H. L. Nieburg La violenza politica LA SOCIETÀ E IL POTERE GUIDA EDITORI La violenza non è un fenomeno aberrante da condannare in quanto tale. Grazie alla violenza i diseredati e gli oppressi proclamano il proprio diritto all’esistenza, provano a se stessi e agli altri la propria legittimità, sì impongono come soggetti attivi del processo sociale. La prova di forza si trasforma in un giudizio terribile e inequivocabile, in cui i valori, le visioni del mondo, le istituzioni e la struttura del potere che le sorregge vengono saggiate nella loro vitalità, sottoposte a un esame estremo che può cambiare la realtà e creare un nuovo ordine di vita. La violenza non è irrazionale e inumana, e non è sempre distruttiva. Nello scambio continuo di valori, che governa i rapporti tra gli uomini, la violenza è l'ultimo strumento per riparare le diseguaglianze e reintegrare le parti su basi piu giuste. La violenza non è l’atto creativo della società nuova. La violenza è semplice- mente uno strumento i cui limiti e la cui efficacia sono definiti dal contesto sociale. Tutti i livelli della vita associata sono permeati da un processo di contrattazione che abbraccia una gamma amplissima di valori, positivi e negativi. Nieburg fu qui giustizia delle mascherature teoriche che-ricoprono i pregiudizi vecchi e nuovi sulla violenza politica e inquadra il fenomeno in una dimensione inesplorata. Il suo suggerimento è semplice: comprendere il processo sociale perché la violenza ne è parte integrante, e individuare i modelli di interazioni che la promuovono e consolidano. In questo modo emerge il contesto strut turale della violenza politica, e le interpretazioni settoriali sono superate in una prospettiva piu ampia. Un passo importante nella direzione di una teoria della violenza politica e un libro lucido e antiaccademico, lontano da ogni scolastica, che va diritto al nocciolo delle cose e propone una meditazione seria sul mondo che ci circonda. 551180 H LA SOCIETÀ E IL POTERE Collana diretta da Mario Stoppino 1 H. L. NIEBURG La violenza politica GUIDA EDITORI - NAPOLI Titolo originale: Political Violence, St. Martin’ Press, 1969 Traduzione di Franco Goio 551180 H Proprietà letteraria riservata © Copyright 1974 by GUIDA EDITORI s.r.l. - NAPOLI - via Port’Alba 19 « Nelle moderne società industriali dell’occidente si è riu sciti a minimizzare l’incidenza della violenza politica, e la violenza dei gruppi o strati sociali emarginati si è fatta rela tivamente rara » Affermazioni come questa erano comuni sino a pochi anni fa, al punto che non stupisce il sentirla pronunciare da un celebre teorico del conflitto sociale come Lewis Coser; pochi però si sentirebbero di sottoscriverla oggi, tanto stridente è il contrasto con l’esperienza quoti diana che ci mostra come anche nelle società più avanzate le tattiche di lotta violenta hanno gradualmente preso piede, assumendo forme nuove e inusitate e affiancandosi con suc cesso a quelli che l’ottimismo liberal-democratico riteneva essere i canali ormai consolidati del dissenso e della protesta. Non è neppure il caso di ricordare al lettore la messe di violenza politica che gli anni ’60 hanno regalato alle « paci fiche » società occidentali. Certo il nostro è stato, come dice Hannah Arendt, un secolo di guerre e di rivoluzioni12, e sarebbe un errore, una perdita di prospettiva storica soprav valutare l’incidenza attuale della violenza politica. Resta però il fatto che essa c’è, resiste tenacemente a tutti i tentativi di regolazione e si espande in settori e aree di attività che prima ne erano relativamente immuni. Più che la sua por tata reale sono forse i connotati che assume ad allarmare e 1 Lewis A. Coser, Continuities in the Study of Social Conflict, New York, 1967, p. 105. 2 Annah Arendt, Sulla violenza, Milano, 1971, p. 9.