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la partecipazione bresciana alla guerra di cipro 1 alla battaglia di lefaato PDF

164 Pages·2007·7.08 MB·Italian
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Preview la partecipazione bresciana alla guerra di cipro 1 alla battaglia di lefaato

CARLO PASERO LA PARTECIPAZIONE BRESCIANA ALLA GUERRA DI CIPRO 1 E ALLA BATTAGLIA DI LEFAATO - TIPO LITO F.LLI GEROLDI 1954 COMMENTAR1 DELL'A'I'ENEO DI BRESCIA Direttore Responsabile : UGO VAGLIA Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 64 in data 21 gennaio 1953 TIPO - LITO FRATELLI GER0,LDI - BRESCIA - 1954 CARLO PASERO LA PARTECIPAZIONE BRESCIANA ALLA GUERRA DI CIPRO E ALLA BATTAGLIA DI LEPANTO SUPPLEMENTO AI COMMENTAR1 DELL' ATENE0 DI BRESCIA PER L' ANNO 1953 COL CONCORSO DELLA FgONDAZIONE UGO DA COMO DI LONATO Domenico di Pietro du Salò : Bassorilievo nella Chiesa di San Giuseppe di Castello in Venezia. ( Fotografia gentilmente fornita dalla Soprintendenza ai Monumenti di Venezia ). Ogni città, ogni paese cattolico - si può dire - menò vanto di aver partecipato con i propri figli alla nuova cro- ciata cristiana del 1570-1573 (guerra di Cipro) e soprattutto alla gloriosa battaglia navale delle Curzolari o di Lepanto (l), ove la formidabile spinta ottomana verso il dominio del Mediterraneo occidentale subì una battuta di arresto che per un momento sembrò definitiva; la nostra città soltanto, pure presente con armi e denaro e molto sangue alla terri- bile lotta contro l'Infedele, non trovò mai chi compiuta- mente illustrasse, sulla scorta dei patrii documenti, il con- tributo bresciano ed in particolar modo ricordasse i nomi (9. e le vicende, i sacrifici e gli eroismi, i lutti e gli allori Le fonti non mancano dawero, fonti a stampa nella ricchissima bibliografia accumulatasi dlirante tre secoli e mezzo di studi e di ricerche (9);e fonti manoscritte in gran numero conservate soprattutto nel Civico Archivio Storico, lettere autografe ed in copia, instrumenti notarili ed atti municipali, delibere consiliari, relazioni pubbliche e private, ducali venete, sciolte oppure raccolte in un codice apposito, nel quale i magistrati della città vollero espressa- mente radunarle a ricordo di un particolare periodo della guerra stessa ed a documento dello sforzo bresciano in di- fesa della Cristiana Fede e del Veneto Dominio (*). La presente memoria si propone appunto il compito d5 far conoscere agli studiosi quante notizie sono state finora raccolte nel ricco materiale archivistico cittadino e di mode- stamente contribuire, nello stesso tempo, a meglio illumi- nare una notevole pagina della nostra storia patria. Ai grandiosi apparati di guerra che fin dal 1569 il bado veneziano a Costantinopoli M. A. Barbaro apertamente de- nunziava come diretti alla conquista dell'isola di Cipro, la Serenissima rispose alla fine, dopo molte incertezze, con altri armamenti e soprattutto con una pressante campagna diplomatica volta ad ottenere l'appoggio delle potenze europee nella difesa contro la minaccia turca. Venezia era ben conscia, infatti, di non possedere nè la preparrizioric militare, nè le risorse economiclie sufficienti a superare od almeno ad affrontare da sola un siffatto pericolo: e nep- pure poteva ormai fare affidamento sui ripieghi di una politica volta alla conciliazione, sui donativi e sulle rnan- C zarie » con le quali essa aveva sino a quel tempo tentato di tenere a bada il prepotente avversario. Dopo i primi atti di manifesta ostilità. allorchè giunse notizia che la flotta osmana si era senza alcun dubbio posta in rotta verso l'isola minacciata. nessuno più dul~itòi ntorno ai progetti aggressivi del Sultano e l'iznminenza del temuto attacco rese febhili i preparativi veneti, per quanto malau- guratamente rallentati dall'incendio del]-Arsenale e dai danni ivi prodotti a causa di imo scoppio formidabile delle polveri da tempo accumulate ("). Otunque si diffuse e sempre più eccitò gli animi una irrefrenabile ysicosi di guerra e nel marzo del 1570, ancoi- prima che giungesse la diffida nemica e fosse definitivamente stretta a Roma la Triplice Intesa fra Venezia, Spagna e Stato Pontificio voluta e tenacemente caldeggiata da Pio Quinto nonostante lo scarso entusiasmo di Filippo Secondo f6), il leone di S. Marco respinse ogni suggerimento di prudente attesa e prese l'iniziativa di rom- pere i ponti col Turco, proclamò lo stato di guerra, mobi- litò lo flotta al comando di Gerolamo Zane, affretto le opere di difesa della laguna, rivolse un pressante appello alle città del Doniinio per averne aiuto, denaro, uomini: il tutto con orgasmo, con tumultuoso disordine, in una eccitata atmo- sfera che denunziava fieri propositi di resistenza, l'affanno di chi si sente debole ed anche il timore di una definitiva sconfitta. L'ansiosa invocazione