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La dottrina della provvidenza in Alessandro di Afrodisia PDF

131 Pages·1999·5.671 MB·Italian
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,'. I..... ... '.: c Alessandro di Mrodisia La Provvidenza Questioni sulla provvidenza a cura di SILVIA FAZZO traduzione dal greco di SILVIA FAZZO traduzione dall'arabo di MAURO ZONTA testi arabo e greco a fronte i 1 Biblioteca Universale Rizzoli ... , LA DOTfRINA DELLA PROVVIDENZA IN ALESSANDRO DI AFRODISlA Proprietà letteraria riservata l. PREMESSA © 1998 RCS Libri S.p.A., Milano ISBN 88·17 -17278·2 A lungo considerata un'arida ripetizione delle grandi filoso fie del mondo classico e del primo ellenismo, la filosofia di Titolo originale dell' opera: età romana è stata prevalentemente trascurata e sottovalutata nEPI nPONOI AL. dagli storici del pensiero antico fino a tempi relativamente re AnOPIAI KAl fln:E1L centi.1 Questa generale svalutazione era dovuta, fra l'altro, al fatto che in età romana imperiale la filosofia assume come prima edizione: Jettembre 1999 forma caratteristica di esposizione il commento: un genere letterario che una certa storiografia tendeva a considerare far raginosa parafrasi, quando non addirittura travisamento, di quanto già detto e scritto dai classici. Ora, gli studi più recenti stanno progressivamente risco prendo l'importanza anche originale del commento: ad un esame più attento e approfondito, questo si rivela essere a pieno titolo uno dei modi possibili, e anzi uno dei modi stori camente meglio attestati per fare filosofia (non solo dunque per spiegare e insegnare sulla base dei testi esistenti).2 SILylA ~AZZO ha curato l'introduzione, la traduzione e l'ediz. critica dei test! grecI. MAURO ZONTA ha curato la traduzione e l'ediz. critica del testo arabo. l Per un inquadramento critico della storiografia relativa alla filo sofia di quest' epoca (con riferimento particolare alla storiografia del platonismo medio, come a quella che ha portato in tempi recenti al superamento dei pregiudizi ereditati dal XVIII e XIX secolo), cfr. Donini (1982), in pan. § 1.1.1, pp. 9-24, «La storiografia». classificazione Dewey: 180 2 Il rinnovato interesse per i commentatori è oggi concretamente attestato da importanti iniziative editoriali, quali nuove edizioni cri- I 5 !lìi;~I~lOIJll1lllento è un intervento di ('l'RBSU_ISTI E LE CONDIZIONI OENllRALl DELLA DOTIRINA ricompone il pensiero dei 4 PRC)V\IIDIlN2:A II' ALESSANDRO 'anltidlitànella forma di un corpo dottri è infatti nella forma di filosofie sistematiche di Alessandro d'Afrodisia, massimo esponente e in dOltlril1e dei classici vengono trasmesse al mondo tardo é~'lIPIrete greco della filosofia di Aristotele, attivo intorno al antico e medievale. Inoltre il commentatore, pur ancorandosi d, C., costituisce in tal senso un caso eminente e rappre alle grandi autorità del passato, ha modo non di rado, come .selntativo.' vedremo, di immettere nell'interpretazione dei testi contenu A quest' epoca, l'aristotelismo è una delle quattro scuole ti anche originali. .,! :ufficiali di filosofia, il cui insegnamento è stato reso istitu Pe~ sua natura, questo tipo di intervento è destinato a pas zionale dall'assegnazione di pubblici incarichi di insegna sare mosservato. E non a caso: il commentatore è un filo mento - celebre fra tutti quello ateniese di Marco Aurelio nel sofo che vive in un'epoca nella quale l'imperante culto dei 176 d.C.' Insieme alla scuola peripatetica, sono stati resi uffi classici porta a privilegiare la continuità storica sull'origina ciali allo stesso modo il platonismo, lo stoicismo e l'epicurei lità del smgolo autore. In altre parole, nessuna dottrina sem smo. bra ~vere ~so teorico se non può mostrarsi già implicita e Platonici e aristotelici raccolgono l'eredità delle grandi fi ~uasl racchIUsa in nuce nel pensiero degli antichi,3 e in par losofie del periodo classico, stoici ed epicurei quella delle tIColare nel pensiero di quella singola autorità che ogni di due maggiori scuole del periodo ellenistico. Così, sfoltito il versa settapre~de come maestro e fondatore: Platone per gli numero delle sette concorrenti, le quattro scuole si fronteg- accadenucl, Anstotele per i peri patetici, Epicuro per gli epi giano in modo diretto sui principali problemi filosofici allora cureI. dibattuti, in un clima di accesa rivalità e di serrata polemica. La tendenza generale prevalente è di arroccarsi sulle opinio ni del fondatore, invocandone l'autorità. La temperie cultura tiche dei .t<:sti (in 'p~c~lare per Alessandro è in programma una le si fa sempre più dogmatica. In particolare, per quanto ri nuova ediZIOne cntlca