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La marcia della follia. Dal cavallo di Troia alla guerra del Vietnam PDF

544 Pages·1985·24.321 MB·Italian
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BARBA W. UC -MAN LA MARCIA . E_LA FOL IA \}e,tta di Troia a/ 11.· LE SCIE AA'-'OlDO MONDAOO.R1 EO t. ORf LE SCIE Barbara W. Tu eh man LA MARCIA DELLA FOLLIA Dal cavallo di Troia alla guerra del Vietnam ARNOLDO MONDADORI EDITORE Dello stesso autore Nella collezione Le Scie Tramonto di un 'epoca Nella collezione Le Palme Uno specchio lontano Copyright © /984 by Barbara W. Tuchman © /985 Amo/do Mondadori Editore, S.p.A., Milano Titolo dell'opera originale: The March of Folly Traduzione di Sandro Sarti I edizione: sellembre 1985 RINGRAZIAMENTI Desidero esprimere i miei ringraziamenti a coloro che hanno contri buito in vario modo a questo libro: al professor William Wilcox, curatore dei Benjamin Franklin Papers alla Vale University, per la sua lettura critica del cap. IV; a Richard Dudman, già a capo della redazione di Washington del «St. Louis Post-Dispatch» e autore di Forty Days with the Enemy (una cronaca della sua prigionia in Cambogia) per la sua lettura del cap. V; al professor Nelson Minnich della Catholic University of America per la sua lettura del cap. III. Una lettura non implica accordo, particolarmente nel caso dell'ultimo menzionato. Di tutte le interpretazioni e opinioni contenute nel libro io soltanto sono responsabile. Sono grata, per la sua consulenza e il suo aiuto su vari argomenti, al professor Bernard Bailyn del Dipartimento di storia della Harvard University, al dottor Peter Dunn per le sue ricerche sul ritorno delle truppe francesi nel Vietnam nel 1945, a J efTrey Race per avermi introdotta al concetto che sottende il termine specialistico di «disso nanza conoscitiva», al colonnello Harry Summers dello Army War College, a Janis Kreslins della Biblioteca del Council on Foreign Relations, e a tutte le persone indicate nella lista dei riferimenti del cap. V, che hanno avuto la grande gentilezza di rendersi disponibili per interviste personali. Per l'aiuto prestatomi nella ricerca dell'apparato iconografico sono grata alla professoressa Emily Vermuele del Dipartimento di lettera tura classica di Harvard, a Joan Sussler del Lewis-Walpole Museum di Farmington, Connecticut, e ai suoi colleghi, a Mare Patchter della National Portrait Gallery di Washington, D.C., al Dipartimento di stampe e disegni e al Dipartimento greco e romano del Metropolitan Museum of Art di New York, al Dipartimento di stampe e fotografie della Biblioteca del Congresso, a Charles Green del Museum of Cartoon Art e a Catherine Prentiss del Newspaper Comics Council, e a 6 Ringra;:.iamenti Hester Green della A. M. Heath and Company, Londra, per il suo magico tocco nell'aprirmi le porte della National Portrait Gallery e del British Museum. Se il libro esiste come un tutto coerente il merito è di Mary McGuire della casa editrice Alfred A. Knopf, che è riuscita a tenere sotto controllo una massa di materiale sconnesso e a ricucire parti sparse. Un ringraziamento del tutto particolare va a Robin Sommer per la dedizione e l'efficacia con la quale ha garantito un'accurata correzione delle bozze. Altri ringraziamenti vanno a mio marito, il dottor Lester R. Tuchman, per avermi suggerito di inserire l'episodio di Roboamo e aver scoperto i riferimenti all'antica arte dell'assedio e l'illustrazione di una macchina d'assedio assira; a mia figlia e a mio genero, Lucy e David Eisenberg, e a mia figlia Alma Tuchman per aver letto l'intero manoscritto, dandomi utili suggerimenti; al mio agente, Timothy Seldes della Russell and Volkening, per la sua disponibilità e il suo aiuto, ogni qualvolta fu necessario; e al mio editor, Robert Gottlieb, per i suoi giudizi critici e per la pazienza con la quale si è più e più volte prestato ad ascoltare, al telefono, le ansietà dell'autrice. LA MARCIA DELLA FOLLIA «E non vedo ragione perché qualcuno debba supporre che nel futuro gli stessi motivi già uditi non risuoneranno ancora ... usati da uomini ragionevoli a fini ragionevoli, o da pazzi a fini di assurdità e disastro.» Joseph Campbell, Prefazione a Tht Masks of God: Primitive Mythology, 1969 I CHE COSA SIGNIFICA SEGUIRE UNA POLITICA CONTRARIA Al PROPRI INTERESSI Nella storia, indipendentemente dal luogo e dal periodo, è possibile osservare un fenomeno costante: governi che perseguono politiche contrarie ai propri interessi. A quanto sembra, non esiste praticamente attività in cui l'umanità raggiunga 'risultati così infelici come nell'arte del governo. In questa sfera la