La coppia intrappolata Daniela Di Battista La coppia intrappolata Agganci nevrotici 123 Daniela Di Battista Psicologa, Psicoterapeuta plurispecializzata Roma e-mail: daniela.dibattista@ gmail.com ISBN 978-88-470-2606-3 ISBN 978-88-470-2607-0 (eBook) DOl 10.1007/978-88-470-2607-0 © Springer-Verlag Italia 2012 e e Quest' opera protetta dalla Iegge sul diritto d' autore e Ia sua riproduzione anche parziale arnmessa esclusivamente nei limiti della stessa. Tutti i diritti, in particolare i diritti di traduzione, ristampa, riutiliz zo di illustrazioni, recitazione, trasmissione radiotelevisiva, riproduzione su microfilm o altri supporti, inclusione in database o software, adattamento elettronico, o con altri mezzi oggi conosciuti o sviluppa ti in futuro,rimangono riservati. Sono esclusi brevi stralci utilizzati a fini didattici e materiale fomito ad uso esclusivo dell' acquirente dell' opera per utilizzazione su computer. 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Le informazioni contenute nellibro sono da ritenersi veritiere ed esatte al momento della pubblicazione; tuttavia, gli au tori, i curatori e 1' editore declinano ogni responsabilita legale per qualsiasi involontario errore od omissio ne. L' editore non puo quindi fomire alcuna garanzia circa i contenuti dell' opera. 9 8 7 6 5 4 3 2 I 2012 2013 2014 Layout copertina: Ikona S.r.l., Milano Impaginazione: Ikona S.r.l., Milano Starnpa: Fva S.r.l., Varese Springer-Verlag Italia S.r.l., Via Decembrio 28, I-20137 Milano Springer fa parte di Springer Science+ Business Media (www.springer.com) Ai miei genitori Giulia e Mario per tutto il loro amore incondizionato che da sempre ricevo. A mio marito Marcello che crede in me e mi sostiene sempre. Al Prof. Stefano Ruggieri per la massima disponibilità che in tutti questi anni di collaborazione mi ha sempre offerto, un ringraziamento particolare per il contributo prezioso alla completezza di questo testo. Prefazione In quest’ultimo ventennio l’interesse della psicologia per temi che riguardano la coppia è andato sempre più crescendo. È un argomento che ha sempre appassionato gli studio- si del settore e credo sia un filone che darà ancora tanti altri spunti di riflessione e di stu- dio approfondito. Chi opera in questo settore ha potuto notare una crescita rapida, a volte drammati- ca, di numerose e complesse crisi di coppia e una sempre maggiore richiesta di inter- venti specifici in situazioni di convivenze conflittuali o separazioni. Dai pionieri della terapia familiare e di coppia fino ai nostri attuali studiosi europei e italiani, tutti hanno dimostrato un grande impegno nell’affrontare le sempre più urgen- ti problematiche della vita in coppia. Una coppia in crisi è un segnale preponderante del disagio relazionale nel quale l’individuo si trova a vivere. Oggi sembra ampiamente superato almeno il limite sociale dettato dall’ipocrisia del mantenere il legame o vincolo matrimoniale a tutti i costi, soprattutto quando non ci so- no più elementi per un sodalizio autentico e di rispetto reciproco. Altro discorso è pur- troppo il limite economico, che spesso impedisce di affrontare una crisi che comunque porrebbe uno o entrambi gli individui di fronte a scenari di vero impoverimento finan- ziario. Esiste quindi una vasta ricerca scientifica che ha permesso di far luce sugli stili di relazione coniugale e quindi di sviscerare e mettere a fuoco le varie tappe di una cop- pia che si separa. Questa ricerca non si limita solo a prendere in considerazione tutti gli aspetti affettivi del legame, ma considera anche gli aspetti etici e culturali. Quindi, oggi un individuo giunge, in maniera più o meno dolorosa e faticosa, a una separazione quando l’intesa di coppia e tutti i presupposti al mantenimento della stessa vengono meno. Altro discorso è quando l’individuo, pur riconoscendo un malessere nel proprio ménage quotidiano, riesce a percepire una via di uscita e agogna una libertà da- ta dalla separazione, ma è talmente ingessato e intrappolato dalla propria coppia da non riuscire a muoversi e uscirne. In questo testo affronto una modalità particolare di essere in coppia, che nel corso del mio lavoro ultraventennale di psicoterapeuta e nella quotidiana vita sociale, ho ri- vii viii Prefazione scontrato essere paradossalmente molto più frequente di quanto si possa immaginare. A questa modalità di essere in coppia ho voluto dare il nome di “aggancio nevroti- co”, una dinamica di coppia che analizzo in questo volume deducendola dallo studio di individui che presentavano peculiari caratteristiche di personalità con un quadro sinto- matologico altrettanto peculiare. Un quadro sintomatologico che spesso veniva, e vie- ne tuttora, diagnosticato cogliendo solo un aspetto del malessere psicologico che l’in- dividuo lamenta, ma non liberandolo definitivamente da tutte le dinamiche psicologi- che e problematiche che lo bloccano e che lo conducono a un esaurimento della propria energia vitale. L’attenzione terapeutica è troppo spesso posta maggiormente nel risolvere tutta una sintomatologia legata alla depressione, che è il sintomo più manifesto e preponderante, mentre viene completamente trascurata la ristrutturazione cognitiva e comportamenta- le dell’individuo stesso. Viene cioè trascurato tutto il mondo delle convinzioni con le qua- li l’individuo è cresciuto e si è condizionato. Convinzioni che, una volta esaminate con la metodologia che intendo