9788842445081_001_007.qxd:9788842445081_001_007.qxd 28/11/11 11:43 Pagina 1 Carlo Bertelli EDIZIONE La storia dell’arte VERDE con Milvia Bollati, Antonella Coralini, Emanuela Daffra, Andrea Gatti 1 Dalle origini al Gotico internazionale EAN 9788842445081 0zl3-xqlx-awg8 edizioni scolastiche bruno mondadorii arte 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:28 Pagina 25 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:28 Pagina 26 L’artista cura la somiglianza fisica affinché 20.(a sinistra) Portatrice l’anima della persona ritratta, destinata do- di offerte, po la morte a migrare nella statua, possa ri- 2000 a.C. ca, conoscere il corpo in cui aveva abitato in vi- legno stuccato e dipinto, ta. L’espressività è però tutta affidata ai vol- h 112 cm, ti, e non si scorge un vero sforzo per rende- Il Cairo, Museo re il carattere e la personalità del soggetto. nazionale egizio. Il canone egizio, come insieme di conven- zioni formali e stilistiche, perdura per circa 1500 anni, dalla III dinastia fino all’età del- la decadenza (dall’XI secolo a.C. circa). Es- so conosce però eccezioni e innovazioni, specie nella scultura minore: figurine in cal- care e legno, rustiche magari, ma fresche, vivaci e sostenute da un notevole vigore narrativo, si abbandonano alla disimpegna- ta descrizione di attività casalinghe, agrico- le o artigianali, in piena libertà da norme e consuetudini che condizionano la statuaria classica (Portatrice di offerte,20). 21.(a destra) La riforma di Akhenaton influenza anche Nefertiti, 1344 a.C. ca, calcare l’arte: il periodo amarniano Fra gli avveni- policromo, menti sociali che favorirono un’innovazione h 48 cm, nell’arte, il più clamoroso coincide con la Berlino, Ägyptisches riforma religiosa del faraone Amenofis IV Museum. (1379-1362 a.C., che assunse il nome di Akhenaton, “Colui che è utile ad Aton”), in in effetti una tensione realistica inconsueta: aprendo nuove prospettive all’arte, soprat- virtù della quale egli condusse una lotta nelle rappresentazioni del faraone stesso tutto sul piano dell’attenzione al dato psi- contro il clero tebano per opporre al dio l’accento è posto sui suoi caratteri di esse- cologico. Le opere scultoree dei grandi 26 Amon una nuova divinità solare protettrice re umano, non divino; ne dà testimonianza maestri di quegli anni, Bak e Thutmose fra della regalità: Aton. Il fine politico della ri- la resa delle fattezze, così sgraziate da sfio- gli altri, colpiscono proprio per l’evidente forma era la riaffermazione dell’autorità rare la deformità (Amenofis IV e la fami- atteggiamento eversivo nei confronti del centrale del sovrano, minacciata dallo stra- glia reale,22). Alle esasperazioni realisti- codice artistico tradizionale, e un identico potere acquisito dalla classe sacerdotale. che dei difetti fisici del sovrano si contrap- orientamento mostrano pittura, urbanisti- La dottrina monoteistica di Akhenaton non pone la rappresentazione sensuale della ca e architettura – Akhenaton fondò una influenzò tuttavia le classi inferiori, rimase moglie, la regina Nefertiti(nella quale si fa nuova capitale, Akhetaten, oggi Tell el un fatto elitario e morì con il suo fondatore; esplicita la volontà di costruire un’immagi- Amarna, onde la definizione di “amarnia- riuscì però a mettere in crisi il sistema di ne caratterizzata, individuale; 21). na” per l’arte di quel periodo. Se dunque valori imperante, presentandosi come Nonostante certe bizzarrie ed eccessi, que- staticità e conservatorismo caratterizzano spregiudicata ricerca della verità. ste istanze realistiche provocarono una be- l’arte egizia, tuttavia non ne esauriscono Le opere d’arte di questo periodo mostrano nefica ribellione a regole ormai soffocanti, tutti