John R. Searle La mente .. ' ' ·- • I • o ' ·-- J ohn R. Searle La mente ~ Rq/faello Cffftifia Editore www.raffaellocortina.it Titolo originale Mind. A Brief Introduction © 2004 Oxford University Press, lnc. Traduzione di CarloNizzo ISBN 978-88-7078-984-3 © 2005 Raffaello Cortina Editore Milano, via Rossini 4 Prima edizione: 2005 INDICE Prefazione all'edizione italiana (Michele Di Francesco) IX Introduzione. Perché ho scritto questo libro 3 1. Dodici problemi di filosofia della mente 9 2. La svolta materialistica 37 3. Argomenti contro il materialismo 75 4. La coscienza. Parte I La coscienza e il problema mente-corpo 97 5. La coscienza. Parte Il La struttura della coscienza e la neurobiologia 121 6. L'intenzionalità 145 7. La causalità mentale 175 8. Il libero arbitrio 195 9. L'inconscio e la spiegazione del comportamento 213 10. La percezione 231 11.L'io 247 Epilogo. La filosofia e la visione scientifica del mondo 265 Suggerimenti per ulteriori letture 269 Indice dei nomi 277 Indice analitico 279 VII PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA Searle e la filosofia della mente "La filosofia della mente si distingue dagli altri ambiti filo sofici attuali per il fatto che tutte le sue teorie più famose e in fluenti sono false." Questa frase riassume efficacemente la po J sizione del tutto particolare che ohn Searle occupa nella filo sofia della mente contemporanea. Lontano tanto dalle posi zioni dualistiche (la mente è qualcosa di estraneo e irriducibile al mondo fisico) quahto da quelle materialistiche (i fenomeni mentali sono identici o riducibili a fenomeni fisici), sostenito re dell'esistenza di una "ontologia soggettiva", ma allo stesso tempo propugnatore di un "naturalismo biologico" che vede nella coscienza un fenomeno altrettanto naturale della dige stione o della fotosintesi, Searle non soltanto sembra difficile da collocare in una delle caselle in cui si è soliti distribuire le numerose posizioni filosofiche intorno allo statuto della realtà mentale, che il lettore incontrerà nelle pagine seguenti (duali smo sostanzialistico, dualismo delle proprietà, teoria del dop pio aspetto, epifenomenismo, fisicalismo riduttivo, fisicali smo non riduttivo, emergentismo, eliminativismo, monismo, idealismo, e così via), ma le rifiuta come erronee e foriere di confusione. Tuttavia, lungi dall'essere un outsider, Searle è parte inte grante di quel ristretto numero di pensatori che hanno fatto la filosofia della mente del Novecento. Le sue riflessioni sulla na tura dell'intenzionalità, della coscienza e dell'azione non pos- IX PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA sono essere ignorate né prese alla leggera da chi voglia affron tare con la dovuta completezza le questioni in gioco. Le sue critiche a programmi di ricerca (un tempo) di successo, come l'Intelligenza artificiale forte (l'idea che si possano costruire macchine pensanti) e il computazionalismo (l'identificazione tra mente ed elaborazione dell'informazione), hanno suscitato l'interesse (e la vigorosa reazione) degli ambienti filosofici e scientifici più vari. È dunque con cognizione di causa che Searle respinge e critica molte delle regole del gioco della di scussione attualmente in corso, tentando di scompigliare le categorie tradizionali in cui viene impostato il dibattito; rifiu tandosi di lasciarsi ingabbiare in punti di vista precostituiti o invischiare in defatiganti discussioni di dettaglio su questioni che a suo parere sorgono come prodotti collaterali di scelte metodologiche discutibili. Ciò spiega perché a questo volume il sottotititolo dell'edi zione originale, A Brief Introduction, vada un po' stretto. Leg gere una presentazione generale della filosofia della mente scritta da Searle è un po' come affrontare una cronaca della Ri voluzione francese redatta da Robespierre: non vi dovete aspettare una grande obiettività, ma certo non mancherà il fa scino del resoconto di prima mano. In questa nota non ci pro porremo, quindi, di riassumere le tesi di Searle - uno scrittore di grande· chiarezza, che non ha bisogno di mediazioni erme neutiche - quanto di collocare la sua riflessione nel contesto più generale della filosofia della mente contemporanea, specifi candone origini e particolarità. E ciò prendendo le mosse da uno dei fenomeni più rilevanti del pensiero tra XX e XXI secolo: la centralità assunta dalla filosofia della mente all'interno delle altre discipline filosofiche. Dalla svolta linguistica alla svolta mentalistica "Per molte ragioni storiche rilevanti, la filosofia della mente è divenuta l'argomento