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La morte di Hitler. Le ultime ore del Fuhrer nelle rivelazioni degli archivi sovietici PDF

193 Pages·1969·6.073 MB·Italian
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Lev Besymenskij LA MORTE DI HITLER Prefazione di Karl-Heinz Janssen Traduzione di Enrico Cicogna con 14 illustrazioni fuori testo ARNOLDO MONDADORI EDITORE Cnpyright 1968 by Chri.>lltlft'Wegner V�:rlag, Hamburg © Arnoldn Mondadori Editore 1969 Ti tolu dell'opera originale Der Tod des Adolf Hitler I t:dilinne aprile 1969 PREFAZIONE Hitler ha raggiunto il suo ultimo scopo. Proprio come Alarico, « che fu segretamente sepolto nel letto del Busento, anche que­ st'a ltro distruttore del genere umano certo non corre il pericolo -di essere ritrovato.» Con questa certezza apparentemente inconte­ stabile, H.R. Trevor-Roper postulava nel suo lucido libro, Gli ultimi giorni di Hitler, un punto fermo deltindagine storica. Nel corso della sua investigazione, egli aveva esaurito tutte le pos­ sibilità che gli erano offerte dal servizki segreto britannico, e aveva inoltre interrogato tutti i testimoni oculari raggiungibili; coloro che avevano assistito alla cremazione avvenuta nel giar­ dino della Cancelleria del Reich e che erano appena rientrati in patria dopo dieci anni di prigionia russa, non fecero altro che confermare, a quanto sembra, i risultati della sua indagine. È possibile che la tensione subentrata tra gli ex Alleati subito dopo la fine della guerra abbia impedito all'investigatore britan­ nico di completare la sua esposizione con testimonianze dell'altra parte. Si doveva quindi escludere del tutto che si fossero trovate le ossa del dittatore tra le macerie e nei crateri scavati dalle bom­ be intorno alla Cancelleria del Reich? Stalin non aveva forse dichiarato, accogliendo il presidente Truman a Potsdam - e con 7 PREFAZIONE grande meraviglia del suo interlocutore - che Hitler era ancora vivo e probabilmente si nascondeva in Spagna o in Argentina? Trevor-Roper ne sapeva di più: Hitler era morto. Il Fuhrer e cancelliere del Reich si era ucciso con Eva Braun, la donna che aveva sposato da pochissimo tempo, nel loro bunke� tra le 15 e le 15.30 del 30 aprile 1945. Per vent'anni storici, pubblicisti e giornalisti si sono più o meno fondati sui risultati dell'indagine di Trevor-Roper. Nel 1945 un tribunale tedesco, basandosi s�.dle dichiarazioni di oltre venti te­ stimoni oculari, ha dichiarato ufficialmente che Hitler era morto. Solo nel 1965 lo scrittore Erich Kuby, su incarico della rivista « Der Spiegel », si è accinto a riesaminare tutti gli elementi di­ sponibili. A differenza del suo predecessore inglese, egli ebbe la possibilità di attingere anche all'imponente materiale sovietico e di parlare con testimoni sovietici. Kuby è stato il primo a mettere in dubbio, adducendo importanti motivazioni, la �ersione comunemente accettata del suicidio con la pistola. Ma nemmeno lui è stato in grado di dimostrare in che modo Hitler fosse morto e dove fosse finito il suo cadavere. Dovette quindi arrivare a questa rassegnata conclusione: « L'uo­ mo più fotografato e più documentato dei nostri tempi è scom­ parso nell'ignoto, in modo ignoto ». Ora, finalmente, il sovietico Lev Aleksandrovié Besymenskij, ?r'i s ttore e studtoso dz storia contemporanea, ci consente di ag­ i!_ giungere l'anello ancora mancante alla catena delle prove: .. documento dell'autopsia di Hitler. La vita del dittatore tedesco e ormai un libro aperto: dal registro delle nascite ai documenti militari, alle informazioni sulla sua naturalizzazione, fino al te- 8 PREFAZIONE stamento personale e ai risultati della pertzta medico-legale. Si deve supporre che la forza probante dell'ultimo documento verrà messa in dubbio soprattutto da chi abbia interesse a mantenere viva la leggenda dell'« eroica morte del Fuhrer », ma anche dai molti che a priori sono propensi a sminuire il valore dei docu­ menti degli archivi sovietici, considerandoli armi propagandisti­ che. In effetti è passato parecchio tempo prima della pubblica­ zione di questi documenti importanti da un punto di vista storico. In ogni modo) da ora in poi i « vecchi combattenti'> o i neona­ zisti, loro simili, potranno ben difficilmente mantenere la favola della morte da soldato del Fuhrer; e i commercianti di reliquie o i falsari politici non potranno più pensare di poter offrire, un giorno, le ceneri o le ossa di Hitler. (Non sono nemmeno man­ cate delle voci, che sembravano degne di fede, secondo le quali un fedele seguace nel maggio del 1945 era riuscito a mettere al sicuro l'urna.) Bes ymenskij accenna alla decisione sovietica di occultare le perizie medico-legali per prevenire l'eventualità che a qualcuno venisse in mente di assumere il ruolo del « Fuhrer salvo per miracolo ». È questa una possibilità che non sembrerà del tutto improbabile a un sovietico storicamente preparato, dato che il popolo russo annovera più di un esempio di falsi zar e di falsi principi nel corso della propria storia. Qualunque motivo abbia indotto alla pubblicazione di questi documenti, il loro valore probante non ne è influenzato. Chi suppone che i medici sovietici - alcuni di essi sono tra i più qualificati del paese - abbiano osatp falsificare un documento di autopsia per ragioni politiche, potrà confutare a stento l'argo­ mentazione di Besymenskij, il quale osserva che se i sovietici 9

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