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La Contessa Sanguinaria: Una Storia d'amore e di dolore (Classici del Brivido e dell'Orrore) (Italian Edition) PDF

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Riedizione di Eloise e La Contessa Sanguinaria. Il libro si compone di due parti, una introduttiva ove si illustra la vita di Erzsébet Bathory, una filmografia vampirica e i film sulla contessa sanguinaria. La seconda parte del libro contiene, suddiviso su quattro capitoli, il racconto lungo Eloise e la Contessa Sanguinaria che narra dello sventurato amore di Eloise per la bella Erzsébet. È un libero adattamento del racconto La Speranza (La torture par l’espérance) di Villiers de l’Isle-Adam, uno scrittore romantico alla maniera retorica dei francesi. Il racconto risente poi degli scritti di H.P.Lovecraft e di Alphonse Momas. Questo l’Incipit Poco prima che Erzsébet l’avesse mandata a chiamare, aveva pensato che Dio misericordioso, se esisteva, la doveva proteggere in quelle ore in cui né la forza della volontà, né l’oblio delle droghe, la potevano tenere lontana dall'abisso della perdizione. Aveva sempre saputo che la morte è generosa perché da essa non c'è ritorno, ma chi come lei, emergeva, esangue e carica di memorie, dalle cavità della notte, dai meandri dei sotterranei gementi di dolore, non avrebbe avuto più pace. Che stupida era stata a voler conoscere con tanta incoscienza il piacere del dolore altrui e l’esplorazione di misteri che la mente umana non avrebbe mai dovuto percepire! Che sciocca, che follia era stata seguire la sua amante in quei terrori che ora sarebbero stati suoi. Un brano tratto dal secondo capitolo. “La nube che le velava gli occhi e le faceva vedere ogni cosa come attraverso una nebbia, si dissipò d'incanto. La memoria le tornò, lucida, inesorabile, disperata, con la visione netta della situazione immediata, con l'angoscia del vuoto immenso che si era aperto nel suo cuore. Doveva implorare, doveva solo implorare, perché non aveva più nulla da perdere, perché tutto era perduto.” Un brano tratto dal terzo capitolo. “A destra ed a sinistra del cavalletto di fustigazione, si raggruppavano una decina di contadine, tutte giovani, snelle e belle, completamente nude. Tra di esse sarebbe stata scelta colei che avrebbe dovuto somministrare la fustigazione. E si poteva essere sicuri che sarebbe stata spietata, perché se i colpi non fossero stati assestati con forza e con perizia, ella stessa avrebbe subito la medesima punizione. Il silenzio regnava nella sala. Su uno schiocco di mani di Erzsébet, una porta si aprì e nella sala entrò, tremante, i polsi legati, i piedi nei sandali, Eloise, completamente nuda, con le anche arrotondate, le gambe slanciate, il seno piccolo e aguzzo, ed un vello color miele, dello stesso colore dei suoi capelli.” Un brano tratto dal quarto capitolo. “Ma, tra le molte sofferenze di quei giorni la più dolorosa era l'obbligo al silenzio. Più urlava, più veniva suppliziata, per cui aveva imparato a reprimere le grida. Ciò che aveva visto e imparato in quelle empie ore non poteva essere detto a parole, perché al suo linguaggio mancavano termini e concetti di riferimento. La scoperta del dolore e della sua sopportazione si basava su sensazioni indipendenti da quelle che il sistema nervoso umano era in grado di ricevere normalmente: sensazioni che giocavano su aspetti paradossali del tempo e dello spazio, che trovavano la loro ragione d’essere nella follia e che, in fondo, non possedevano un'esistenza autonoma e definita. “

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