di tutte le opere con traduzione francese a guarda gli aristotelici, diventa importante non allontanarsi fronte per 1~ ,collezione Budé della Société d'Editions Les Belles dalle dottrine del maestro, mantenendo così una linea teorica Lettres, Parigi, progetto diretto da A. Segonds e R. W. Sharples) ri il più possibile ortodossa; ma al tempo stesso saper essere stru:npe de~Ie tr~duzioni latine medievali (Corpus Latinum Comrr:en ta~lO~um In A.nsto~el~m Graecorum. dir. G. Verbeke, Louvain. Pu concorrenziali, sulle tematiche emergenti, rispetto a filosofie bhcauo."s .UD1~ersltatres de Louvain, 1957) e rinascimentali (Com mentana m Anstotelem Graeca Versiones latinae temporis resusci tatarum litterarum, dir. C. Lohr, Stuttgart-Bad Cannstatt editore Fromann-Holzhoog, 1990) e la grande impresa di lraduzio~e in lin " Per una sintetica notizia su Alessandro e la sua opera. cfr. infra, gu~ mglese dl tutte le opere conservate dei commentatori antichi di § 7, «Nota bio-bibliografica». Aristotele (The Ancient Commentators on Aristot/e, dir. R. Sorabji, 5 Sulle cattedre istituite da Marco Aurelio, cfr. le principali fonti London, ed. Duckworth, 1987). antiche: Cassio Dione LXXII. 31; Luciano, Eun, 3.8; Filostrato, Vi . 'Come Donini (.1 ~),pp. 5.038-~, ha sottolineato, «l'esegesi era te dei Sofisti, 566. Per un quadro generale sul rapporto tra filosofia e divenuta.!. forma tiPJcade~~ in un 'epoca nella quale la scuole fra il I sec. a. C. e il III sec. d. c., cfr. Donini (1982), parte I fiI~sofia. te~va.a ,védere i1ptQpno.fine nello .sforzo di riappro (pp. 7-69) passim, in parl. § 2.1, «Le scuole e la figura del filosofo», pnars. dì un erediti fissata onnaHn modo definitivo• . pp. 31-39. 6 7 ... -------------------- t v ~,. r di più largo e immediato seguito, quali l'epicureismo e so prevaleva sulla ricerca empirica, quest'ultima deteneva co prattutto lo stoicismo, o di più indiscusso prestigio e cospicua munque un ruolo molto importante, ad esempio, nelle opere tradizione, come il platonismo. biologiche. In questo senso, Alessandro precorre e prepara Per giunta e non a caso, questo tipo di temperie dogmatica, una caratteristica della scolastica medievale: la natura delle e soprattutto l'aperto, permanente contrasto fra dogmatismi cose che egli considera non è direttamente quella dell'espe di matrice diversa, aveva anche suscitato una forte reazione rienza personale o comunque sensibile, bensl quella che si di segno opposto: proprio nei primi secoli dell'età imperiale studia nelle opere di Aristotele. Anche quando sembra fare ri gli scettici avevano rinvigorito e intensificato la loro crociata ferimento al vissuto, il testo di Alessandro si lascia analizza contro qualunque dottrina che si proponesse come valida ad re come un centone di echi e citazioni, di calchi lessicali e esclusione di altre e si arrogasse pretese di sicurezza, oprat sintattici, di modelli argomentativi opportunamente riadatta tutto in ambiti dove la sicurezza non è attingibile, metafisica ti, tratti da Aristotele.6 e teologia in primis. È interessante notare che, tra le altre lo D'altra parte, non bisogna dimenticare che fra Aristotele e ro denominazioni, gli scettici erano detti anche aporetici, Alessandro passano più di quattro secoli. Tale divario crono proprio da aporia, oppure anche zetetici, dal verbo zeteo che logico comporta inevitabilmente importanti differenze nello significa cercare e che è uno di quelli che Alessandro più ca stile, nella struttura e nei contenuti della scrittura filosofica. ratteristicamente attribuisce a sé e a chi condivide i suoi me Per esempio gli usi lessicali diventano più costanti e determi todi e le sue finalità. Questo potrebbe suggerire che, in quan nati, così che tendenzialmente ad ogni tennine impiegato cor to aporetico, il metodo di Alessandro presenti alcuni punti di risponde uno e un solo significato, e analogamente anche le intersezione con quello degli scettici, che al suo tempo erano i critici più accaniti nei confronti di qualunque tipo di fi1oso fia dogmatica. 6 Spesso in Alessandro le osservazioni concrete hanno solo appa rentemente carattere di concretezza. espresse come sono sulla scorta Sono tensioni e tendenze che vedremo interagire ed espri o almeno sulla falsariga di annotazioni già presenti nelle opere di Ari mersi con un peso determinante neH' aristotelismo di Ales stotele. Cfr. De prav. 125.27 -135.5, dove forma generale dell'argo· sandro, e in particolare nella sua dottrina della provvidenza. mentazione è analoga a quella di De caelo 291a 24-26 (<<se il movi mento degli astri non avvenisse in questo modo, nessuna delle cose di 2.1. ALESSANDRO, L'ESEGETA DI ARISTOTELE quaggiù potrebbe essere nel modo in cui è»). Negli argomenti addotti , riecheggiano implicitamente. per quanto riguarda il ruolo e la posi Forte di uno speciale magistero in campo logico, riconosciu zione del sole, Arist. De gen. et corr. II.1 0.336a 15-6a. Per quello del to ed apprezzato anche dagli esponenti di altre scuole, l'ari la luna, cfr. Arist. De gen. anim., per es. IY.2.767a 6-8. Il.4. 