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La Berio 1999 PDF

192 Pages·1999·81.3 MB·Italian
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SOMMARIO La normativa della Magistratura di Sanità di Genova (1500-1750) Simona 0/ivieli ......................................................................................... pag. 5 Girolamo da Santo Stefano e Colombo Pietro Ba rozzi ........................................................................................... pag. 32 L'attualità del passato e Pasquale Anfossi Edilio Frassoni .......................................................................................... pag. 42 Il Ramayana di Gaspare Gorresio nel Fondo Brignole Sale Rosa Rnnzitti ............................................................................................ pag. 51 Giuseppe Piersantelli: scheda bio-bibliografica La11ra Malfatto ......................................................................................... pag. 58 La Berio in mostra: Berio e De Amicis alla biennale "De Fabula" pag. 64 Miti, leggende e tradizioni popolari fra Sacro e Profano Proposte per un percorso bibliografico La11ra Malfatto, Sabina Carlini, Francesco Langella, RnbeJta Morabito ... pag. 65 Alla Berio la presentazione del volume di Maria Maira Niri "La tipografia a Genova e in Liguria nel XVII secolo" Danilo Bona11110 e Eman11ela Ferro .......................................................... pag. 86 I chioschi elettronici della Biblioteca Berio Ersilia Achei/i .......................................................................................... pag. 93 Aut. Trib. di Genova n. 38 dell8/I0/1968-ISSN: 0409-1132 La rivista è distribuita gratuitamente a biblioteche, archivi, istituti universitari ed associazioni. Le richieste vanno indirizzate alla Direzione della rivista. Direzione e redazione Grafica di copertina via del Seminario, 16 Enrico Merli 16121 Genova te!. 010/557.60.50 Impaginazione e stampa fax 010/557.60.44 Erga edizioni E-mail: [email protected] http://www.comune.genova.it · Distribuzione e inserzione pubblicitaria Direttore responsabile Erga edizioni via Biga, 52 r Laura Malfatto 16144 Genova te!. 010.83.28.441 Comitato di redazione fax 010.83.28.799 Danilo Bonanno E-mail: [email protected] Sabina Carlini http: //www.erga.it Giuseppina Ferrante Giustina Olgiati Finito di stampare Loredana Pessa nel mese di giugno 1999 Giovanni Rebora 11. 1 -gennaio-gi11gno 1999 · Con questo numero la nostra rivista ha una nuova veste grcifìca. Nella copertina, che allude nello stesso tempo al libro antico e alla nuova sede della biblioteca, abbiamo voluto rappresentare insieme le due "anime" della Berio, quella legata alla conservazione di un patrimonio antico e prezioso e quella di pubblica lettura, tesa all'oggi e alf uturo. Su uno ifondo che richiama le carte decorate usate nei fogli di guardia delle legature antiche si apre la veduta della nuova sede: si evidenzia così come la biblioteca "tecnologica" accolga un ricco lascito del passato. Ci auguriamo che i numerosi articoli dedicati al libro antico abbiano contribuito a diffonderne la conoscenifl e siamo intenzionati a continuare questo lavoro. Ilf uturo ha un "cuore" antico, che per la Berio è rappresentato dalla ''libreria" dell'abate Berio, costituitasi durante l'Illuminismo, nel periodo in cui nacque la prima tensione tra l'urgenza dell'oggi e le ragioni del passato. Passato ef uturo non sono inevitabilmente nemici, devono anzi convivere in un dialogo costruttivo che solo può dare risultati duraturi. Tra le novità segnaliamo l'impaginazione più varia: gli articoli sono distribuiti su due colonne, mentre la parte redazionale è rimasta a pagina intera. La lettura è resa più agevole dall'inserimen to dei titoli correnti. Ilf ormato più grande dà maggiore evidenza alle illustrazioni che arricchiscono i testi e li rendono più comprensibili e più vivi. Auspichiamo che le novità incontrino il gradimento dei nostri lettori. Per suggerimenti, proposte e pareri è possibile mettersi in contatto con la redazione anche per posta elettronica ai seguenti indirizzi: [email protected]; [email protected]. LM. 3 11.1 -gmnaio-gù~gno 1999 La normativa della Magistratura di Sanità di Genova (1500-1 7 50) Simona 0/ivieri* Nei