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La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico. Da Socrate ad Aristotele. Platone e l'Accademica antica PDF

574 Pages·1974·25.377 MB·Italian
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E. Zeller - R. Mondolfo La filosofia dei Greci nel suo sviluppo stort• co Parte II, volume III/ 2 a cura di Margherita Isnardi Parente IL PENSIERO STORICO LA NUOVA ITALIA EDITRICE L'opera dello Zeller è quanto di piu esauriente e imponente sia stato scritto sul pensiero greco. La sua profondità, la minuta articolazione, la sensibilità con cui era st-ata dettata ne facevano un classico aperto al progredire scientifico. Ne fanno fede le cinque edizioni tedesche curate dallo stesso Autore oltre alle due successive in tegrate dai suoi allievi Lortzing e Nestle. Per l'edizione italiana (che prevede 18 volumi, sotto la guida di Rodolfo Mondolfo, con l'ausilio di vari collaboratori di speciale competenza e chiara fama) si è creduto· di doversi astenere da ogni integràzione sostanziale o rifacimento, for nendo tuttavia un aggiornamento particolarissi mo che traccia la storia dei problemi posti dallo Zeller cosi come si sono venuti svolgendo sino ai nostri giorni. Sotto questo aspetto l'opera già monumentale dello Zeller ha ancora aumentato il suo pregio: il commento, dettato con compe tenza equilibrio e abnegazione ammirevoli, sù pera per mole il testo originario. Nulla o quasi nulla di ciò che si è scritto nell'ul timo cinquantennio sulla filosofia greca è sfug gito alla registrazione accurata e paziente, alla critica sagace del curatore: senza tuttavia infar cire o appesantire l'opera, perché il nuovo non si ammassa sull'antico, ma si svolge da esso, co me un naturale prolungamento storico. In tal modo l'opera dello Zeller, oltre che la piu im portante sull'argomento, resta quanto di piu comprensivo e aggiornato si abbia. E. ZELLER • R. MONDOLFO LA FILOSOFIA DEI GRECI NEL SUO SVILUPPO STORICO PARTE SECONDA VOL. III/2 A CURA DI :MARGHERITA ISNARDI PARENTE ((LA NUOVA ITALIA>> EDITRICE FIRENZE E. ZELLER - R. MONDOLFO LA FILOSOFIA DEI GRECI NEL SUO SVILUPPO STORICO PARTE II DA SOCRATE AD ARISTOTELE Volume III/2 Platone [Tomo secondo] e l'Accademia antica A CURA DI MARGHERITA ISNARDI PARENTE "LA NUOVA ITALIA" EDITRICE FIRENZE PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA l a edizione : settembre 197 4 Testo della sa edizione tedesca con nuovi aggiornamenti Titolo dell'opera originale Die Philosophie der Griechen in ihrer geschichtlichen Entwicklung Leipzig, G. R. Reisland, 1922 Traduzione di ERVINO PocAR STAMPATO IN ITALIA • PRINTED IN ITALY PLATONE (Politica, Filosofia della religione ed Estetica) L'ACCADEMIA ANTICA Il presente volume contiene le sezioni XI-XVI del capitolo II della parte II dell'opera zelleriana. XI SEZIONE LA POLITICA Come la virtu è per il singolo il sommo bene, cosi è anche lo scopo supremo della vita sociale, e come la giusta costituzione dell'anima singola riposa sul rapporto secondo natura delle sue parti, cosi è da dire anche dello stato. Delle due vaste opere dedicate da Platone alla politica, prendo a considerare la prima, cioè la Repubblica, assieme al dialogo che la precede, il Politico; delle Leggi si tratterà piu avanti. l. Scopo e funzione dello stato. - S'è definita or ora la virtu come lo scopo della vita sociale. A questa de finizione sembra in un primo momento contraddire Platone stesso con una molto piu esteriore deriva zione del medesimo: secondo lui 1, lo stato nascerebbe dal fatto che la forza dei singoli non basta a soddi sfare i loro bisogni materiali e perciò essi si uniscono in una società; in origine lo stato consta quindi esclu sivamente di lavoratori manuali, che senza bisogni artistici e senza istruzione superiore conducono la piu semplice delle vite; solo la sontuosità rende necessaria la classe dei guerrieri e dei governanti e con essi tutto l'organismo statale. Lo stesso, solo in forma mitica, 1 Resp. II, 369 B sgg. 558 LA POLITICA dice il Politico, quando afferma 2 che nell'età dell'oro gli uomini, vivendo sotto la custodia degli dèi in abbon danza materiale, non hanno ancora formato stati, ma solo greggi, e solo a causa del peggioramento del mondo è sorta la necessità degli stati e delle leggi. Quanto poco 893 però j prenda sul serio tale descrizione, Platone stesso lo fa capire chiaramente quando nella Repubblica 3 dice che il preteso« sano» stato di natura è uno stato di maiali, e nel Politico (272 B) vuole riconoscere all'età dell'oro una sorte migliore che alla nostra età solo nel caso che gli uomini d'allora abbiano adoperato i vantaggi esterni della loro situazione per procurarsi un sapere piu alto. Quelle descrizioni avranno dunque piuttosto lo scopo di respingere il falso ideale di uno stato naturale 4 che quello di istruirei seriamente sull'origine della vita statale 