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La Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: Matteo 1-13 PDF

478 Pages·2004·104.556 MB·Italian
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Preview La Bibbia commentata dai Padri. Nuovo Testamento: Matteo 1-13

I:\ J)llH~I.\ CU~l\11\:1.\1.\ l)_\I 11 \l)J-~I La Bihbi;t, il Libro pn t:n.:dlenza: dncumL·nto stori co. culturale e religioso. 111;1 ;111che L' sopr;l!tutto tl'sto rivl'bto '' cui si riferiscono k- \'<tric nmfL·ssioni L' co munitù cristiallL'. nessun';tltra oper;t nelLt stori•t lk·l l'uomo i..: st;1U altretunto k·tt;t. ;111;1]izzat;1. am.1L1 L' in tL'rprL't•ll•t. ( ;j;I 11L'i primi Secoli ddJa nisti;rnitil J'L'SL' gt:si hihlic1 era alb b;1se ddLt predic1zionl'. dl'll.i c;1 lL'chesi. dL'll'd.1hor.1zionL· dnnrinall', lk-11\·tict. delk· istituzioni eccll'si;tli L' ddLt litmgi<t. con 1111;1 spicc1L1 caratterizzazinrlL' in sens(l p;trL'llL'tico L'd L'dt1c;1ti\·1i: L' pc..:r quc..·sLt r•tgione chl' il s!l!o ;tppnicrio scic..·11t il IL., 1 non pt11i considn.1rsi sufficiellll' per L1 p1c..·11,1 com prL'11sione ntltur•tk dell'esq..:L·si hihlic;t patristlL.l ( ).~gi Lile esigellZ•l culturale. insiL·mc..· <I 1111 c..·011nL·t11 bisogno ;l\'\·c..·rtlto 11dL1!ti\·iti1 di predic111n1w. h.1 ... 11· sL"iLttll. P•lrtl'nd1i c..Lt!L1111hic..·11tl' protc..·st;1111c..· alllL'l"ll".1 no. l'ille•l di non limitarsi a riL"erclw c..· nimmL·n11 hi hliL"i e.li ctr•llll'l"L' scientifico. 111•1 di utili11are L1 gr;111dc..· ,·;1riL'1;1 di i11tcrprct;1zio11i acc11m11Lttl" lll'i primi ..,ecl1li dcli.i storia dl'l nisti.111csinw: i..· nata cosi. •t u1r;1 lk-l l'lnstitu! ol < l1ssicd Chrisrian Studies (I<:< :Sl ddl.1 DrL'\\' l lniwrsit> L\ladison. :'\e\\' .krsL·yl. so!!ll Lt lll rl'lionL· di Thlllll<IS ( :. ( >den. Li snie della :llltl<'J/I ( .'/1n1!1i111 ( .'r1111111c11/111T u11 .\(np!11rc. chL· qui si propo 11e 11c..· ll \·di / i1 itll' i I ,il i• 111 <t. op po rt li tLlllll'll t c..· ri ,.is ita u. ;tmpli;1L1 .1d;llt•ll•I. dirc..·tr.1 d,1 r\ngelo Di Bn.1rdino. L' D.1 C:leme1Hc..· l\.Pm;tnn I fine..· I scnilo l '' CiCl\·;11111i Da m ;tsCL·nn c..· ;1 lk·d.1 iI \'L·nnahile ( \' 111 sn·olo l. i n 1] u mi dl·ILi u ilb11;1. cllL' si 1iccup;1no di llllll o pi ii lihri hihlici lk·ll'Anticll ll dd Nurn·o TesL1111c..·J1lo. si prl1 po11g11110 Lt «ri,·i1.di1z;1zill11e dell'insegnanwn!ll rri sti~tn1i IPnd;ttli sull\·sL'gl.'si cLtssic1 nisti~111;1, 1111 pii1 intL·nsn st11di(l da p;1rtc..· dl'i bici ... L' di essl'l'L' disti ml1ll1 pn .di studiosi nc..·IL1mhi10 sll1rico. hihlin1. rc..·nlngico c..· P•IStnr;dl.' ... R;1ccogliendll c..· traducl'n ». d(l dalle..· lingue..· greci c..· LHin;t. ma ;111clw CllJ1LI. s1ri~1- c1. ;ll'lllL'tLI. Li ricdwzz;i semi11;1L1 nL'i scn ili in Llllll' liperL' SJ1L'SS(l tl(lll lacilmL'lHL' ;ICL'l'SSihil1. i lihri hihlici \'L"llglllll i lllllllL'IH;l!i SeClllldll J';11l!ic1 ll'Cllll'<I L'òl!L' U ll<ll'i;l. n1lk',~•llldo ILI loro i testi lJc...i p,,llri lk·IL1 ( :hiL· S;I ClllTL'lbtldPli di imwduzil111i. S\lllllll;ll'I L' l' llllll' L'SpJic..';\11\'l'. ( :ur;11i d,1 u11 intern.1zil1n•1k l'll L'L'Lllllc..·11ica lii 'c·1;111pc· Sl)L·ci.disti in p;11m]l1gÌ•l. i \'lilumi si pnipl111go1lll di l1!lrirc..· ;tgli s111di\lsi e a qu;mti desidl'1';1111i nutrirsi lkl Li Bihhi.1 ,dLt scuola Lk·i gr.111di P.1dri lki primi sc..·L"1 ili 1111 conLHt1i dirc..·tt(l Cllll k flltHi. nd quadro lii 1111 gc..· nui11l1 rc..