gli aspetti. Gli artisti egizi usavano un preciso codice di colori Come le statue, anche i rilievi – la cui impostazione era più naturalistica, con prevalenza di temi attinenti alla vita quoti- diana – erano dipinti. La tavolozza era al- quanto povera, ancorché brillante, e i colo- ri erano applicati secondo norme abbastan- za rigide: i fondi erano verdi, gialli, bianchi o blu pallido; la pelle degli uomini era ros- sastra, quella delle donne ocra (e nera la carnagione dei neri e nubiani, gialla quella 22.Amenofis IV e la famiglia degli asiatici); le capigliature erano nere; reale sotto gli indumenti bianchi, argentei o giallo oro; il disco solare verde l’erba, azzurra l’acqua, nero il fango. Aton, 1355 a.C. ca, Le tinte si ottenevano macinando pigmen- calcare, ti, diluendoli con acqua e aggiungendo resi- h 32 cm, Berlino, ne o albume: il risultato era una specie di Ägyptisches Museum. tempera a colla non molto resistente. 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 21/11/11 13:59 Pagina 27 FOCUS Tutankhamon: la testimonianza di una tomba Una scoperta entusiasmante alati decorano i pannelli dei braccioli. Ma 1.Sito della Tomba di Tutankhamon, Akhenaton, autore della grande riforma religio- l’elemento che più attrae è lo schienale, la Valle dei re, Luxor (Egitto). sa in Egitto, non lasciò eredi maschi. Il trono cui parte interna reca intagliati i ritratti del re toccò a Tutankhamon (1343-1323, “Immagine e della regina in vesti da cerimonia, sormon- vivente di Amon”), marito della terzogenita del tati da un sole rappresentato secondo l’ico- faraone, Ankhesenpaaton (“Colei che vive in nografia amarniana: un disco da cui partono per primi ne sollevarono il coperchio, la Aton”). Personaggio di modesta levatura, il raggi che terminano in forma di mani. Il re è mummia offriva il volto e le spalle coperte da giovanissimo sovrano cedette presto alle pres- seduto e la moglie bambina lo sta aspergen- una magnifica maschera d’oro con intarsi di sioni del clero tebano, avido di rivalsa, e si fe- do con un unguento, che attinge da un vaso vetro blu (2), che raffigurava il re come Osi- ce protagonista di una controriforma che can- sorretto con la mano sinistra. ride, dio degli inferi, ma anche della fertilità cellò ogni traccia dell’operato del suocero: ri- Altro oggetto di grande suggestione è il sar- e dell’agricoltura, e – fra le bende che l’avvi- portò la capitale a Tebe, restituì ai sacerdoti gli cofago del re, o meglio, il sarcofago più inter- luppavano – una profusione di preziosi: og- antichi privilegi e rilanciò il culto di Amon. no d’una serie di quattro, inseriti l’uno den- getti d’uso personale, collari, collane, pen- Morto a soli vent’anni, Tutankhamon è ricor- tro l’altro: allo sguardo degli archeologi che dagli, braccialetti, anelli, amuleti. dato non per il ruolo secondario e passivo da 27 lui svolto nel processo di restaurazione, ma per la sua tomba, la più ricca e inviolata fra quelle faraoniche venute alla luce (1). La sco- perta, del 1922, si deve a un archeologo ingle- se, Howard Carter, il quale descrisse l’evento con parole esaltate. Nessuno nella storia degli scavi aveva mai contemplato uno spettacolo altrettanto meraviglioso. Davanti ai suoi occhi stava una quantità di oggetti straordinari il cui solo inventario richiese un tempo lunghissi- mo: letti, catafalchi, sarcofagi, cocchi, cofani; un trono; statue divine, umane, animali; armi, arnesi, gioielli. Insomma, tanto di che riempi- re l’ala di un piano del Museo del Cairo. Ricchezza e varietà del corredo funerario Grande la varietà di stili: a pezzi sobri e linea- ri se ne affiancavano altri sfarzosi e sovrac- carichi di decorazioni. Nonostante questa di- scontinuità stilistica, il