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La Bibbia commentata dai Padri. Antico Testamento: Ezechiele. Daniele PDF

429 Pages·2010·47.951 MB·Italian
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l \ I \ 11 ; I\ I \ ( ( ) \I \ 11 \; I \ I \ I ) \ I I) \ I ) l< I La i)ihhi,1. il Lihro pn LTcclk·nz;1: dPrnlllL'lllO s1ori co. c11l111rak L' rl'ligioso. ma a11chl' l' so11r;1lllllto tL'Sl<l ri\·Llll t <l c11 i si ri kri scono k· \';lriL· con kssi 011 i L' co > lll l tll Ì I ;1 nist i<llll', llL'ss1111 '•dt ra <ljlL'J';l 1ll'IL1 slori<t dl'l- 1'1101110 l.· sl;tl;t ;1ltrL·tt;111to k·t1;1. a11;1linata. arn<ll;l L' i11- lL'l'pn:tal;i. ( ;j,'i tll'i primi SL'coli lkll;t cristiani1:1 l'l'SL' gl'si hihlic:1 L'l';t al Li h;tSL' dl'lb p1nlirnziPllL', dl'lL1 c1- ILThL·si. dl'll\·bhPr;1zionl' dot I rinak. dl'll\·tirn. Lk·lk· is1it11zio11i LTck·si.1li l' dcli.i liturgia. con 1111;1 spicc11;1 ctr;J1tnizz;11io1w i11 Sl'nso p;trl'nl'tÌL'<l nl L'dttctti\'u: \_· pl'I' questa L1giu11L· dw il solo ;tpproccio SL'il'ntifico 11011 prn'1 cnnsidnarsi s11ffirÌl'lltL' pn I.i 11iL·11;1 cnrn prL'11sio11L· ntl111r;1k· dl'll'l·sl'gl'si hihlil·a patristici. 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L1 rin·hl'11:1 Sl'tnÌ11;11;1 nl'i SL'L·o1i in t:HHL' op1..'l'L' SJlL'SS.P 1H111 L1l·il11wntl' :ll'L'L'ssihili. i lihri hihlici \'L'llgnno L'll111111L'l1t:ll i SL'L'Olldll 1':1111 ic1 lL'L'llÌCl c;Hl' n;1ri;1. u1lll'g;mdo cr:1 loro i testi 1.ki P:1dri dL"ll:t ( :l1il' s:1 L' l'OITL'da11doli di i11troduzi<111i. Slll11111:1J'i L' IW[L' L'SplÌL';I( i\ L'. ( :uLHi 1..Li 1111'l:1/!l!j1,· intl'rn:1zio11:ill' L'd L'L'llll1L'l1ic1 lii s11l·L·i:ilisti in 11;11roh1~i;1. i \nl11111i si propongPnti lii offrirl' ;1gli studiusi l' a qu:mti dL"sidLT:1110 nutrirsi 1..k·l L1 l1ihhi;1 alla scuob lk·i ~randi P;1dri 1.ki primi SL'n1li 1111L'\11H:lltc11..lirL'lto ron k fonti. 1wl q11;1drP di un gl' llltino l'l'L'llf1L'l'O ddk l r;1dizilll)i LTÌS! Ì;lllL'. LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI collana diretta daTHOMAS C. 0DEN edizione italiana a cura di ANGELO Di BERARDINO Antico Testamento 12 t_J .•.{, -· LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI · · Antico Testamento . 12 EZECHIELE DANIEL·E a cura di Kenneth Stevenson .. e Michael Glerup Edizione italiana.a cura di Ilaria Maggiulli Introduzione generale di Angelo Pi Berardino Città Nuova Pubblicato perla_prima volta da InterVarsity Press · Ezekiel, Daniel AncientChristian Commentary on Scripture, Old Testament, XIII), curato da Kenneth Stevenson e Michael Glerup © 2008, lnstitute of Classica! Christian Studies, Thomas C. Oden, Kenneth Stevenson e Michael Glerup. Tradotto e pubblicato su autorizzazione della InterVarsity Press, P.0. Box 1400, Downers Grove, IL 60515, USA. Traduzioni di Ilaria Maggiulli . In sovraccopertina: Veduta del!' abside. Ravenna, Chiesa di San Vitale. Archivio Scala, Firenze. Grafica di Rossana Quarta © 2010, Città Nuova Editrjce Via Pieve Torina, 55 -00156 Roma tel. 063216212 - e-mail: [email protected] · Con approvazione ecclesiastica ISBN 978-88-311-9389-4 Finito di stampare nel mese di ottobre 2010 dalla tipografia Città Nuova della P.A.M.O.M. Via S. Romano ih Garfagnana, 23 00148 Roma - tel. 066530467 e-mail: [email protected] INTRODUZIONE GENERALE La religione cristiana) in tutte le sue manifestazioni: ha bisogno del Libro per ec cellenza) la Bibbia 1 Quello che vi è scritto è la parte fondante del cristianesimo. Essa è . il referente costante. nella storia delle comunità cristiane) in particolare nei primi secoli del loro sviluppo) ma anche dei fedeli di·ogni tempo) che vogliono fare esperienza di·· fede n.e! Dio dì Abramo e nel suo Figlio Gesù Cristo. Essa viene letta sia in privato sia nelle_c omunità oranti~ nelle quali" è per di più proclamata solennemente. . . · La Bibbia inoltre esùte anche come documento interpretdto e utilizzato nei secoli. Ogni lettura di tale testo) scritto ma dinamico) ·significa continua interpretazione e · confr~nto con il presente vissuto dai lettori e dai credenti. La Bibbia può perciò essere letta cQme documento storico) culturale e religioso} ma anche come un testo fondante di tutta la cristianità che con esra si deve continuamente confrontare. Generazi'oni di