·n1pc..'l'P delle t r;1dizinni ni:-.t i<lllL'. LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI Nuovo Testamento 1/1 MATTEO 1-13 a cura di Manlio Simonetti Introduzione generale di Angelo Di Berardino Città Nuova © Ancient Christian Commentary on Scri'pture, New Testament Ia, Matthew 1-13, edited by Andrew Louth, ICCS, Inter Varsity Press, Illinois 2001 Traduzione dal greco di Elisabetta Spagnolo Traduzione dal latino dii Massimiliano Cignitti Traduzione dall'inglese di Gianluca Pilara In sovraccoperttna: Veduta dell'abside. Ravenna, Chiesa di San Vitale. Archivio Scala, Firenze. Grafica di Rossana Quarta © 2004, Città Nuova Editrice Via degli Scipioni, 265 - 00192 Roma te!. 06-3216212 - e-mail: [email protected] Con approvazione ecclesiastica ISBN 88-311-9373-2 Finito cli stampare nel mese cli gennaio 2004 dalla tipografia Città Nuova della P.A.M.O.M. Via S. Romano in Garfagnana, 23 00148 Roma -te!. 066530467 e-mail: [email protected] INTRODUZIONE GENERALE La religione cristiana, in tutte le sue mani/estazion~ ha bisogno del Lzhro per ec cellenza, la Bibbia Quello che vi è scrittò è la parte fondante del cristz'anesimo. Essa I. è il referente costante nella storia delle comunità cristiane, in particolare nei primi se coli del loro svz'luppo, ma anche dei fedeli di ogni tempo, che voglz'ono fare esperienza di fede nel Dio di Abramo e nel suo Figlio Gesù Cristo. Essa viene letta sia z·n privato sia nelle comunità orantz; nelle quali è per di più proclamata solennemente. La Bibbia inoltre esiste anche come documento interpretato e utilz'zzato nei seco lz'. Ogni lettura di tale testo, scritto ma dinamico, significa continua interpretazione e confronto con il presente vissuto dai lettori e dai credenti. La Bibbia può peràò esse re letta come documento storico, culturale e religi·oso, ma anche come un testo fon dante di tutta la cristzanz'tà che con essa si deve continuamente confrontare. Generazioni di cristiani - e di ebrei per l'A!!tico Testamento - pregano, piangono e gioiscono da sempre leggendola: nelle grandi cattedrali; nella solitudz'ne dz· una cella monastica, nel deserto assolato dell'Egz'tto, nell'intimità di una famzglza o in comu nità: a volte anche inconsciamente à accostiamo alla Bibbia alla luce di una lunga sto ria scritta e vissuta prima di noi. Ma la riscoperta del Libro suscita anche l'interesse alla storia dell'.interpretazione che nel tempo e nello spazio si è data di esso. I..: esegesi biblz'ca, nei primi secoli cristianz; era la base della predicazione, della ca teches~ della elaborazione dottrinale, dell' etz'ca, delle istituzioni ecclesiali e della li turgia, persino delle controversie. Per questo i testi biblici, sia dell'Antico sia del Nuo vo Testamento, si rivelano indispensabili per la comprensione stessa della storia del cristzanesimo. Anche l'arte cristiana antica era una rappresentazz'one di episodi biblici a fini didattici: le pitture delle catacombe, ad esempio, comunicavano un messaggio bi blico. Origene, quando commenta un testo biblico, si pone soprattutto questa doman da: «Che interesse ha per me questa storia?» (Omelia su Geremia 1, 2). Lo studio dei' Commenti patristici condotti sulla Scrittura per molto tempo è sta io trascurato perché l'esegesi appariva troppo intessuta di interpretazioni allegoriche talvolta fantasiose, e perché considerata senza valore per lo studio e la sua compren sione della Scrittura stessa - oggi che possediamo altri strumenti per una sua maggio re intelligenza contestuale- . La storia del!' esegesi trovava solo un interesse esclusiva- l «Bibbia» è una parola di origine greca usata [per designare l'insieme dei libri contenuti nella Sa cra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento). Nell'antichità, fino alla fissazione del canone e anche do po, il termine veniva adoperato per indicare semplicemente l'Antico Testamento nella sua triplice di visione: Legge, Profeti e altri scritti. 