Sicari in crisi mistica e teologi con la lupara in mano, ecclesiastici infedeli e assassini devoti, padrini che citano il vangelo prima di far uccidere e sacerdoti come padre Puglisi, che muoiono su ordine di Cosa nostra, per non aver tradito quello stesso vangelo. Questo libro racconta la storia del "tenebroso sodalizio" dei mafiosi con preti e religiosi. Un'inchiesta sulla mafia 'sub specie ecclesiae': attraverso i palazzi arcivescovili e le chiese di campagna, tra una festa popolare e la processione di un santo patrono, lungo le chiese della desolata periferia di Palermo e le navate dello splendido duomo normanno di Monreale. Cosa nostra è una confraternita criminale con le sue tradizioni e i suoi segreti. Per il mafioso, battesimi, cresime, matrimoni e ogni altro genere di sacramenti non fanno parte di un cammino di fede ma entrano in un sistema di alleanze e di giochi di potere interni alla consorteria, Le vie delle sagrestie, allora, si intrecciano con quelle dell'eroina e la religione diventa uno strumento funzionale alla morte e al predominio criminale. Il giudice Giovanni Falcone diceva che «entrare a far parte della mafia equivale a convertirsi ad una religione», e per questo introdursi nelle sagrestie di Cosa nostra equivale a conoscere i dogmi e i riti di questa setta violenta e spietata. Per conoscere la mafia dall'interno. E per affrettarne la sconfitta.