738a 20- stotelismo di quest'epoca si caratterizza per uno sforzo di 22 (sugli effetti della luna sul clima); ibid. IV. IO. 777b 24-8a 3 (sul continuità e di coerenza fra i suoi diversi ambiti disciplinari. contributo della luna e del sole a ogni forma di generazione e cresci ta). Di più, il movimento risulta in qualche modo circolare:se da una In virtù di una tale continuità, il metodo della filosofia na parte il pensiero di Aristotele delinea la struttura generale nella quale turale si estende per assorbire interamente la psicologia, la viene compresa la realtà, d'altra parte la necessità di attribuire ad esso teologia, e persino l'etica; d'altro canto, la filosofia naturale questa funzione di sostegno teorico porta a interpretare in un detenni stessa, cosÌ come tutte le discipline che ne mutuano il meto nato modo i testi di Aristotele; e ancora, nei testi di Aristotele così reinterpretati si cerca la soluzione per ulteriori problemi e aporie teo do, diventa una disciplina astratta e speculativa. Se la tenden rico-fisiche, senza che l'aspetto teorico e quello osservativo del mon za era già latente in Aristotele, là dove la costruzione teorica do fisico possano più distinguersi nettamente l'uno dall' altro. 8 9 strutture sintattiche si cristallizzano in usi costanti, secondo i La sua centralità si misura d'altronde non solo sul piano vari «modi>, e «figure», cioè secondo i vari tipi di sillogismo cronologico, ma anche su quello dell' intervento dottrinale: impiegati nell' argomentazione; in generale si riscontra, co Alessandro è uno dei massimi artefici di quel secolare pro me è lecito attendersi da un'esegeta, una scrittura più piana cesso che, sulla base delle opere del maestro, costruisce l'ari di quella di Aristotele, più cl ,ara, più coerente con se stessa stotelismo come sistema compiuto. e naturalmente meno ellittica ~ meno oscurata da cenni e al In questa prospettiva, si può analizzare e leggere fra le ri lusioni poco comprensibili. L'ambito dei contenuti trattati si ghe lo scopo generale della sua opera: dare rigore sistematico allarga, per comprendere come per naturale e logica esten alle dottrine che spiega ed espone, rendendole conformi a cri sione anche i temi più dibattuti in età ellenistica e tardo-elle teri di interna coerenza e non contraddizione; connettere le nistica. idee esposte nelle diverse opere di Aristotele in un sistema È un processo che ha richiesto secoli di elaborazione. Scri potenzialmente unitario; completare il quadro generale di ta vendo quasi cinque secoli dopo Aristotele, Alessandro costi le sistema, servendosi di materiali aristotelici, su temi trascu tuisce una sorta di spartiacque: è il primo esegeta la cui ope rati da Aristotele ed estranei al suo ambito di ricerca, alcuni ra ci sia pervenuta in modo così consistente; riassume il ma dei quali (come quello della provvidenza) erano stati intro gistero dei predecessori, la cui opera è quasi totalmente per dotti come temi centrali nella discussione filosofica solo do duta,7 e ne sintetizza l'eredità; al tempo stesso, è uno degli ul po la morte di Aristotele. timi commentatori aristotelici di Aristotele: diversamente dai suoi successori, egli è veramente ortodosso e fedele in tutto 2.2. IL SISTEMA ARISTOTELICO DI ALESSANDRO E LA SUA FORTUNA ad Aristotele, che riconosce come unica autorità; mentre do NELLE FILOSOFIE NON ARISTOTELICHE DELL' ETÀ TARDOANTICA po di lui i commentatori di Aristotele aderiranno per lo più, Tutti gli scritti di Alessandro hanno carattere eminentemente nonostante questa loro attività, ad altre selte e scuole.8 Anche esegetico, cioè di commento e glossa in margine al testo di in questo senso, Alessandro fu considerato «l'Esegeta» di Aristotele: non solo infatti nei commentari, ma anche negli Aristotele per eccellenza. opuscoli e nei trattati Alessandro ha sempre come scopo rife fire l'opinione di Aristotele sull' argomento discusso, estrapo Dei predecessori di Alessandro, abbiamo solo commenti all' Eti landola dai testi che meglio vi si prestano e verificandola nel 7 ca Nicomachea: il commento di Aspasio (C. A. G. XIX.I); ed estrat raffronto con altri passi del corpus aristotelico. ti da Adrasto, attivo anch'egli, come Aspasio. nella prima metà del È secondo questa logica