6 Introduzione generale mente storico: come una sorta di archeologia interpretativa senza alcun risvolto sia per il presente, per la vita delle comunz"tà cristiane, sia per lo studio biblico. In realtà, anche se in qualsiasi scuola esegetica antica c'era un'attenzione alla in terpretazione storica e filologica per la comprensione piena del senso biblico - l'alle goria oscillava secondo i tempi e i luoghi predominando in ambiente alessandrino -, la maggior parte dei testi conservati fino ai nostri giorni è frutto della predicazione che mirava alla edzfi'cazione e alla formazione cristiana del popolo cristiano, e non di un'o pera di studio o di ricerca. Dall'esperienza quotidiana si evince che, ancor'ogg~ ogni predicatore, nel!'a mbz'to di una celebrazione lz'turgica, tende a una esegesi allegorica adatta al pubblico presente e alle circostanze di vita degli uditor~ forma comune del l'antica eseges~ che è in misura ridotta anche dell'esegesi pastorale odierna. Oggi un'esigenza culturale, insieme ad un concreto bisogno sentito nell'attività di predicazione, ha suscitato l'idea, in ambiente protestante americano, di non limz'tarsi a ricerche e commenti biblici di carattere scientifico, ma di utilz'zzare la grande ric chezza di interpretazione accumulata nei primi secoli della storia del cristianesimo, zl periodo detto dei Padri della Chiesa: da Clemente Romano (fine del sec. I) fino a Gz'o vannz· Damasceno (morto nel 749ca in Palestina) e Beda il Venerabile (morto nel 735 in Inghilterrr;z). Sono glz' ideatori della Ancient Christian Commentary on Scripture - edita negli USA presso la InterVarsity Press, la cui pubblz'cazione in più volumi è an cora in corso -, ad affermare che il progetto «ha come scopo la rivitalizzazione dell'in segnamento cristz'ano fondato sulla esegesi classica cristiana, un più intenso studio del la Scrittura da parte dei laici, che desiderano pensare insieme con la primz'tiva chiesa sul testo canonico, ed essere di stimolo per gli studiosi cristiani nell'a mbz'to storico, bi blico, teologico e pastorale, ad approfondire la ricerca dell'interpretazione scritturisti ca degli antichi scrittori cristiani ... La parola predicata nel nostro tempo è restata lar gamente beneficiaria della precedente influente ispirazione patristica» ma senza sa 2, pere la provenienza del suo repertorio interpretativo. Si è costatato.lo strano fenome no che il predicatore (specialmente protestante) utilz'zza tutta una strumentazione espositiva che viene da molto lontano senza la coscienza riflessa della sua origine. Non è più profittevole allora attingere direttamente alle fonti prz'marie? Non ne ricevereb bero un vantaggio lo studio, la meditazione e la predicazione? Il pubblico al quale ci si è rivolti è prz'mieramente quello non specialistico, ma che tuttavia è desideroso di nutrirsi della Bibbia sotto la guida delle grandi menti del pri mo cristz'anesz'mo. Non si trascurano comunque i lettori qualzfi'cati ed esigenti che so lo da epoca recente cominciano a disporre di alcuni strumenti adeguati. L:Italia in tal senso è più fortunata, rz'spetto al pubblico americano, sia per una dz'versa tradizione culturale e sia per l'incremento. dell'interesse e delle pubblicazioni, tra le quali si di stingue il ricchissimo catalogo di Testi Patristici di Città Nuova che ci mette alla scuo la 'dei Padri. Ora Città Nuova aggiunge al suo catalogo la collana La Bibbia commentata dai edizione italiana dei volumi americani·. Essa raccoglie la ricchezza seminata in Padr~ 2 Introduzione all'edizione americana, p. XI. Introduzione generale 7 tante opere, spesso non facilmente accessibil~ sia i·n lingua greca che latina, come nelle altre lingue cristiane: il copto, il siriaco e l'armeno. Ogni singolo libro biblico viene commentato seguendo l'antica tecnica catenaria che fa scorrere, concatenati fra loro, i· brani che i Padri scrissero o pronunciarono su quel determinato passo. I commenti pa tristtà sono affiancati da altre come le poesie di Efrem e di Prudenzio. I:o pera fon~ che qui si presenta è corredata da introduzioni; sommari e note, che guidano per i per cors~ talvolta tortuos~ delle interpretazioni. Tuttavia il lettore