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La scrittura della migrazione africana in Spagna PDF

503 Pages·2014·3.01 MB·Italian
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AAllmmaa MMaatteerr SSttuuddiioorruumm –– UUnniivveerrssiittàà ddii BBoollooggnnaa DOTTORATO DI RICERCA IN TRADUZIONE, INTERPRETAZIONE E INTERCULTURALITÀ Ciclo XXVI Settore concorsuale di afferenza: 10/I 1 Lingue, Letterature e Culture spagnola e ispano-americane Settore scientifico disciplinare: L/LIN 05 Letteratura spagnola “A la búsqueda de nuevos horizontes”. La scrittura della migrazione africana in Spagna Presentata da: Relatore: Ilaria Rossini Prof.ssa María Isabel Fernández García Coordinatore Dottorato: Correlatore: Prof. Félix San Vicente Santiago Prof. Fulvio Pezzarossa Esame finale anno 2014 INDICE INTRODUZIONE 9 1. ESILIO ED EMIGRAZIONE: FORME DI SPAESAMENTO 1.1 L’esilio è una forma di emigrazione? 21 1.1.1 Divergenze e convergenze 21 1.1.2 L’esercizio intellettuale e il superamento del trauma 24 1.1.3 Muoversi fra più lingue 27 1.2 L’esilio come condizione esistenziale 30 1.2.1 Siamo tutti esiliati? 30 1.2.2 La letteratura è esilio? 32 1.3 L’emigrazione: percezione e spaesamento 35 1.3.1 Viaggio concreto e viaggio interiore 35 1.3.2 Divario linguistico 40 1.3.3 Divario culturale 43 1.4 Vivere in bilico fra due mondi 45 1.4.1 Nostalgia verso la terra d’origine 45 1.4.2 Ritorno in patria 48 1.4.3 Esempi dalle pagine migranti 50 1.5 Tabula rasa della propria identità 58 1.5.1 La percezione visiva: orgogliosi del proprio corpo 58 1.5.2 La percezione visiva: il corpo come una minaccia 61 1.5.3 Bambini e adulti ricostruiscono il loro “corpo etnico” 63 1.5.3.1 Sbiancare la pelle 65 1.5.3.2 Stirare i capelli, schiarire gli occhi, dissimulare il naso 72 1.5.4 Esempi dalle pagine migranti 73 3 2. SCRIVERE NELLA MIGRAZIONE 2.1 Quando la migrazione si intreccia con l’esperienza di scrittura 89 2.1.1 La voce degli altri 89 2.1.2 La voce degli altri: esaltata o soffocata? 95 2.1.3 Nomi quasi impronunciabili: rinascere sotto una nuova identità 100 2.1.4 La vita che si fa scrittura 104 2.1.5 Letteratura o scrittura migrante? 110 2.2 “I percorsi degli scrittori migranti”: uno sguardo su alcune realtà europee 119 2.2.1 Francia 121 2.2.2 Germania 124 2.2.3 Gran Bretagna 132 2.2.4 Italia 135 2.2.5 Spagna 140 3. LA SCRITTURA DELLA MIGRAZIONE AFRICANA IN SPAGNA 3.1 L’esperienza migratoria 155 3.1.1 La Spagna país de destino 155 3.1.2 Le diverse comunità africane in Spagna 157 3.1.3 ¿Pateras…? Come si arriva in Spagna 163 3.1.4 Le tre “p”: lavori penosos, peligrosos y precarios 166 3.1.5 Quando l’immigrato sa leggere e scrivere 168 3.2 La tradizione africana: tra oralità e scrittura 171 3.2.1 L’oralità: una forma de ser, un modo de vida 171 3.2.2 Il valore letterario della narrazione orale 176 3.2.3 «L’Africa è il regno della parola parlata» 179 3.2.4 Il concetto di narrazione come co-costruzione 183 3.2.5 L’oralità nella pagina scritta 188 4 3.3 La penna in mano agli africani: una literatura fuerte, creativa, sensible y pura 195 3.3.1 Uno sguardo d’insieme 195 3.3.2 Paesi di provenienza degli scrittori africani e retroterra culturale 202 3.3.2.1 Guinea Equatoriale 203 3.3.2.2 Sahara Occidentale 207 3.3.2.3 Marocco 211 3.3.2.4 Algeria 214 3.3.2.5 Benin 215 3.3.2.6 Camerun 217 3.3.2.7 Senegal 217 3.3.2.8 Sudan 218 4. AUTORI, OPERE E TEMI 4.1 Scrittrici e scrittori migranti e il loro ruolo 226 4.1.1 Tra invisibilità, marginalità e dinamismo 226 4.1.2 La scrittura: una risorsa per uscire dalla marginalità 232 4.1.3 Oscillazioni fra generazioni di migranti 234 4.1.4 La scrittura: specchio di un’identità complessa 240 4.2 Gli autori e le