corredo della Tomba di Tutankhamontestimonia che la restaura- zione politica e religiosa del nuovo sovrano 2.Maschera funeraria di Tutankhamon, non aveva implicato un ritorno dell’arte ai dalla Tomba di Tutankhamon, oro, vetro e pietre preziose, h 50 cm. modi del passato: l’esperienza amarniana continuava a esercitare la sua influenza. Fra i reperti più famosi, un trono in legno scolpito rivestito d’oro (3), le cui gambe han- 3.Trono di Tutankhamon, dalla Tomba di Tutankhamon, 1323 a.C., legno, foglia no la base a forma di zampe leonine e la par- d’oro, faenza, vetro, pietre dure e smalto, te superiore a muso di leone, mentre cobra Il Cairo, Museo nazionale egizio. 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:28 Pagina 28 23.Funzionario che soprintende al lavoro nei campi, dalla Tomba di Khaemwese, XV-XIV secolo a.C., affresco, Tebe (Egitto). 3 Vita quotidiana, pittura e arti minori in Egitto In Egitto l’arte è un lavoro d’équipe Della gnatori tracciavano i profili, i pittori applica- tano una maggiore varietà di colori e l’im- pittura egizia, in gran parte destinata alla vano il colore e gli scribi realizzavano le di- piego di tinte sfumate e di chiaroscuri. decorazione di templi e palazzi reali, so- dascalie. Queste vivacissime opere, in cui La figura umana vi è sempre rappresentata pravvive un numero apprezzabile di opere; compaiono anche motivi geometrici e flo- secondo modalità piuttosto convenzionali. troppo poco è rimasto invece di quella me- reali, documentano aspetti tipici della vita Questo rigore coinvolge però solo i perso- sopotamica per poterne dare una valuta- quotidiana: scene di sacrificio, attività arti- naggi più importanti, mentre una maggiore zione non azzardata e arbitraria. gianali, battute di caccia e pesca, agricoltu- libertà si nota nelle figure secondarie. Fin dai tempi dell’Antico Regno (2600-2100 ra e allevamento. Quasi tutte presentano a.C. circa), in Egitto oltre ai rilievi dipinti si iscrizioni in caratteri geroglifici che illustra- Le decorazioni delle tombe illustrano attivi- eseguivano pitture vere e proprie su fondi no e commentano le scene, e la tecnica ese- tà e gesta del defunto Nei monumenti se- 28 di fango e paglia accuratamente gessati. Si cutiva rimane a lungo invariata: soltanto nel polcrali – quasi sempre di faraoni o di per- trattava di lavori d’équipe, nei quali i dise- Nuovo Regno (1550-1070 a.C. circa) si no- sonaggi d’alto rango – le pitture rappresen- tano le attività svolte dal defunto quando era in vita, con lo scopo non solo di cele- brarne le imprese, consegnandole all’eter- nità, ma anche di far sì ch’egli possa prose- guirne lo svolgimento nell’oltretomba. Uno degli affreschi che decorano la Tomba di Khaemwesea Tebe, in Egitto, mostra il defunto in atto di presiedere ai lavori degli schiavi che raccolgono l’uva (Funzionario che soprintende al lavoro nei campi, 23). È una scena di grande suggestione per- ché alle diverse fasi della vendemmia (dal- la raccolta dell’uva al travaso del vino nelle anfore, al loro trasporto su imbarcazioni) corrisponde un felice ritmo compositivo e una sapiente distribuzione spaziale. Il so- vradimensionamento del funzionario Kha- emwese, seduto su uno scranno, e il suo ab- bigliamento sono indicativi del suo rango. Spesso i re vengono presentati al cospetto 24.Tuthmosis di divinità: nella decorazione della Cappel- III e il dio la funeraria di Tuthmosis III(XV-XIV seco- Amon, dalla Cappella lo a.C.) il sovrano offre incenso e acqua lu- funeraria strale, ossia purificatrice, al dio Amon, as- di Hathor a Deir siso sul trono (Tuthmosis III e il dio el-Bahri, 1430 a.C. ca, Amon,24). Colpisce la rappresentazione affresco, sempre festosa dell’aldilà, una sorta di giar- Il Cairo, Museo dino incantato dove il defunto passeggia in nazionale egizio. un’atmosfera di letizia. 