grazie ai l’emiretina nasale dell’occhio omonimo continui movimenti oculari di esplora- (o emiretina nasale ipsilaterale). zione dell’ambiente. Il disco ottico, che rappresenta la re- Le tre vie principali della percezione gione della retina da cui fuoriescono gli visiva nascono dal corpo genicolato late- assoni delle cellule gangliari, non contie- rale in cui ogni via è devoluta all’analisi ne fotorecettori ed è del tutto insensibile di un solo tipo di informazione visiva, alla luce e costituisce una macchia cieca esse sono: nella retina (il disco ottico è la zona in cui 1. via parvicellulare blob specializzata il nervo ottico esce dalla retina e da dove nella percezione dei colori; partono le fibre che collegano l’occhio al 2. via parvicellulare inter-blob specializ- cervello). In questa piccola parte dell’oc- zata nella percezione delle forme; chio non sono presenti fotorecettori, le 3. via magnocellulare specializzata per cellule sensibili alla luce, e dunque non vi l’analisi del movimento, delle relazio- è alcuna possibilità di visione. Il continuo ni spaziali fra gli oggetti e della visione accomodamento del cristallino e lo spo- stereoscopica. È deputata a fornire ri- stamento degli occhi permettono di non sposte su dove sia un oggetto piuttosto “vedere” zone oscure all’interno del cam- che ad analizzare ciò che esso sia. po visivo. Per questo di solito non ci ren- Queste tre vie sono interconnesse a diamo conto di avere una macchia cieca. vari livelli. Dobbiamo però specificare Le informazioni relative al movimen- che le immagini retiniche sono diver- to possono essere elaborate in maniera se da quelle del campo visivo. Il campo indipendente da quelle del colore dalla visivo è la parte del mondo esterno che via magnocellulare. Per far risaltare le viene vista dai due occhi in assenza di figure dallo sfondo sembra che il nostro movimenti del capo. Se prendiamo come sistema visivo debba organizzare lo sce- esempio la linea mediana, la superficie nario visivo in gruppi di elementi coe- retinica può venir suddivisa in emiretina renti, ciascuno dei quali possiede valori nasale che sta medialmente alla fovea e in relativi alla distanza, alla luminosità e emiretina temporale che è laterale a que- alla struttura. Inoltre, se un’immagine si sta. L’emicampo visivo sinistro proietta muove ogni gruppo di elementi avrà an- le proprie immagini sull’emiretina nasale che una direzione specifica e una specifi- dell’occhio sinistro e sull’emiretina tem- ca velocità di moto. In tal modo anche le porale dell’occhio destro. L’emicampo caratteristiche del movimento potrebbe- visivo destro proietta invece le proprie ro rappresentare un nuovo elemento di immagini sull’emiretina nasale dell’oc- valutazione che permette di distinguere chio destro e su quella temporale dell’oc- un oggetto dagli altri. Inoltre, l’analisi chio sinistro. La luce che proviene dalla della luminosità, della distanza e delle zona centrale del campo visivo colpisce sagome può essere eseguita anche con entrambi gli occhi e va a formare la zona una risoluzione minima, mentre l’anali- binoculare. In ogni metà del campo visi- si delle forme richiede meccanismi visivi vo esiste anche una zona monoculare: la ad alta risoluzione. Quindi, le capacità di I - La visione | 17 Fig. 1.1 Il sistema visivo 18 | Percezione visiva e modelli distinguere un oggetto dal suo sfondo, di forma e il colore. Naturalmente il proces- collegare le diverse parti di una scena e so d’attenzione è alla base. di valutare correttamente le coordinate spaziali degli oggetti potrebbero essere mediate da un basso potere risolutivo in 1.3 analisi di forma, movimento, grado di organizzare l’intera immagine profondità e colore attraverso la definizione dei suoi diversi elementi. Il sistema destinato alla discri- minazione dei colori invece è meno coin- I neuroni della corteccia visiva sono sen- volto nell’analisi del movimento. sibili a differenze di luminosità e suddivisi Le informazioni visive sono analiz- in quattro categorie sulla base dei campi zate dalla corteccia visiva. Queste infor- recettivi: neuroni a campi circolari sim- mazioni sono proiettate su altre regioni metrici, neuroni semplici, neuroni com- sottocorticali e la struttura fondamentale plessi e neuroni ipercomplessi (Hubel e per