opere selezionate 243 4.2.1 Laila Karrouch e Laila 243 4.2.2 Guillermina Mekuy e Las tres vírgenes de Santo Tomás 247 4.2.3 Bonifacio Ofogo e Una vida de cuento 249 4.2.4 Sidi Seck e Amina 252 4.3 I temi selezionati: la famiglia e la società d’arrivo 259 4.3.1 La famiglia nella migrazione: «un microcosmo di legami e storie» 259 4.3.1.1 Dinamiche migratorie e modelli familiari 259 4.3.1.2 Ricongiungimenti e migrazioni di intere famiglie 263 4.3.1.3 Il caso spagnolo 268 5 4.3.2 Relazionarsi con la società d’arrivo: «un posto dove ricominciare una nuova vita» 270 4.3.2.1 Guardare con stupore il nuovo mondo 270 4.3.2.2 Tendenze di accoglienza/diffidenza 276 4.3.2.3 Quando domina la forza del disprezzo 280 4.3.2.4 Il potere dei mezzi di comunicazione e del pregiudizio 283 4.3.2.5 Il caso spagnolo 288 5. ANALISI DEI TESTI 5.1 Laila (20102) di Laila Karrouch 295 - La partenza: stati d’animo - L’arrivo: stati d’animo - Rapporto con la nuova città e nostalgia verso il passato - L’esperienza del ritorno in patria e il legame con i nonni - Il valore dei nonni e il dolore per la loro morte - Altre figure fondamentali nella vita di Laila - I rapporti umani nella realtà d’arrivo 5.2 Las tres vírgenes de Santo Tomás (2008) di Guillermina Mekuy 324 - L’emigrazione di una particolare famiglia - Rapporti con la nuova città e con le persone del luogo - Un nuevo hogar: il convento - Conventi e collegi: alcuni esempi dalle pagine migranti - I difficili rapporti con i genitori: Pastora come rifugio - La ricerca della libertà e l’intenso legame fra sorelle 5.3 Una vida de cuento (2006) di Boniface Ofogo 346 - La famiglia e il racconto: pilastri nella vita di Boniface - Gli spostamenti di Boniface: la migrazione interna - Gli spostamenti di Boniface: la migrazione esterna - La nascita di una professione: Boniface narratore orale - Ritorno temporaneo in patria: luogo fisico e culturale 6 5.4 Amina (2006) di Sidi Seck 368 - Le particolarità di Amina - Le tre figure centrali e i loro ruoli - Sorelle e fratelli: esempi di pluralità di prospettive - Rinegoziare i rapporti - Assane: elemento di scompiglio del nucleo familiare - Nabou: anello tra Amina e Assane - La gravidanza di Amina: le diverse reazioni dei personaggi - Pratiche mediche di un guaritore ciarlatano - La morte: unica via d’uscita dalla mentalità chiusa della comunità 5.5 Confronto fra le quattro opere 397 5.5.1 Famiglia e società d’arrivo 397 5.5.2 Elementi della narrazione orale 402 CONCLUSIONI 415 BIBLIOGRAFIA 419 APPENDICE – Scrittori di origine africana in Spagna 477 7 8 INTRODUZIONE I crescenti spostamenti di persone fra le varie parti del mondo hanno fatto sì che la letteratura dei vari paesi d’arrivo testimoniasse la diversità culturale e abbracciasse i temi ad essa correlati. Gli autori nativi contemporanei hanno proiettato nelle loro pagine i cambiamenti della società, includendo protagonisti di diversa provenienza e raccogliendo la loro voce e la loro storia, spesso però offuscata dal peso del senso comune, dei pregiudizi e degli stereotipi. Ciò si manifesta anche in Spagna dove, nel corso del XX secolo, sono aumentate le pubblicazioni di questo genere, in cui, come afferma Maja Zovko, si «recoge sin tapujos, con conciencia y con protagonismo la voz del otro, de los que vienen de afuera con el sueño de encontrar una vida mejor» (2009, 163-172: 163), anche se sul piano della critica letteraria si riscontrano scarsi riferimenti bibliografici sull’argomento o, come sostiene Nasima Nisha Akaloo, quello che manca è un approccio positivo verso il migrante, delineato per lo più come un soggetto subalterno, pericoloso, ostile, secondo un’ottica influenzata dal discorso