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La letteratura italiana. Storia e testi. Opere. L’inamoramento de Orlando PDF

1134 Pages·1999·29.693 MB·Italian
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I CLASSICI RICCIARDI MATTEO MARIA BOIARDO OPERE VOLUME I - TOMO II LL’’IINNAAMMOORRAAMMEENNTTOO DDEE OORRLLAANNDDOO lvii\ TTEC> lvli\RI1\ B<) li\RDC> OPERE V O 1, lJ 1VI E I - T O IVI C) I I I.~' IN i\l\ll C) Ri\l\llENTC) I)E C)Rl_-1i\NI)C) EDIZIONE CRITICA A CURA DI ANTONIA TISSONI BENVENUTI E CRISTI N_I\ l\10N'l'AGNANl INrrRODUZIONE E COl\tll\rIENTO DI ANTONIA 'l'ISSONl BENVENUTI l\IATTEO lVIARIA BOIARDO · OPERE TOMO II L'INAMORAMENTO DE ORLANDO LIBRO SECONDO 799 LIBRO TERZO 1590 SOMMARI DEI CA:STI 1797 INDICE DEI NOMI 1843 INDICE DELLE OPERE 1891 INDICE DEGLI STUDI 1923 INDICE GENERALE 1931 LIBRO SECONDO E TERZO Libro secondo de Orlando Inamorato nel quale, seguendo la comenciata Historia, se trata dela impresa Africana contra Carlo l\1ano e la inventione de Rugiero terzo paladino, progenitore dela inclyta Casa da Este. * La didascalia si trova, senza varianti di rilievo, sia in P (e C), sia nel ramo y (tranne in T, che come di consueto presenta lo spazio bianco per una successiva rubricazione); niente vieta che sia d'autore. Come nella dida scalia del I libro, compare la formula Libro ... de Orlando lnamorato, ma al primo argomento, cioè alla comenciata Historia, se ne aggiungono altri: la spedizione di Agramante contro Carlo Magno (di cui vedremo i prepa rativi già nel canto i, ma le navi partiranno solo nel xxii) e la inventione de Rugiero terzo paladino, progenitore degli Estensi. Il termine inventione sem bra qui valere soprattutto 'ritrovamento' in senso non metaforico, dato che la ricerca e il ritrovamento di Rugiero costituiscono il filo principale della vicenda, in quanto ritardano la partenza delle navi di Agramante. DORI GATTI 170 nota che il vocabolo torna solo un'altra volta (I ii 31) e in senso moderno, e quindi preferisce intendere soltanto 'introduzione di un nuovo protagonista'. Che Rugiero sia il terzo paladino di questo nome, risulterà chiaro da III v 29 e 33: il primo Rugiero è figlio di Giambarone e progenito re di Bovo; il secondo è il padre del nostro. La sua funzione di progenitore degli Estensi, qui dichiarata, si trova anche nella Borsias di Tito Strozzi, dove tra tutti gli Estensi soltanto Borso d'Este ha l'appellativo di Ruge I rius heros »; e a lui è attribuito il patrocinio della leggenda (cfr. Borsias II 503-6). Ed è verosimile che Borso, da quel lettore di romanzi che era, l'ap prezzasse più del suo successore Ercole, appassionato raccoglitore di opere storiche classiche, ma anche, col Prisciani soprattutto, attento ricercatore delle origini della sua stirpe. Nell' In. la funzione di Rugiero capostipite, al l'inizio non dichiarata ma allusa come cosa già nota, si modifica con l'an dare del tempo, come vedremo nei luoghi interessati; è citata esplicitamente una volta soltanto, nella profezia di Atlante alla fine del canto xxi, dove compare una scorciata dinastia Estense (senza il nome della famiglia, che non c'è mai nel poema), con i nomi e le gesta più o meno storiche di Ugo Alberto, Azzo I, Aldrovandino III, Ranaldo, Nicolò III ed Ercole. Nella riscrittura della genealogia al canto xxv invece, alcuni Estensi compaiono solennemente affrescati sulle pareti di una loggia, ma non si fa parola di una loro discendenza da Rugiero, né compaiono i nomi, mentre le gesta so no descritte con più ampiezza e nuovi particolari storici. Nel libro poi 111 verranno poste in primo piano le origini troiane della famiglia Estense e Rugiero diventerà un personaggio intermedio nella dinastia. Un più ampio esame dell'evidente influenza dei gusti di Ercole d'Este e delle nuove ricerche storiche su questi mutamenti di prospettiva, come della