moderno rimane libero di intrattenere un contatto diretto con il testo e con l'esegeta antico. Inoltre non tutti i libri biblici hanno un commento continuo; in tal caso si è ritenuto necessario ricorrere ad un più ampio uso di opere di· diversa provenienza. Le note, non hanno abbondant~ lo scopo di contestualizzare quei brani che necessitano di una chiarificazione. Anche se l'interpretazione proposta da un autore cristiano dei primi secoli oggi può o non essere più accettata o ritenuta errata, il brano viene riportato perché si· "ascolti" la sua voce, perché se ne colga là mentalità e il suo tentativo t"nterpretativo. I sovente, venivano pronunciati·d i fronte ad una assemblea riunita in pre comment~ ghiera e desiderosa di ricevere la parola di istruzione, di incoraggiamento e di conso· lazione del!' omileta. Essa veniva ripresa da qualche stenografo, che registrava il ser mone dalla viva voce del predi·catore; a noi zl sermone è giunto talvolta rivisto dal· l'autore, talaltra così come era stato predicato e senza alcuna revisione. Lo stenografo, che usava un sistema di scrittura veloce, si ùmitava in un secondo momento a trascri vere delle note personali. Origene, secondo Eusebio, solo in età avanzata permise ai tachigrafi di trascrivere le sue omelie (Historia Eccl. VI, 36, 1). Il vescovo rimaneva di fatto il tractator divinorum eloquiorum (Contra duas epi. Pelag. W, 8, 24), etòè l'interprete qualificato nella spiegazione della Scrittura 4.l popolo cristiano. Nelle assemblee liturgiche normalmente esisteva un ciclo continuo di letture di un testo, a scelta del presidente, e che il predicatore commentava; non è facile rico· struire questo ciclo, è parzialmente possibile solo per i grandi predicatori. Nel periodo post-pasquale normalmente si leggevano gli Atti degli Apostoli. Un'opera biblica ve· niva letta a brani in occasioni successive e il predicatore allora svolgeva un commento continuo. Naturalmente ogni predicatore aveva delle preferenze per opere bibliche da commentare per i fedeli. Nelle grandi feste il tema er.a d'obbligo. La gran parte dei commenti biblt"ci non sono nati come opere scolastiche o di stu· di·o - come avviene normalmente oggi -, ma come omelie realmente predicate a cre denti che interagivano con il predt·catore con l'applauso, con il chiacchiericcio, con la contestazione. I:o melt"a risente del dialogo diretto o indire..tto con il pubblico. Nella predicazione solitamente gli" oratori citavano i passi biblici a memoria, op pure utilizzavano delle antologie tematiche. Non di rado il predicatore t"mprovvisava il suo discorso di commento al brano biblico letto. Origene, in un sermone pronunciato a Gerusalemme alla presenza del vescovo Alessandro, chiede a lui quale passo deve commentare della lunghissima lettura proclamata dal lettore (l'omelz"a sul Prz·mo libro dei Re): si scelse di commentare solo 1 Re, 25-28. Talvolta il lettore, per errore, proclamava un brano diverso da quello previsto. Ago stino accenna a questo inconveniente e confessa che, pur avendo preparato un altro ar· gomento, propone all'assemblea una diversa riflessione. Il predt·catore è cosciente che la sua spiegazione è frutto della illuminazione divina e l'ascoltatore può comprenderla so· 8 Introduzione generale lo se anch'egli riceve una illuminazione: è il pensiero di Origene (Omelie su Geremia 19, 11; Omelia su Genesi 12, 5) e di Agostino (Dottrina cristiana N, 16, 32). Altrove Agostino dice: «Felice l'anima che si purifica con la·limpidezza della ve rità [. . .]