5• 2 269 C sgg., cfr. specialmente 271 E sgg., 274 B sgg. 3 Il, 372 D. 4 Come lo aveva costruito Antistene, cfr. p. 3254• 6 Una piu seria indagine sul modo con cui effettivamente si compiva la formazione degli stati si trova in Legg. III, 676 B, dove, analogamente a quel che avviene in ARISTOTELE, Polit. l, 2, si co mincia colle condizioni patriarcali della vita « ciclopica», da cui mediante riunione di famiglie indipendenti sarebbero sorte le prime città. [L'opinione che nello stato di natura qui dipinto con sentimento polemico da Platone sia da ravvisarsi l'ideale di Antistene è soste nuta anche dal DtrMMLER, Antisthenica, Bonnae 1882, cfr. Kleine Schriften l, pp. 10-78, in particolare 12, e Prolegomena zu Platons Staat und der platonischen und aristotelischen Staatslehre, Base! 1891, p. 61, cfr. Kl. Schr. l, pp. 150-228, in particolare 227; riecheggia quest'opinione il v. ARNIM, Die politischen Theorien des Altertums, Wien 1910, p. 35. Ma, dopo HENKEL, Studien zur Geschichte der griech. Lehre vom Staat, Leipzig 1872, p. 8 sgg. e CAMPBELL, Rep. of Pl. III, p. 86, respingono quest'opinione GOMPERZ, Gr. Denker4, Il, p. 361 e n. l a p. 583 (tr. it. III, p. 335 n. l); ADAM, Rep. of Pl.2, l, p. 100; RoDIER, Note sur la politique d'Antisthène, in Année Philos. 22 (1911), pp. 1-7, cfr. Études Philos. Gr.2 31-36. In particolare Rodier denuncia l'equivoco in cui Zeller è incorso credendo che lo «stato dei porci» di Resp. Il, 372 sgg., si identifichi con il« regno di Kronos » del Politico, del Crizia, delle Leggi: lo « stato dei porci» non è che il primo degli stati durante il regno di Zeus, o, per attenerci al mito SCOPO E FUNZIONE DELLO STATO 559 del Politico, il primo degli stati del periodo in cui gli uomini sono già stati abbandonati dalla divinità (mentre nel «regno di Kronos » sono diretti da essa o da buoni dèmoni, cfr. Legg. IV, 713 C), ma ri cordando ancora quanto hanno appreso sotto la sua guida riescono a fondare una convivenza « sana » anche se non perfetta. Rifiuta di ravvisare nel passo una polemica contro Antistene anche il WI LAMOWITZ, Platon Il, pp. 214-217: non solo per la ragione che di Antistene, a questo proposito, poco o nulla sappiamo, non essendoci note sue specifiche teorie dell'origine della società, ma perché la città che qui Platone descrive è una città priva di &pe-ri) o che pre scinde dal motivo della &pe-ri), e una polemica diretta contro Anti stene avrebbe difficilmente potuto mancare di tener conto di questo motivo (il Wilamowitz avanza l'ipotesi che possa trattarsi di un accenno a una rappresentazione comica per noi irricostruibile nella sua integrità; lo farebbe pensare l'espressione « città di porci» di Glaucone, a proposito della quale occorre tener conto, per com prendere esattamente il testo, del fatto che il maiale è per i Greci, piuttosto che un animale sudicio, un animale stupido). Neanche TAYLOR, Plato2, p. 273, crede che la polemica sia da riportare ad Antistene; vi vede piuttosto una raffigurazione dell'Atene primi tiva, anteriore alla politica di espansione che ne ha fatto la città del superfluo, la città del commercio marittimo e della ricchezza, la città dalla popolazione sovrabbondante e dai molti inutili e ri dondanti bisogni. Wilamowitz rifiuta d'altronde anche l'altra tesi, che qui in questo rapido disegno di città primitiva sia da vedersi piuttosto adombrata la storia dello sviluppo della civiltà di Democrito, da una società basata solo sulle soddisfazioni delle essenziali e primordiali necessità, la società dominata dalla xpd(X, a una società piu complessa, in cui insieme con il superfluo si insinuano anche possibilità nuove di corruzione; cfr. per questa ipotesi soprattutto K. REINHARDT, Hekataios von Abdera und Demokrit, in Hermes 47 (1912) pp. 492- 513, in particolare pp. 504-505,' secondo il quale nel passo, in cui non vi è traccia né di parodia né di esaltazione di uno stato ideale, non è da ravvisare altro che una rapida traccia di sviluppo della società umana, che Platone mutua a Democrito; come anche a Democrito è da riportare la descrizione di Legg. III, 676 sgg. (questa impostazione democritea, nota il Reinhardt, sarà ancora reperibile in Lucrezio, de rer. nat. V; a proposito del quale cfr. soprattutto R. MONDOLFO, La comprensione del soggetto umano, pp. 660-661). Sulla linea del Reinhardt cfr. POHLENZ, Hippocrates de pr. med. 420, anch'egli con riferimento alle Leggi; UEBERWEG-PRAECHTER, Grundriss, P2, p. 270. FRIEDLANDER, Plat. Schr. 362 ( = Platon2, III, p. 74) ritiene da conservarsi, di questa indagine del Reinhardt, soprattutto l'osservazione di una coincidenza fra Democrito in FILODEMO, de musica (cfr. 68 B 144 DIELS-KRANZ, Il, p. 170, 21 sgg.) e Resp. 373 A-B, a proposito dell'origine della musica nello sviluppo della società umana; ma ritiene che possa trattarsi, piu

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