cristiani - e di ebrei per l'Antico Testa.mento - pregano, piangono e gioiscono da sempre leggendola: nelle grandi cattedrali~ nella solitudine di una cella monastica) nel deserto assolato dell'Egitto) nell'intimità di una famiglia o in comunità: a volte anche inconsciamente ci accostiamo alla Bibbia alla luce di una lunga storia scritta e vissuta prima di noi. . Ma la riscoperta del Libro suscita anche l'interesse alla storia dell'interpretazione che nel tempo e nello spazio si è data di esso. J; esegesi bib(ica) nei primi secoli cristiani~ era la base della predicazione) della catechesi~ della elaborazione dottrinale) del!' etica) delle istituzioni ecclesiali e della lit~rgia, persino delle controversie. Per questo i testi biblici~ sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento) si rivelano indispensabili per la comprensione stessa della storia del cristianesimo. Anche l'arte cristiana antica era una rappresentai.ione di episodi biblici a fini didattici: le pittt1re delle catacombe, ad esempio) comunicavano un mes~ saggio biblico. Origene) quando commenta un testo biblico, si pan.e soprattutto questa domanda: «Che interesse ha per me questa storia?» (Omelia su Geremia 1, 2). . Lo studio dei Commenti patristici condotti sulla Scrittura per molto tempo è stato trascurato perché l'esegesi appariva troppo intessuta di interpretazioni allegoriche tal volta fantasiose) e perché co_nsiderata senza·v alore per lo studio e la sua comprensione., del/a Scrittura stessa - oggi che possediamo altri strumenti per una sua maggiore infet-""'~ 1 «Bibbia» è una par~la di origine greca usata per designare l'insieme dei libri contenuti· nella e Sacra Scrittura (Antico Nuovo Testamento). Nell'antichità, fino alla fissazione del canone e anche dopo, il termine veniva adoperato per indicare semplicemente l'Antico Testamento nella sua triplice divisione: Legge, Profeti e altri scritti. · 6 Introduzione generale ligenza contestuale-. La storia del!, esegesi.trovava solo un interesse esclusivamente storico: come una sorta di archeologia interpretativa senza alcun risvolto. sia per il presente, per la vita delle comunità cristiane, sia per lo studio biblico. In realtà, anche se in qualsiasi scuola esegetica antica é'era un,attenzione alla in terpretazione storica e filologica per la comprensione piena del senso biblico - l'alle goria oscillava secondo i tempi e i luoghi predominando in·a mbiente alessandrino -, la maggior parte dei testi conservati fino ai nostri giorni è frutto della predicazione che mirava alla edificazi"one e alla cristiana del popolo cristiano, e non di formazi~ne un'opera di studio o di ricerca. Dal!' esperienza quotidiana si evince che,.a ncor, ogg~ ogni predicatore, nel!'a mbito di una celebrazione liturgica, tende a una esegesi allego rica adatta al pubblico presente e alle circostanze di vita degli uditori: forma comune dell,antica esegesi~ ·che è in misura ridotta anche dell,esegesipastorale odierna. Oggi un, esigenza culturale, insieme ad un concreto bisogno sentito nel!, attività di . predicazione, ha suscitato l'idea, in ambiente protestante americano, di non limitarsi a ricerche e commenti biblici di carattere scientifico, ma di utilizzare la grande ricchezza di interpretazione accumulata nei primi secoli della storia del cristianesimo, il periodo detto dei Padri della Chiesa:· da Clemente Romano (fine del sec. I) fino a Giovanni Damasceno (morto nel 749ca in Palestina) e Beda il Venerabile (morto nel 735 in In ghilterra). Sono gli ideatori della Ancient Christian Commentary on Scripture-edita negli USA presso la lnterVarsity Press, la cui pubblicazione in più volumi è ancora in corso -, ad affermare che il progetto «ha come scopo la rivitalizzazione del!' inse gnamento cristiano fondato sulla esegesi classica. cristiana, un più intenso studio della . Scrittura da parte dei laic~ che desiderano pensare insieme con 1a primitiva chiesa sul testo canonico, ed essere di stimolo per gli studiosi cristiani nel!'a mbito storico,. biblico, teologico e pastor,ale, ad approfondire la ricerca del!' interpretazione scritturistica degli antichi scrittori cristiani ... La parola predicata nel nostro tempo è. restata largamen te beneficiaria della precedente influente ispirazione