numerosi scritti che Carlo Cipol si studiosi liguri hanno dedicato al tema la ha dedicato alla nascita e al funziona un'attenzione modesta, per di più con mento dei Magistrati di Sanità nell'Italia centrata sull'episodio clamoroso della moderna, la Repubblica di Genova è grande pestilenza del 16562 La fisiono • pressoché assente, fatta eccezione per mia della Magistratura sanitaria genovese qualche raro riferimento, che comunque finisce così appiattita su quell'anno mi non è sufficiente a tracciare il profùo di rabile, mentre il senso della sua evolu una così importante istituzione1 Gli stes- zione va perduto. Lo scopo delle pagine • * L'articolo è tratto dalla tesi di laurea di S. 0LJVIERI, Aspetti della politica sa11itaJia nella Repubblica di Gmova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a . 1996/97, relatore: pro( G. Assereto correlatore: pro f. C. Maccagni. In particolare si ringrazia il pro( G. Assereto per l'aiuto dato durante la stesura dell'articolo. 1 C.M. CIPOLLA, Co11tro 1111 nemico i11visibile. Epidemie e sh"11tt11re sa11itaJie nell'Italia del Ri11ascimmto, Bo logna, Il Mulino, 1985; Io., Miasmi ed umon: ecologia e co11dizio11i sa11itane in Tosca11a nel Seicento, Bologna, Il Mulino, 1989; Io., 01igi11i e sviluppo degli Uffici di Sa11ità i11 Italia; La peste e i premrson· di Malthus; Coljìi "chiave della CJistianità" e la sua difesa co11tro la peste; Il dottore degli appestati; I "libn dei morti" a Firellze; Bilancio di 1111'epidemia di peste: il caso di Pistoia ml1630-1631, in Le tre nvoluzioni, Bologna, Il Mulino, 1989; Io., Il buroCJ-ate e ilman11aio, Bologna, Il Mulino, 1992. L'unica opera di Cipolla che parla esclusivamente ed esplicitamente di Genova è: C.M. CIPOLLA - G. DoRIA, Tifò esantematico ep olitica sanitaJia a Gmova nel S eicmto, in '~tti della Società Ligure di Storia Patria", 96, n.s. 22 (1982), pp.163-196 (in questo testo non vengono comunque utilizzate fonti genovesi, bensì toscane). 2 F. CASONI, Successi del contagio della Liguna negli anni 1656-1657, Genova, Pagano, 1831; A. CoSTA, Lap este in Gmova negli a11ni 1656-1657, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1931; L. RABBIZZONI, Il sistema sa11ita1io i11 Ligmia dm-a11te la pestile11za del1656-1657, bozza di stampa mai pubblicata, conservata presso il pro( G. Assereto che ne ha cortesemente consentito la consultazione; D. PRESorro, Genova 1656-1657. Cronache di 1111a pestilmza, in ''Atti della Società Ligure di Storia Patria", 79, n. s. 5 (1965), fase. II; W. Rossi - M. LAGOtviARSINO, Nuove n·cerche sulla gra11de peste del 1656-1657 a Ge11ova, in Genova, la Ligmia e I'Oih"emare tm Medioevo ed età Modema, Genova, Bozzi, 1976, vol. II; ~'\JTERO MARIA DA SAN BoNAVENTURA, Li lazzareti della città, e Riviere di Gmova del 1657, Genova, Calenzani e Meschini, 1658 (ripr. facs.: Genova, Tipografia f.lli Del Cielo, 1974). 5 Simona Olivie1i LA BERIO di attività, rimangono tuttora oscur?. Le fonti d'archivio, infatti, forniscono noti zie sicure solo a cominciare dalla metà del XVI secolo, quando la Magistratura era già in piena attività. I suoi membri, eletti dai Serenissimi Collegi e dal Minor Consiglio con almeno i 3/5 dei voti, re stavano in carica un anno - salvo situa zioni di emergenza - ed estendevano la loro autorità a tutto ciò che concerneva la pubblica salute. Purtroppo non è dato Fig. 1. G.L. GUIDOTTI su disegno di Torrice/li, Il di sapere con esattezza il momento in Lazzaretto di Genova alla foce del torrente Bi cui questa consuetudine, riguardante sia sagno, particolare di una veduta generale 1ipresa dalle l'elezione che la durata in carica dei ma Mura delle Cappuccine (fine XVIII secolo); incisione gistrati, divenne legge a tutti gli effetti, su rame, 400x7 5 3 !ll!JI (Genova, Col!e;;jone topogrqfì tanto più che i documenti a cui si fa rife ca del Museo di S. Agostino). rimento riportano date totalmente di che seguono è quello di ricostruire - sul scordi, e non solo di pochi anni, ma ad la scorta della ricca documentazione dirittura di un secolo4 Bisogna comun • archivistica giunta fino a noi, e in parti que notare che la struttura collegiale della colare dei testi normativi -la vicenda del Magistratura era comune a tutti gli Uffi Magistrato di Sanità genovese. ci sanitari