che l'aristotelismo tende a confi JJ sec. d.C., incorporati nel commento anonimo ai libri II-Ve VII gurarsi, per opera dei suoi esegeti, come filosofia sistematica. dell'Etica Nicomachea stessa (C. A. G. 20). Cfr. Sharples (1990) n. 17 p. 85. Degli altri predecessori di Alessandro non ci restano, quan Solo cosÌ esso potrà rivaleggiare con i grandi sistemi elleni do ci restano, che citazioni e menzioni da parte degli autori poste stici. Dopo Alessandro, sarà sulla base di un tale aristotelismo riori. "Temistio (IV sec. d. C.) appare il solo caso di commentatore po J steriore ad Alessandro che faccia professione di fedeltà al testo di stotele in più occasioni, talora apertamente, cfr. Blumenthal ibid., Aristotele, contro le speculazioni dei neoplatonici e la loro tendenza pp. 122-123. In ogni caso, Alessandro sembra erigersi alla fine di una a interpretare Aristotele alla luce di Platone, cfr. Blumenthal (1990). tradizione specificamente peripatetica, come nota Sharples (1990), Temistio tuttavia è anche grande ammiratore di Platone e usa ele p. 84, n. 8. Sulla tradizione aristotelica prima di Alessandro, cfr. Mo- menti lessicali tipicamente neoplatonici; inoltre si distacca da Ari- raux (1984). IO Il -~ logico e fisico che il platonismo intraprenderà un'analoga bligata, direttamente o indirettamente, per la lettura e com evoluzione: sovrapponendo a una tale compatta base aristote prensione di Aristotele nei secoli che seguirono. lica gli sviluppi estremi di una metafisica e teologia caratteri sticamente platoniche, il platonismo diventerà neoplatoni 2.3. LE DIFFICOLTÀ DEL SISTEMA smo, filosofia forte ed egemone nei secoli della tarda anti Ma il percorso che porta alla costituzione di un' ortodossia si chità. stematica è irto di ostacoli, per due ragioni fondamentali. A testimonianza di tale fusione, dopo Alessandro potranno Da una parte, le opere di Aristotele non costituiscono di essere neoplatonici anche i commentatori di Aristotele, per per sé un tutto compatto e coerente, per più di un motivo. C'è infatti uno sviluppo nel metodo e negli interessi di Aristotele: esempio Simplicio. Proprio perché non aristotelico, Simpli questi si evolvono nel corso della sua vita, dagli anni giova cio potrà avere anche un atteggiamento critico nei confronti nili nei quali frequentava l'Accademia platonica a quelli del di Aristotele, specie dove questi si distacca da Platone. E an la tarda maturità. Ma anche prescindendo da questo, è insita cor più critico è l'atteggiamento di Filopono, un commenta tore cristiano di spiccata indipendenza intellettuale. nel pensiero di Aristotele una componente costante di libera innovazione, tale per cui il metodo e gli strumenti concettua Costoro, tuttavia, commentarono le opere logiche e fisi li e lessicali impiegati si adattano versatilmente ai problemi che dello Stagirita, che nei campi rispettivi detenevano un di volta in volta affrontati. Così, coesistono in Aristotele teo primato indiscusso; e nel far questo consultarono e utilizza rie diverse, in opere diverse, su identici o simili problemi. rono, ogni volta che fu loro possibile, i commenti di Ales Conseguentemente, uno stesso concetto, trattato all'interno sandro. Questo non significa che i commentatori posteriori di problematiche diverse o da punti di vista diversi, può assu non dissentissero talvolta da Alessandro, ancor più sovente mere connotazioni diverse, talora almeno apparentemente di che da Aristotele. Ma nella maggior parte dei casi Alessan scordanti; e uno stesso termine può avere, come d'altronde di dro fu determinante, perché stabilì le linee portanti per la fatto ha anche nel linguaggio comune, significati diversi in comprensione letterale del testo aristotelico e perché la sua passi diversi.9 Per giunta, non necessariamente Aristotele si interpretazione restò un punto di partenza e di riferimento, per lo più in positivo, altrimenti in chiave polemica, per r e preoccupa di esprimersi con piena chiarezza: nelle opere de- segesi successiva. Riepilogando, si può dire che Alessandro ebbe un ruolo 9 Per quanto riguarda la polivalenza dei singoli termini, Aristotele, c~ntrale in quel lungo processo che, operando sull'interpreta rispetto ai predecessori, dimostra singolare e lucida consapevolezza del fenomeno, tanto da dedicare l'intero libro V della Metafisica al ZIOne dei testi di Aristotele, lavorò alla costituzione di un cor l'esame delle parole e locuzioni che hanno più significati, ovvero, po dottrinale specificamente aristotelico, autonomo e unita come dice Aristotele. che «si dicono in molti modi» (rroÀÀaxWs" ÀE rio, nel quale l'opinione di Aristotele su ogni questione fosse yOj.LEva). In