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La sapienza e lo spirito. Studio retorico-letterario di 1 Cor 2,6-16 PDF

392 Pages·2011·2.464 MB·Italian
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STUDI E RICERCHE Sezione biblica SAMUELE SALVATORI LA SAPIENZA E LO SPIRITO Studio retorico-letterario di 1Cor 2,6-16 Presentazione di Andrzej Gieniusz C.R. CITTADELLA EDITRICE ASSISI Cura redazionale ANTONIO LOVA © CITTADELLA EDITRICE - ASSISI www.cittadellaeditrice.com 1a edizione: novembre 2011 ISBN 978-88-308-1167-6 Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del com- penso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633, ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS e CNA, CONFARTI- GIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avve- nire solo a seguito di specifca autorizzazione rilasciata dall’editore. PRESENTAZIONE Gli ultimi decenni hanno visto la pubblicazione di numerosi studi sulla retorica degli scritti paolini e il diffondersi di un grande entusiasmo per questo nuovo approccio all’interpreta- zione dell’eredità letteraria dell’Apostolo delle Genti. Inizial- mente i modelli retorici attribuiti alle singole lettere di Paolo erano piuttosto uniformi, tanto da diventare, non di rado, una camicia di forza o un “letto di Procuste”, impedendo la perce- zione dell’originalità propria dell’Apostolo invece che aiutare a scoprire la profondità del suo pensiero e la ricchezza delle tecniche persuasive adoperate. Con il passar del tempo la nuova metodologia si è raffi na- ta e adeguata maggiormente al suo oggetto di studio. Oltre a scoprire l’elasticità della dispositio paolina e ad ammettere la varietà dei generi retorici presenti all’interno dello stesso scrit- to di Paolo, ci si è interessati anche della diversità delle prove da lui fornite e soprattutto della ricchezza e dell’originalità dell’ornatus dei suoi discorsi. L’approccio retorico-letterario si è trasformato in questo modo da una tappa ausiliare, sui cui risultati fondare l’analisi esegetica vera e propria, in un metodo esegetico completo, non soltanto complementare a tutti gli altri approcci ma anche un loro indispensabile correttivo. Lo studio di Samuele Salvatori su 1Cor 2,6-16 rappresenta un esempio dell’analisi retorico-letteraria al suo meglio, ap- plicata ad un testo notoriamente diffi cile, che da secoli vede schierarsi gli studiosi in diverse interpretazioni che si escludo- no a vicenda, senza che nessuna possa imporsi come l’unica valida. Si tratta perciò di una sfi da notevole, portata a buon 6 Presentazione fi ne grazie non solo al sapiente uso dell’analisi letteraria e della retorica, ma anche grazie ad un ammirevolmente ampio uso e confronto con la letteratura secondaria. Questa dissertazione onora il Pontifi cio Istituto Biblico e la Pontifi cia Università Urbaniana, le due facoltà dove Samuele Salvatori ha acquisito la sua competenza esegetica. Il lettore interessato al pensiero dell’Apostolo troverà in questo studio una solida e sostanziosa presentazione di uno degli aspetti centrali della teologia paolina (Spirito e sapienza) e inoltre sarà iniziato a tutta l’offi cina esegetica, così da potersi poi avventu- rare con le proprie gambe nei meandri e nelle profondità delle argomentazioni paoline. ANDRZEJ GIENIUSZ C.R. Pontifi cia Università Urbaniana PREMESSA Questa pubblicazione è il testo integrale della tesi di Dotto- rato in Teologia Biblica, difesa presso la Pontifi cia Università Urbaniana il 15 dicembre 2009. Il lungo periodo di studio e di ricerca che ha portato a questo frutto – spero il più possibile maturo – non è stato per me solamente un percorso di forma- zione esegetica e teologica, ma anche una tappa fondamentale della mia esperienza di fede. Fin dai primi studi teologici sono rimasto affascinato dalla profondità e dall’attualità della fi gura di Paolo di Tarso e soprat- tutto da come l’Apostolo interpreta l’identità cristiana alla luce della logica della croce. Per questo motivo ho scelto come tema specifi co della mia dissertazione la mediazione dello Spirito Santo nell’intelligentia crucis, ovvero nella capacità di discer- nere nell’evento scandaloso della croce di Cristo la salvezza di Dio donata gratuitamente all’uomo. Questo discernimento nello Spirito non è una realtà astratta o intellettualistica, ma tocca la vita concreta del credente, chiamato a