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La teoria della socializzazione di Jürgen Habermas. Un’applicazione ontogenetica delle scienze ricostruttive PDF

314 Pages·2012·2.625 MB·Italian
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Lo studio della sociale di Mead L Luca corchia collana. Filosofia personalità umana e la psicoanalisi . co nUova serie ha impegnato, freudiana r [115] c per lungo tempo, dischiude, h La teoria della socializzazione i la riflessione di soprattutto, a Habermas non l’orizzonte di Jürgen Habermas lUca corchia è dottore di ricerca in ‘memoria cultu- solo perché egli interpretativo rale e tradizione europea’ e collabora con il diparti- interessato a all’interno dal quale mento di Scienze Politiche e Sociali dell’università di Pisa. Si interessa di temi di storia del pensiero sociale, indagare l’apporto Habermas ricercava U ’ sociologia politica e culturale. ha pubblicato diversi delle funzioni un modello per n applicazione ontogenetica saggi e monografie, tra le quali si segnalano: Dialogo su soggettive al la configurazione delle scienze ricostrUttive Jürgen Habermas, con massimo ampola, ETS, 20102; processo di metodologica delle I cinque cerchi diabolici, Le Lettere, 2009; La logica dei riproduzione scienze sociali in L processi culturali, Ecig, 2010; Jürgen Habermas. A Bi- a simbolica delle una prospettiva T bliography: works and studies (1952-2010), arnus uni- E altre componenti ricostruttiva. versity books, 2010; La democrazia nell’era di Internet, o del mondo vitale Questa è la ragione dr Le Lettere, 2010. e, viceversa, come fondamentale per i Jia ü d queste forniscano cui è opportuno rE gL il contesto interessarsi EL na socio-culturale al tentativo h S dell’ontogenesi. habermasiano di ao bc Il confronto con applicare il modello Eia l’epistemologia ricostruttivo rL mi genetica di Piaget, nel campo della az z Kohlberg e Selman, teoria della Sa z la psicologia socializzazione. i o n E 115 E d i z i o n i E in copertina € 20,00 TS Edizioni ETS Paul Klee, Masken, 1922, particolare. Corchia_cover.indd 1 27/06/12 15.21 LUCA CORCHIA La teoria della socializzazione di Jürgen Habermas Un’applicazione ontogenetica delle scienze ricostruttive nuova edizione www.edizioniets.com © Copyright 2009 Nuova edizione 2012 EDIZIONI ETS Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa [email protected] www.edizioniets.com Distribuzione PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze] ISBN 978-884673332-0 la forza liberatrice del ricordo deve servire ad estinguere il potere del passato sul presente. JURGEN HABERMAS, Il discorso filosofico della modernità INDICE Prefazione LA SOGGETTIVITÀ DIFFICILE TRA SOGGETTI E ATTORI SOCIALI di Massimo Ampola 9 Introduzione LE RICERCHE PSICOLOGICHE DI JÜRGEN HABERMAS. FONTI, OPERE E TEMI 23 Capitolo primo IL CONCETTO DI INDIVIDUO 31 1. L’identificazione numerica del corpo: il sostrato organico 36 2. L’identificazione generica: le capacità d’intendere e di agire 40 3. L’auto-identificazione: la capacità di volere (essere se stessi) 45 4. L’auto-identificazione socialmente riconosciuta 48 Capitolo secondo ASSUNTI DELLA TEORIA DELLA SOCIALIZZAZIONE 53 1. I processi di socializzazione e la riproduzione del mondo vitale 56 2. Logica dello sviluppo psichico come decentramento del mondo 59 2.1. Lo stadio finale dello sviluppo ontogenetico 60 2.2. Livelli dello sviluppo ontogenetico 64 2.2.1. Un concetto costruttivistico di apprendimento 64 2.2.2. L’intreccio tra prospettive sul mondo e comunicative 67 2.2.3. La formazione di competenze cognitive, morali ed espressive 70 2.3. I processi di apprendimento normali e patologici 77 Capitolo terzo RICOSTRUZIONE DELLO SVILUPPO ONTOGENETICO 79 1. La prima infanzia 80 1.1. La costruzione di oggetti affettivamente importanti 81 1.1.1. Aspetti cognitivi: la fase senso-motoria 82 1.1.2. Aspetti