l’elaborazione delle informazioni è il Wiesel, 1962). I campi recettivi del corpo corpo genicolato laterale che proietta in genicolato laterale sono di tipo concen- parte all’area visiva primaria. trico: ci sono neuroni centro-ON che au- Altre aree contribuiscono alla visio- mentano la propria frequenza di scarica di ne: la corteccia frontale, che controlla potenziali d’azione quando uno stimolo l’esplorazione visiva oculomotoria, i set- luminoso colpisce il centro del campo re- tori parietali postero-inferiori e le regioni cettivo, i neuroni a centro-OFF si compor- temporali inferiori. Le regioni pretettali tano in modo opposto. I neuroni a campi controllano i riflessi pupillari che hanno circolari simmetrici sono neuroni mono- lo scopo di regolare la quantità di luce che culari (provenienti da un solo occhio) che raggiunge la retina e alla messa a fuoco rispondono quando margini di differente delle immagini. Le regioni ipotalamiche luminosità attraversano il campo recetti- regolano risposte in relazione alla lumi- vo. I neuroni semplici rispondono a sti- nosità del ritmo circadiano giorno/notte. moli monoculari; i propri campi recettivi Le prove scientifiche dimostrano che rispondono all’analisi dei margini di forme le diverse informazioni visive sono ana- visive. I neuroni complessi sono neuroni lizzate lungo vie nervose in parallelo. Se sia monoculari che binoculari, sono sensi- per esempio, vediamo una porta di colo- bili all’orientamento dello stimolo soprat- re marrone associamo in un’unica perce- tutto in movimento. Il campo recettivo di zione le sensazioni di colore (marrone), un neurone è l’insieme dei recettori la cui di forma (rettangolare), e di oggetto so- attività può influenzare l’attività del neu- lido (porta) ma possiamo anche associa- rone medesimo. I neuroni ipercomplessi re il colore marrone a quello di un ma- sono simili ai neuroni complessi ma an- glione o di un libro. Le immagini visive che sensibili al movimento dello stimolo complesse si costruiscono gradualmente in una certa direzione. Il movimento delle attraverso l’attività di varie vie poste in immagini nel campo visivo è importante parallelo e capaci di analizzare ogni sin- non solo perché gli organismi si muovono gola caratteristica delle immagini come il nell’ambiente e così gli occhi si muovono movimento, la solidità, la profondità, la in continuazione durante l’esplorazione I - La visione | 19 visiva dell’ambiente ma perché il movi- stereoscopica. La visione stereoscopica è mento è fonte di informazioni visive che possibile in quanto i due occhi sono posti aiutano la percezione visiva: il fenomeno è ad una certa distanza uno dall’altro sul noto come flusso ottico. piano orizzontale. Ognuno dei due occhi Lo sguardo umano si sposta continua- produce immagini leggermente diverse mente in un alternarsi di “saccadi” (i mo- dalle due retine. L’informazione che pro- vimenti rapidi degli occhi, sono chiamati viene dai due occhi deve confluire nella movimenti saccadici) e pause di fissazio- corteccia visiva primaria che rappresen- ne e segue percorsi precisi: osservando ta il primo step del sistema visivo in cui un volto lo sguardo si ferma sugli occhi i singoli neuroni ricevono afferenze dai poi passa alla bocca e al naso. In seguito due occhi. Le cellule sensibili alla dispa- esplora i contorni del viso. Un tracciato rità binoculare si trovano in molte aree gestaltico che quasi ridisegna il volto os- corticali. Alcune cellule sono sensibili servato e che ha il punto di partenza e di all’orientamento, al colore e alla disparità arrivo sui lineamenti più importanti (oc- retinica degli stimoli visivi e proseguono chi o bocca) e che focalizza l’attenzione l’analisi delle sagome degli oggetti. Non nelle zone dove si trovano i muscoli che solo, i neuroni rispondono anche quando danno luogo a espressioni facciali quali un margine illusorio attiva il loro campo ansia, paura o gioia, è uno schema in- percettivo. nato che ognuno di noi ripete per capi- La visione dei colori comporta un pro- re che tipo di persona si trova di fronte. cesso complesso nel quale intervengono La stessa cosa avviene quando fissiamo tre fattori principali: la radiazione lumi- un’immagine geometrica e spostiamo lo nosa, la composizione chimica e la strut- sguardo anche se l’immagine