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La crisi in Giappone negli anni novanta PDF

149 Pages·2013·1 MB·Italian
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Corso di Laurea magistrale in Lingue e Istituzioni Economiche e dell’Asia e dell’Africa Giuridiche Mediterranea Prova finale di Laurea La crisi in Giappone negli anni novanta: aspetti economici, politici e strutturali nel quadro di un sistema finanziario nazionalizzato Relatore Ch.mo Prof. Andrea Revelant Correlatore Ch.mo Prof. Fabrizio Eva Laureando Valentina Giarola Matricola 808690 Anno Accademico 2011 / 2012 INDICE Prefazione (cid:5582)(cid:6757) CAPITOLO I Gli attori istituzionali della crisi degli anni novanta nel contesto del sistema finanziario giapponese. 1.1 Profili normativi del sistema finanziario nipponico: un approccio storico evolutivo pag. 3 1.2 Gli attori istituzionali del sistema finanziario giapponese: la Banca del Giappone 11 1.3 Gli attori istituzionali… segue: il Ministero delle Finanze 18 1.4 L’attività di vigilanza nel sistema bancario nipponico 20 1.5 Struttura ed evoluzione del sistema finanziario giapponese negli anni novanta 22 1.5.1 Il mercato finanziario ed il sistema di regolamentazione 28 1.5.2 La deregolamentazione del sistema finanziario 32 1.5.3 La riforma del “BIG BANG” 38 1.5.4 Conclusioni 41 CAPITOLO II Fattori economici ed istituzionali della crisi finanziaria nipponica negli anni novanta in un quadro dinamico. 2.1 La dinamica della crisi 46 2.2 Gli effetti della deregolamentazione sul sistema economico finanziario nipponico 56 2.3 Il deterioramento della qualità dei prestiti bancari 66 2.4 Gli accordi del Plaza e del Louvre 70 2.5 Lo scoppio della “Bubble Economy” 76 2.6 La crisi finanziaria giapponese: un confronto con i modelli teorici di sviluppo dei dissesti finanziari 81 2.7 Conclusioni 86 Capitolo III Le soluzioni alla crisi finanziaria giapponese degli anni novanta 3.1 I rimedi alla crisi: la politica fiscale 91 3.2 I rimedi alla crisi: la politica monetaria 97 3.3 I salvataggi bancari nel sistema finanziario giapponese 103 3.3.1 I salvataggi bancari: un approccio teorico 103 3.3.2 Le crisi bancarie del sistema finanziario giapponese negli anni novanta e le soluzioni adoperate dalle autorità 116 3.3.2.1 Il salvataggio e la nazionalizzazione della Nippon Credit Bank 117 3.3.2.2 La patrimonializzazione delle maggiori banche 119 3.3.2.3 Il credito di ultima istanza 121 3.3.2.4 Conclusioni 126 Conclusioni 130 Prefazione Il presente lavoro ha il fine di descrivere gli aspetti economici, istituzionali e strutturali che caratterizzarono la crisi finanziaria giapponese degli anni novanta. L’esigenza di realizzare la presente ricerca, nasce dalla complessità dei fenomeni che interagirono portando alla crisi finanziaria. Di qui l’opportunità di individuare innanzitutto le determinanti, che contribuirono alla creazione del fenomeno patologico, analizzarle e contestualizzarle in un corpus unico governato da una logica espositiva che, se da un lato focalizza le determinanti economiche, politiche, e strutturali della crisi, dall’altro non tralascia di contestualizzarle nel sistema finanziario ed istituzionale nipponico degli anni novanta. Ciò si rende necessario al fine di definire il fenomeno patologico in un quadro economico istituzionale in continua evoluzione dove alla riforma del sistema bancario e finanziario, volta a ridurre il grado di segmentazione dell’attività finanziaria ed agevolarne la liberalizzazione dei mercati, si associano le riforme delle istituzioni quali per esempio la riorganizzazione del Ministero delle Finanze e l’istituzione della Financial Services Authority, e non ultimo, una nuova formulazione del rapporto tra l’Amministrazione Finanziaria e la Banca del Giappone nel verso di una maggiore autonomia da parte di quest’ultima. Infatti la scarsa autonomia della Banca Centrale trova conferma nella gestione degli accordi bilaterali e multilaterali del biennio 1985- 1987, dove la forte dipendenza dell’Istituto di Emissione dal governo la portò ad appoggiare la sua politica estera e valutaria sia nel caso degli accordi dell’Hotel Plaza, sia nel caso dei patti multilaterali del Louvre. Tale impostazione metodologica trova la sua giustificazione nel fatto che la maggior parte delle crisi finanziarie possono essere interpretate in base ad un determinato numero di dinamiche economiche, politiche e strutturali individuabili attraverso l’uso integrato di più analisi in quanto lo studio di un singolo aspetto non è in grado, di per se, di spiegare completamente il fenomeno. Il lavoro si apre con un capitolo volto a ricostruire il circuito finanziario, economico nonché istituzionale in cui ha avuto luogo la crisi. In esso viene rilevato un sistema finanziario, caratterizzato da un’attività bancaria eccessivamente “segmentata ed ingessata” da vicoli legislativi, amministrativi ed istituzionali, riconducibile ad un mercato di “oligopolio protetto” dallo Stato. Tale scenario non è scevro da distorsioni quali il fenomeno della corruzione nelle istituzioni pubbliche e degli scandali che, hanno contribuito non poco a determinare la crisi finanziaria degli anni novanta. Alla luce di tale scenario viene poi rilevata l’esigenza del legislatore di porre in essere una serie di riforme che viene in parte soddisfatta attraverso il varo della deregulation del settore finanziario e successivamente della Big Bang reform volte ad innovare il sistema e a traghettarlo verso gli obiettivi della trasparenza e della competitività. Nel secondo capitolo dell’opera si analizzano