tal modo, immette nel suo metodo analitico un elemento codificata in modo definitivo. Questa sua implicita, costante di forza e progresso sostanziali: prima di lui, la speculazione si era sovente arenata su aporie dovute alla mancata distinzione fra le acce finalità, questa tendenza alla costituzione di un sistema, eb zioni diverse nelle quali uno stesso termine veniva inteso. A questo bero conseguenze molto importanti nel modo in cui l'opera di riguardo, la consapevolezza di Aristotele è il presupposto storico e Anstotele fu da allora in poi letta ed intesa, perché i com logico della nonnalizzazione del linguaggio filosofico perseguita dai menti di Alessandro furono per lo più una porta d'accesso ob- suoi successori, in particolar modo da Alessandro. 12 !3 stinate alla scuola, sulle quali Alessandro lavora, molti passi re fondatamente ciò riguardo a cui si ricerca dipende dal re sembrano più appunti sintetici che compiute delucidazioni. perire ciò che ha creato aporia.»11 Tutto questo è di serio ostacolo alla costruzione di un aristo L'invito e l'esempio a non esitare nel porre aporie veniva telismo sistematico, nel quale su ogni problema la dottrina sia dunque in primis dallo stesso Aristotele; e poi, più da vicino, unica e ben riconoscibile e nel quale ogni parola abbia un da Teofrasto, che di Aristotele era stato il diretto collaboratore. senso univoco e chiaramente identificabile. Come modello, Teofrasto è in qualche modo vicino ad Ales Alessandro affronta tali ostacoli in modo metodico, solle sandro non dal punto di vista cronologico (visto che per l'ap vando le difficoltà e sviluppandole apertamente. Egli è un ve punto era contemporaneo di Aristotele) ma dal punto di vista ro maestro nell'arte filosofica dell'aporia. «Aporie e soluzio metodologico. Teofrasto, raro se non unico esempio di un' au nh>, aporiai kai lyseis: cosÌ sono designati, nei manoscritti, torità che Alessandro sia pronto a collocare sullo stesso piano gli opuscoli della collezione che chiamiamo correntemente di Aristotele, fu infatti uno degli scrittori più apertamente e ge Quaestiones.10 nuinamente aporetici che r antichità classica abbia conserva Aporia, letteralmente, è la mancanza di via d'uscita (po to. Esempi numerosi di una costante attitudine all'aporia si ros): là dove il pensiero si inceppa, là dove la costruzione si possono trovare nei settori più diversi dell'opera di Teofrasto, stematica dell' esegeta trova ostacolo, Il c'è aporia. L'arte del dal De causis plantarum alla cosiddetta Metafisica." l'aporia consiste innanzitutto nel saper porre l'aporia stessa Sull' esempio di Aristotele e di Teofrasto, Alessandro si ap- nel modo più adatto affinché essa trovi soluzione (lysis). Ari stotele stesso, osserva Alessandro, aveva insegnato «che è utile a tutti quelli che si devono occupare di qualche cosa, per II Alex. in Me!. 172.10-13 Hayduck, in riferimento a Arist. trovare ciò che cercano, sollevare innanzitutto aporia su quel Met. m.I.995a24-29. Sul!' aporia inAristotelecfr. Berti (1989) p. 78 S. le cose: infatti procedere con facilità nel trovare e nel prova- 12 Nel De causis plantarum,Teofrasto tiene costantemente presen te la difficoltà di pervenire ad un consenso fra tutti quelli che espri mano un'opinione sulle cause dei fenomeni botanici; di fatto nume rose questioni vengono sollevate, nel corpo o a margine degli argo menti principali. mettendo a raffronto le opinioni di più predecesso IO Il testo greco delle Quaestiones è curato da Bruns (1892) come ri e senza pretendere di dirimerle con sicurezza: c' è tendenzialmen supplemento al C.A.G. (Commentaria in Aristotelem Graeca, Suppl. te un' opinione che tende a mostrarsi migliore delle altre, ma questa Ar. II.2, pp. 1-163). Così come è conservata nei codici a noi noti, la lascia un margine di incertezza che l'autore non si preoccupa di eli raccolta delle Quaestiones è sicuramente posteriore ad Alessandro. minare. Cosl in questi scritti sulle piante, che pure per lo più hanno come pure i titoli apposti ai singoli opuscoli. Essa consta di quattro carattere descrittivo e in qualche modo «positivo», è molto presente libri: i primi tre di argomento fisico (le Quaestiones più propriamen in Teofrasto l'aporia. Quanto all'opuscolo di Teofrasto detto Meta te dette), il quarto, di Problemi etici. La col1ezione contiene opuscoli fisica. che pure sovente è stato considerato alla stregua di un fram identificabili come vere aporie (cui mi sto riferendo ai fini della pre mento incompiuto per l'assenza di una dottrina positivamente sente caratterizzazione), nei quali sono riconoscibili uno stile e un espressa, anch' essO non è in realtà frammentario, ma - per l' ap metodo comuni; e, oltre a questi, altri scritti di natura più eterogenea, punto - aporetico: ha infatti una sua compiutezza, proprio per cio di autenticità non sempre certa. Per una classificazione per tipi delle che è, quasi un ininterrotto susseguirsi di interrogativi e perplessità Quaestiones e degli opuscoli della cosiddetta Mantissa (altra colle che Teofrasto solleva sulla ricerca dei principi e della loro relazio zione di brevi scritti alessandristi curata da Bruns insieme al De ani ne con ciò-di-cui-sono-principi sia nel campo della filosofia natu ma di Alessandro in Suppl. Ar.ll.l, pp. 101-186), cfr, Bruns (1892), rale che della filosofia prima. Cfr. Laks-Most (1993) e inibid. Faz· p. V-XIV; Sharples (1987), p. 1194·1195; Sharples (1992), pp. 4·5. zo (1995). 14 15 j ~;i~~l\lBUlare, su ogni dato problema, le aporie. Egli fa Già i commentatori dei primi due secoli d.C. dovevano aI1toccorrenza. all'interno dei commentari, sia aver avvertito I"esigenza di rivedere e aggiornare la dottrina Aporiai kai /yseis o Quaesliones, brevi testi specifica del maestro, recentemente riscoperta nei testi originali grazie mente dedicati a questa pratica dottrinale. Nei commentari, all'edizione di Andronico. Molto del lavoro, tuttavia, è ancora eventuali aporie vengono sollevate e discusse dopo la spiega incompiuto all'epoca di Alessandro: questi appare impegnarsi zione generale del significato dei singoli passi. Le soluzioni ì in prima persona su temi importanti che Aristotele o non ave proposte, peraltro, possono essere più d'una, senza un'espli I va trattato, come il problema del fato, o aveva trattato in modo cita indicazione di preferenza. Analogamente, anche nelle ( non del tutto chiaro, come quello dell' anima: temi cui Ales Quaestiones capita che ad uno stesso problema si risponda sandro dedica rispettivamente i trattati De falo e De anima. con più soluzioni possibili. Alessandro dedica inoltre tratrati Ad altri problemi, Aristotele aveva accennato solo brevemen indipendenti ad alcuni temi di interesse centraIe; e anche qui te, in modo incidentale e incompleto: cosi, resta tutto da ap , può trovare luogo, come procedura dialettica di approfondi profondire il tema della provvidenza, cui Alessandro dedi mento e puntualizzazione·dottrinale, la posizione e la discus cherà il trattato e gli altri testi qui in esame; e quello, più gene sione di aporie su singoli problemi, come sovente avviene per rale, della connessione fra il cosmo e i suoi princìpi, fra mon esempio nel De providentia. do sublunare e mondo celeste, e ancora fra mondo celeste e Alessandro non è dunque, almeno sotto questo profilo, un motore o motori immobili. 14 In questi e simili casi, }' esegeta si pensatore dogmatico. Nella migliore tradizione della scuola, pur mantenendosi sistematicamente fedele ad Aristotele, è Berlin 1841-'42, voI. I), di argomento prevalentemente medico. molto attento ai diversi gradi di certezza o di semplice attendi I. Tale ambito problematico costituisce l'agenda delineata, per i bilità o probabilità con cui una dottrina può essere presentata. successori di Aristotele, già nella cosiddetta Metafisica di Teofra sto. cfr. in proposito l'introduzione di Laks-Most (1993). Alessan Dove una questione è difficile da dirimere, presenta la solu dro riprende specificamente il tema del rapporto fra l'universo e i zione come semplicemente possibile, o come «forse» preferi suoi princìpi nel De principiis. Come il De providentia, anche il De bile: le aporie di Alessandro sono reali, non fittizie, e in quan principiis è perduto in greco e conservato in arabo, oltre che, indi to tali sono interessanti perché attestano un travaglio infieri in rettamente e parzialmente, in siriaco. Si può dubitare che il testo seno all'aristotelismo, prima che determinati problemi dottri sia stato scritto da Alessandro nella forma precisa nella quale ci è pervenuto. Interpolazioni e guasti di trasmissione non sono impro nali si trovino stabilizzati su di una soluzione definitiva, 13 babili. Tuttavia la precisione e la cogenza dei paralleli che lo con t nettono alle altre opere di Alessandro dissuadono da metterne radi calmente in questione t'autenticità. Mancano sinora studi specifici l3 Anzi, in un certo senso si può dire che le Quaestiones, con illo e approfonditi su questo trattato; la nuova edizione e traduzione an i ro apparato risposte multiple, elevano a sistema la difficoltà, se non notata che ne prepara Charles Genequand; e la traduzione italiana addirittura l'impossibilità, di pervenire, su determinati problemi, a di Mauro Zonta, anch' essa in preparazione, potranno costituire in una tale, unica soluzione. È