è stabile: si tura della materia. esplora per capire cosa è. La radiazione luminosa rappresenta Un compito molto importante che una variazione periodica di un campo svolge il sistema visivo è quello di dare “elettromagnetico” che origina dalla pro- alle immagini retiniche bidimensionali pagazione di una successione continua un significato tridimensionale. Per di- di impulsi elettromagnetici, di varia fre- stanze maggiori di 30 metri le immagini quenza, rappresentabili come onde dette retiniche dei due occhi sono praticamen- lunghe o corte a seconda della differente te identiche e di conseguenza a una certa ampiezza. Le onde elettromagnetiche, distanza utilizziamo una visione mono- la cui frequenza è inclusa nell'intervallo culare. È possibile tuttavia rendersi con- tra 400 e 700 nanometri (miliardesimi to delle distanze anche guardando con di metro), rappresentano un particolare un occhio solo e utilizzando una serie intervallo di frequenze, che possono es- di elementi monoculari di profondità di sere rivelate dall’occhio. Esse sviluppano campo. Molti di questi elementi mono- nella retina una reazione fotochimica che culari di profondità erano già noti agli induce la sensazione dei colori nel no- artisti dell’antichità. La percezione della stro cervello. Un fascio di radiazione che profondità di campo per distanze infe- copre tutto l’intervallo luminoso è per- riori a 30 metri, oltre che sugli elementi cepito come una luce bianca. Se il fascio monoculari si basa anche sulla visione di luce attraversa un prisma di vetro si 20 | Percezione visiva e modelli verifica una scomposizione del fascio di parietale) è interessata all’analisi del mo- “luce bianca” e assistiamo all’arcobaleno vimento e del colore. Le informazioni dei colori, fenomeno conosciuto come che riguardano il movimento, la forma e “diffrazione della luce”. I colori percepiti il colore degli stimoli non sono analizzate dalle singole frequenze diffratte, possono in vie funzionalmente separate. In base a essere ricombinati e ottenere nuovamen- ricerche sul sistema visivo si è notato che te per “sintesi addittiva”, la percezione alcune cellule sono sensibili a combina- della luce bianca. zioni di forme e colori. La percezione dei Il colore non dipende solo dalle as- colori dipende a sua volta dai rapporti sociazioni di frequenza delle radiazioni figura-sfondo. visibili, ma anche dalle interazioni di “as- sorbimento e riflessione” e “rifrazione”, 1.4 evoluzione della vista nei che si attuano nella propagazione della energia delle onde, dalla diversa compo- Primati sizione e chimica della materia. Tali in- terazioni spiegano molti fenomeni visivi Nella serie evolutiva dei Primati è avvenu- che fanno apparire colorate le sostanze. to un progressivo e armonico incremen- Infatti le colorazioni che percepiamo to di quelle parti della corteccia cerebrale come se appartenessero agli oggetti, pos- che si pongono in relazione alla visione sono essere interpretate in termini di dei colori. I Primati vivendo in un habitat “sintesi sottrattiva dei colori”. Vengono arboricolo-forestale hanno sviluppato una anche descritti in letteratura altri feno- visione specializzata per i colori e hanno meni luminosi in relazione alla struttura sviluppato il controllo dei movimenti e e composizione chimica della materia, dell’equilibrio. Le esigenze all’adattamen- quali la “fluorescenza”, la “bio-lumine- to all’ambiente hanno potenziato l’incre- scenza” oppure la “opacità e trasparenza” mento della massa cerebrale. L’evoluzione delle sostanze, la cui percezione produce delle aree olfattiva, visiva e uditiva nei effetti affascinanti. Primati ha portato al differenziamento In base a studi sperimentali sappiamo dell’organo della vista, all’involuzione come le cellule dell’area medio-tempo- dell’olfatto e all’interazione dell’organo rale rispondano bene al movimento di dell’udito con l’organo dell’equilibrio (ca- macchie o sbarrette luminose rivelan- nali semicircolari). L’importanza della vi- done i contrasti di luminanza. Non solo, sta nell’evoluzione dei Primati è piuttosto esse rispondono anche a forme in movi- evidente: è in relazione con la vita arbo- mento non caratterizzate da differenze ricola che hanno praticato. Gli occhi rac- di luminosità ma solo da differenze di colgono