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:29 Pagina 29 25.Nebamun caccia nella palude, dalla Tomba di Nebamun a Tebe (Egitto), 1356 a.C. ca, affresco, h 81 cm, Londra, British Museum. 26.Collana con scarabeo e babbuini, dalla Tomba di Tutankhamon, 1358-1349 a.C., oro e pietre semipreziose, Il Cairo, Museo nazionale egizio. Una rappresentazione non convenziona- in una ricca caccia: uno sventurato volatile 27.Scarabeo le: la Tomba di Nebamun La tomba di un si divincola tra le sue fauci, mentre il felino di Amenhotep III, 1360 a.C. ca, steatite alto funzionario tebano, Nebamun, mostra ne ghermisce altri due con le zampe, in un con tracce un ciclo decorativo particolarmente inte- balzo che sembra un volo. di invetriatura giallo-oro, ressante, nel quale sono illustrate le sem- 17 x 12 x 7 mm, Città del Vaticano, Musei plici attività quotidiane del defunto. L’auto- Lo sviluppo delle arti minori è legato a vaticani, Museo re adotta modi e stili esecutivi tutt’altro che esigenze di natura pratica Nel campo del- gregoriano egizio. rigidi o ufficiali per raccontarne la vita e le arti cosiddette minori, abbondante è la non rinuncia a dar libero sfogo al proprio documentazione relativa alla ceramica (va- gusto, soprattutto nella rappresentazione sellame e statuine). La larga disponibilità di 28.Anello-sigillo in argento di elementi naturalistici. materia prima ed esigenze di natura prati- con cartiglio La scena più celebre raffigura Nebamun ca, legate ai semplici bisogni quotidiani, fa- di Tuthmosis IV, durante una battuta di caccia in un laghet- vorirono senza dubbio lo sviluppo di questo Berlino, Ägyptisches Museum und to, o in una palude, con la moglie e la figlia settore dell’artigianato e dell’arte. Nel IV Papyrussammlung. (Nebamun caccia nella palude, 25). Il millennio a.C. si affermò la ceramica dipin- funzionario ha catturato tre volatili, che ta e, in Mesopotamia prima che in Egitto, stringe nella mano destra; la figlia, seduta quella invetriata, ottenuta applicando sul- Sigilli Realizzati con vari tipi di materiali ai suoi piedi, raccoglie fiori, mentre la mo- la superficie argillosa un rivestimento di so- (tra cui calcare, alabastro, marmo, lapislaz- glie, di dimensioni minori, assiste alla cac- stanze minerali che durante la cottura su- zulo) e in dimensioni assai ridotte (da 3 a 6 cia tenendosi in disparte. bisce un processo di vetrificazione. cm di altezza), i sigilli si portavano appesi al La scena è piena di particolari piacevoli, co- Sia in Mesopotamia sia in Egitto si lavora- collo con uno spago fatto passare attraverso un foro. I più diffusi avevano forma cilindri- me uccelli e farfalle multiformi e multicolo- vano l’avorio, i metalli e le pietre dure per ca: le incisioni, sorprendentemente ricche ri, pesci che nuotano sotto la superficie del- creare oggetti preziosi che erano destinati considerato il poco spazio a disposizione e l’acqua, papiri e fiori che fanno da sfondo a un consumo elitario (26-27). Assai affer- ispirate agli stessi temi dei rilievi parietali, si ed evocano con efficacia l’ambiente lacu- mata fu anche la sfragistica, ossia la pro- riproducevano ruotando i cilindri sull’argilla. stre, fino all’oca domestica sulla punta an- duzione di sigilli(28): pietre intagliate che, Gli egizi adottarono poi il sigillo a tampone: teriore dell’imbarcazione che anticamente premute sull’argilla non ancora secca, vi una base piatta con il motivo distintivo e un serviva da richiamo per le oche selvatiche. imprimevano un’immagine in rilievo che dorso variamente sagomato che riproduce- Un protagonista non minore della scena è il fungeva da contrassegno personale, come va l’animale sacro del paese, lo scarabeo. gatto di Nebamun, impegnato a sua volta l’odierna firma. 