patristica» 2 ma senza sapere la , provenienza del suo repert'orio interpretativo. Si è ·costatato lo strano fenomeno 'che il predicatore (specialmente protestante) utilizzq tutta una strumentazione espositiva che viene da molto lontano senza la coscienza riflessa della sua origine. Non ~ più profittevole allora attingere direttamente alle fonti primarie? Non ne riceverebbero un vantaggio lo studio, la meditazione e la predicazione? · Il pubblico al ·quale ci si è rivolti è primieramente quello non specialistico, ma che tuttavia è' desideroso di nutrirsi della Bibbia sotto la guida delle grandimenti del primo cristianesimo. Non si trascurano comunque i lettori qualificati ed esigenti che solo da _epoca reqente cominciano a di alcuni adeguati. I.:Italia in tal senso di~porre stru~enti è più fortunata, rispetto al pubblico americano, sia per una diversa tradizione culturale e sia per l'incremento dell'interesse e delle tra. le quali si distingue il ric pubbli~azioni: chissimo catalogo di Testi Patristici di Città Nuova che ci mette.alla scuola dei Padri. 2 Introduzione all'edizione americana, p. XI. Introduzione generale · 7 Ora Città Nuova aggiunge al suo catalogo la collana La Bibbia commentata dai · Padri, edizione italiana det volumi americani. Essa raccoglie la ricchezza seminata in tante opere, spesso non facilmente accessibili, sia in lingua greca che latina, come nelle altre lingue cristiane: il copto, il siriaco e l'armeno. Ogni singolo libro bi~lico viene commentato seguendo l'antica tecnica catenaria che fa scorrere, concatenati fra loro, i brani che i Padri scrissero o pronunçiarono su quel determinato ptJ.sso. I commenti patristici sono affiancati da alire fonti: come le poesie di Efrem e di Prudenzio. !_!opera che qui si presenta è corredata. da· introduzioni~ sommari e note, che guidano per i per corsi~ talvolta· tortuosi, delle interpretazioni. Tuttavia il lettore moder110 rimane libero di intrattenere un contatto diretto con il testo e con l'esegeta antico. Inoltre non .tutti i libri biblici hanno un commento continuo; in tal caso si è ritenuto necessario ricorrere ad un più ampio uso di opere di diversa provenienza. Le note, non abbondanti, hanno _lo scopo di contestualizzare quei brani che necessitano di una chiarificazione. Anche se l'interpretazione proposta da un autore cristiano dei primi secoli oggi può o non essere più accettata o ritenuta errata, il brano viene riportato perché si "ascolti" la sua voce, perché se ne colga la mentalità e il suo tentativo interpretativo. I commenti, sovente, venivàno pronunciati.difronte .ad una assemblea riunita in pre ghiera e desiderosa di ricevere la parola di i'struzione, di incoraggiamento e di consola zione·dell'omileta. Es-sa veniva ripresa da qualche stenografo, che registrava il sermone dalla viva voce del predicatore; a noi il sermone è giunto talvolta rivisto dall'autore, talaltra così come era stato predicato. e senza alcuna.revisione. Lo stenografo, che usava - un sistema di scrittura veloce, si limitava in un secondo momento a trascrivere delle note personali. Origene, secondo Eusebio, solo in età avanzata permise ai tachigrafi VL di trasirivere le sue omelie (Historia Ecci. 36, 1). Il vescovo rimaneva di/atto il traciator divinorum eloquiorum (Contra duas epi. Pelag. I~ 8, 24), cioè l'interprete qualificato nella spiegazione della Scrittura al popolo cristiano. Nelle assemblee liturgiche non:na!mente esisteva un ciclo continuo di letture di un testo, a scelta del presidente, e che il predicatore commentava; non è facile ricostruire . questo ciclo, è parzialmente possibile solo per i grandi predicatori. Nel periodo post-pa squale normàlmente si leggevano gli Atti degli Apostoli. ·un'opera biblica veniva letta a brani in occasioni successive e il predicatore allora svolgeva un éommento continuo. Naturalmente ogni predicatore aveva delle preferenze per opere bibliche da commenta re per i fedeli. Nelle grandi feste il tema era.d'obbligo. La gran parte dei commenti biblici non sono nati' come opere scolastiche o di studio - come avviene normalmente oggi -, ma come òmelie realmente predicate a . cretf,enti che interagivano con il predicatore con l'applauso, con il chiacchiericcio, con la contestazion.e. !