| Simonetta Chessa Wri ght f“ La poetica |ne obarocca n Calvino IIUZI TELAIO .. Longo Editore Ravenna Nin s i ii\ t I | TAI IC TN SUtIt TAR / I Ill Di i IAI Hii l ni iI Il i iMI U i Î I | UN i [Ri If i I Ù‘ pai PV (TDI) siM AE tit Di i HTRI I ur: VI i iL Lù Li f) titi ni I Ei Du sii N MTB 61. Simonetta Chessa Wright La poetica neobarocca in Calvino 7 L’interprete Collana diretta da Aldo Scaglione della New York University, New York i o Ep S n AaT E D Simonetta Chessa Wright La poetica neobarocca in Calvino LONGO EDITORE RAVENNA ISBN 88-8063-161-6 © Copyright 1998 A. Longo Editore snc Via P. Costa 33 - 48100 Ravenna Tel. (0544) 217026 Fax 217554 e-mail: [email protected] All right reserved Printed in Italy I Il Barocco: un concetto in continua evoluzione La questione del Barocco quale forma artistica ed estetica predo- minante tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento si è riaperta in Italia grazie all’intervento di alcuni studiosi! che hanno esaminato e rivalutato le componenti fondamentali della poetica di questo periodo e ne hanno messo in evidenza il ricorrere nella lettera- tura contemporanea. All’inizio di questa investigazione degli elementi «neobarocchi» nell’opera di Italo Calvino c’è sembrato utile riassumere brevemente i termini della animata discussione intorno al Barocco facendo riferi- mento agli studi che tra i primi ne hanno sottolineato l’importanza come epoca a sé stante, i cui concetti di base rimangono validi non solo nell’estetica di un determinato periodo, il diciassettesimo secolo appunto, ma affiorano nella produzione artistica di epoche successive. ! Agli inizi degli anni Sessanta ci fu una serie di convegni in cui si discusse sia l’origine e l'evoluzione del termine Barocco che la funzione storica e la portata delle idee estetiche e filosofiche del periodo. Nei documenti allora pubblicati è possibile osservare come si era ancora agli inizi di una discussione aperta e positiva non solo sul significato della particolare epoca ma soprattutto sulla sua delimitazione cro- nologica, sulla sua produzione artistica e sul suo fondamentale contributo alla poeti- ca moderna. Per una maggiore comprensione si vedano: Barocco Europeo e Barocco Veneziano, a cura di Vittore Branca, Venezia, Sansoni, 1962; Barocco Europeo, Ba- rocco italiano, Barocco Salentino, a cura di Pier Fausto Palumbo, Lecce, Centro Studi Salentini, 1970; Manierismo, Barocco, Rococò: concetti e termini, Convegno Internazionale, Roma, Accademia dei Lincei, 1962, quaderno n. LII. 8g Capitolo primo Il termine Barocco fu utilizzato fin dagli inizi della sua storia per definire un’epoca di decadenza ed i crisi, i cui prodotti artistici non trovarono critici benevoli o estimatori che nell’Ottocento, quando fu- rono pubblicati, col titolo di Renaissance und Barock,3 gli studi del Woòlfflin, studi che costituirono la-chiave di volta nella ricezione este- tica e nell’analisi artistica di tutte le riflessioni e di tutti gli scritti po- steriori sull’argomento. o Il grande merito del Wélfflin, allievo di quella scuola di pensiero che fa capo a Burckhardt4 e a Nietzsche, è di aver tentato una rico- struzione del pensiero e della filosofia estetica barocca attraverso lo studio particolare delle opere d’arte prodotte in quel periodo, tenendo in considerazione l’evoluzione delle nuove teorie filosofiche nate dal- la opposizione a un ideale di classicismo, ancora vitale nella filosofia tedesca del diciottesimo e diciannovesimo secolo, in favore di una este- tica sensibile ed aperta alle istanze della cultura moderna. 2 Otto Kurz, «Storia di un concetto», in Barocco Europeo e Barocco Veneziano, cit., pp. 15-33; Pier Fausto Palumbo, op. cit., pp. 29-40; Giovanni Getto, La polemi- ca sul Barocco, in Letteratura e critica nel tempo, Milano, Marzorati, 1968, p. 213, cita, a proposito della scarsa ricezione positiva del Seicento, il Baretti: «Quel secolo infelice che fu [...] marchiato a fuoco dagli Italiani con il disonorevole appellativo di cattivo secolo della lingua». 3 Heinrich Wolfflin, Renaissance and Baroque, Ithaca, Cornell University Press, 1966 (ed. orig. Renaissance und Barock, Minchen, Ackermann, 1888). 4 Jakob Burckhardt, The Civilization of the Renaissance in Italy, New York, Macmillan, 1890, interpreta l’elemento barocco in contrapposizione alla regolarità e al senso della misura rinascimentali. Per lo studioso svizzero il barocco equivale in definitiva ad un «antirinascimento», in cui vengono esaltate passione ed irregolarità, emozioni e stati d’animo quasi sconosciuti alla poetica classicista. Sulla questione del Barocco come «antirinascimento» cfr. Eugenio Battisti, L’antirinascimento, Mi- lano, Feltrinelli, 1962. 5 Friedrich Nietzsche, Menschliches Allzumenschliches: ein Buch ftir freie Geister, Chemnitz, Schmeitzner, 1878, aveva rilevato due caratteri fondamentali nell’arte: l’apollineo e il dionisiaco. Egli vede una netta contrapposizione tra un ideale di classicità, determinante un atteggiamento di misura e regolarità nella creazione della forma artistica, e un atteggiamento più moderno, che travolge le forme a favore di un tipo dialettico non conciliato ed antiarmonizzante di matrice antihegeliana. In Menschliches Allzumenschliches Nietzsche pone la problematica dell’apollineo e del dionisiaco in termini di classico ed anticlassico e li collega rispettivamente al Rina- scimento e al Barocco.