loro pro babile incidenza sulla frattura tra il canto xxi e il xxii di questo libro e più in generale sui tempi della composizione, si trova in BENVENUTI 1996b e 1998b; ma si vedano anche qui l'introduzione e le note ai luoghi interessa ti. Dall'intentio encomiastica che informa di sé i primi ventuno canti del II libro, consegue un innalzamento del livello letterario dell'opera: largo spa zio verrà dato agli esordi e maggiore sarà la presenza di particolari eruditi desunti da fonti classiche storiche, in ossequio ai gusti del nuovo signore. CANTO I Net gratioso tempo onde natura 1. Fa più lucente la stella d'amore, 1, 1. Nel (R2 Z)] (n)El P R (-el T) gratioso C y] gr(ati)osa P 1-2. Questo esordio non va confuso con le tradizionali aperture primaverili presenti nella tradizione cavalleresca francese e poi italiana (cfr. CABANI 37-9), e che si trovano anche qui (per es. II viii, xix, xx; 111 ii e iii), perché questa primavera, e l'alternanza delle stagioni, è metafora della ciclicità del la storia umana e del ritorno sulla terra dell'antica età felice: è il mito epo cale della rinascita, che però qui celebra il ritorno non del mondo antico, ma di una altrettanto idealizzata età cortese in cui fiorivano le virtù cavalleresche accompagnate da Alegreza e Cortesia. Il ritorno dell'età dell'oro, connotata in modo cortese e raffigurata come un cosmico locus amoenus (T1z1 234-5), è luogo spesso usato anche nella lirica amorosa in lode della presenza letifican tc della donna (per es. Al~ 4, 9-13 • Sieco dal ciel discese Cortesia, / che da le umane gente era fugita, / [ ...] / Con lei ritorna quella antica vita/ che con lo effetto il nome de oro avia • e in altri luoghi); ma è soprattutto motivo en comiastico quasi obbligato, sempre presente nella poesia politica del tempo: si vedano Pasto,alia IV e Carmina xv, per citare solo Boiardo, dove sonori spettivamente cantati, nel primo caso, la• Borsia virtus» e gli ■aurea saecla, / Aurea progenies iterum » che accompagneranno il regno di Ercole; e nel se condo l'avvento al potere di Ercole, che ha il medesimo effetto di riportare l'età dell'oro sulla terra : , Aureaque Estensi rursus sub principe saecla / Red dita sunt populis11. Un altro caso di letificazione della natura per l'avvento di Ercole in Pasto,alia 111 77-80. Se quindi anche qui l'esordio ha lo scopo di esaltare Ercole, il nuovo signore, come nelle opere latine, è possibile che gli sia riferito in un qualunque momento a partire dal suo ritorno in patria nel 1462, quando Borso fu obbligato a designare un successore (si veda il diplo ma di investitura a Duca di Modena e Reggio dell'Imperatore Federico III, del 18 maggio 1452, che prevedeva questa designazione entro un decennio: SPAGGIARI-TRENTI 49); ma è molto più probabile che esalti l'inizio o i pri missimi tempi del regno di Ercole. Non sembra invece proponibile collega re questo esordio ad avvenimenti storici successivi, né è necessario che essi siano accaduti in primavera. Le date finora proposte erano: il 1476, dopo la congiura di Nicolò di Leonello (SCAGLIONE); 1476-78, periodo della guerra contro il Papa (ANCESCHI); la primavera del 1480, data di quel trattato di pa ce (HARRIS 1993-94, Il 19). Né ritengo significative e quindi influenti sulla datazione dei primi libri dell' In., almeno fino a II xxi, alcune somiglianze con il Morgante, frutto di convergenze tradizionali (per Brunello si veda la nota a II iii 39). 1. !vlolto simile a questa prima ottava Tes. II J • Nel dolce tempo che il ciel fa belle / le valli e ' monti d'erbette e di fiori, / e le piante riveste di novelle / frondi, sopra le quali i loro amori / cantan gli uccelli, e le gaie donzelle / di Citerea più senton gli ardori» (DONNARUMMA 1992, 527). 1. gratioso: apportatore di grazie, benefico. 