italiani, con l'unica eccezione La sua origine, così come i primi anni del Ducato di Milano, dove la direzione 3 A.L. BRUZZA sostiene di poter far risalire l'origine della Magistratura di Sanità di Genova al 18 aprile 1452 (Sull'01igim dei lazzaretti e dei Magistrati di Sanità, Genova, Tipografia del Commercio, 1874, p. 57), ma L. Rabbizzoni ha smentito questa data. La Rabbizzoni ha infatti ritrovato ben sette documenti, tutti redatti tra il 1449 ed il 1451, che si riferiscono al Magistrato di Sanità di Genova (Il sistema sanitmio in Ligmia durante la pestilenza del 1656-1657 cit.). Il primo di questi documenti risale al 6 marzo 1449 e riferisce dell'elezione di "Salvagium Salvagium, Angelum Lomellinum, Bartholomeum de Levanto et Iacobum Cassinum officiales tuendae publicae sanitatis (Archivio di Stato di Genova, d'ora in poi A.S.G., Archivio Segreto, Diversoni!JJ Commtmis Ianue, n. 543, anno 1449)". 4 Magistrati antichi e moderni dal p1incipio della Repubblica, Biblioteca Universitaria di Genova, ms. C.V15, risalente al XVIII secolo. Le stesse informazioni si possono trovare nel manoscritto Magistrati con cui si govema Genova (A.S.G., ManoSCiitti, n. 675, cc. 140-142) ma con riferimenti a date diverse: mentre il manoscritto conservato alla Biblioteca Universitaria di Genova attribui sce la maggior parte dei provvedimenti al XVI secolo, quello dell'Archivio di Stato riporta date comprese tra il 1623 e il 1664. Unica data su cui i due documenti sono concordi è quella del 1501, quando fu stabilito che in materia sanitaria la Magistratura era superiore a qualsivoglia autorità. 6 11.1 -gelllltiio-giugllo 1999 La normativa della Magistratura di Sanità di Genova (1500-1750) della Sanità fu in un primo tempo affi della Repubblica. A tal fine vennero or data ad un unico Commissario, emana ganizzati posti di controllo nel porto di zione diretta del Duca5 Ritornando a Genova, nelle due Riviere e lungo il con • Genova, è opportuno notare che per far fine: ogni nave, persona, o merce che rispettare norme e decreti i magistrati po fosse giunta nel Dominio doveva esibire tevano avvalersi sia di pene pecuniarie la propria fede sanitaria all'ufficiale ad che corporali, incluso l'estremo suppli detto, il quale avrebbe concesso, oppure zio6. Anche gli enti religiosi erano tenuti negato, l'ingresso nella Serenissima Re all'osservanza delle leggi sanitarie e, du pubblica8. Nel porto di Genova l'uffi rante le epidemie, erano sottoposti alle ciale deputato al controllo delle patenti stesse restrizioni che valevano per i no di sanità veniva designato come ''Agente bili e per il popolo. alla casetta": "casetta" era la costruzio Per buona parte del XVI secolo la Ma ne posta in cima al ponte Spinola. Que gistratura esercitò il suo potere median sto ufficiale aveva il dovere di vigilare te decreti temporanei usando, come ri giorno e notte, riconoscere tutti i vascel porta Alfonso Corradi, "diligentia et ter li che giungevano in porto, interrogarne rore"7. Lo scopo primario era evitare che padroni e marinai e riceverne le fedi di mali contagiosi, portati da merci o uo sanità, che avrebbe poi conservato in una mini, riuscissero ad entrare nel territorio fùza e restituito solo al momento della 5 C.M. CIPOLLA, Ongine e svil11ppo degli Uffici di Sanità in Italia cit., p. 248. 6 Le pene pecuniarie sono testimoniate dai Lib1i pignomm giunti sino a noi. In uno di questi, che va dal 1537 al 1600, è riportato un elenco di oggetti (gioielli, posate d'argento, utensili di stagno) lasciati come pegno in luogo dei pagamenti delle multe (A.S.G., Magistrato di Sanità, Mam1ali e Notulari, n. 211). La notizia riguardante le pene corporali è invece riferita da G. PESCE, Il Niagi strato di Sanità mila Repubblica di Gmova, in "Genova", 17 (1637), n. 11, p. 22, e trova riscontro in numerosi decreti conservati all'Archivio di Stato di Genova. Il diritto di punire i trasgressori in materia di sanità era stato concesso alla Magistratura già nel1449 (A.S.G., Archivio Segreto, Diversorti/JJ Commtmis Im111e, n. 543, 6 marzo 1449), ribadito nel1501 (A.S.G., ManoSCiitti, n. 675, c. 142r) per decreto del Governo Regio e degli Anziani ed infine confermato nel 1530 (A.S.G., ManoSCiitti Biblioteca, n. 36, c. 12r). 