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:29 Pagina 30 29.Palazzo di Cnosso, XV secolo a.C., cortile porticato del quartiere residenziale, Creta. 4 L’arte della civiltà cretese Nel mar Egeo si sviluppa una società fio- vanta centri urbani, fra i quali primeggia religioso e di molteplici attività, gestite con rente L’autore dei primi scavi archeologici Cnosso, costellano l’isola; la lavorazione del grande oculatezza ed efficienza dal signore a Creta, durante i quali furono riportati al- rame viene sostituita da quella del bronzo; del luogo e dai suoi funzionari, che tengono 30 la luce i resti del Palazzo di Cnosso(29), l’economia è rigogliosa; proprietari, pro- un’ordinatissima contabilità. Diversamente fu l’inglese Arthur Evans, che propose an- duttori, commercianti (a differenza di pic- dal palazzo mesopotamico, invece, quello che la suddivisione della civiltà cretese o coli artigiani, salariati e contadini) vivono cretese è situato non al centro ma ai margi- minoica (da Minosse, mitico re dell’isola) nel benessere e nell’opulenza in case con- ni della città, ha una pianta articolata e irre- in tre periodi: antico(dall’epoca dei primi fortevoli arredate con oggetti d’arte, si ve- golare ed è privo di mura difensive (31). insediamenti nel IV millennio a.C. fino al stono e s’adornano con vistosa eleganza, Il Palazzo di Cnosso, il più famoso, è un va- 2100 a.C.), medio(dal 2100 al 1580 a.C.), coltivano i divertimenti, gli sport e le arti sto edificio rettangolare (1800 x 1500 metri) recente(dal 1580 al 1200 a.C.). (danza, musica, teatro). sviluppatosi per ampliamenti successivi e Nel minoico medio si colloca il periodo di Come quello mesopotamico, anche il palaz- senza un piano organico, caratterizzato da massimo splendore di questa civiltà: no- zo cretese è sede del potere civile, militare, una struttura liberamente inventiva e appa- teatro ingresso nord NORD magazzini sala del trono N cortile centrale quartiere di rappresentanza sala del trono OVEST cortile ingresso centrale EST ovest ingresso monumentale SUD ingresso monumentale magazzini quartiere zona residenziale 30-31.Palazzo di Cnosso, di rappresentanza ambienti di servizio pianta e disegno ricostruttivo. zona residenziale 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:29 Pagina 31 Unità 1- Le civiltà di palazzo rentemente caotica che ha forse dato origi- ne al mito del labirinto di Dedalo. Sui lati dell’ampia corte centrale (30) si di- sponevano il quartiere di rappresentanza (inclusi la cosiddetta sala del trono) e i ma- gazzini a ovest, gli appartamenti privati e residenziali a est, l’ingresso monumentale a sud e le stanze di servizio a nord. Il palazzo si ergeva su due piani: quello superiore, adibito anch’esso a funzioni di rappresen- tanza, poggiava su una serie di inconsuete colonne a “rastremazione inversa”, che an- davano cioè restringendosi non al vertice, ma alla base. Intorno al 1750 a.C. i palazzi di Cnosso e Festo furono distrutti, probabilmente da un terremoto, e subito riedificati. Ma anco- ra, intorno al 1450 a.C., una seconda e più grave sciagura si abbatté sull’isola, cancel- landone i più importanti insediamenti e la 32.