In questo breve ma denso saggio l'A u tore ripercorre le tappe che formano il pre supposto dell'esperienza religiosa di Akhe naton il faraone "ebbro di Dio", ultimo vero erede dei "faraoni del sole". Sul finire della diociottesima dinastia (XIV sec. a. C.) Akhe naton promosse una riforma religiosa, che sconvolse temporaneamente il pantheon tra dizionale degli dèi. Il culto del sole, che aveva già conosciuto periodi di grande splendore in epoche ar caiche e durante le prime dinastie, venne ri proposto con nuove e più ricche suggestioni spirituali. Alla formulazione teriantropica della divinità solare (Ra-Harakhte con la te sta di falco e il disco sopra il capo) seguì una raffigurazione dell' Aton come un disco solare i cui raggi terminanti in tante piccole mani con i simboli della croce egizia si pro tendevano a infondere il "soffio della vita". L'A ton simbolizzava bene, come cerchio celeste, l'idea della totalità e dell'infinito anche per gli altri popoli. Ogni riferimento all'iconografia tradizionale era scomparso; la divinità, adesso, era rappresentata nella forma più astratta che mai si fosse vista in terra d'Egitto. Aton era il perfetto visibile, contrapposto al concetto dell'invisibilità di Amon, che chiunque poteva adorare nel suo aspetto naturale; la sua presenza in cielo era garanzia di vita per tutti. Il re tornava a essere il supremo sacerdote, l'unico vero officiante e intermediario fra il Divino e il mondo, come un tempo la tradizione aveva previsto. Akhenaton, in sostanza, propose la vec chia teologia in termini assolutamente nuo vi, purgata da ogni impurità e compromes- so: la forma più spirituale che potesse dar si alla religione del sole. La dottrina dell'A t on è esposta nel "Gran de Inno" composto dallo stesso re; l'inno, che presenta uno straordinario parallelismo di pensiero e di struttura con il Salmo 104, è considerato fra i capolavori della lettera tura egizia e, a una attenta "lettura inter na", rivela tutte le caratteristiche della fede di Akhenaton. Scrive l'Autore: « ... abbiamo parlato, e non a caso, di "lettura interna" perché (come è stato dimostrato dalle ri cerche più recenti) l'unico modo per cerca re di capire il messaggio della sapienza egi zia è quello di smettere gli abiti della men talità moderna, di farsi, in qualche modo, "egiziani" con un senso di comprensione e di simpatia, rivivendone, senza preconcet ti, il mistero dati' interno». In "Appendice" è stato inserito lo scrit to, "Donna, sacerdotessa, dea: i tre livelli del femminile nell'Egitto antico", dove I' Au tore sottolinea come poche civiltà hanno accordato, al pari di quella egizia, tanto rilievo ed emancipazione alla donna quale modello sensibile di un archetipo cosmico. BenPta roldaiu,ri enfa itloo shoaaf pia, profongdlisitt oud diai r cheoefl iolgoilao gia classsièis cpae;c iailnsi tzozcraoitmaop arata delrleel iagricoanoiirc iheein ntdailrii,iz zando suoiin tenreelslsd'iea mlri eteado e ldliam en sioinnei ziPartoifcosant.du odd ieoltsleoam a tiicnai zitartaidciazh iapo unbablle"i,Lc aa to: paroslvae l(a1t9a8""5 A)r,c hietm eitttou"r a (198"8Im)li, t doe ll'a(m1o9r9"e1O")l ,lt or e zer(o9I"9 2")M,i ets it odreileSl iac ainltiia ca("2 00"3L)',i niz(i2a0z0i4o)n.e " Icno peSrttaituan dai Ak:he naton. MusdeLiou xor. €1 4,00 I proventi che si ricavano da questo libro - per il quale non si richiedono diritti d'Autore - verranno impiegati per la ristampa dell'opera. Il contenuto di questo libro non può essere riprodotto con nessun mezzo e in nessuna forma senza il preventivo con senso scritto dell'Editore, ad eccezione di brevi citazioni per recensione riportandone la fonte. © 2005 Asram Vidyii, Via Azone 20 - 00165 Roma Il presente volume è stato composto con il carattere "Vidyii" © 1993 Asram Vidyii. I geroglifici sono stati ottenuti con il font "EgyptVidyii" © 2005 Asram Vidyii. ISBN 88-85405-60-6 BENPTA RODI LAT RADIZISOONLEA RE NELL'ANETGIICTOT O EDIZIAOSNRIA VMI DYA a Raphael «Dammi la luce affiché io possa vedere la tua bellezza». Il libro dei morti Ra dalla testa di falco, che porta sul capo il disco del sole e l'uraeus e Harakhte, sul dorso di un vitello, che passa tra gli alberi posti a segnare l'orizzonte (tomba di Sennedjem, XIX dinastia, Tebe) PREFAZIONE Nell'antico Egitto, sul finire della XVIII dinastia, una rivo luzione religiosa, quella promossa da Amenhotpe IV-Akhenaton, sconvolse il pantheon tradizionale degli dèi. Falll, malgrado le sue aspirazioni democratiche, perché il culto monoteistico propugnato dal faraone "ebbro di Dio" aveva, in realtà, carattere aristocratico: il sole, svincolato da ogni rap presentazione antropomorfa e zoomorfa, era nozione arcaica nella terra del Nilo. E durante la IV e, soprattutto, la V dinastia aveva conosciuto il suo massimo splendore cultuale. Un ritorno alle origini, dunque, quello perseguito da Akhe naton, che tuttavia segnò il culto solare di nuove e più ricche suggestioni spirituali. La riforma non sopravvisse al suo promotore. Fallì per molteplici ragioni, fu sepolta dall'oblio politico e dalla male dizione dei sacerdoti del potente dio Amon di Tebe. Di quell'età così breve, eppure così intensa, molto s'è scritto, molto s'è detto. Ma poco, quasi nulla, s'è cercato di capire dell'ideologia religiosa di Amenhotpe IV-Akhenaton: l' Atonismo attende ancora di essere decifrato per quello che fu davvero, la grande ierofania solare del mondo antico, autentico precorrimento del "sole" cristiano. Il saggio che segue vuol essere un contributo (il primo in questa direzione) per la corretta comprensione dell 'A ton. Essa finora è mancata per obiettive difficoltà filologiche e di meto do, che ritengo tuttavia superabili con l'indagine storico-com parativa e, soprattutto, con una puntuale ricostruzione della mentalità religiosa degli antichi Egizi. La Tradizione solare nell'antico Egitto Per capire lo spirito dell' Atonismo ho cercato di compiere un gran balzo all'indietro, ai primordi stessi della storia egizia na, quando il culto solare fece la sua prima apparizione nella terra del Nilo. Ho cercato di compenetrare i meccanismi inter ni del mondo di heka, la "magia" egizia del fare. Più ancora, con un moto di assimilazione simpatetica (sen za il quale è vano scandagliare l'anima degli antichi), mi sono messo nei panni d'un sacerdote egizio, ho ragionato come lui ragionava. Di questa proiezione è frutto il saggio che presento ai lettori, espressione matura d'una ricerca nata in ambito universitario. Un'ultima avvertenza: come per ogni civiltà fondata sul pensiero mitico, è necessario rifarsi a categorie che non sono quelle logiche inventate dalla filosofia greca e che ci hanno fin qui condizionato. L'Egitto richiede un diverso stile di pensiero, quello del l'età dei sapienti. Le sue esperienze religiose vanno rivissute dall'interno e non con la mentalità storicistica del mondo moderno.