2. la stella d'amore: Venere o Lucifero, in primavera più luminosa (ma anche figura di un influsso astrale - il segno zodiacale del Toro è sotto l'influenza di Venere - che in primave ra predispone gioveni e dame all'amore). 802 INAMORAMENTO DE ORLANDO Quando la terra copre di verdura E li arboseli adorna di bel fiore, Gioveni e dame et ogni creatura Fano alegreza con zoglioso core; Ma poi ch'il verne viene e 'I tempo passa, Fugie el diletto e quel piacer si lassa. Cossì nel tempo che virtù fioriva 2. Neli antiqui signor e cavalieri, Con nui stava Alegreza e Cortesia; E poi fogirno per strani sentieri, Sì che un gran tempo smarirno la via, Né dii più ritornar fèno pensieri. Hor è il mal vento e quel verno compito E torna il mondo di vertù fiorito. 3. Et io cantando torno ala memoria Dele prodeze de' tempi passati, E contirovi la più bela historia, 2, 1. tempo C y] temdo P 7. e y] om. P 3. verdura: vegetazione. 6. L 'alegreza qui ha molto del joi provenzale; ed è connaturata alla stagione primaverile, come un fenomeno naturale. 7-8. I due ultimi versi, pur trattando del naturale alternarsi delle stagioni, raffigu rano la ciclicità della storia umana. 7. venie: è la forma di P R: più che un metaplasmo di declinazione, è probabile sia una di quelle -e di cui a I i 81. 2, 1. Cossi: segna il passaggio dalle stagioni della natura alle stagioni della storia. che: come spesso, vale cin cui', con funzione temporale indetermina ta. 3. Con nui: sulla terra. Alegreza e Cortesia: se la Cortesia assurge a sim bolo di tutta una civiltà, ancor oggi detta ccortese', l' Alegreza non è altro che il joi provenzale, come nell'ottava sopra. Ma non siamo lontani dal rim pianto di • amore e cortesia• di Purg. XIV 110. 4-6. Qui il mito ricalca quel lo classico della fine dell'età dell'oro, quando fugere pudor verumque fide I sque • e a ultima caelestum, terras Astraea reliquit•, come scrive Ovidio, Met. 1 129 e 150; mito che già in Petrarca era stato usato in contesto amoroso (RVF CCCLII 12-3 «Nel tuo partir, parti del mondo Amore/ et Cortesia»), e da Boiardo stesso più volte in contesto euforico o disforico, negli AL (ol tre a 4, 9-13 citato sopra, 112, 10-1; 145, 62-8). 6./èno: forma padana per fecero'. 7-8. La civiltà cortese, dopo un periodo di crisi, torna a splende e re con tutte le virtù cavalleresche sulla terra (cioè alla corte Estense). Si con fronti questa euforica certezza con l'amarezza di Il xxii 2: Mercié del mondo ch'al tuo tempo è tale/ Che più di fama o di vertù non cale. 7. cora è finita quella stagione ventosa e fredda'. 3, 1-2. 'Ed io con il mio canto ritorno al ricordo degli atti valorosi del tempo antico', piuttosto che 'ed io cantando faccio tornare nella memoria (faccio ricordare) gli (dele partitivo) atti valo rosi del tempo antico'. J. contirooi: cosi solo P, conterooi R: 'vi racconterò'. 3-5. la più bela historia . .. e di più gloria: nell'esordio del I libro veniva an- LIBRO Il · CANTO I J-4 Se con quiete, attenti m'ascoltati, Che fosse mai nel mondo, e di più gloria: Dove odireti e degni atti e pregiati De' cavalier antiqui, e le contese Che fece Orlando alhor eh' Amor il prese. 4. Voi odireti la inclyta prodeza E le vertù d'un cor peregrino, L'infenita possanza e la belleza Ch'ebbe Rugier il terzo paladino; E ben che la sua famma e grande alteza Fo divulgata per ogni confino, Pur gli fece Fortuna estremo torto, Che fo ad inganno il gioveneto morto. 4, 2. vertù P R] (virtuti T Z) nunciata solo la bela histon·a delle mirabili imprese fatte da Orlando per amo re; qui l'annuncio riprende la dizione precedente, la più bela historia, ma con una nuova precisazione, di più gloria: al primo filo narrativo portante, legato ad Orlando, si aggiunge un altro protagonista destinato ad innalzare il livello dell'opera dal puro diletto alla intenzione encomiastica. 