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La signora dell'angolo di fronte PDF

308 Pages·1979·12.359 MB·Italian
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IL SAGGIATORE 5ΐ L A S Anche per i saggi di Virginia Woolf può ripetersi quanto Cecchi diceva della sua narrativa, che « un mondo è stato mobilitato a creare una conchiglia, una perla ». Questo « mondo », a voler essere storicisti, ha poi dei connotati precisi e individuati: è il mondo di Bloomsbury, la cerchia di letterati e intellettuali (E.M. Forster, Lytton Strachey, John Maynard Keynes) che si raccoglieva in casa di Virginia e della sorella Vanessa e che dominò la cultura inglese fra le due guerre. Spirito di tolleranza, anticonformismo politico e morale, un gusto raffinato ma profondamente educato al valore della verità: Bloomsbury non fu una scuola letteraria, non ebbe un « programma » comune; fu qualcosa di più, uno stile di pensiero. Alla raccolta Per le strade di Londra, già pubblicata nei « Saggi di Arte e Letteratura », segue ora questa seconda antologia di saggi. Certo, si tratta di un nuovo aspetto della grande scrittrice, indispensabile a completarne l’immagine. Ma occorre guardarsi dalle facili riduzioni: l’attività critica della Woolf non è un semplice complemento di quella creativa, un documento utile per conoscere le opinioni letterarie o, come si suol dire, la « poetica ». I suoi saggi si collocano all’interno di quella grande riflessione sull’arte * narrativa e sul romanzo che ha cosi lungamente occupato la critica europea del nostro secolo, e che ha trovato nella Woolf (come nel suo sodale Forster) un’interprete geniale. Rispetto agli apparati sistematici di schemi, grafici e alberi cui le teorie strutturaliste ci hanno abituato, tuttavia, questa riflessione ci appare nelle sue pagine meno ambiziosa di definizioni, più attenta e sensibile alle sfumature del gusto, più vicina all’iridata complessità della pratica letteraria. Diciamo pure, francamente: più cordiale e simpatetica nei confronti dei lettori. « Non tradire Mrs Brown », suona uno dei consigli della Woolf: non tradire la signora che incontri sul treno, per strada, che abita alla porta accanto. A questo precetto, per buona sorte di tutti noi, s’ispirano anche i suoi saggi. Virginia Stephen nacque a Londra nel gennaio 1882. Il padre era un critico e un erudito, dirigeva il « Cornhill Magazine» (al quale poi doveva collaborare Virginia) e aveva sposato in prime nozze una figlia di Thackeray: gli Stephen erano una delle grandi famiglie intellettuali dell’Inghilterra vittoriana, sicché la futura scrittrice visse subito in quel mondo di scrittori e artisti (frequentato allora anche da Hardy e da James) di cui più tardi doveva diventare il centro. Nel 1912 la scrittrice divenne la signora Woolf. E col marito fondò nel 1917 la Hògarth Press, la casa editrice che tra altre opere di giovani pubblicò (stampate a mano) il Prelude della Mansfield e i Poems di T.S. Eliot. Nel 1941, la Woolf non tenne più testa alla « lotta contro la depressione », divenuta insostenibile nei mesi della battaglia nazista contro l’Inghilterra, e si uccise. Lire 10.000 (9434) I I i Ij si Virgiiìiii Woolf La signora dell’angolo di fronte Introduzione di Ginevra Bompiani Traduzione di Masolino d’Amico il Saggiatore © Quentin Bell and Angelica Garnett 1925, 1932, 1942, 1947, 1950, 1958 e II Saggia tore, Milano 1979. I edizione: marzo 1979. Edizione originale pubblicata da The Hogarth Press, London. Sommario y Introduzione di Ginevra Bompiani 14 Avvertenza 15 Montaigne 24 Defoe 31 II saggio moderno 41 Che effetto fa a un contemporaneo 50 I Pas ton e Chaucer 67 Note su un dramma elisabettiano 75 George Eliot 84 Joseph Conrad 90 II cliente e il croco 94 Gli strani elisabettiani 106 Donne dopo tre secoli 119 Le «lettere» di Dorothy Osborne 126 II «giornale a Stella» di Swift 134 II «viaggio sentimentale» 141 L’autobiografia di De Quincey 147 Dorothy Wordsworth 154 II trattenimento del dr. Burney 168 II momento: notte d’estate 173 Personalità 178 Sere sul Sussex: riflessioni in un’automobile 181 «Non uno di noi» 188 L’arte della biografia 196 Fasi della narrativa 241 Saggio critico 248 Un amico di Johnson 253 Leslie Stephen 258 II sole e il pesce 264 La morte della falena 267 I romanzi di E.M. Foster 277 Lewis Carroll 279 Mr. Bennett e Mrs. Brown 297 Indice dei nomi Introduzione Il critico e il suo personaggio Quando uno scrittore scrive di altri scrittori, che cosa fa? Questa è una domanda che vale la pena di porsi in generale, ma che forse s’impone nel caso di una scrittrice la cui opera critica è quasi altrettanto importante del­ l’opera che si usa definire creativa. E, presentando un’ampia scelta di saggi critici, è utile chiedersi se si sta offrendo al lettore qualcosa di sostanzial­ mente diverso, o minore, rispetto alla produzione per cui lo scrittore è di­ ventato celebre. Uno dei saggi qui contenuti Mr Bennett e Mrs Brown, descrive un incon­ tro in treno con una misteriosa Mrs Brown, e i brandelli di conversazione colti fra lei e un altro passeggero, cui è unita da chissà quale storia. Si do­ manda Virginia Woolf: quale degli scrittori contemporanei parlerebbe di Mrs Brown in modo da farle attraversare le sue pagine dallo scompartimen­ to del treno agli occhi del lettore? E la risposta è che nessuno lo farebbe: non gli scrittori che lei chiama “edoardiani” (i Wells, i Bennett, i Galswor­ thy), cosi impegnati a ricostruire intorno a Mrs Brown tutta un’intelaiatura di notizie, dalla casa che abita al prezzo della spilla che porla, dalla tappe/ zeria dello scompartimento al lavoro femminile nelle fabbriche che sfilano fuori del finestrino, — e non gli scrittori “georgiani” (i Forster, i Lawrence, gli Strachey, i Joyce, e gli Eliot), tutti presi nella distruzione dell’intelaiatura e degli strumenti di lavoro edoardiani - fra le cui dita Mrs Brown scivole­ rebbe intatta e ignorata, dimenticata. Con tutti i suoi poteri di osservazione, che sono meravigliosi, con tutta la sua sim­ patia e umanità, che sono grandi. Mr Bennett non ha mai, nemmeno una volta, guar­ dato Mrs Brown nel suo angolo. Vedere Mrs Brown è il compito dello scrittore. Perché, come dice Mr Bennett, e come ripete V. Woolf, «il fondamento della buona narrativa è la creazione dei personaggi». Ma Virginia Woolf, in questi saggi non parla in

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