affettivi e motivazionali: l’investimento oggettuale 86 1.2. La genesi delle convenzioni semantiche 89 1.3. Dalla simbiosi all’identità del sé attraverso l’identità naturale 93 6 La teoria della socializzazione di Jürgen Habermas 2. L’infanzia 95 2.1. Il livello pre-riflessivo (concreto) della cognizione 96 2.1.1. L’agire strumentale 97 2.1.2. Il linguaggio grammaticale 99 2.2. Lo stadio pre-convenzionale (o egocentrico) dell’interazione 101 2.2.1. Complementarietà tra ingiunzione e obbedienza 106 2.2.2. Reciprocità guidata dall’interesse 109 2.3. Il livello convenzionale (o sociocentrico) dell’interazione 112 2.3.1. Modelli di comportamento (o ruoli) primari: Altri significativi 114 2.3.2. La prima crisi di maturazione: la problematica edipica 120 2.3.3. Lo stadio 4 dell’interazione sociale: il sistema dei ruoli 137 2.4. L’identità dei ruoli 148 3. L’adolescenza 152 3.1. Riflessività del sapere: autocoscienza del soggetto epistemico 155 3.2. Il livello post-convenzionale dell’interazione 157 3.2.1. Lo scetticismo sui valori (lo stadio 4 ½) 161 3.2.2. I principi universali e l’autonomia individuale (lo stadio 5) 164 3.2.3. La giustificazione dei principi in base alle procedure (lo stadio 6) 171 3.3. L’identità dell’io 174 3.3.1. La seconda crisi di maturazione 176 3.3.2. La socializzazione come individuazione 179 3.3.3. L’autorealizzazione del soggetto sensibile 181 3.3.4. La revisione degli assunti fondamentali della teoria dei ruoli 186 3.4. Le situazioni critiche della maturità 192 Capitolo quarto LA PSICOANALISI COME SCIENZA CRITICO-RICOSTRUTTIVA 199 1. L’ambito oggettuale della psicoanalisi 201 1.1. Psicoanalisi e teoria sociale 202 1.2. La metapsicologia freudiana e i disturbi della personalità 209 1.2.1. Nota sui conflitti intrapsichici e i meccanismi di difesa 213 1.2.2. Il quadro clinico sulle psicopatologie reattive 218 2. La struttura della spiegazione psicoanalitica 230 2.1. Le spiegazioni psicoanalitiche sono causali? 231 2.1.1. Le interpretazioni non sono teorie sperimentali ma meta-racconti 232 2.1.2. Le ricostruzioni razionali ex-post orientano le interpretazioni 234 2.1.3. Le interpretazioni sono adatte alla spiegazione causale 236 2.2. Come si interpreta il vissuto del paziente? 240 2.2.1. Le esperienze-limite del comprendere ermeneutico 240 2.2.2. Le tecniche di analisi delle pseudo-comuncazioni 244 Indice 7 3. La psicoterapia analitica 251 3.1. Il limite di fondo dell’autoanalisi 251 3.2. La situazione di traslazione nel colloquio analitico 253 3.3. Le condizioni di successo della pratica terapeutica 257 3.4. Le responsabilità dello psicologo e i diritti del paziente 263 3.5. Psicoanalisi, farmacologia e medicina 265 FONTI 269 1. Gli scritti di J. Habermas 269 2. Letteratura di riferimento 280 INDICE DEI NOMI 307 Prefazione LA SOGGETTIVITÀ DIFFICILE TRA SOGGETTI E ATTORI SOCIALI di Massimo Ampola Le riflessioni psicologiche di Jürgen Habermas presentano due motivi principali di interesse: il primo motivo, metodologico, riguar- da la scelta del punto di vista archimedico da cui osservare, com- prendere e spiegare il mondo sociale; il secondo, contenutistico, concerne l’affermazione normativa di un modo di intendere l’essere ‘soggetti’. Nell’uno e nell’altro caso, egli invita a riconsiderare le scienze sociali rispetto alle condizioni di formazione dell’identità in- dividuale e collettiva nelle società odierne. L’apprendimento e l’esercizio della ricerca sociale differiscono in modo radicale dai processi analoghi di altre discipline: apprendere ed esercitare ciò che sinteticamente definiamo ‘ricerca sociale’ finisce per costituire, oltreché un percorso di specializzazione, un modo di es- sere nella realtà, generato da un retroterra cognitivo orientato a leggere ed attribuire senso alle relazioni che ne compongono l’architettura. Ma quale realtà? Essa è data da oggetti ed attori