centrale della filosofia contemporanea. Per la maggior parte del XX secolo la filosofia del linguaggio è X PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA stata la 'filosofia prima'. [ ... Ma il] centro dell'attenzione si è ora spostato dal linguaggio alla mente." Queste parole, che troviamo all'inizio del primo capitolo, mettono nel giusto rilie vo la svolta epocale di cui Searle è stato uno dei testimoni e protagonisti: il passaggio di consegne dalla filosofia (analitica) del linguaggio alla filosofia della mente come punto di parten za per la soluzione di diversi problemi del pensiero contempo raneo. Secondo l'ormai celebre proposta di Michael Dum mett, il cuore della "svolta linguistica" sarebbe l'identificazio 1 ne dell'essenza della filosofia con l'analisi (logica) del pensiero, e l'identificazione dell'analisi del pensiero con l'analisi del lin guaggio. In un simile quadro, occuparsi, per esempio, di cono scenza o di percezione vuol dire studiare la forma logica degli enunciati che esprimono le nostre conoscenze o i nostri reso- . . . ("I h " "I d h ") Q . conti percett1VI o so c e... , o ve o c e... . uesta un- postazione, che sembra implicare la priorità del linguaggio sul pensiero, è ribaltata da chi pone, invece, al centro la riflessione sulla mente; nel nostro esempio, lo studio filosofico della cono scenza o della percezione partirebbe dall'esame del rapporto tra mente e realtà, sullo sfondo del quale si dovranno poi co struire i modelli delle dinamiche con cui la mente umana assi mila l'informazione che le deriva dagli organi di senso, per pro durre rappresentazioni più o meno adeguate al mondo. Di fatto, un ruolo importante in questo conflitto è svolto da due concezioni alternative del mentale: la prima, di origine - in senso lato - cartesiana (ma si tratta solo di un'etichetta convenzionale), privilegia la dimensione soggettiva, esperien ziale e privata del fatto mentale. Avere una mente è essere il soggetto del Cogito. Ogni conoscenza è filtrata dall'esperienza immediata che il soggetto ha delle proprie idee, che sono l'o g getto della coscienza. La seconda concezione vede il mentale come lo spazio delle ragioni: uno spazio che si articola in una dimensione linguistica e, quindi, sociale e pubblica. L' espo nente più illustre di quest'ultima prospettiva è, probabilmen- 1. M. Dummett, Alle origini della filosofia analitica, tr. it. il Mulino, Bo logna 1990. XI PREFAZIONE ALL'EDIZIONE ITALIANA te, il secondo Wittgenstein, di cui possiamo citare un celeber rimo passo anticartesiano: Ora qualcuno mi dice di sapere che cosa siano i dolori sol tanto da se stesso! - Supponiamo che ciascuno abbia una scatola in cui c'è qualcosa che noi chiamiamo "coleottero". Nessuno può guardare nella scatola dell'altro; e ognuno dice di sapere che cos'è un coleottero soltanto guardando il suo coleottero. [. .. ] Ma supponiamo che la parola "coleottero" avesse tuttavia un uso per queste persone! - Allora non sa rebbe quello della designazione di una cosa. La cosa conte nuta nella scatola non fa parte in nessun caso del gioco lin guistico; nemmeno come un qualcosa: infatti la scatola po trebbe anche essere vuota.2 Wittgenstein, in questo brano, capovolge la prospettiva che assume la soggettività vissuta come dato primo da cui origina ogni nostra conoscenza. Il sapere e il pensiero (inteso non co me atto psicologico, ma come espressione di un contenuto di verità) hanno per lui una dimensione linguistica, e - in quanto il significato linguistico è legato alla dimensione pubblica e in tersoggettiva della comunicazione - si sviluppano in uno spa zio oggettivo e socialmente condiviso, che è quindi rilevante anche per ogni riferimento all'esperienza mentale. Ora, un fatto caratteristico della svolta mentalistica contem poranea è avere, in qualche misura, tentato di riproporre il pri mato della mente senza aderire all'identificazione tra mentale e privato. Questo è stato reso possibile dalla nascita della scien za cognitiva, e dal conseguente tentativo di elaborare una no zione scientifica e obiettiva di mente - per esempio attraverso l'idea che avère una mente sia esemplificare una serie di pro cessi di elaborazione dell'informazione, che mediano tra in put percettivi e output comportamentali. In un quadro simile, è possibile ipotizzare l'esistenza di fenomeni mentali "interni" al soggetto, che svolgono il ruolo di entità teoriche nel conte sto di una teoria empiricamente controllabile. Come gli atomi, 2. L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, tr. it. Einaudi, Torino 1967, § 293, pp.132-133. XII