4. L'inci so è tipico di quella retorica giullaresca (CABANI 50-2) messa qui in opera per rappresentare una seduta di recitazione davanti al pubblico; la richiesta di silenzio, consueta nel prologo teatrale, evoca la presenza fisica degli udi tori. 6-8. Viene ripreso il contesto precedente, per accogliere il nuovo 'filo' di più gloria. 7. le contese: le battaglie, le imprese. 4, 1. la inclyta prodeza: 'il famoso, preclaro valore' (inclyto è latinismo già dantesco, qui usato par camente e sempre in contesti solenni; lo si è visto anche nell'intitolazione). 2. P R mantengono il primo emistichio quinario tronco, con il consueto trat tamento di fine verso. 3. possanza: forza. e la bell.eza: tradizionalmente gli eroi forti non sono belli: non lo è Orlando, non lo è Ettore nella sua vita medievale; e tanto meno Ercole. Rugiero fa eccezione. 4. il terzo paladino: si veda la nota all'intitolazione. Notizie sull'origine di Rugiero (figlio del cri stiano Rugiero di Risa e di Galaciela, figlia di Agolante e quindi sorella di Almonte e Troiano) verranno date più avanti, a 70-5; e poi con più parti colari a 111 v, soprattutto 30-7. Qui paladino, come spesso altrove, non in dica uno dei dodici pari di Carlo Magno, ma ha il significato più generico di 'cavaliere'. 5. grande alteza: sembra valere 'grande gloria'. 7. estremo torto: un ultimo ingiusto affronto. 8. La morte di Rugiero, che qui si dice avvenuta ad inganno ('per tradimento'), sarà nuovamente annunciata da Atalante nella sua profezia del canto xxi, con un•esplicita attribuzione alla Casa traditrice per antonomasia: •Ahi, traditrice Casa di Maganza I / Ben te sostien il Ciel in tera a torto: / Al fin sarà Rugier poi per te morto• (ott. 54). Ulteriore precisazione all'inizio del III libro, i J • Come Rugier, che fu nel mondo un fiore./ Fosse tradito: e Gano di 1\-laganza, / Pien de ogni fel lonia, pien de ogni fiele, / Lo occise a torto, il perfido crudiele». È tradi zionale che i nuovi eroi dei poemi cavallereschi a stampa in quegli anni fini- INAMORAMENTO DE ORLANDO 5. Nel libro di Turpin io trovo scrito Come Alexandro, il Re di gran possanza, Poi ch'ebe il mondo tuto quanto aflito E visto il mar e il ciel per sua aroganza, Fo d'amor preso nel regno de Egyto D'una dongiella, et ebela per manza. E per amor che egli ebbe a sua beltade Sopra il mar fece una rica citade 6. E dal suo nome la fece chiamare : Dico Alexandria, et anchor si trova. Dapoi lui volse in Babilonia andare, 6, 2. trova P] ritrova y scano uccisi per tradimenti Maganzesi (anche Altobello, per esempio). La morte di Rugiero non avviene qui e neppure nel Furioso (dove, a XLI 61-2, il romito prevede, per grazia divina, che Rugiero dopo sette anni dal batte simo avrà la morte per mano dei Maganzesi; e molte sono le trame di Ga no contro di lui nei Cinque Canti), bensl nelle altre continuazioni, molto lontane dall'invenzione boiardesca (cfr. anche la nota a I xxix 56). S, 1. Nel libro di Turpin: come nell'esordio del I libro, anche qui, dopo l'annuncio del filo principale della storia, sotto l'egida di Turpino si passa a parlare di tutt'altro. Ma mentre la storia di Gradasso era là tutta volta al diletto (e al l'apprentissage cavalleresco dell'autore), Alessandro Magno non rappresen ta qui una divagazione, ma fa parte integrante del livello 'glorioso', epico, che la nuova storia di Rugiero deve avere. Ben presto sapremo che Ales sandro Magno è il progenitore della schiatta materna di Rugiero (e quindi, non lo si dimentichi, anche degli Este). Nella &rsias (v1 371-3) non solo il re dei Macedoni è antenato di Rugiero, ma lo sono anche Ettore, Enea, e addirittura Achille. 