Description:Questa raccolta di poesie venne per la prima volta pubblicata nel 1963. Carlo Levi (che scrisse la prefazione al volume) e Leonardo Sciascia (che recensì l’opera sul giornale «L’Ora») ne parlarono come di un «libro straordinario» che aveva segnato una «svolta» decisiva, e aveva aperto un «periodo nuovo» nella produzione poetica di Ignazio Buttitta. Era stato Pasolini a indirizzare il nuovo corso. Di Pasolini è il titolo del volume, La peddi nova. E a Pasolini è dedicato il primo componimento della raccolta: il «manifesto» della poesia nuova, scavata dalla storia e dalla pietas (di tonalità leopardiana) per «il peso del dolore». Si legge, nel saggio introduttivo alla presente ristampa: «Ora… il poeta… ha il volto velato dai pensieri. Ha uno sguardo più universale e sgomento. Partecipa al dolore dell’umanità, granello di sabbia in una spiaggia, pesce nella rete come gli altri. Gli “omini tutti” vanno verso l’orizzonte, su una barca di paglia. Il poeta è uno spettatore lontano piantato nell’impotenza. Le vicende ordinarie della vita sono varie, nel villaggio-mondo percorso con gravità di passi. Comprendono casi di ripugnante fraternità, una sensualità frustrata, o tale da prendere aria e vento in una allucinazione di carni prosperose, e salti ciechi nella morte, in mezzo a un odor di moccolaia. Ci si può imbattere nel dolore delle madri o in situazioni che richiedono i graffi e le lacerazioni della satira. E può capitare di raggiungere una piazza metafisica, relegata nel silenzio, e incontrarvi un prete e un cane che, seduti come amici, discettano in latino». Ha scritto Pasolini: «quest’umile uomo di Bagheria, sentimentale, estroverso, ingenuo, e – secondo lo schema della poesia popolare del “malnato” – tormentato da una mancanza di amore materno che lo ha reso orfano e ossesso – è quello che si dice un buon poeta». Contini (che leggendo Buttitta si sentì spesso trasportato verso Jacopone da Todi) ebbe a parlare della potenza di una poesia che arde «nel magma del suo incendio».