(sopra) Taurokathapsia civiltà: forse un altro terremoto, o un’eru- o Salto del toro, zione vulcanica, o l’invasione degli achei. dal Palazzo di Cnosso, XV secolo a.C., La pittura palaziale ha uno spiccato senso affresco decorativo e del colore Le pareti interne frammentario, dei palazzi cretesi erano riccamente affre- h 86 cm, Iraklion (Creta), Museo scate: pitture molto belle, dai colori viva- archeologico. cissimi, sono state ritrovate a Cnosso, Ha- ghia Triada, Thera. Uno dei migliori affre- schi del Palazzo di Cnosso(XV secolo a.C.) rappresenta unaTaurokathapsía(“Salto 31 del toro”, 32), un esercizio non cruento che consisteva nel volteggio compiuto da un atleta sul dorso d’un toro lanciato al galop- po. Questi affreschi sorprendono per la lo- ro grazia e maestria esecutiva: basti osser- varne alcuni frammenti quale il Principe dei gigli(33), capolavoro di stilizzazione e di raffinatezza cromatica. Proviene da Haghia Triada un sarcofago di- pinto con diverse scene, fra le quali spic- cano il sacrificio di un toro e un corteo fu- nebre che reca libagioni e offerte per un defunto(Processione delle libagioni,34, alla pagina seguente). Figure di donne, pe- scatori, ragazzi, animali, così come paesag- gi, piante, fiori, navi animano i dipinti ritro- vati a Thera. C’è molta sbrigliatezza in queste pitture, a parte il rispetto di alcune convenzioni ope- ranti in tutto il mondo antico: pelle bruno- rossastra per i maschi e bianca per le fem- mine; assenza di scorcio; torsi di prospetto e gambe di profilo. 33.Principe dei gigli, L’arte cretese è priva di statuaria, ma ric- dal Palazzo ca di artigianato di lusso A Creta è del tut- di Cnosso, XV secolo a.C. ca, to assente la scultura monumentale. Ab- stucco dipinto, bondano invece gli oggetti artistici di di- h 225 cm, Iraklion mensioni ridotte: statuette maschili e fem- (Creta), Museo archeologico. minili in terracotta, bronzo e avorio, alte 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:29 Pagina 32 5 L’arte della civiltà micenea La civiltà micenea si riflette in un’architet- tura imponente e minacciosa I caratteri guerrieri della civiltà micenea, contrappo- sti a quelli più eterei e gioiosi espressi a Creta, emergono chiaramente nell’archi- tettura. A Tirinto, per esempio, gli scavi ar- cheologici hanno portato alla luce un com- plesso fortilizio assai munito, con torri di vedetta, ingressi segreti, scale e passaggi sotterranei. Di norma i palazzi dei sovrani erano edificati all’interno delle cittadelle fortificate, spesso sulle alture a scopo di- 34.Processione delle libagioni, dal Sarcofago di Haghia Triada (Creta), 1450-1400 a.C. ca, calcare dipinto, fensivo. Il tipico palazzo miceneo altera no- Iraklion (Creta), Museo archeologico. tevolmente gli schemi di quello cretese: è più austero e prevede una successione più dai venti ai trenta centimetri; sigilli, moni- Nel periodo antico le forme sono già abba- rigida e regolare dei locali. La corte centra- li, vasi di pietra, coppe decorate a sbalzo, stanza raffinate, mentre la decorazione è le, assente, viene sostituita dal megaron, o tazze e pugnali ageminati, decorati cioè con piuttosto elementare e di gusto geometri- “sala grande e del trono”, coperto da un una particolare tecnica di incrostazioni po- co. Nella produzione protopalaziale detta soffitto sorretto da colonne lignee con basi licrome in metallo. di Kamàres (dal nome di una grotta del in pietra nel quale un’apertura lascia usci- Si conoscono diversi esemplari della Dea monte Ida dove furono ritrovati molti re- re il fumo del focolare centrale. Attorno al dei serpenti(35), una statuetta forse pro- perti), la decorazione rossa, arancio, gialla, megaronsi dispongono gli ambienti resi- piziatoria in cui la divinità, vestita d’una bianca copre tutto il fondo scuro del vaso denziali e di servizio. lunga gonna a balze e d’un corpetto che le con motivi geometrici o forme di fiori, fo- Gli elementi architettonici caratteristici del 32 lascia scoperto il seno, tiene fra le mani una glie e pesci (Vaso in stile Kamares,36). periodo miceneo sono, oltre al megaron, coppia di serpenti. Punto di forza dell’arte