LDB La Cultura 841 Jaron Lanier La dignità ai tempi di Internet Per un’economia digitale equa Traduzione di Alessandro Delfanti Il traduttore ringrazia Ronny Brusetti per la collaborazione. Sito & eStore – www.ilsaggiatore.com Twitter – twitter.com/ilSaggiatoreEd Facebook – www.facebook.com/ilSaggiatore © Jaron Lanier, 2013. All rights reserved. © il Saggiatore S.r.l., Milano 2014 Titolo originale: Who Owns the Future ISBN 9788865763650 La dignità ai tempi di Internet A tutti quelli che mia figlia, crescendo, conoscerà. Spero che sarà in grado di inventare il proprio posto in un mondo in cui è normale trovare successo e realizzazione. Preludio Ciao, eroe Una cosa particolare di questo libro è che tu, il lettore, e io, l’autore, siamo i protagonisti. La semplice azione di leggerlo fa di te l’eroe della storia che racconterò. Forse hai comprato, o rubato, una copia fisica del libro, hai pagato per leggerlo sul tuo tablet o hai piratato una copia digitale da un sito di sharing. Qualunque sia stato il prequel, eccoti qui, a vivere esattamente le stesse circostanze descritte nel libro. Se hai pagato per leggere, grazie! Questo libro è il risultato del modo in cui vivo la mia vita, e spero che ciò rappresenti un valore per te. La speranza del libro è che un giorno avremo più modi per arricchirci come effetto secondario del vivere vite creative e intelligenti, cercando di fare cose che possano essere utili agli altri. Se hai pagato per leggere è avvenuta una transazione unidirezionale in cui tu hai trasferito denaro a qualcun altro. Se hai avuto il libro gratis c’è stata una transazione, ma il valore scambiato non verrà registrato in un libro contabile, quanto piuttosto in sistemi informali di reputazione, karma o altre forme di baratto. Ciò non significa che non sia successo nulla. Magari riceverai complimenti in un social network per quello che dici del libro. Questo tipo di attività potrebbe portare benefici sia a te che a me. Ma benefici di un tipo inaffidabile e deperibile. Il clamore dovuto all’attenzione online si trasforma in denaro solo per una minoranza simbolica, tra le persone comuni, ma c’è una nuova ristrettissima classe di persone che se ne avvantaggia sempre. Coloro che tengono i nuovi libri mastri, i giganteschi servizi informatici che ti modellano, ti spiano e prevedono le tue azioni, trasformano le tue attività quotidiane nelle più grandi fortune della storia. Vere fortune, fatte di denaro. Questo libro propone una terza alternativa: le reti digitali dovrebbero promuovere una transazione bidirezionale, in cui tu ricevi benefici reali, sotto forma di denaro, come me. Voglio che grazie alle reti digitali si possa registrare più valore per le persone, e non meno. Man mano che con l’uso delle reti digitali rendiamo il nostro mondo più efficiente, l’economia dovrebbe espandersi, non contrarsi. Ecco un esempio concreto della sfida che abbiamo di fronte. All’apice del suo potere, l’azienda fotografica Kodak impiegava più di 140mila persone e valeva 28 miliardi di dollari. Inventarono persino la prima macchina fotografica digitale. Ma oggi Kodak è fallita, e il nuovo protagonista della fotografia digitale è diventato Instagram. Quando Instagram è stato venduto a Facebook per un miliardo di dollari, nel 2012, impiegava solo tredici persone. Dove sono spariti tutti quei posti di lavoro? E che cosa è successo alla ricchezza creata da tutti quegli impieghi della classe media? Questo libro è stato scritto per rispondere a simili domande, che diventeranno sempre più comuni, poiché le reti digitali stanno svuotando tutti i settori produttivi, dai media alla medicina alla manifattura. Instagram non vale un miliardo di dollari perché quei tredici lavoratori sono straordinari. Il suo valore nasce invece dai milioni di utenti che contribuiscono al network senza essere pagati. Per generare un valore significativo, le reti sociali hanno bisogno che moltissimi individui vi partecipino. Ma, quando ciò accade, solo un ristretto gruppo di persone viene pagato. Il risultato è di centralizzare la ricchezza e limitare la crescita economica nel suo complesso. Invece di espandere l’economia creando più valore quantificabile, l’ascesa delle reti digitali sta arricchendo una minoranza relativa, spostando il valore creato dai molti al di fuori della contabilità. Per «reti digitali» non intendo solo Internet e il Web, ma anche i network gestiti da gruppi quali le istituzioni finanziarie e le agenzie di intelligence. In tutti questi casi, si assiste a un fenomeno per cui potere e denaro si concentrano attorno a chi gestisce i computer più centrali della rete, mentre tutti gli altri sono sfavoriti. Questo è ormai lo schema che ci aspettiamo, ma non è l’unico modo in cui possono andare le cose. L’alternativa presentata in questo libro non è un’idea utopica. Non è difficile immaginare i fastidi e la confusione che porterebbe con sé. Tuttavia, sosterrò che monetizzando in quantità maggiore l’apporto delle persone comuni, che in fin dei conti sono la fonte primaria e non retribuita dei dati che rendono preziose le reti, il futuro sarà migliore. Così facendo, il potere e l’influenza saranno distribuiti in modo più onesto, e forse, all’interno dell’economia dell’informazione, emergerà persino una classe media stabile: un obiettivo altrimenti irraggiungibile. Terminologia Sarebbe impossibile comunicare le idee di questo libro ricorrendo alla sola terminologia già esistente. Il problema non è che non ci siano parole rilevanti e familiari, ma che tutte quelle esistenti sono diventate modi di dire o hanno acquisito, nel senso comune, significati che deformerebbero troppo ciò che ho bisogno di affermare, e potrebbero generare più confusione che chiarezza. Perciò, incontrerai termini ed espressioni poco familiari. In appendice c’è un elenco di questi termini, con il numero della pagina in cui compaiono per la prima volta. Consideralo un elenco delle priorità. PRIMA PARTE Primo round