7 A. CORfu\DI, Annali delle epidemie occorse in Italia dalle p1ime mem01ie fino a/1850, Bologna, 1865-92, in "Memorie della Società medico-chirurgica di Bologna", vol. I, p. 365 (ripr. facs.: Bologna, Forni, 1973). 8 Le fedi, o patenti, di sanità erano delle bollette di accompagnamento che venivano redatte nel luogo di partenza con le generalità del viaggiatore, della mercanzia o del vascello, dalle quali doveva risultare la provenienza da luoghi immuni da malattie conta~ose. Ogni documento reca va il timbro a secco dell'ufficio d'origine e la firma di uno o più ufficiali. A questo primo timbro si aggiungevano poi quelli degli Uffici sanitari delle città per le quali si transitava. Per altre notizie si veda: C.M. CIPOLLA, Contro t/11 nemico invisibile ci t., p. 31 O; G. PESCE, Il Magistrato di Sanità nella Repubblica di Genova cit., p. 24. 7 Simona O/ivie1i LA BERlO Fig. 2. G. PIACCIO SII disegno di D. Del Pino, Il Lazzaretto di Genova alla Foce, particolare di t/Ila ved11ta dalle M11ra del Prato (1818); incisione colorata a mano, 51 Ox664 111111 (Genova, Collezione topograjìca dellviuseo di S. Agostino). partenza9 Più a est, nei domini della giurisdizione. Così, se per Genova la • Serenissima Repubblica di Venezia, il preoccupazione principale erano le co medesimo compito verùva svolto dal fun ste, per Venezia era la laguna e per Fi zionario della Sanità posto in servizio renze la campagna circostante le città. permanente ai Castelli de Lido10 L'analo Nei porti del Dominio genovese, o me • gia non deve sorprendere, in quanto in glio in quelli in cui esisteva un Ufficio di Italia le cariche e i provvedimenti sarùta Sarùtà, il compito di avvistare le imbar ri erano pressoché uguali dappertutto. caziorù e quindi di avvisare gli ufficiali, Questo accadeva perché ogni nuovo uf che dovevano esaminare fedi e patenti, ficio sarùtario si modellava su quelli già spettava alle guardie, nominate dai me esistenti, salvo poi adattarsi alle partico desimi Uffici sarùtari. lari esigenze del territorio su cui aveva A partire dal 1542, la Magistratura di 9 A.S.G., Magistrato di Sanità, n. 988, cc. 40v-41r/v. Per questo documento mi sono servita della trascrizione fatta da M. MASSA nella sua tesi di laurea: Per la st01ia del Magistrato di Sanità nella Rep11bblica di Genova, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1994/95. Il manoscritto, di epoca sette centesca, riporta la descrizione di tutte le cariche e le relative mansioni di tutti gli ufficiali della Magistratura di Sanità di Genova. 1O RJ. Pi \LtvrER, L 'azione della Rep11bblica di Venezia nel controllo della peste, in Venezia e la peste 1348- 1797, Venezia, Marsilio, 1980, p. 156. 8 11.1 -gen11aio-giug11o 1999 La normativa della Magistratura di Sanità di Genova (1500-1750) Fig. 3. Il Lazzaretto di Genova alla Foce, pmticolare di tma veduta da S. Frt~ttuoso a Cogoleto (metà del XVII secolo); incisiom su rame acquerellata, 440x1 000 """ (Genova, Collezione topogra.fica del Mweo di S. Agostino). Sanità emanò diversi decreti che aveva torrente Bisagno, era stato completato no lo scopo di regolarizzare l'uso delle nel 1512 con lo scopo di accogliere i patenti11 Le nuove leggi stabilivano l'ob lebbrosi, ma in seguito fu trasformato in • bligatorietà delle fedi sanitarie e la ne un luogo di quarantena per merci e per cessità di presentarle "chiare e in buona sone provenienti da oltre il Dominio 12 • forma", cioè senza alcun segno di alte Il 16 gennaio 1573, vista la costante pre razioni o contraffazioni, al fine di evita senza della peste in Oriente, venne ordi re raggiri. Negli stessi anni un'altra im nato che tutte le navi provenienti da quel portante istituzione prese forma: il le regioni fossero per prima cosa con lazzaretto. L'edificio, posto alla foce del dotte al lazzaretto, così come le imbar- 11 A.S.G., Magistrato di Sanità, n. 1875, 18 dicembre 1542, 28 febbraio 1543, 25 aprile 1569, 23 gennaio, 12 aprile e 30 luglio 1572, 30 gennaio 1573 e 30 dicembre 1575. 12 A.L. BRUZZA cit., p. 20; per altre notizie sullazzaretto della foce si veda: E. GRENDI, Paupensmo e Albergo dei Pove1i a Genova nel Seicento, in La Repubblica mistocratica dei genovesi, Bologna, Il Mulino, 1987, pp. 227 -280; P. MoRACHIELLO ci t., pp. 156-161. 9

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