O E a N N i STEFANO MARTINELLI TEMPESTA f I o A L s L La tradizione testuale del o N I M l O i F Liside di Platone I E D T e I E e Firenze, La Nuova Italia, 1997 D R r (Pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università U A e t degli Studi di Milano, 173) T L t S I e F L I L i G d E à D t l À o T c I a S F R E a V l l I N e d U i n o i z a c i l b Quest’opera è soggetta alla licenza Creative Commons Attribuzione ‑ b Non commerciale ‑ Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY‑NC‑ND u P 2.5). Questo significa che è possibile riprodurla o distribuirla a condizio‑ ne che ‑ la paternità dell’opera sia attribuita nei modi indicati dall’autore o da chi ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi a‑ vallino chi la distribuisce o la usa; ‑ l’opera non sia usata per fini commerciali; ‑ l’opera non sia alterata o trasformata, né usata per crearne un’altra. 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Fiatone, Liside - Tradizione e critica del teatro 184 Proprietà letteraria riservata Printed in Italy © Copyright 1997 by « La Nuova Italia » Editrice, Firenze la edizione: settembre 1997 SOMMARIO PREMESSA p. 1 1. I CODICI DELLA PRIMA FAMIGLIA » 7 2. I CODICI DELLA SECONDA FAMIGLIA » 28 3. I CODICI DELLA TERZA FAMIGLIA » 124 4. LE TRADUZIONI LATINE » 142 5. LE EDIZIONI DEL CINQUECENTO » 182 6. IL RAPPORTO FRA B, T, W » 213 7. CONCLUSIONI: L'ORIGINE DELLA TRADIZIONE MEDIEVALE » 258 APPENDICE » 279 BIBLIOGRAFIA » 281 TAVOLE » 314 INDICI » 324 al mio maestro PREMESSA II presente lavoro intende inserirsi nel contesto della vivace rinascita degli studi sulla tradizione manoscritta di Fiatone, che in tempi recenti ha largamente contribuito a riscattare la filologia dalla "vergogna", di pasqua- liana memoria1, suscitata dalla conoscenza imperfetta dei manoscritti pla tonici. Dall'edizione oxoniense di Burnet a oggi i lavori di Dodds sul Gorgia, di Bluck sul Menane, di Carlini sul Fedone e sulla IV Tetralogia, di Berti sul Critone, di Moreschini sul Parmenide e sul Fedro, di Jennifer Moore- Blunt sulle Epistole, di Slings sul dito/onte, di Boter sulla Repubblica, di Jonkers sul Timeo e sul Crizia, di Murphy sul Carmide, di Brockmann sul Simposio e di Vancamp sui due Ippia2 hanno contribuito a ridimensionare la troppo drastica semplificazione operata da Burnet nella selva della tra dizione manoscritta platonica, già peraltro ampiamente disboscata3 da Schanz, Wohlrab, Jordan e Kràl, pur con qualche eccesso nell'eliminatio, nel secolo scorso4. In attesa della pubblicazione, oggi in corso a cura di vari studiosi, della nuova edizione per gli OCT, di cui solo il primo volu me (Piato 1995: il Liside sarà presentato nel III volume) è già stato pub blicato, la presente ricerca si propone di supplire alla mancanza di un lavoro, simile a quelli menzionati, per il Liside. La scelta del singolo dialogo come campo di indagine, pur senza perdere di vista i risultati delle ricerche sugli altri dialoghi e sul corpus, Pasquali 1952, p. 253. I riferimenti si troveranno nel corso del lavoro e in bibliografia. L'immagine è di Carlini 1992 (1), p. 12 e n. 5. Vd. n. 2. PREMESSA viste le tendenze attuali della ricerca in questo ambito, non necessita di giustificazione: è Tunica via praticabile da un lato per poter aspirare a una maggior completezza nella disamina delle testimonianze manoscritte, con la conseguente maggior precisione nel tracciare un quadro storico della trasmissione del testo, dall'altro per poter cogliere meglio nei particolari taluni fenomeni, quali ad esempio i cambi di modello, che in un'indagine troppo vasta possono sfuggire. Vorrei aggiungere che in questo modo, confrontando i risultati ottenuti sui singoli dialoghi, è possibile notare meglio quelle incongruenze, che sono frutto della continua interazione fra Korpusùberlieferung e Einzelnùberlieferung, troppo spesso sottovalutata5. Ho esteso il campo di ricerca ai trentacinque6 manoscritti greci, che contengono il Liside nella sua interezza7, relegando in appendice alcuni codici con brevi estratti8, alle traduzioni latine da Pier Candido Decem- brio a Pier Vettori e alle edizioni cinquecentine fino a quella stefaniana (Capp. IV e V). Oltre alla testimonianza dell'unico papiro sinora noto (POxy 88Iv), contenente qualche riga del Liside^, ho ritenuto opportuno svolgere un'in dagine sulla tradizione indiretta10. In questo ambito la ricerca è resa dif ficile dal carattere assai eterogeneo degli strumenti a nostra disposizione11: accanto a edizioni recenti, dotate di ottimi indici, ce ne sono altre in parte superate, fornite di indici inaffidabili, quando non ne sono del tutto prive, e altre ancora incomplete, tuttora in corso di compimento. Questa parte del lavoro intende quindi essere un contributo, necessariamente incomple to e passibile di miglioramento, al superamento della lacuna forse più 5 Cfr. Gap. VII. 6 II caso di Wroc insegna che una ricerca in biblioteche non ben esplorate po trebbe riservare qualche sorpresa: vd. Fòrstel 1994 e Martinelli Tempesta 1995 (2). 7 Unica eccezione è l'Ott. 177, che però contiene circa la metà del dialogo. 8 Si tratta in sostanza del Voss. gr. 54 (ff. 441r-442r) e del Neap. 91. IL C. 32 (ff. 212v-213r): questi manoscritti non offrono dati interessanti, a differenza del cod. Vat. Pai. 173 (P), ampiamente studiato da Mariella Menchelli in un importante lavoro an cora troppo poco citato (Menchelli 1991; cfr. Murphy 1995, p. 166, n. 4). P non contiene parti del nostro dialogo, a parte alcuni brevi estratti relativi a scolli (vd. Menchelli 1991, p. 106). 9 Gap. VI, 6. 10 Gap. VI, 5. Jonkers e Brockmann hanno preferito escluderla dai limiti delle loro ricerche, mentre Boter si è limitato a fornire un indice dei testimoni - preziosis simo, si badi -: Boter 1989, pp. 290-365. Vancamp l'ha inclusa nei suoi lavori (Van- camp 1995 [2], pp. 56-58; Vancamp 1996, p. 10; Vancamp 1996 [2], p. 54). 11 È stato in parte effettuato un primo spoglio del TLG elettronico, che mi è stato reso possibile dalla generosa disponibilità dell'amica dott.ssa Carla Castelli.