esporre, non corrispondono alla vera essenza ed espressio- ne dell’individuo, ma prestano terreno fertile per tanti pseudolimiti che contribuiscono in modo preponderante a ingessarlo e a privarlo di qualsiasi capacità di reazione. Nel corso di questo mio studio ho posto attenzione nel tracciare una griglia opera- tiva e nello sperimentare un protocollo di psicoterapia con una propria validità, senten- domi molto in empatia, a livello emotivo, con i ricercatori del cosiddetto “Gruppo di Pa- lo Alto”, i cui esponenti più famosi sono stati Watzlawick, Jacjson e Beavin. Dalla loro analisi e osservazione dei “difetti” della comunicazione interpersonale, questi studiosi sono riusciti a fornire dati molto importanti per la teoria e l’analisi della comunicazio- ne interpersonale, fornendo interventi mirati per raggiungere livelli di comunicazione adeguati ed efficaci che nascevano da disagi e malesseri. Sebbene l’utilizzo delle teorie della comunicazione sia stato per questi studiosi lo sfondo teorico per il lavoro terapeutico, cioè per l’intervento sulla comunicazione pa- tologica, le loro osservazioni hanno fornito dati molto importanti per la teoria e l’ana- lisi della comunicazione. Il loro principio base è fondamentale: la comunicazione è de- finita da coloro che comunicano, e di questi si deve tener conto assieme a tutto il loro bagaglio emotivo, culturale, sociale, ambientale, situazionale, senza trascurarne gli ef- fetti che esso ha sui partecipanti e sul loro comportamento durante l’interazione, la “mes- sa in comune”. L’atto della comunicazione è quindi fondamentalmente un fenomeno com- plesso che comprende, rende strutturali e definisce analiticamente tutti gli elementi co- involti, e come tale deve essere preso in considerazione e idoneamente studiato. Traslando i fondamenti base del loro studio sulla comunicazione alla mia ricerca ed elaborando una griglia di psicoterapia, sono riuscita, analizzando le personalità coinvol- te e accomunate dalla stessa dinamica, cioè dalla stessa modalità di essere in coppia, a risalire a particolari strutture di personalità. Queste, in modo quasi magnetico, si aggan- ciano e restano imprigionate a discapito dell’amore originario, così gli individui resta- no intrappolati in una relazione malata di coppia, che diviene molto pericolosa soprat- tutto per uno dei due partner. Nel testo è spiegato come si attiva questo magnetismo e come viene alimentata que- sta modalità di vita di coppia, la quale deriva dall’unione di due individui con partico- lari strutture di personalità. Si tratta quindi del risultato di un vero “processo”. Prefazione ix Solo considerando gli individui con tutto il loro bagaglio emotivo, culturale e socia- le e studiando l’ambiente e le condizioni in cui l’aggancio nevrotico si attua, si riesco- no a comprendere gli effetti che questo ha sui componenti e sul loro comportamento. L’aggancio nevrotico diventa una dinamica complessa che comprende, struttura e definisce tutti gli elementi coinvolti. Solo lo studio, l’analisi e la correzione delle varie distorsioni porta alla risoluzione del problema, allo “slegamento” dell’aggancio nevro- tico stesso e quindi alla “liberazione” dell’individuo più sofferente e più danneggiato emo- tivamente. Usando il metodo deduttivo dei pionieri del “Gruppo di Palo Alto” ho potuto trac- ciare un quadro completo del vasto panorama che si cela dietro questa dinamica di cop- pia, delineando una griglia di lavoro che permette all’individuo intrappolato di render- si consapevole e quindi di liberarsi da una vera e propria morte psichica che è percepi- ta e vissuta giorno dopo giorno. “Aggancio nevrotico” è un termine che ho coniato per caratterizzare questa partico- lare e molto diffusa modalità di essere in coppia. Ogni individuo sente il bisogno di ap- partenere a una coppia, di essere legato a un’altra persona, di avvertire un’unione con il partner, e questo bisogno è esplicitato con il termine “aggancio”. Utilizzo il termine “nevrotico” per definire la modalità di questo legame, un sentimento che gli individui sperimentano e sentono rafforzato quasi da un’attrazione fatale. Data la mia impostazione di psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, leggo la ne- vrosi come un disturbo del comportamento che risiede potenzialmente in tutti noi, e che si verifica tutte le volte che abbiamo una lettura distorta della realtà. La nevrosi è data da un pensiero che non corrisponde alla realtà. Quando questa lettura erronea del reale ci è propinata in maniera diretta e manifesta, o anche subdola e mascherata, dal nostro partner che, come una sorta di mantra, non fa altro che ripeterci che siamo inadeguati, inetti, incapaci, può accadere un fenomeno di auto-convincimento indotto da questo mar- tellamento continuo. Abbandoniamo il nostro modo di leggere la realtà e ci aggrappia- mo a quanto esposto dal partner, la nostra mente si aggancia nevroticamente a quello schema di realtà che non è il nostro e quindi ci intrappola. In tal modo pensiamo erro- neamente di non essere capaci né idonei a fare qualcosa, e invece lo siamo ma non ce ne rendiamo più conto. Il partner ci ha schiacciati psicologicamente e ci ha agganciati a una visione della realtà che è la sua e non la nostra. L’aggancio nevrotico è una trap- pola psicologica in cui banalmente cadiamo. Questo volume è rivolto a tutti coloro che in diversi settori e a diversi livelli opera- no con le coppie, e quindi a psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, neurologi, sessuologi, assistenti sociali, educatori, sociologi, consulenti matrimoniali, avvocati, giudici di fa- miglia, solo per citarne alcuni. Ma, allo stesso tempo, è utile per chi, riscontrando feno- meni di simile esperienza, ne può trarre un aiuto valido per una maggiore conoscenza e consapevolezza di se stesso. Non si tratta quindi specificamente di un libro di auto-aiuto, poiché nulla può so- stituire una relazione umana quale la psicoterapia. Per far sì che ci sia un cambiamen- to è necessaria una sintesi di esperienza e comprensione, e quest’ultima da sola può essere utile ma non può trasformare, mentre la sola esperienza può essere ugualmen- te limitante. Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra questi due poli, allenandosi a co- gliere quelle situazioni in cui è necessaria una catarsi per liberare energia repressa o bloc- x Prefazione cata e permettere all’individuo di assimilare con tutto se stesso una verità difficile da ac- cettare. Descrivendo le varie modalità di intervento clinico, questo volume può costituire un ausilio a strumenti di specifica psicoterapia, e una lettura utile di conoscenza e consa- pevolezza per tutti coloro che sono affascinati o che hanno voglia di addentrarsi nel de- licato universo delle relazioni umane. Daniela Di Battista Indice 1 Individui e strutture di personalità in una particolaremodalità di essere in coppia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1.1 Individuo e personalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1.2 Storie di vita ordinaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 1.3 Le strutture di personalità coinvolte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 1.3.1 Orientamento di personalità dipendente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 1.3.2 Orientamento di personalità ossessivo-compulsivo . . . . . . . . . . . . . . . . 15 1.3.3 Orientamento di personalità autofrustrante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 1.3.4 Orientamento di personalità paranoide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 1.3.5 Orientamento di personalità narcisistico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 2 Anatomia dell’aggancio nevrotico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 2.1 Descrizione dettagliata di tre casi emblematici. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 2.2 Dall’analisi degli individui alla struttura dell’aggancio nevrotico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 2.3 Capire l’aggancio nevrotico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 3 Le emozioni coinvolte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 3.1 La rabbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64 3.2 Il senso di colpa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68 3.3 L’autosvalutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70 3.4 La paura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71 3.5 La frustrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75 3.6 Il senso di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77 3.7 La depressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79 xi xii Indice 4 Come uscire da un aggancio nevrotico: riconoscere e risolvere il problema dal punto di vista dell’individuo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 4.1 Razionalità e vulnerabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 4.2 La via della guarigione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90 4.3 La luce oltre il tunnel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98 5 Come uscire da un aggancio nevrotico: lo schema terapeutico . . . . . . . . . 101 5.1 La terapia cognitivo-comportamentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101 5.2 La psicoterapia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 5.2.1 Collaborazione autentica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103 5.2.2 Sintonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104 5.2.3 Intesa collaborativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104 5.3 Le emozioni e le cognizioni: primo ostacolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104 5.4 Protocollo di lavoro per liberare il succube dall’aggancio nevrotico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 5.4.1 Protocollo di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106 5.4.2 Raccolta anamnesi e colloquio clinico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 5.4.3 Disturbi psicosomatici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107 5.4.4 Lavorare sui meccanismi di difesa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 5.4.5 Lavorare sulle emozioni e sull’orientamento di personalità . . . . . . . . . 108 6 La farmacologia: quando e come intervenire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117 A cura di Stefano Ruggieri 6.1 Perché devono unirsi due discipline per avere risultati positivi nella terapia di alcune malattie della mente? . . . . . . . . . . . . . . 118 6.2 Il comportamento acquisito non genetico e genetico . . . . . . . . . . . . . . 118 6.3 Come agire razionalmente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 120 Appendice - Un test che può aiutarci a riflettere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127 Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129