. Colui che, invece, si compiace della legge di Dio e ne riceve tanto diletto da trovarsi al di sopra di tutti" i godimenti della dissolutezza, non attribuisca a sè tal~ n· creante espen·enza: Il Signore elargirà il suo bene (Salmo 84, 15). Quale chi"ederò? Si gnore, dammi quel bene, oppure quell'altro? Tu sei buono, o Signore, e nella tua bontà insegnami la tua giustizia (Salmo 118, 68). Nella tua bontà insegnami e istrui scimi. Allora apprendo ad operare, quando nella tua bontà tu mi istruisci» (Sermone 153, 8, 10). Pur non dando troppa importanza alta retorica, i Padri ne utilizzavano i canoni per costrut're i discorsi e per convincere insegnando. Scrive Agostino: «Per l' esposizio ne delle Scritture ci sono delle norme che, a quanto mi sembra, possono essere pre sentate validamente a chi si dedica al loro studio. Con esse lo studioso potrà ricavare profitto non solo dalla lettura di quel che scopersero altri nei passi oscuri delle sacre Lettere, ma egli stesso potrà diventarne interprete per altri ancora. Mi sono pertanto deciso a comporre questa trattazione per coloro che vogliono e sono i·n grado d' ap prendere tali norme, e mi auguro che Dio, nostro Signore, non mi neghi nello scrive re i doni che è solito elargirmi allorchè penso a tale argomento» (Dottrina cristiana, pro/. 1). Le norme retoriche che si insegnavano a scuola dovevano servire come guida, ma i·t predicatore cristiano doveva fare molta attenzi"one al pubblico e alla sua capacità di ricezione e di comprensione. Agostino dice: «Lo ripeto con parole un po' pz·ù chiare per quei nostri fratelli che hanno più difficoltà a capire. Coloro invece che hanno già capito sopportino la lentezza degli altri e imitino il Signore il quale, pur possedendo la natura divina ... annientò se stesso ... facendosi obbediente fino alla morte (Fil 2, 6-8)» (Sermone 264, 4). LA correttezza lingut"stica è importante, ma la comprensione dell'uditorio era la preoccupazione maggiore del predicatore: «Così dunque non rideranno se per caso ab biano sentito qualche responsabile e ministro della Chiesa invocare Dio, usando bar bart"smi e solecismi, o non comprendere il significato delle parole stesse che pronunzia e separarle in modo scorretto. Non che questi errori non debbano essere corretti (si' che il popolo possa dire amen a ciò che comprende pienamente); nondi·meno, devono es sere tollerati in spirito di carità[. . .]. Per i più lenti occorre invece condurre la spiega zione in modo pi·ù articolato e con un maggior nùmero di similitudini; sì che tengano cto nel dovuto conto a cui assistono» (L'istruzione dei semplici 9, 13). /;uditore va ac cettato così com'è, ma va istruito nella parola della salvezza e per questo i grandi Pa dri non hanno esitato ad usare il sermo humilis per essere capiti, ad adoperare le lin gue locali" o i dù1lettz". Quando era possibile e necessario anche dei traduttori. A Geru salemme t"l vescovo parlava in greco, ma qualche persona competente traduceva in la tino o in altre lingue. Ho n·volto l'attenzione su questt· aspetti, perchè spesso si dimentica che la grande produzione esegett"ca è di carattere omilett"co. La lingua della predicazione, il tono del la pronuncia del discorso, redtato difronte all'assemblea, influisce anche sull'esegesi. I:o ralità era ben curata. Il sermone non veniva solo pronundato come facdamo noi; ma in qualche modo musicalizzato. Introduzione generale 9 I testi selezionati in questi volumi hanno tale provenienza. I Padri hanno commentato la Bibbia non sui testi originali, ma su traduzioni. La Bibbia cristiana per eccellenza era la traduzione greca dei Settanta quella usata dai 3, Padri greci. Le prime traduzioni in latino erano fatte oralmente, come avveniva anche nel IV e nel V secolo per alcune lingue o dialettt: e come sempre è avvenuto nella sto ria della missione cristiana. Tali traduzioni nei primi tempi erano improvvisate all'in terno della celebrazione liturgica, dopo aver ascoltato il testo letto, per esempio, in gre co. Anche quelle scritte venivano eseguite dal testo greco dei Settanta (non dal/' ebrai co) e dal testo greco del Nuovo Testamento. Altrettanto avvenne inizialmente ai tempi più