Nella ceramica di età palaziale le forme si le mura – così massicce che il mito voleva cretese è la ceramica, che raggiunge ottimi evolvono e nella decorazione si accentuano fossero state costruite dai Ciclopi, figure risultati già prima dell’introduzione del tor- i temi naturalistici: sui motivi geometrici mitologiche caratterizzate dalla statura gi- nio: i recipienti degli artigiani cretesi, dalle prevalgono quelli floreali e animali, mentre gantesca e con un solo occhio posto nel pareti sottili e lisce, finemente dipinti, era- lo stile “marino” adotta motivi tratti essen- mezzo della fronte – e le tombe a cupola no apprezzati ed esportati in tutto il bacino zialmente dal mare (come conchiglie, al- (thólos). La vista dei massi rudemente del Mediterraneo. ghe, pesci, polipi). squadrati che le compongono produce un effetto marcatamente plastico, di grande solidità e potenza. Lo stesso discorso vale 35.Dea dei serpenti, XVII secolo a.C., ceramica dipinta 36.Vaso in stile Kamares, 1800-1500 a.C., ceramica e smaltata, h 34 cm, Iraklion (Creta), Museo archeologico. dipinta, h 45 cm, Iraklion (Creta), Museo archeologico. per gli interni: l’esempio più famoso di tom- ba micenea, il cosiddetto Tesoro di Atreo, mostra un lungo corridoio scoperto (dró- mos), delimitato da possenti mura, che porta a un ambiente circolare coperto a cu- pola (37-38). L’impressione che se ne rica- va è quella di un luogo chiuso, come sigilla- to per l’eternità. L’arte micenea si esprime principalmente nei corredi funerari delle tombe regali Grazie soprattutto alle ricerche dell’ar- cheologo tedesco Heinrich Schliemann e delle scuole archeologiche greca e inglese, sono emersi già alla fine dell’Ottocento di- versi elementi utili a definire il ruolo della civiltà micenea nel contesto culturale coe- vo. Un ruolo cruciale rivestono i corredi fu- nerari trovati nelle tombe regali dette degli Atridi, sei tombe del XV secolo a.C. situate a destra della Porta dei Leoni(39), il mo- 9788842445081_014_033_U1.qxd:9788842445081_014_033_U1.qxd 12/10/11 10:29 Pagina 33 Unità 1- Le civiltà di palazzo camera portale drómos camere laterali 37-38.Tesoro di Atreo, XIV secolo a.C., ingresso e spaccato assonometrico, Micene (Grecia). numentale accesso principale alla cittadel- la di Micene. I corredi includono le famosis- sime maschere funebri (Maschera fune- raria detta di Agamennone,40) e armi ageminate che mettono bene in evidenza il peso degli influssi cretesi nelle soluzioni espressive adottate dagli artisti micenei. Di un gruppo di tombe a thólossul pendio del- l’acropoli, oltre al Tesoro di Atreo – così chiamato proprio da Schliemann, convinto di trovarsi in presenza della tomba del pa- dre del re Agamennone, Atreo – fa parte anche la Tomba di Clitennestra, importan- te perché vi furono rinvenute alcune tavo- 39.Porta lette d’argilla scritte in lineare B. dei Leoni, La scultura non ebbe presso gli achei gran- particolare: de sviluppo. Come nella civiltà cretese, è 33 Due leoni affrontati quasi assente la grande statuaria e modesta a una colonna, la presenza di statuette in terracotta, appa- XV secolo a.C., rentemente di carattere votivo. In pittura calcare, Micene. prevalgono i motivi della caccia e della guerra, valori imperanti nella società achea. È possibile che parecchie opere si debbano ad artisti venuti da Creta: un tema netta- mente minoico, per esempio, si osserva in due splendide tazze auree venute alla luce in una tomba a thólosdi Vaphiò, le cui de- corazioni descrivono con travolgente vigo- re la cattura e la doma di tori. 40.Maschera funeraria detta di Agamennone, XVI secolo a.C., oro, h 31 cm, Atene, Museo archeologico nazionale.
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