di Venezia alle soggette provin- cie, specialmente a quelle di Terra Ferma, non cadde nel vuoto sia per l'ormai saldo attaccamento dei sudditi al Serenissimo Dominio, sia per la ~rofonda tradizione reli- giosa che una volta ancora chiamava alla Crociata contro l'Infedele in una impresa di universale risonanza, sia per la ricerca di ventura, di guadagno e di bellici onori che subito infiammò i cuori delle irrequiete gioventù munici- pali. e sia anche percliè un dono spontaneo avrebbe forse allontanata una temuta e ben più pesante imposizione: fra tutte, primissima giunse la generosa e pronta risposta dei nostri concittadini i quali, accogliendo le sollecitazioni dei Rettori -4ntonio Bragadino ~odestà e Daniele Foscarini capitano e del Vescovo Domenico Bollani - bresciano di sede e di elezione, ma veneziano di nascita, famiglia e poli- tici intereijsi (') - con slancio quasi unanime i due soli voti contrari) offrirono un corpo intero di fanteria, mille uomini di ;ritto punto equipaggiati e spesati per sei mesi, al comando di ufficiali da eleggere fra la bresciana nobil- tà (8). Questa appunto fu la deliberazione presa dal Con- siglio Generale cittadino nella sua solenne adunanza del 10 marzo 1570 alla presenza dei supremi rappresentanti .ce- neti, dell'Abate Giulio Calzavelia, dei più importanti magi- strati locali e di ben 282 consiglieri, alcuni dei quali diret- tamente parteciparono, in seguito, alle vicende della campa- gna militare (Gio. Antonio Cavalli, Ortensio Palazzi, Gero- lamo Luzzagoi: l'offerta venne accompagnata da un nobile messaggio al Doge ed appariva maggiormente commende- vole, oltre che per l'elevato numero dei soldati posti a dispo- sizione, per il gravissimo onere finanziario affrontato dal- I'erario niunicipale in un periodo in cui esso si mostrava particolarmente esausto a causa del prolungato sforzo eco- nomico richiesto dalla fabbrica del Pubblico Palazzo (la Loggiaj e dalla ancora minacciosa carestia che aveva impo- sto grossi prestiti e fin anco l'alienazione di molti beni comunali (' 9). Il Vescovo Bollani ed i due Rettori veneti rimasero tanto soddisfatti che ne piansero K d'allegrezza » ed imme- diatamente ne riferirono al patrio Senato, mettendo in ri- lievo la spontaneità della decisione presa « a piena voce N; i magistrati cittadini, dopo averli riaccompagnati alle loro residenze con un solenne corteggio che mirava a rendere sempre più memorabili le proprie benemerenze, spiccarono essi pure con tutta fretta alla volta di Venezia un cavallaro municipale recante in rapidissima corsa un plico per il Nunzio bresciano colà residente Celso Ducco e per gli am- basciatori Camillo Martinengo e Lodovico Bergogitino, da qualche tempo sulle rive della laguna a causa di altri affari (una vertenza col comune di Lonato) : a tutti costoro si ordinava di immediatamente presentare al Governo Vene- ziano ed al Doge Pietro Loredano il testo della cittadina deliberazione; di accompagnare con adatte parole il mes- saggio ufficiale della devota citti di Brescia e di impe- trarne in risposta un documento scritto di plauso e di gratitudine (l0). Non più tardi di due giorni appresso i12 marzo) i nostri rappresentanti furono ricevuti in Senato con infinite pubbliche e private attetitazioni di commossa riconoscenza e ne ottennero quanto desideravano (l1); a poco valse, luttavia, l'aver conseguito il primato fra tutte le città con- sorelle nella prontezza dell'offerta, nella rapidità della co- municazione, nel numero dei soldati e nell'onere finanziario assunto (l2), perchè anche Brescia, quando giunse il mo- mento, venne duramente sfruttata dal Veneto Dominio con la medesima inflessibilità usata per qualsiasi altra popola- zione di Terra Ferma. I1 16 marzo, sei giorni dopo Brescia, anche Salò e la ma Riviera offrirono cento fanti spesati per tutta la durata della guerra (l3), sotto la pida di Giuseppe e Antonio Mazzoleni e di Cornelio Fontana; la Valle Camonica mise a disposizione di Venezia, oltre le proprie cose e persone, circa 5.000 pesi di ferro crudo per l'Arsenale (l4); la Valle Sabbia offrì denaro, armi, [erro e paghe militari; villaggi e borgate del piano arruolarono a diecine, a centinaia i loro giovani nelle file del reggimento bresciano (l5); nobili e magistrati andarono a gara con private offerte: il podestà A. Bragadino diede 2000 ducati (l6); mons. D. Bollani 1129 ducati; il dr. Onofrio Maggi 2000 ducati; il co: Lucrezio Gambara 40 fanti, 28 il co: Nicolò Gambara, 200 la fami- glia Porcellaga spesati per quattro mesi all'anno, 30 il co: Antonio Martinengo di Villagana.

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alla gloriosa battaglia navale delle Curzolari o di Lepanto (l), ove la formidabile legno finalmente raggiungere Venezia ( 16 gennaio 1571).
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