2. Alexandro: i materiali per l'inserzione delle storie di Alessandro, giusto lo statuto cavalleresco delP In., sono nella sostanza me dievali (e i molti particolari classici presenti, che via via indicheremo, sono da leggere come un omaggio agli interessi storici di Ercole). La trama del le fonti utilizzate, già in parte indicata da RAZZOLI, è stata accertata da BRU SCAGLI 1989. Si noti che la presenza di Alessandro Magno in questo canto svolge due distinte funzioni: qui (ott. 5-16) compare nella narrazione come capostipite della genealogia di Agramante (anche in Aspramonte A Il x è det to che re Agolante, l'avo di Agramante, è del lignaggio di Alessandro Ma gno e del parentado del re Nettenabo d'Egitto); più avanti (ott. 21-30) verrà esaltata la sua gloria con la descrizione delle imprese, raffigurate sulle pare ti della sala principale della reggia di Agramante. Nella Spagna F VI 22 an che Marsilio dice di esser disceso da Alessandro l\1agno. 3. tuto ... afllito: tutto quanto sconfitto e devastato. 4. Allusione alle leggendarie imprese di volo e di immersione subacquea illustrate poi a 28. 6. D'una dongie/la: di nome Elidonia, come è detto nell'ott. 7. manza: •amanza», 'amante' (pro venzalismo già del linguaggio lirico antico). 7. 'E per l'amore che le porta va a causa della sua bellezza'. 6, 2. trova: è lez. di P, che comporta dialefe in cesura; y legge ritrova (che non è escluso sia la lezione originale). LIBRO 11 · CANTO i 6-8 805 Dove fo fata la dolente prova, Ch'un suo fidato l'ebbe a velenare, Onde convien ch'il mondo si commova: E questo un pecio e quel' un altro piglia, Il mondo tuto a guera se ascombiglia. 7. Stava in Egytto alhora la fantina (Che fo nomata Helidonia la bella), Gravida de sei mesi, la mischina, Quando sentite la trista novella. Vegiendo il mondo ch'è tuto in roina, lntrò soletta in una navicela Che non avìa governo di persona, Et a Fortuna le vele abandona. 8. Lo vento in poppa via per mar la caccia: In Africa quel vento la portava. Sereno è il ciel e 'I mar tuto bonacia, La barca a poco a poco in tera andava. 7, 8. a P (T Z)] la R (ala V) abandona P (R2 T Z)] abandono R 4-5. Più avanti. a 29, è detto che l'avvelenatore è Antipatro (si veda il com mento a quel luogo). 6. si commooa: si sconvolga. 7. I successori di Ales sandro si divisero l'impero. 8. se ascombiglia: 'si scompiglia' (con a- pro stetica e sonorizzazione della labiale sorda in tutti i testimoni). 7, 1. alhora: quando Alessandro moriva. fantina: fanciulla. 2. Helidonia: fino ad !)ra il nome non è stato trovato in nessuna fonte, né classica né romanza. E cu rioso che nell'Intelligenza 220, 1 ci sia una crux che presenta una forma si mile: • E come fece Alessandria la donia »; luogo che oltretutto riguarda la fondazione di Alessandria, qui collegata all'amore per Elidonia. Nelle ulti me righe della Vita di Akssandro (che citeremo qui nella traduzione di MA GNINO), Plutarco scrive che Rossane era gravida quando Alessandro mori. 3. Gravida de sei mesi: la vicenda di Elidonia è identica a quella di un'altra antenata di Rugiero, la regina di Saraosa, sposa di Astianatte (III v 25: Gra vida era la dama di sei mesi), oltre che a quella della sua stessa madre (III v 34). 4. sentite: perf. debole, più usato di a sentl 11. 5. 'Vedendo che il suo mondo era sconvolto'. 6-8. Anche se la vicenda è simile a quelle sopra indicate, l'abbondanza di particolari, e il fatto che la storia riguardi da vicino Alessan dro 1\1agno, rendono poco probabile che sia del tutto nuova. 1\-la per ora non si sono trovati riscontri. 7. 'Che era priva di chi la governasse, di ciurma'. 8. FortuM: qui sta per 'Destino', 'Fato'; ma fin dall'antichità esiste anche una accezione specificamente marina della Fortuna, ancora viva nel nostro lessico. 8, 1-2. Descrizioni come questa implicano l'uso di una carta geo grafica: perché da Alessandria, col vento in poppa la ntWicela arrivi sulle coste dell'Africa. dobbiamo pensare ad un approdo occidentale molto vicino: la Libia, come si vedrà. 4. 'La barca si dirigeva lentamente verso terra'.

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