_}omelia risente del dialogo diretto o indiretto con il pubblico. . Nella predicazione solitamente gli oratori citavano i passi biblici a memoria, op"J, · pure·utilizzavano delle antologie tematiche:. Non di rado il predicatore improvvisava il suo discorso di commento al brano biblico· letto. Origene, in un ·sermone pronunciato a Gerusalemrrze alla presenza del ·vescovo Alessandro, chiede a lui quale passo deve commentare della lunghissima lettura proclamata dal lettore (l'omelia sul Primo libro dei Re): si scelse di.commentare solo 1 Re, 25 ~ 28. 8 . ·Introduzione generale Talvolta il leitore) per errore)_proclamava un brano diverso da quello previsto. Agostino accenna a questo inconveniente _e con/essa che) pur avendo preparato U1J altro argomento) propone all'assemblea una diversa riflessione. Il predicatore è cosciente che la sua spiegazione è frutto della illuminazione divina e l'ascoltatore può comprenderla solo se anch, egli riceve una illuminazione: è il pensiero di Origene (Omelie su Gere mia 19, 11;-0melia su Genesi 12) 5) e di Agostino (Dottrina cristiana TV, 16, 32). . Altrove Agostino dice: «Felice l'anima che si purifica con la limpidezza della ve- . rità [.:. ]. Colui che) invece) si compiace della legge di Dio e ne riceve tanto diletto da trovarsi al di sopra di tutti i godimenti della dissolutezza, non attribuisca a sè tale ricreante esperienza: Il Signore elargirà il suo bene (Salmq 84, 15). Quale chiederò? Signore) dammi quel bene) oppure quell'altro? Tu sei buono, o Signore, e nella tua b()ntà insegnami la t_ua giustizia (Salmo 118) 68). Nella tua bontà insegnami.e istrui scimi. Al/Ora apprendo ad operare, quando nella tua bontà tu mi istruisci>> (Sermone ' 153, 8, 10). Pur non dando :troppa importanza alla retorica, i Padri ne utt'lizzavano i canoni per costruire i discorsie per convincere insegnando. Scrive Agostino: «Per l'esposizione delle . Scritture ci sono delle norm.e che, a quanto mi sembra, possono essere presentate valida mente a chi si dedica al loro studio. Con esse lo studioso potrà ricavare profitto non solo dalla lettura di quelche scopersero altri nei passi oscuri delle sacre Lettere, ma egli stesso potrà diventarne interprete per altri ancora. Mi sono pertanto deciso a comporre questa trattazione per coloro che vogliono e son9 in grado d, apprendere tali norme, e mi auguro che Dio, nostro Signore, non ml neghi nello scrivere i doni che è solito elargirmi allorchè penso a tale argqmento» (Dottrina cristiana, pro!. 1). Le norm~ retoriche che si insegna vano a scuola dovevano servire come guida, ma il predicatore cristiano doveva fare molta · attenzione al pubblico e alla sua capacità di ricezione e di comprensione. Agostino dice: «Lo ripeto con parole un pd più chia.re per quei nostri fratelli che hanno più difficoltà a capire. Coloro invece che hanno già capito sopportino la lentezza degli altri e imitino il Signore il quale) pur· possedendo la natura divina ... annientò se stesso ... fac~ndosi obbediente fino alla morte (Fil 2) 6-8)» (Sermone 264) 4). La correttezza linguistica è importante) 'ma la comprensione del!' uditorio· era la preoccupazione maggiore del predicatore: «Così dunque non rideranno se per caso abbia .n o sentito qualche responsabile e ministro della Chiesa invocare Dio, usando barbarismi e o non comprenderé il significato delle parole stesse che pronunzia e separarle so~ecismi~ in modo scorretto. ·Non che questi errori non debbano essere corretti (sì che il popolo possa dire amen a ciò che comprende pienamente),· nondimeno) devono essere tollerati in spirito di carità [. .. ]. Per i plù lenti occorre invece condutre la spiegazione in modo più articolato e con un maggior numero di similitudini: sì che tengano nel dovuto conto ciò a · cui assistono» (L'istruzione dei semplici 9) 13). I.: uditore va accettato così com'è, ma va istruito nella.parola della salvezza e per questo i grandi Padri non hanno esitato ad usare· il sermo humilis per essere capiti: ad adoperare le lingue·l ocali o i dialetti. Quando era possibile_ e necessario anche dei traduttori. A Gerusàlemme il vescovo parlava in greco, . ma qualche persona competente traduceva. in latino o in altre lingue. .

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