antichi per i parlanti' latino. Ben presto i latini traducono opere intere, che costituiscono la base di tutti i rimaneggia menti successivi. Essi sorgono perché si· è difronte ad un testo letto e riletto, per cui· i nuovi lettori non erano contenti della traduzione e volevano introdurre dei migliora menti. Così sorse quella complessa traduzione denominata Vetus latina e dalla fine del IV secolo si diffonde la traduzione di Girolamo, detta Vulgata dal XVI secolo. Per que sto Agostino può dire: «Si possono contare i traduttori della Scrittura dalt' ebraico al greco, ma in nessun modo i traduttori latini» (Dottrina cristiana 2, 11). Lo stesso fe nomeno si ripeteva dove si parlavano altre lingue: pri·ma abbiamo delle traduzioni ora li e poi scri·tte. Inoltre, dette revisioni o edizioni· cristiane si può ricordare la monu mentale opera di Origene, gli Hexapla, che riportavano su sei colonne: il testo ebrai co, la sua traslt'tterazione in caratteri greci: e quattro differenti traduzioni. Inoltre la fu Bibbia tradotta anche nelle lingue antiche orientali (siriaca, copta, armena, geor giana, etiopica, araba): traduzioni normalmente fatte dal greco dei Settanta e talvolta dall'ebraico. Tra le traduzioni siriache la più importante è detta Peshitta, eseguita in tempi diversi e pari.talmente dall'ebraico. La traduzione go#ca nel IV secolo fu fatta da Ulfila, l'evangelizzatore dei goti. Un commento, o meglio un sermone, fatto su una traduzione, che a sua volta è una interpretazione, è naturale che differisca da uno elaborato sul testo originale. Le parole e le loro etimologie hanno sfumature diverse, che influiscono sulla elaborazio ne della riflessione. I commenti cristiani, in qualunque lingua siano stati/atti e tramandati, sifonda no sulle traduzioni nelle nspetttve lingue. Lo studio dell'esegesi patristica e delle ope re dei Padri deve tenere conto anche di questa complessa storia delle traduzioni. Tal volta si trovano divergenze di lingua e di metodo i·n uno stesso libro biblico sia perchè opera di vari traduttori, sia perchè emendato o completato con altre traduzioni. Il li bro di Giobbe, per esempio, il cui testo al tempo di Origene era più breve, è stato da lui completato con la versione di Teodozione. Cosa avvenne quando questo libro ven ne trafl,otto in altre lingue? 3 Con il termine «Settanta>> (Septuaginta) s'intende la traduzione dei LXX, riferendoci alla tota lità dell'Antico Testamento in lingua greca. Tale traduzione greca, primo grande tentativo di esprime re in un altro linguaggio il pensiero religioso ebraico per un'altra cultura, fu fatto in un arco di tempo alq~to esteso. Tuttavia, da parte ebraica, vengono fatte revisionj o "edizioni" della traduzione dei Settanta, come quelle di Teodozione, di Aquila (fme I secolo) e di Simmaco (fine II secolo). 10 Introduzione generale Gli Antichi Commenti Patristici alla Scrittura hanno avuto immediatamente un grande successo negli Stati Unz'ti, specialmente in ambiente protestante. Thomas Oden, della Drew University, ha mirato ad una collaborazione ecumenica, per prove nienza e confessione di fede, e a che l'opera venisse tradotta anche in altre Hngue. I:e dizione italiana sostanzialmente assume come base di partenza l'edizione americana. Differisce da essa perchè si è preferito rielaborare le introduzioni; selezionare e am pliare i testi e le annotazioni. Gli americani, per individuare i brani da pubblicare, hanno lavorato molto con la ricerca digitale mediante i nuovi strumenti informatici. Gli italiani; per formazione e cultura, hanno preferito zl sistema tradizionale del con tatto diretto con le opere antiche. Per i brani riportati si è fatto spesso ricorso a tradu zioni esistenti; eventualmente migliorate, ma anche a traduzioni dai testi originali. ANGELO DI BERARDINO

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