pensare e ad agire secon- do i criteri della croce e, come dice l’Apostolo, a “non confor- marsi alla mentalità di questo mondo” (cfr. Rm 12,2). Nel lungo e faticoso cammino di ricerca non sono mai stato solo, ma ho avuto vicino tante persone che, in diversi modi, mi hanno aiutato a raggiungere una meta molto importante. Ad ognuno di loro va il mio pensiero di gratitudine e di affetto. Il primo ringraziamento è per la mia famiglia, una scuola di fede dove ho imparato ad amare il Signore grazie alla testimo- nianza di vita dei miei genitori, dei miei fratelli e dei miei parenti. Voglio esprimere la mia profonda gratitudine verso la mia Provincia dei Frati Minori delle Marche, il mio maestro e ora 8 Premessa Ministro provinciale Fr. Ferdinando Campana, i frati con cui condivido la mia vita, le sorelle del Santissimo Nome di Gesù e tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicini con il loro affetto fraterno. Insieme a loro voglio ricordare le mie sorelle Clarisse, non solo per avermi sostenuto con la loro incessante preghiera, ma anche perché è grazie ad un loro suggerimento illuminante che vari anni fa ho intuito quello che sarebbe stato il tema di questa ricerca. Nel libro del Siracide si dice: “Se vedi una persona saggia, và presto da lei; il tuo piede logori i gradini della sua porta” (Sir 6,36). Il mio lavoro non sarebbe mai giunto alla sua meta senza la sapiente guida di “maestri” che mi hanno guidato per le vie impervie del pensiero teologico di S. Paolo. Per questo motivo sento di dover ringraziare il prof. Andrzej Gieniusz C. R., della Pontifi cia Università Urbaniana, moderatore di questa tesi, che mi ha accompagnato nello sviluppo del mio lavoro con attenzio- ne e competenza e mi ha insegnato la diffi cile ma appassionante arte dell’esegesi; insieme a lui ringrazio anche il prof. J.-N. Alet- ti , che durante i miei studi di Licenza presso il Pontifi cio Istituto Biblico mi ha introdotto sapientemente nell’analisi retorico- letteraria delle lettere di Paolo. Ringrazio inoltre il prof. G. Bi- guzzi e il prof. C. Bazzi, correlatori di questa tesi, per i preziosi suggerimenti con i quali hanno arricchito la mia ricerca. Ringrazio l’Istituto Teologico Marchigiano nella persona del Preside don Mario Florio e tutti i docenti che hanno curato la mia formazione teologica e con i quali ho l’onore di colla- borare nell’insegnamento. In ultimo, voglio rivolgere un ringraziamento particolare a Mons. Agostino Gasperoni, la cui passione per la Parola di Dio e specialmente per S. Paolo mi ha letteralmente contagiato durante i miei studi teologici. Dedico a lui, con tanto affetto e gratitudine, questa mia pubblicazione. Fr. SAMUELE SALVATORI, OFM Gerusalemme, Pasqua 2011 INTRODUZIONE GENERALE All’interno della prima lettera ai Corinzi, la funzione argo- mentativa di 1Cor 2,6-16 nel contesto di 1Cor 1–4 è uno dei temi più dibattuti nel panorama esegetico degli ultimi decenni. Con un improvviso cambio di linguaggio e di tono Paolo intro- duce in 2,6 un’argomentazione che sembra essere in contraddi- zione con ciò che era stato detto precedentemente. Se, infatti, egli aveva affermato che la sapienza del mondo è stata resa impotente per mezzo dell’annuncio di Cristo crocifi sso, ora egli stesso riconosce che i “maturi” possiedono e comunicano la sapienza. Per questo motivo, secondo un autorevole commentatore come H. Conzelmann , 1Cor 2,6-16 non è coerente con il suo contesto, dal momento che il modello di “sapienza” sviluppato in questa pericope si discosta dalle precedenti affermazioni di Paolo1. Questa discontinuità rispetto al contesto è data anche dal vocabolario usato in 1Cor 2,6-16, che sembra riprendere alcuni schemi di pensiero della fi losofi a stoica, o i modelli interpreta- tivi della Scrittura del giudaismo ellenistico, di cui il fi losofo alessandrino Filone è il maggiore esponente. Ne sono degli esempi l’immagine del sapiente inteso come “maturo” (tel, eioj: 1Cor 2,6) e contrapposto al principiante che è equiparato al “bambino” (nhp, ioj: 1Cor 3,1), come anche la contrapposizione tra l’uomo “spirituale” (pneumatikoj, : 1Cor 2,15) e l’uomo che si pone esclusivamente sul piano umano (yucikoj, : 1Cor 2,14). 1 H. CONZELMANN , 1Corinthians: A Commentary on the First Epistle to the Corinthians, Hermeneia, Philadelphia, PA 1975, 57.

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