mediatico e politico, quasi sempre effettuato in chiave negativa (2012, 187-188). Il saggio La imagen del inmigrante en la novela española actual (2009) di Maya Zovko mette in luce proprio questa negatività che aleggia attorno ai migranti nelle opere narrative da lei prese in esame, a partire dal momento della loro partenza fino a quello dell’approdo e dell’inserimento nella nuova realtà. Scrive Zovko: «los motivos de la inmigración en la mayoría de los casos, se concentran en tres aspectos: las necesidades económicas existente en el país de origen, la situación política y los malos tratos familiares» (2009, 163-172: 163- 164). In prospettiva negativa viene delineata anche la condizione legale e lavorativa dei migranti nel paese d’arrivo, laddove le donne si dedicano a lavori domestici, di cura, di assistenza o alla prostituzione, gli uomini all’agricoltura e all’edilizia, insomma, «incluso teniendo los papeles necesarios y la licenciatura universitaria, los inmigrantes no logran despegar en ningún otro terreno profesional» (Zovko 2009, 163-172: 166-167). Tantomeno vengono esaltate le loro condizioni abitative, che «son pésimas. 9 Residen en casas que comparten con un gran número de personas, casi siempre compatriotas» (Zovko 2009, 163-172: 167). A tali prospettive negative che delineano la loro vita, si affiancano gli approcci diffidenti degli spagnoli nei loro confronti, sopraffatti dal senso di indifferenza e discriminazione (Zovko 2009, 163-172: 167). Inoltre, in un saggio successivo, Maya Zovko riflette anche sull’aspetto linguistico, evidenziando come le frasi messe in bocca agli immigrati siano quasi sempre costruite sulla base di una sintassi inappropriata e di una pronuncia scorretta, sottovalutando il loro grado di istruzione (2010, 5-22: 7). In certi casi, la spinta a narrare le vicende altrui, più che incentivare a vivere in ottica positiva la dimensione dell’incontro, genera così un’esaltazione dell’alterità del migrante, rappresentato sulla base di elementi folclorici e di costruzioni stereotipate (Zovko 2010). I saggi ripercorrono dunque gli aspetti che emergono nelle pagine in cui il nativo narra l’altro, attraverso quella che Marco Kunz definisce una prospettiva hispanocéntrica, una chiave di lettura che in parte, d’accordo con l’autore, è da percepire in ottica positiva, in quanto evita di mettersi nei panni dell’altro con il rischio di dar vita a osservazioni e interpretazioni errate (2002, 109-136: 111). Ma nascono comunque degli interrogativi: è veramente questo ciò che vivono gli immigrati in Spagna, ma anche nelle altre realtà europee, o tutto ciò è il risultato di uno sguardo parziale e precostruito dallo scrittore autoctono? Che cosa succede quando la storia dell’altro è narrata dall’altro? Forse sono proprio i testi scritti dai migranti quelli che non rischiano di deviare e manipolare la voce e la storia dell’altro, rappresentandola in modo più leale e completa? Tale ricerca è proprio un invito ad andare oltre (Siebert, Floriani 2013), a dare dignità al migrante, troppo spesso considerato inferiore, privato della sua parola e soffocato dalla voce altrui; ad ascoltare il suo punto di vista e capovolgere i luoghi comuni; ad intravedere nelle pagine letterarie da lui prodotte anche gli aspetti positivi che scaturiscono con l’arrivo nella nuova società, gli spiragli di ottimismo e le interazioni serene che si costruiscono con i nativi. 10

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La loro voce e la loro penna aprivano una breccia nella dilagante prassi dell'odio: prendevano la parola, .. intersemiotic travelling. (Cronin 2000, 89).
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