Giuliana Adamo L'inizio e la fine I confini del romanzo nel canone occidentale Prefazione di Giulio Lepschy IL PORTICO LONGO EDITORE RAVENNA PTTANINIANNIi ls li li gf I ì iDi ?) e| i Hal in i DI ) Hlai) i(ln pe uri; |i i l il "i i iA aN “i anu i di hi I; E n mn ui Ù I i M i iIP HTI V s i A Daus Tosh CpHIA lS r 2° Digitized by the Internet Archive in 2022 with funding from Kahle/Austin Foundation https://archive.org/details/linizioelafineic0000adam IL PORTICO. BIBLIOTECA DI LETTERE E ARTI 161. Sezione: MATERIALI LETTERARI Ad Anna Laura e Giulio C. Lepschy Giuliana Adamo L'inizio e la fine I confini del romanzo nel canone occidentale LONGO EDITORE RAVENNA Chi rappresenta dal principio alla fine lo svolgimento completo della vita umana o di un fatto di lunga durata, arbitrariamente taglia e isola; ad ogni momento la vita è già incominciata da un pezzo ed ad ogni momento continua il suo corso; e ai personaggi capitano molte più cose di quante egli potrà mai raccontare. Ma quanto succede a poche persone nel giro di pochi mi- nuti, ore o tutt'al più giorni, può forse essere descritto con una certa completezza. (Erich Auerbach) Nel mondo non si è verificato ancora nulla di definitivo, l’ultima parola del mondo e sul mondo non è ancora stata pronunciata, il mondo è aperto e libero, tutto è ancora nel futuro e sarà sempre nel futuro. (Mikhail Bachtin) In un testo mai nulla è scontato, a cominciare dal titolo. (Michele Ranchetti) Questo libro è impossibile. / Questo libro è infinito. (Antonella Anedda Angioy) ISBN 978-88-8063-745-5 © Copyright 2013 A. Longo Editore snc Via P. Costa, 33 - 48121 Ravenna Tel. 0544.217026 — Fax 0544.217554 e-mail: [email protected] www.longo-editore.it All rights reserved Printed in Italy PRESENTAZIONE Sono stato coinvolto con l’inizio, oltre che con la fine, di questo libro. Esso è nato come tesi di dottorato all’ Università di Reading. In quanto direttore della ricerca ho seguito l'elaborazione del lavoro e ho avuto modo di apprezzarne la serietà, l’im- pegno e la dottrina. Il tema dell’inizio e della fine delle opere letterarie era allora poco coltivato, e solo mentre portava avanti la sua ricerca l'autrice ha visto diven- tare di moda l'argomento a cui si dedicava. Il volume consiste di cinque capitoli, organizzati cronologicamente, dall’anti- chità classica (I), al Medio Evo romanzo (II), al Cinquecento (III), all’età moderna (IV), al Novecento (V). La trattazione si concentra sugli inizi e sulle fini dei ro- manzi (nel senso che il termine assume nei vari periodi), indicando sia le implica- zioni filosofiche delle categorie di ‘inizio’ e di ‘fine’, sia i loro risvolti semiotici. L’esposizione teorica è luminosa, ma l’aspetto più accattivante del libro consiste nelle ammirevoli analisi dedicate a singole opere, che chiariscono, in profili di una decina di pagine ciascuno, i tratti salienti e rivelatori degli incipit e degli explicit di grandi testi classici. Citerò, fra quelle che ho trovato più illuminanti e attraenti, le pagine dedicate a Boiardo, Ariosto, Tasso, Rabelais (con la sua straordinaria commistione di elementi paratestuali, metatestuali, e testuali, tanto nel Pantagruel quanto nel Gargantua), nel capitolo III, ai Promessi Sposi, a Moby Dick, ai Malavoglia, nel capitolo IV, a Proust, Joyce, Flann O’ Brien, Calvino, nel capitolo V. “Il tema affrontato in questo libro è inesauribile”, conclude l’autrice, con una frase adatta all’inizio, oltre che alla fine dell’opera, e poco dopo cita l’espressione in medias res, “in medias sententias”, osservando che è stata usata da Anthony Nut- tall esclusivamente per gli inizi letterari, ma che lei non può non estenderla anche alle fini. Si tratta di un motivo con cui è sembrato appropriato cominciare e finire anche questa breve presentazione. Londra, 1° novembre 2012 Giulio Lepschy Ringraziamenti Vorrei esprimere tutta la mia gratitudine a Giulio Lepschy per gli insegnamenti im- pagabili, il supporto e la pazienza dispiegati a piene mani nei lunghi anni del mio lavoro e ben oltre, ma soprattutto, per l’alta lezione di sapienza e di etica di cui ho beneficiato a partire dal nostro primo incontro. Un grazie particolare a Paolo Cherchi per avermi sempre sollecitata a non demordere incoraggiandomi e criticandomi con la sua erudizione, saggezza, amicizia. Versioni precedenti di questo libro sono state lette e commentate da Margherita Ga- neri, Pier Vincenzo Mengaldo, Franco Nasi, Cesare Segre: a tutti loro la mia profonda riconoscenza, e a me la responsabilità di non essere sempre riuscita a seguire tutti i loro preziosi suggerimenti. Un grazie di cuore a Vito Biolchini per il lavoro certosino grazie a cui il libro ha rag- giunto la sua forma attuale e a Mario Diacono per le sempre illuminanti indicazioni. Un ringraziamento a tutti gli amici e colleghi dell’ Università di Reading per l’aiuto e il con- forto offertomi in più occasioni. In particolare il mio pensiero va a Nadia Cannata e a Francesca Medioli per l'assistenza e la vicinanza tenaci nei momenti belli e in quelli più duri. Sono debitrice nei confronti di Zyg Baranski per la presenza assidua e i consigli sul Medio Evo e a Chris Wagstaff per gli scambi dialettici pugnaci e costruttivi. Un grazie sentito al Trinity College di Dublino, alla School of Languages Literatures and Cultural Studies e ai colleghi ed amici del Department of Italian che mi hanno sostenuto e per- messo di portare a termine questo lavoro. In particolare ringrazio Corinna Salvadori Lo- nergan e Cormac © Cuilleandin per la grande, costante disponibilità. Un grazie a Mary Keating per il suo fondamentale supporto pragmatico. Grande il mio debito nei confronti di Marco Sonzogni, collega ed amico speciale, per i suggerimenti, le traduzioni, il soste- gno ininterrotto e le belle risate. Un riconoscimento particolare va al Department of Ro- mance Languages and Literatures dell’ Università di Harvard, e al suo direttore Lino Pertile per avermi accolto come Fu/bright Visiting Scholar durante il periodo sabbatico 2008-2009 e, poi di nuovo, come Visiting Scholar nel periodo sabbatico 2010-2011. Il mio ringraziamento si estende anche alla Fulbright Association per avermi offerto una ma- gnifica opportunità di studio, ricerca, serenità. Ringrazio inoltre il personale della Wide- ner Library di Harvard dove ho, di fatto, scritto il libro. La mia riconoscenza alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’ Università di Cagliari, in particolare a Mauro Pala e Laura Sannia, per avermi accolto come Visiting Professor nell’anno accademico 2009-2010 per un corso ai dottorandi sugli argomenti di- scussi in questo libro. Sono obbligata nei confronti dell’ Association and Trust del Trinity College senza il cui aiuto finanziario questo volume non esisterebbe. In ultimo, un grazie profondo a tutta la mia famiglia, agli amici più cari, e ad Alberto, per la sympathia, l’amore, la presenza, la pazienza e l’ironia con cui mi sono sempre stati vi- cini. G.A.