molte informazioni sulla dimen- struttura e colore. Queste cellule però sione, il colore, il movimento, la forma e non sono selettive per il colore in quanto la distanza di un oggetto. I primi Primati tale ma evidenziano il movimento perché possedevano piccoli occhi posti lateral- sono sensibili a margini caratterizzati da mente e la maggior parte delle informa- un contrasto di colore. zioni sull’ambiente circostante veniva rac- L’area medio-temporale (e la via dor- colta con il senso dell’olfatto. Con una tale sale che si estende fino alla corteccia posizione laterale il paesaggio appariva I - La visione | 21 bidimensionale, come su uno schermo avere un quadro completo delle pressioni cinematografico, e non era possibile al- selettive che ha portato allo sviluppo del- cuna valutazione della profondità. Lo la visione dei colori devono quindi essere spostamento degli occhi da una posizione considerati anche altri aspetti dell’eco- laterale ad una posizione frontale permet- logia e del contesto sociale delle diverse teva invece una migliore percezione del- specie di Primati. Solo i Primati dotati di la profondità. La visione tridimensionale visione tricromatica sono in grado di di- non solo dava modo di stimare bene la scriminare i segnali rosso-verde e quindi distanza dei rami ai quali afferrarsi, ma di distinguere le foglie rossicce con eleva- portò anche alla osservazione di oggetti to contenuto nutrizionale da quelle ma- da vicino ed alla loro manipolazione, con ture e non commestibili. Per tali motivi un conseguente perfezionamento dell’uso è stato ipotizzato che il vantaggio prin- delle mani. L’appiattimento facciale e l’ar- cipale della tricromaticità consista nella rotondamento della testa lasciarono uno possibilità di individuare con facilità fo- spazio assai maggiore al cervello, che si glie commestibili. andava sviluppando e modificando pro- La visione dei colori si è sviluppata fondamente. L’espansione del cervello si quindi, come funzione fisiologica utile rendeva indispensabile per coordinare in un mondo primitivo in cui la princi- la massa di informazioni trasmesse dai pale forma di luce era quella solare, più sensi della vista e del tatto. Vista, tatto e o meno diffusa, rifratta o riflessa. Gli cervello si svilupparono in un rapporto di oggetti illuminati da questa luce erano stretta influenza reciproca e la struttura essenzialmente corpi pieni, opachi e del cervello dei Primati rispecchiava tut- non metallici che riflettevano in fun- ti questi mutamenti evolutivi. La cortec- zione della composizione, della rugosi- cia cerebrale in particolare subì una forte tà e delle irregolarità di superficie. Dato espansione e man mano che aumentava di che la visione a colori permette distin- volume la sua superficie si introfletteva e zioni più fini rispetto a quella mono- formava un numero sempre maggiore di cromatica in bianco e nero, i suoi van- circonvoluzioni, di solchi e di scissure che taggi sono notevoli; d’altra parte se le delimitavano le diverse aree, sempre più distinzioni non sono affidabili, diven- specifiche. tano inutili, sono prive di significato. La visione dei colori costituisce un La costanza del colore ha dunque una vantaggio per la ricerca di frutti colorati grande importanza poiché la capacità e di foglie commestibili tra la vegetazio- di riconoscere gli oggetti sarebbe molto ne. Tutte le specie di Primati sono grandi ridotta se i colori cambiassero a causa consumatrici di frutta e le altre risorse di un’illuminazione diversa. alimentari sono consumate con minore frequenza anche quando i frutti scarseg- 1.5 cervello, emozioni ed giano. Le risorse alimentari alternative scelte dai Primati nei periodi in cui i frut- esperienza estetica ti sono meno abbondanti sembrano co- munque avere contribuito in modo par- L’esperienza estetica coinvolge diver- ticolare all’evoluzione della visione. Per se strutture e funzioni cerebrali sia nel 22 | Percezione visiva e modelli

Description:
filogenetico. Il primo cervello, il più semplice ma anche il più antico, il rettiliano, com- prende strutture del midollo spinale e la zona inferiore del tronco
See more

The list of books you might like

Most books are stored in the elastic cloud where traffic is expensive. For this reason, we have a limit on daily download.