questo uno dei caratteri che differenzia tal senso un utile fondamento. Per ora, sono di corrente riferimento no le vere aporie di Alessandro dal genere letterario dei Problemi l'edizione di Badawi (1947) e la traduzione francese dello stesso (TTpo~Àill.1aTa), fiorente soprattutto in età tardoantica, dove l'esposi Badawi (1968). Ringrazio E. Gannagé per avermi indicato alcuni zione suddivisa in domanda e risposta tende a diventare un mero punti nei quali la traduzione di Badawi è insoddisfacente o va usa espediente didattico. Bene esemplificano la tendenza a un tale uso ta con cautela; e Ch. Genequand, per avenni pennesso di consulta didattico della fonna «domanda-risposta» i Problemi falsamente at re la sua traduzione e le sue note in una fase intennedia di prepara tribuiti ad Alessandro, editi da J. L. Ideler (Physici et medici graeci. i zione. l 16 17 I l l' trova a lavorare su spunti disparati, che in Aristotele non co desione irrazionale precede la spiegazione razionale. CosI, stituiscono una dottrina compiuta; e si sforza di ricavarne in quasi tutti ormai credono, chi più, chi meno ciecamente, al vece una teoria sistematica, che, senza tradire Aristotele, pos l'astrologia. alla quale non nega credito nemmeno uno scien sa reggere il raffronto con le dottrine rivali. ziato come Tolomeo (II sec. d. C.), che si limita piuttosto a Aggiornamento e coordinazione fra le diverse parti del si mettere in guardia dalle forme di previsione più ciarlatane stema: sono esigenze fondamentali, che portano l'esegeta a sche, e sceglie il minore dei mali nel professare una dottrina prendere posizione in modo attivo e - nonostante il costante astrologica che sia compatibile per quanto possibile con la fi richiamo ad Aristotele - originale nel quadro del dibattito losofia naturale di Aristotele." contemporaneo. Dopo Tolomeo, questo tipo di convinzioni fa parte della Controparte importante, anche in tal senso, è lo stoicismo: cultura generale e diffusa, quasi sviluppo per così dire appli una filosofia che presenta, fra i suoi punti· di forza e di van cativo della fisica tradizionale, cui finiscono per aderire an taggio. un' esemplare sistematicità e coordinazione fra le sue che intellettuali di formazione classica. I quali tuttavia si im varie parti, e l'elaborazione di teorie specifiche su temi taciu pegnano in vari modi per circoscrivere e delimitare tale cre ti o trascurati dalle filosofie dell'età classica. Per esempio, denza. prendendo le distanze da un fatalismo astrale estremo eTano stati gli stoici ad introdurre per primi nel loro sistema e totalizzante, che sta acquistando credito crescente. Questo filosofico il tema della provvidenza. Vi avevano fatto cenno fatalismo è per i trattati di Alessandro una controparte impor già i loro primi capiscuola, Zenone e Cleante, e soprattutto ne tante, che Alessandro associa alla filosofia stoica investendo aveva trattato Crisippo, il grande teorico dello stoicismo, che, entrambi con i suoi attacchi polemici. verso la fine del III secolo a. c., scrisse fra le sue molte ope In realtà il fatalismo astrale, pur trovando agevolmente so re il primo. cospicuo trattato filosofico sulla provvidenza. stegno nella filosofia stoica, non è originariamente una teoria Siamo alla fine del III secolo a. C. filosofica né una teoria scientifica. I suoi sviluppi nell'età dei Severi parlano chiaro: dietro al suo successo, c'è la religione 2.4. PROVVIDENZA E FATALISMO ASTROLOGICO ALLE SOGLIE DEL astrale, il culto per gli astri come divinità, che, non ignoto al III SECOLO D.C mondo romano già dai tempi delle prime conquiste in orien Intorno al 200 d.C., cioè più di quattro secoli dopo, quando te, trionfa ora a corte come religione ufficiale. 16 seri ve Alessandro, il problema della provvidenza è ancora e più che mai dibattuto, per una serie di ragioni legate non solo 2.5. DALLA SACRALIZZAZIONE DELL' ASTRONOMIA IN ETÀ CLAS a una logica puramente filosofica, ma anche a profonde e SICA ALL' ASTROLATRIA IN ETÀ TARDOELLENISTICA complesse evoluzioni del senso religioso tradizionale. D'altra parte l'identificazione fra dèi e astri non era priva di In un quadro politico e sociale e culturale radicalmente tra appoggio nemmeno nella tradizione filosofica classica: il tar sformato, la fredda razionalità del periodo classico rischia di do Platone delle Leggi aveva dato per certo che gli astri ab- risultare obsoleta e priva di richiamo rispetto alla ricerca di un'intima relazione fra mondo umano e mondo divino, che "Cfr. Fazzo (1991), caratterizza in certo modo quest'epoca e si riflette in un'inaf I~ Per un quadro generale e riferimenti bibliografici sulla diffu ferrabile varietà di manifestazioni. Le risposte sono moltepli sione delle dottrine astrologiche nel mondo romano, cfr. Fazzo ci, ma accomunate da un accentuato fideismo, nel quale l'a- (1994). 