La nostra società è cinica come la sua élite. È necessario aprire gli occhi sulle reali condizioni del paese, sull’Italia dell’antipolitica, l’Italia che concepisce lo spazio pubblico in funzione di un vantaggio personale, in cerca di scorciatoie, quella delle protezioni clientelari e che non rispetta le regole, qualunquista e indolente. Pezzi di nazione deserti di merito, che condividono i vizi e le carenze di chi la dirige. D’altro canto c’è anche un paese diverso, che preme per il cambiamento: lì è il vero motore, il centro da cui si può irradiare una concreta riforma del sistema.
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