saggezza, che può essere definita come l'esercizio di una capacità di giudizio fondata sull'esperienza, sul buon senso e sulle informazioni a disposizione, è meno attiva e più frustrata di quanto ci si potrebbe aspettare. Perché mai i detentori di alte cariche agiscono tanto spesso in maniera opposta a quella indicata dalla ragione e suggerita da un consapevole interesse? Perché un processo mentale intelligente sembra così spesso non funzionare? Perché, per partire dall'inizio, i governanti di Troia trasportarono entro le mura un cavallo di legno dall'aspetto infido, nonostante avessero ogni motivo per sospettare un trucco dei greci? Perché uno dopo l'altro i governi di Giorgio III continuarono a puntare sulla repressione piuttosto che su un atteggiamento conciliante nei confronti delle colonie americane, malgrado numerosi consiglieri li avessero ripetutamente avvertiti che il danno sarebbe stato superiore a ogni possibile vantaggio? Perché Carlo XII e poi Napoleone e poi Hitler invasero la Russia nonostante il disastro in cui era incorso chi li aveva preceduti? Perché Montezuma, signore di eserciti fieri e pronti a battersi e di una città di 300.000 abitanti, soccombette passivamente davanti ad alcune centinaia di invasori stranieri nonostante questi si fossero più che chiaramente rivelati per quello che erano: esseri umani e non dèi? Perché Chiang Kai-shek si rifiutò di ascoltare qualsiasi voce di riforma o di allarme finché si risvegliò bruscamente per scoprire che il paese gli era completamente sfuggito di mano? Perché le nazioni importatrici di petrolio litigano per le riserve disponibili sul momento, quando un fermo fronte unito nei confronti degli esportatori assicure rebbe loro il controllo della situazione? Perché in tempi recenti i 12 La marcia dellafollia sindacati britannici, in una sorta di spettacolo demenziale, si sono mostrati periodicamente decisi (convinti a quanto pare di essere un corpo separato dal resto della comunità) a trascinare il paese al disastro? Perché il mondo degli affari americano insiste sullo «svilup po» quando questo - è dimostrato - sta dilapidando le tre risorse fondamentali della vita sul nostro pianeta: il suolo, l'acqua e l'atmo sfera non inquinata? (I sindacati e il mondo degli affari non sono in senso stretto definibili come governo nell'accezione politica di tale termine, ma rappresentano comunque poli di governo.) In altri settori l'uomo ha compiuto meraviglie: nel corso di questa generazione ha inventato i mezzi per staccarsi dalla terra e viaggiare fino alla luna; nel passato ha imbrigliato i venti e l'elettricità, ha eretto svettanti cattedrali con pietre legate per lo stesso loro peso alla terra, ha tessuto broccati di seta con le sbavature filamentose di un bruco, ha dato strumenti alla musica, ha tratto forza motrice dal vapore, ha messo sotto controllo o eliminato malattie, ha fatto arretrare il mare del Nord per creare in suo luogo la terraferma, ha classificato la natura nelle sue diverse forme, ha svelato i misteri del cosmo. «Mentre tutte le altre scienze sono progredite,» confessava il secondo presidente degli Stati Uniti, John Adams «quella del governo è ferma, e la si esercita oggi poco meglio di tre o quattromila anni or sono.» Il malgoverno è di quattro tipi, spesso combinati fra loro. Essi sono: 1. la tirannia, od oppressione, di cui la storia fornisce esempi così noti e numerosi che non occorre citarli; 2. una eccessiva ambizione, come nel caso della tentata conquista della Sicilia da parte di Atene durante la guerra del Peloponneso, o dell'Inghilterra da parte di Filippo II con la sua Armada, o del duplice tentativo tedesco di imporre all'Europa il dominio di una razza che si autodefiniva superiore, o della pretesa giapponese di trasformare l'Asia in un impero; 3. l'incompetenza o la decadenza, come nel caso del tardo impero romano, degli ultimi Romanov e dell'ultima dinastia imperiale cinese; e infine 4. la follia o la perversità. Il presente libro prende in esame quest'ultimo tipo di malgoverno, in una sua specifica manifestazione: e cioè l'abitudine di perseguire una politica contraria agli interessi del gruppo che rappresentano o dello Stato. Per interesse si intende qualsiasi cosa arrechi benessere o vantaggio al corpo sociale governato; la follia è una politica che sotto questo punto di vista risulta controproducente. Ai fini di questa ricerca per essere qualificata come follia una politica deve rispondere a tre criteri. Deve anzitutto essere stata riconosciuta controproducente sul momento, e non con il senno del

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