18 19 , L ____________ _____ ~ __.J ----------------------- - ---- biano anime divine; né Aristotele l'aveva contraddetto, bensì mente to theion); o, al plurale, «corpi divini» (ta theia soma aveva detto che la credenza negli astri come divinità, così dif ta, o ta theia), più raramente «dèi».19 fusa fra greci e barbari, ha essa stessa un che di divino. Sia Dio dunque è, in primo luogo, il primo motore; divino per l'uno che l'altro, evidentemente, lavoravano a purificare la antonomasia è il cielo; divine e dèi esse stesse sono le sfere religione tradizionale dei greci dalle tendenze antropomorfi celesti che lo compongono. che, che Aristotele apertamente imputa a rudezza di pensiero II fenomeno può essere considerato da due punti di vista e mancanza di astrazione. n diversi e in qualche modo complementari: da una parte, esso L'aperto consenso che già Platone e Aristotele avevano esprime la tendenza, propria della cultura dell' epoca, a inve concesso ad una divinizzazione del mondo astrale lascia faci stire i cieli e il loro movimento di una forte valenza religiosa; le accesso in sede filosofica a una concezione astrale del dall'altra, Alessandro, chiamando dèi i cieli, mostra una pre cisa tendenza ad inserire il discorso sul divino in una tratta mondo divino che Alessandro non argomenta espressamente, zione di carattere fisico e cosmologico: ed è proprio questa, pur facendovi costantemente riferimento. in effetti, la modalità secondo la quale Alessandro tratta una Così, pur mantenendo al primo motore immobile la quali nozione, di origine prettamente religiosa, come quella di prov fica aristotelica di «dio», Alessandro lo distingue, ponendolo videnza, cioè di pronoia divina, così come anche la nozione su un livello separato, come «primo dio»:18 un'espressione di fato, da lui discussa in un trattato De fato, che non a caso non attestata in Aristotele, che suggerisce l'esistenza anche di presenta molti punti di contatto con il suo De providentia. In altri dèi, o più precisamente di altre entità di natura «divina», tal senso, l'atteggiamento di Alessandro appare quello di un più direttamente attive nel garantire la sussistenza del mon razionalista che riesce ad essere tale anche vivendo in un'e do sublunare. Una tale divinità, non immobile, bensì opera poca di diffuso misticismo, senza tuttavia isolarsi dalla men tiva, è il cielo nel suo complesso, costituito dana moltepli talità degli uomini del suo tempo. cità delle sfere celesti: quello cioè che Alessandro chiama o, Circoscrive infatti la sua opposizione a quelle dottrine che, al singolare, «corpo divino» (to theion soma, o semplice- da alcuni sostenute, risultano incompatibili con la fisica ari stotelica. Così, prende le distanze dagli stoici che parlano del la divinità come di un qualche cosa di corporeo, tale da pene- 17 Proponendo di sostituire l'astronomia alla teologia. Platone ave~ va promosso di quest'ultima una ristrutturazione su base rnaternati~ ca. Così, al tempo stesso, aveva posto le condizioni di possibilità per 19 Parlando del cielo, Alessandro usa anche un'altra espressione, ché la teologia fosse fondamento e modello epistemologico del sape sua peculiare ma anch' essa di ispira~ione ari~totelica: KVKÀOCPO~Tr re globalmente inteso. Che tale fosse il generale intento di Platone è TlKÒV aWlJ.a (<<corpo che si muove dI moto cIrcolare»), carattenz confennato dall'opera dell'autore dell'Epinomide, per molto tempo zandolo secondo queHa che è in senso stretto la sua «natura». cioè attribuita a Platone: probabilmente un platonico delle prime genera secondo la sua inclinazione naturale al movimento. Inoltre in Alex. zioni, contemporaneo o quasi contemporaneo di Aristotele, che ave De anima 28.26-28 Alessandro sembra riferirsi agli astri come va ulteriormente accentuato e fatto esplicito non solo il valore sa «dèi», cfr. inibid. Accattino (1992) pp. 40-46; a questa occorrenza si pienziale e teologico dell'astronomia nel contesto del sapere platoni può forse aggiungere quella di in Met. 104.8, il cui peso assertivo è camente inteso, ma anche il carattere divino degli astri come enti ani però mitigato dal carattere confutatorio del brano, evidente nelle d~~ mati e dotati di consapevolezza e di conoscenza. occorrenze immediatamente precedenti (104.5,104.7), nelle quali e '" Quaestio II.19.63.20-21. riportata e criticata una dottrina di origine platonica. 20 21 , L. ___________________________________ ~ -

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