che esistono in sé – hanno identità oggettiva ed una costituzione specifica a prescinde- re dalla mia esistenza soggettiva – ma che esistono per me in quanto entrano in relazione con me, nel tempo e spazio di attore sociale. En- trano in relazione nella mia interezza soggettiva? In altri termini, quan- to e su quale misura di differenza rispetto a un altro attore sociale? Per una comprensione adeguata devono, quindi, riletti non sol- tanto i temi proposti dalle sociologie della vita quotidiana, ma anche le trasformazioni delle forme di scambio simbolico offerte dall’antro- pologia culturale e dalla psicologia sociale. La realtà ci è data come rete di relazioni a più dimensioni, co- stituita da relazioni tra oggetti (ecosistema) ed attori/soggetti (ecosi- stema sociale). Essa si configura come sistema di comunicazioni co- stituito da sottosistemi specializzati con codici propri che entrano in relazioni differenziate, in tempi e spazi differenti. Il lettore può pen- 10 La teoria della socializzazione di Jürgen Habermas sare al famoso cubo di Rubrik: una partita giocata su più dimensioni dove ogni dimensione orizzontale ha caselle interrelate e dove la re- lazione verticale sposta significativamente, con effetti diversi, il rap- porto tra le dimensioni orizzontali. Rinnovando il tentativo di fondare una teoria della società come programma di ricerca, Habermas affronta il problema dell’ambito di- sciplinare delle scienze sociali. A tal riguardo, egli, dapprima, caratte- rizza il loro oggetto per, poi, far emergere e la metodologia delle ricer- che empiriche e i rischi di ogni forma di sapere scientifico che non as- sicuri riflessivamente le condizioni e i limiti della conoscenza. L’orientamento necessario al fine di affrontare i ‘problemi della società nel suo insieme’ – è possibile solo all’interno di un progetto interdisci- plinare che coordini la riflessione filosofica sui concetti fondamentali, quali la persona, la società e la cultura, e il quadro teorico con cui gli scienziati sociali conducono le ricerche empiriche sui diversi oggetti d’analisi ed elaborano i risultati in ‘teorie parziali’. In questo contesto, egli introduce il modello delle ‘scienze ri- costruttive’ come risoluzione dell’antinomia tra le scienze nomologi- che e le scienze ermeneutiche, un dualismo che ha caratterizzato a lungo gli orientamenti presenti nelle scienze sociali. Dall’interpreta- zione degli scritti dello studioso tedesco emerge, inoltre, il tentativo di integrare in un ‘quadro di riferimento unitario’ due tra le maggiori prospettive di analisi sociale: la teoria dell’azione di tradizione webe- riana e la teoria dei sistemi di tradizione parsoniana, entrambe, pe- raltro, ampiamente modificate. La teoria dell’azione mette in primo piano i significati che gli at- tori attribuiscono alle situazioni, a partire dalle loro motivazioni, dai mezzi a disposizione e dal contesto normativo nel quale entrano in re- lazione con altri attori. Questa rete di interpretazioni culturali, di inte- razioni sociali e di autorappresentazioni personali costituisce ciò che Habermas ha definito il ‘mondo della vita’ e che, metodologicamente, si dischiude tramite l’assunzione critica delle prospettive degli stessi attori. Questo è l’assunto metodologico di fondo delle scienze sociali comprendenti. Nell’aprirsi l’‘accesso al proprio ambito oggettuale’, lo scienziato sociale non dà ex novo un significato a ciò che osserva nel mondo vitale, ma esplicita il significato già dato alle proprie oggettiva- zioni dai soggetti, in modo che il significato può essere compreso sol- tanto tramite processi interpretativi. Egli trova degli ‘oggetti simboli- camente prestrutturati’ poiché i significati degli attori contribuiscono a produrre in precedenza, prima di ogni ricerca scientifica quel mondo

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