A SAGGI TUCABiU Christopher Lasch LAQJLTURA DEL NARCISISMO L'individuo in fuga dal sociale in un'età di disillusioni collettive In questo saggio Christopher Lasch offre una severa e corrosiva analisi dei modelli culturali dominanti nella società americana dagli anni Settanta in avanti, condizionata da un individualismo esasperato che si diffonde a livelli di massa e trasforma stili e comportamenti della vita quotidiana. Gli Stati Uniti, assunti come quadro di riferimento, rappresentano ancora una volta il modello cui vanno conformandosi le società occidentali più avanzate: nell'inversione di tendenza della cultura antericana si possono infatti riconoscere molti dei tratti che hanno segnato i nostri anni Ottanta e Novanta. La diffusa caduta della tensione politica, l'esasperata pratica dell'autocoscienza, il culto del corpo, l'ossessione della vecchiaia e della morte, la liberalizzaz1one sessuale sono le manifestazioni più importanti dell'edonismo statunitense. Lasch, con cont1nui slittamenti dalla fenomenologia del costume alla storia, dalla letteratura alla psicologia, approfondisce la sua ricerca documentando le conseguenze che la deriva del narcisism J ha avuto nella pratica politica, nello sport, nell'Immaginano, nella scuola, nel mondo del lavoro, nella famiglia, nel rapporto tra i sessi ecc. Una nuova postfazione dell'autore, La cultura del narcisismo rivisitata (1990), mette in evidenza la sostanziale attualità del!e tesi del volume e ne sottolinea la validità in una società sempre più dominata da grcJndi organizzazioni buro<)ratiche e dai mass med:~. ChristCJpher Las eh insegna storia alla Unrversity of RO':;hester tl<J è uno del · maggiori studiosi americani di argomento sociale. Tra l suoi libri: The New Radtcalism in America (1965), The Agony of The Amfllican Left (1969). • Haven in a Heartless Wor1d (1977), The Minima' Self (1984), The True &.nd Only Heaven: 1-'rogress and rts Crìtics ('991). In copertina: René Magrìtte, Paysag& d& Baucis ISBN 88-452-1943-7 Il l l'l ~ ~1111 ·1 L. 12.000 9 788845 2194~.6 Christopher Lasch LA CULTURA DEL NARCISISMO L'individuo in fuga dal sociale in un'età di disillusioni collettive Nuova postfazione dell'autore BOMPIANI Progetto grafico di ALBERTO SAVOIA Titolo originale THE CULTURE OF NARCISSISM Traduzione di MARINA BOCCONCELLI ISBN 88-452-1943-7 © 1979 by W. W. Norton & Company, lnc. © 1981 Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A. Via Mecenate 91 -Milano l edizione "Saggi Tascabili" ottobre 1992 a Kate ... perché essa è saggia, se io so giudicar di lei, e bella, se questi miei occhi son veritieri, e sin· cera, quale si è dimostrata; e perciò saggia, bel la e sincera com'è, avrll sempre il suo posto nel mio costante cuore. SHAKESPEARE, Il rnercame di Venezia l INTRODUZIONE Da quando, poco più di venucmque anni fa, Henry Luce proclamava l'avvento del "secolo americano", la fiducia in se stessi degli americani ha subito un profondo riflusso. Chi sogna va qualche anno fa di dominare il mondo ora dispera di gover nare la città di New York. La sconfitta in Vietnam, la stagna zione economica e il prossimo esaurimento delle risorse naturali hanno determinato un clima di pessimismo che dalle classi diri genti si comunica al resto della società, con una parallela per dita di fiducia della gente nei suoi rappresentanti. La stessa crisi di fiducia colpisce altri paesi capitalistici. In Europa, la forza crescente dei partiti comunisti, il risorgere di movimenti fascisti e l'ondata di terrorismo testimoniano tutti - e in modi di versi - la fragilità di regimi e il logoramento di tradizioni appa rentemente salde. Anche il Canada, antico baluardo di solida lealtà borghese, deve ora affrontare, nel movimento separatista del Quebec, una minaccia alla sua stessa esistenza come stato nazionale. Le dimensioni internazionali del malessere attuale fan sì che non lo si possa attribuire a un cedimento solo americano. La società borghese sembra aver esaurito dovunque il suo patri monio di idee costruttive, perdendo sia la capacità sia la volontà di affrontare le difficoltà che minacciano di sopraffarla. La crisi politica del capitalismo riflette la crisi generale della cultura occi dentale, che si manifesta in una diffusa sensazione di incapacità a comprendere il corso della storia o a gestirlo secondo una linea razionale. Illiberalismo, teoria politica della borghesia in ascesa, da tempo non è più in grado di spiegare il mondo dello stato assistenziale e delle multinazionali; e nessuna teoria ha preso il 7 suo posto. Il fallimento politico delliberalismo coincide col suo fallimento intellettuale: le discipline scientifiche che ha pro mosso, forti in passato di una fiducia illuministica nella cono scenza, non forniscono più spiegazioni soddisfacenti dei feno meni che si pretende di chiarire. La teoria economica neoclassica non riesce a spiegare la coesistenza di disoccupazione e infla zione; la