gli aspetti economici, politici e finanziari della crisi partendo da una ricostruzione della dinamica del fenomeno patologico. Vengono successivamente scandite le varie fasi nelle quali si individuano i fattori e le annesse dinamiche della crisi. A tale analisi poi ne viene associata una strutturale che, partendo dal contesto sistemico e dalla sua evoluzione, dovuta alle riforme strutturali, rileva come le caratteristiche del sistema e gli effetti delle ristrutturazioni abbiano inciso sul fenomeno patologico. Si allude in tal senso alla situazione della qualità delle esposizioni del settore bancario nei confronti delle industrie, nonché all’espansione del sistema finanziario, dovuto alla deregulation, ed all’annessa ondata speculativa. Tale parte del lavoro si chiude poi con un paragrafo dedicato ad un’analisi comparativa tra la crisi finanziaria giapponese e i modelli teorici che descrivono lo sviluppo dei dissesti finanziari. Tale analisi ha portato alla formulazione di una matrice di confronto tra il fenomeno patologico ed i modelli di derivazione classica, keynesiana e neokeynesiana. Ciò sta a dimostrare la complessità del fenomeno che dà luogo ad una pluralità di visioni riconducibili sostanzialmente a due scuole di pensiero: quella classica e quella keynesiana e neokeynesiana. La prima spiega la crisi basandosi sul ciclo economico, individuando al suo interno le variabili scatenanti, mentre la seconda pur partendo dall’analisi congiunturale, spiega il fenomeno patologico come naturale conseguenza dell’attività speculativa dovuta alla fragilità del sistema finanziario. Alla luce di tali visioni differenti che hanno, come comune denominatore, il ciclo economico, occorre osservare che entrambe le teorie propongono modelli dove alcuni fattori di crisi sono rilevanti rispetto agli altri ed allo stesso tempo nessuno dei modelli esclude o fa una selezione delle determinanti più importanti della crisi finanziaria. Ciò è dovuto al fatto che essa si articola in fattori ed effetti differenti e di varia natura che non possono essere esclusi quali per esempio la fragilità del sistema finanziario, il fattore speculativo, la redditività degli investimenti. L’opera si chiude con un capitolo dedicato alle politiche fiscali, monetarie, e strutturali intese ad arginare la crisi e a dare un nuovo corso alla politica economica del Giappone. Tali soluzioni vennero realizzate attraverso un mix di strumenti di politica economica volti a produrre effetti sia sotto il profilo macroeconomico, che microeconomico. Infatti parte delle misure erano destinate a far fronte al problema della deflazione, allo stimolo della domanda interna e di conseguenza dei consumi, degli investimenti e della produzione. Le misure adottate inoltre furono atte ad influenzare il comportamento di determinati operatori economici ed in particolar modo le banche al fine di impedire ulteriori comportamenti speculativi che senz’altro avrebbero portato altri effetti negativi all’economia giapponese già in crisi. Se da un lato il governo nipponico cercò di contrastare l’attività speculativa delle banche, dall’altro attivò una serie di interventi atti a far fronte ai numerosi dissesti finanziari. Infatti furono impiegate ingenti risorse finanziarie per la patrimonializzazione delle aziende di credito in dissesto e fu istituito un istituto speciale di credito volto a saldare i debiti del sistema bancario, fu riformato il sistema di garanzia dei depositi e migliorata l’attività di vigilanza sul sistema finanziario. 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Í(cid:19)4(cid:26)(cid:27)¿(cid:14)ÀÁ(cid:30)ÎÏИѩ.[(cid:23)(cid:24)aÒ(cid:18)(cid:19) 40 Capitolo I Gli attori istituzionali della crisi degli anni novanta nel contesto del sistema finanziario giapponese La crisi finanziaria del Giappone degli anni novanta si innesta in un contesto economico finanziario in continua evoluzione, caratterizzato sia dalla riforma del sistema bancario e finanziario, atta a ridurre il grado di segmentazione dell’attività finanziaria e favorirne la liberalizzazione, sia dal cambiamento delle istituzioni quali per esempio la riorganizzazione del Ministero delle Finanze, la creazione del FSA, ossia della Financial Services Authority , nonché una nuova formulazione del rapporto tra l’Amministrazione Finanziaria e la Banca del Giappone orientata verso una maggiore autonomia da parte di quest’ultima. A fronte di tali cambiamenti, che hanno inciso non poco sulla dinamica della crisi, si è avvertita la necessità di iniziare il lavoro con un capitolo dedicato alla ricostruzione del quadro economico e finanziario del Giappone degli anni novanta, al fine di inquadrare il fenomeno patologico nel suo contesto di riferimento che servirà successivamente a facilitare e comprendere le dinamiche di ordine economico, istituzionale e finanziario che hanno caratterizzato la crisi. Infatti, in considerazione anche della sua durata, il fenomeno non è ascrivibile solo a fattori di natura economica che si esauriscono nel breve periodo, ma trova le sue cause in fattori strutturali, quali per esempio l’obsolescenza del sistema bancario e finanziario, rispetto alle dinamiche dei sistemi occidentali, inadatto a fronteggiare una crisi di natura speculativa, o istituzionali, alludendo al rapporto tra il Ministero delle 1

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3.3.2 Le crisi bancarie del sistema finanziario giapponese negli anni .. Con tale provvedimento la Banca del Giappone fu posta sotto la direzione del.
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