sociologia non tenta nemmeno di delineare una teoria generale della società moderna; la psicologia accademica non raccoglie la sfida di Freud per una analisi in profondità della vita quotidiana. Le scienze naturali, dopo aver promesso solu zioni risolutive, ora si affrettano a dichiarare che la scienza non offre rimedi miracolosi per i problemi sociali. Nell'ambito delle scienze umanistiche, lo smarrimento è tale da portare a una generale ammissione dell'incapacità degli studi umanistici a dare un contributo all'interpretazione del mondo moderno. I filosofi non spiegano più quale sia la natura delle cose, né pretendono di dirci come si debba vivere. Gli studiosi che si occupano di letteratura considerano il testo non come una rappresentazione della realtà, ma come l'immagine riflessa dello stato d'animo dell'artista. Gli storici cedono a un "senso di irrilevanza della storia", come dice David Donaldson, e all'im magine di "grigiore della nuova era che ci attende_:j Dato che la cultura liberale si è sempre ampiamente basata sullo studio della storia, il crollo di questa cultura trova un riscontro parti colarmente illuminante nel crollo del senso storico, che avvol geva in passato in un'aura di dignità morale, patriottismo e ottimismo politico le testimonianze sui fatti della nazione. Gli storici ritenevano, in tempi precedenti, che gli uomini traessero insegnamenti dai loro errori del passato, ma ora che il futuro si presenta difficile e incerto, il passato appare "irrilevante" per sino a coloro che dedicano la vita a esplorarlo. "È finita l'epoca dell'abbondanza," scrive Donaldson. "La 'lezione' che il passato americano insegna non è semplicemente irrilevante, ma addirit tura pericolosa ... Forse la mia vera funzione sarebbe di liberare [gli studenti] dal fascino della storia, di fargli capire l'irrile vanza del passato, ... di ricordargli quanto poco gli esseri umani controllino il proprio destino." Questa è dunque l'opinione delle élite, una visione del futuro senza speranza, ora ampiamente condivisa da coloro che gover nano la società, guidano l'opinione pubblica e controllano il sapere scientifico da cui la società dipende. Se d'altra parte chie diamo all'uomo della strada quali siano le sue aspettative, il 8 senso di una diffusa mancanza di speranza trova ampia con ferma. Ma c'è uri altro aspetto della questione, che qualifica questa impressione e suggerisce che la civiltà occidentale può ancora produrre le risorse morali necessarie a superare la crisi attuale. f: vero che la sfiducia diffusa nei confronti di coloro che sono al potere ha reso la società sempre più ingovernabile, come ripetutamente lamenta la classe al governo, senza peraltro riconoscere le sue responsabilità nel determinare questa situa zione; ma questa stessa sfiducia può porre le basi di una nuova capacità di autogoverno, così da superare il bisogno stesso che dà origine all'esistenza di una classe dirigente separata. Ciò che gli osservatori politici interpretano come indifferenza del l'elettorato può rappresentare, al contrario, un salutare scetti cismo nei confronti di un sistema politico in cui la menzogna e la frode sono diventate una prassi abituale ed endemica. La sfiducia negli esperti può contribuire a diminuire la dipendenza dagli esperti che ha paralizzato la capacità di iniziativa personale. La burocrazia moderna ha indebolito le antiche tradizioni di attività locale, la cui rinascita ed espansione offrono l'unica speranza che dalle rovine del capitalismo possa emergere una società tollerabile. Davanti all'inadeguatezza delle soluzioni proposte dall'alto, la gente è costretta a inventare soluzioni dal basso. La crisi di legittimazione delle burocrazie statali ha contagiato anche le burocrazie delle grandi imprese - i veri centri di potete della società contemporanea. Nelle piccole città e negli affollati quartieri urbani, perfino nelle zone residenziali suburbane, uomini e donne hanno avviato modesti esperimenti di cooperazione, intesi a difendere i loro diritti contro l'inge renza delle multinazionali e dello stato. La "fuga dalla politica", come viene definita dall'élite dirigenziale e politica, può invece essere un segno che rivela la crescente riluttanza delle persone a partecipare al sistema politico nelle vesti di consumatori di spettacoli prefabbricati. Può non denotare affatto, in altre pa role, un ritiro dalla politica, ma annunciare le fasi iniziali di una rivolta politica generale. Si potrebbe scrivere molto sui segni rivelatori di un nuovo tipo di vita negli Stati Uniti. Questo libro, tuttavia, descrive un modo di vita che sta tramontando - la cultura dell'individua lismo ai suoi limiti estremi, fino alla guerra di tutti coritro tutti, alla ricerca della felicità nel vicolo cieco di una preoccupazione narcisistica per il sé.rLe strategie di sopravvivenza narcisistica si propongono oggi come emancipazione dalle condizioni repres- 9